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Updated: 3 hours 57 min ago

Potete finalmente installare marketplace alternativi anche su iPad

Mon, 09/16/2024 - 09:30

Oggi è il giorno di lancio di iOS 18 e iPadOS 18, che saranno disponibili per il download per tutti a partire dalle sette di sera circa. Qualche mese fa abbiamo già raccontato cosa c'è piaciuto (e cosa no) di iOS 18, ma la nuova versione del sistema operativo avrà un impatto maggiore su iPad, dove porterà la possibilità di installare marketplace alternativi.

Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato, poiché la Commissione Europea aveva decretato anche iPadOS come un gatekeeper, che deve quindi sottostare alle regole previste dal Digital Markets Act (DMA), tra cui anche la possibilità di installare app e giochi da fonti alternative ad App Store.

Proprio come già successo su iPhone, quindi, con iPadOS 18 anche sui tablet della mela è possibile scaricare marketplace alternativi, tra cui AltStore PAL (con l'emulatore di console Nintendo Delta), SetApp Mobile e, ovviamente, Epic Game Store, da cui installare anche Fortnite.

Oltre che i marketplace alternativi, l'apertura di iPad riguarda anche tutte le altre modifiche già viste con gli iPhone, tra cui la possibilità di utilizzare metodi di pagamento alternativi e di utilizzare browser con engine diverso da WebKit (anche se ancora non se ne sono visti).

Se volete saperne di più di marketplace alternativi, apertura dei sistemi operativi e tutto il resto, vi lasciamo con alcuni articoli che potrebbero interessarvi:

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Finalmente Spotify non vi suggerirà più le canzoni dei vostri figli

Mon, 09/16/2024 - 00:12

Tra i servizi di streaming musicale sappiamo che Spotify (vi ricordiamo come scegliere o cambiare piano di abbonamento Spotify) è tra i più diffusi e longevi. Nel corso degli anni abbiamo visto diverse evoluzioni per la piattaforma, e all'orizzonte vediamo interessanti novità. Spotify inizia il test dell'account gestito per i minori.

La novità che ha appena iniziato a testare Spotify è di particolare rilevanza perché finalmente renderà indipendenti le abitudini di ascolto dei proprietari degli account e gli eventuali minori che utilizzano lo stesso account.

Chi ha un figlio o comunque un minore che utilizza il proprio account Spotify sarà felice di apprendere della novità che sta testare Spotify (vi ricordiamo anche come scaricare musica da Spotify) sulla sua piattaforma.

La rilevanza risiede nel fatto che, allo stato attuale, chiunque utilizzi il proprio profilo Spotify lo rende sempre più coerente con i propri gusti musicali. Questo perché la piattaforma si basa su un algoritmo di profilazione degli utenti in base ai propri gusti musicali. Questo aspetto, che poi è uno dei punti chiave che ha favorito il successo e la diffusione di Spotify in tutto il mondo, permette alla piattaforma di suggerire brani e artisti coerenti con i gusti musicali dell'utente. 

Questo algoritmo sostanzialmente ha anche l'obiettivo di suggerire contenuti che magari non conosciamo ma che potrebbero piacerci, e lo fa analizzando e profilando ogni utente che usa la piattaforma. Ma cosa succede se altri utenti usano lo stesso profilo personale? In tal caso, la profilazione viene "sporcata" con i gusti musicali degli altri utenti.

E questo puntualmente succede quando i propri figli usano l'account principale di Spotify per ascoltare i contenuti che piacciono a loro. E allora ci ritroviamo con le playlist generate automaticamente da Spotify basate sui brani dello Zecchino d'Oro o di artisti molto in voga tra i giovanissimi. Contenuti musicali che magari a un adulto non interessano minimamente.

La novità di Spotify dovrebbe porre rimedio proprio a questo inconveniente. L'account gestito permetterà di inizializzare un account ai propri figli minori, il quale sostanzialmente è "figlio" dell'account principale. In questo modo, da una parte sarà possibile restringere o limitare i contenuti accessibili dai minori, magari mettendo dei blocchi sui contenuti contrassegnati come non adatti ai minori.

Dall'altra parte, sarà possibile non inquinare la propria profilazione con i gusti musicali dei più piccoli. Questo si rifletterà anche nel consueto Wrapped (ecco come vedere il proprio Wrapped) che Spotify offre a ogni suo utente a fine anno. I minori con account gestito riceveranno il proprio Wrapped, così come accadrà per i genitori o tutori che gestiscono l'account dei minori.

La novità che abbiamo appena descritto non è disponibile per tutti gli abbonati. Spotify ha fatto sapere che si tratta di una funzionalità in fase di test per coloro che sono abbonati al piano Family in Danimarca, Nuova Zelanda e Svezia, per i quali arriva l'opzione per creare e inizializzare un account gestito per minori di 13 anni. Staremo a vedere se e quando arriverà per tutti.

Se anche voi siete abbonati Spotify e volete saperne di più su come ottimizzare il suo utilizzo, allora potrebbero interessarvi le guide che trovate nell'elenco che segue:

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Xiaomi leader degli entry level: annunciato il Redmi 14R 5G

Mon, 09/16/2024 - 00:10

Xiaomi non manca mai l'appuntamento per presentare uno smartphone dal costo contenuto, ma che è in grado di soddisfare le esigenze di un gran numero di persone fornendo delle buone prestazioni senza lesinare sul design, che spesso in passato era il compromesso da raggiungere. Tutto ciò avviene tramite il brand Redmi, che ha ufficializzato il Redmi 14R 5G.

La missione di Redmi è chiara: non avere rivali nella fascia bassa e media del mercato degli smartphone, sebbene non sia un compito così semplice, come si può notare dalla nostra selezione di migliori smartphone, divisi per aree di prezzo.

Infatti, con il Redmi 14R 5G il brand cinese vuole essere la migliore alternativa possibile tra le scelte economiche. Il Redmi 14R 5G può vantare la presenza di uno Snapdragon 4 Gen 2 di Qualcomm, un SoC ancora poco impiegato nel settore, ma che può garantire buone performance e il supporto alle reti 5G.

Sul fronte ha uno schermo IPS da 6,88 pollici HD+ con refresh rate a 120 Hz e con 600 nit di luminosità di picco, che può garantire tocchi con dita umide o leggermente bagnate (ma non sembra esserci nessuna certificazione IP) e una protezione degli occhi certificata da TUV Rheinland.

Sul retro è presente un comparto fotocamere che attira l'attenzione anche grazie alle particolari colorazioni della cover posteriore: sono presenti una fotocamera principale da 13 megapixel e una secondaria di cui non si hanno informazioni, mentre la fotocamera frontale è da 5 megapixel, incastonata in un notch a goccia. Al di sotto è presente una batteria da 5.160 mAh con ricarica rapida a 18W.

In tutto ciò non possono mancare il lettore di impronte digitali integrato nel tasto di sblocco e il jack per le cuffie da 3,5 mm. A completare l'insieme c'è la HyperOS basata su Android 14, che va occupare uno spazio limitato delle memorie.

Il Redmi 14R è disponibile in diversi tagli di memoria RAM LPDDR4X (4GB, 6GB e 8 GB) e di memoria interna UFS 2.2 (128 GB e 256 GB) espandibili via MicroSD fino a 1 TB, che ne vanno a condizionare il prezzo: per acquistare la versione 4/128 GB servono 140€, per la versione 6/128 GB 190€, per quella 8/128 GB 215€, mentre per la variante 8/256 GB 240€.

Queste sono declinate nelle quattro colorazioni, Shadow Black, Olive Green, Deep Ocean Blue e Lavender. Tuttavia, al momento lo smartphone è stato lanciato solo in Cina ed è disponibile sul sito ufficiale di Xiaomi, però non sappiamo se verrà commercializzato anche in Europa, dove potrebbe subire dei rincari rispetto ai prezzi riportati al cambio attuale.

Scegliere lo smartphone adatto ai propri bisogni è sempre una fase complicata, a maggior ragione se si deve rispettare un budget dettato dal portafoglio. Perciò, seguire le nostre guide può essere il segreto per prendere la decisione più adeguata:

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Test di resistenza per Google Pixel 9 Pro Fold: non convince il display interno (e non solo)

Sun, 09/15/2024 - 18:09

Lo scorso mese Google ha presentato la sua nuova serie di smartphone Pixel 9, che include anche un modello pieghevole noto come Pixel 9 Pro Fold. In tal senso, come si verifica per quasi tutti i dispositivi, JerryRigEverything ha pubblicato su YouTube un filmato che mette alla dura prova la resistenza dell'ultimo pieghevole della compagnia di Big G. Scopriamo come è andato questo test.

Gli utenti che acquistano un dispositivo pieghevole sicuramente mettono in conto che, rispetto a quelli tradizionali, possono risultare più delicati. A riguardo, il video di JerryRigEverything sembra confermare questo aspetto (almeno in parte).

Procedendo con ordine, lo schermo esterno di Pixel 9 Pro Fold - equipaggiato con il Gorilla Glass Victus 2 (Actua) - si è mostrato abbastanza resistente, subendo i primi graffi ad un livello sette. Il pannello interno (Ultra Thin Glass), invece, è risultato più delicato, cedendo ai graffi già al livello due.

Il telaio esterno, realizzato con una lega di alluminio ad alta resistenza di grado aerospaziale, pure ha restituito segnali positivi al test di JerryRigEverything, così come la cerniera. Tuttavia, a riguardo, l'assenza di protezione dalla polvere potrebbe innescare qualche criticità (ad esempio, non è difficile che la sabbia possa penetrare nella cerniera).

Anche la prova di piegatura - da chiuso - è stata superata con successo dal pieghevole di Google. Da aperto, invece, la stessa prova, ha restituito un esito completamente diverso. Il grado di resistenza, infatti, non si è mostrato molto elevato, soprattutto nella parte vicina alle linee dell'antenna (una criticità già vista su altri pieghevoli). Difatti, in questo test il display esterno si è staccato dal telaio invece di rompersi. Facendo un parallelismo con un altro pieghevole, nello stesso caso il Galaxy Z Fold 6 di Samsung si comportò meglio.

Parlando di pieghevoli, potrebbe essere utile indicare alcune delle nostre recensioni dedicate, tra cui

L'articolo Test di resistenza per Google Pixel 9 Pro Fold: non convince il display interno (e non solo) sembra essere il primo su Smartworld.

In silenzio debutta in Italia Honor 200 Smart: l'azienda pensa alla fascia bassa

Sun, 09/15/2024 - 15:20

Senza nemmeno comparire sul sito ufficiale (almeno fino a questo momento), in Italia è stato lanciato Honor 200 Smart, il nuovo smartphone dell'azienda cinese pensato per la fascia bassa. Il dispositivo, infatti, è apparso sia su Amazon che sul sito di WindTre. Prima di scoprire tutti i dettagli sulla notizia, potrebbe tornare utile consultare la nostra guida sui migliori smartphone di Honor.

Il nuovo smartphone di Honor è equipaggiato con il processore Qualcomm Snapdragon 4 Gen 2, abbinato a 4 GB di RAM ed a 256 GB di memoria interna. Il display LCD ha una diagonale da 6,8" con risoluzione HD, refresh rate a 120 Hz e luminosità massima di 850 nit.

Il comparto fotografico può contare su un sensore principale da 50 MP ed uno secondario da 2 MP; quello anteriore, invece, ha una risoluzione da 5 MP. La batteria ha una capacità da 5.200 mAh, con supporto alla ricarica rapida a 35 W. Non manca, poi, la certificazione IP64 contro polvere e schizzi d'acqua ed il jack per le cuffie da 3,5 mm.

Il software è caratterizzato dalla presenza della MagicOS 8.0 basata su Android 14. L'audio, infine, è stereo. In ogni caso, ecco tutte le specifiche:

  • Schermo: display TFT LCD da 6,8 pollici con risoluzione Full HD+ (2.412 x 1.080 pixel), refresh rate a 120 Hz e luminosità massima di 850 nit
  • Processore: Qualcomm Snapdragon 4 Gen 2
  • RAM: 4 GB
  • Archiviazione: 256 GB
  • Fotocamere posteriori:
    • Principale: 50 MP con f/1.8
    • Secondaria: Sensore di profondità 2 MP con f/2.4
  • Fotocamera anteriore: 5 MP con f/2.0
  • Classificazione: IP64
  • Audio: altoparlante stereo
  • Batteria: 5.200 mAh con supporto per la ricarica rapida da 35 W
  • Connettività: 5G, WiFi 802.11 a/b/g/n/ac (2.4GHz/5GHz, Wi-Fi Direct), Bluetooth 5.0 (supporto BLE, SBC, AAC e LDAC), NFC
  • Sistema operativo: MagicOS 8.0 basata su Android 14

Come abbiamo accennato all'inizio, Honor 200 Smart è disponibile in Italia senza troppo clamore. Il dispositivo è acquistabile sia su Amazon, al prezzo di 159,90 euro, che sul sito di WindTre al costo di 199,90 euro. Le colorazioni disponibili sono due: nero e verde.

Restando in casa Honor, vi consigliamo la lettura di alcuni nostri approfondimenti sui prodotti dell'azienda cinese, tra cui:

L'articolo In silenzio debutta in Italia Honor 200 Smart: l'azienda pensa alla fascia bassa sembra essere il primo su Smartworld.

Google TV rilancia il suo servizio streaming gratuito con il nuovo marchio Freeplay

Sun, 09/15/2024 - 09:42

Google sta implementando una novità nel suo servizio di streaming TV. I canali gratuiti - ovvero quelli con pubblicità - saranno inclusi sotto la sigla "Freeplay". Prima di entrare nel vivo della notizia -diffusa da 9to5Google- ricordiamo che i canali FAST su Google TV hanno debuttato all'inizio del 2023 ed erano 80. Successivamente, poi, sono aumentati fino a 150.

La nuova sezione Freeplay sta debuttando su vari dispositivi Google TV, a partire da Chromecast e smart TV firmati da TCL e Hisense. In particolare, gli utenti americani - dove sono disponibili i canali FAST - potranno trovare il nuovo marchio al di sotto della scheda Live, posizionata nella homescreen della piattaforma streaming di Google.

Il cambio di nome, almeno per il momento, non porta con sé modifiche alle funzionalità. Si può ipotizzare, però, che il marchio Freeplay potrebbe favorire l'integrazione di altri tipi di contenuti gratuiti su Google TV. Ad esempio, potrebbe essere aggiunti film gratuiti on-demand da YouTube.

In ogni caso, con Freeplay Google starebbe dimostrando di puntare con una certa decisione sui contenuti gratuiti supportati da pubblicità. Vedremo se al cambio nome seguiranno altre novità più consistenti. Nel frattempo, relativamente alla disponibilità di Freeplay in altri mercati, non si hanno ancora novità certe.

Nel 2020, tramite il lancio di Google TV, il colosso di Mountain View decise di dare una svolta significativa alla sua piattaforma dedicata all'intrattenimento televisivo. Da allora un pò di cose sono sicuramente cambiate e dunque alcuni utenti potrebbero aver bisogno di supporto.

In tal senso, se utilizzate un dispositivo Android TV oppure Google TV, sul nostro sito potete trovare degli approfondimenti dedicati che vi aiuteranno ad usare questi apparecchi al meglio. Ad esempio

L'articolo Google TV rilancia il suo servizio streaming gratuito con il nuovo marchio Freeplay sembra essere il primo su Smartworld.

LEGO presenta i nuovi set di Mercoledì: scopriamoli insieme

Sat, 09/14/2024 - 00:09

LEGO è un nome che significa una passione per tantissimi, sia grandi che piccoli. L'azienda dei popolari mattoncini (vi ricordiamo come farsi mandare pezzi LEGO smarriti o rotti gratis) negli anni ha dimostrato una costante attenzione al proprio pubblico, presentando sempre nuovi set. E proprio in questo contesto, LEGO presenta i nuovi set di Mercoledì, il popolare personaggio della famiglia Addams.

I nuovi set appena presentati da LEGO sono tre e includono diverse sfumature del peculiare personaggio di Mercoledì. Andiamo a scoprirli nel dettaglio.

Nel corso del tempo abbiamo visto LEGO particolarmente attenta ai trend del momento. E il personaggio di Mercoledì è sicuramente uno di questi, soprattutto dopo il successo che ha riscosso nella recente serie TV lanciata su Netflix (ecco la guida per scaricare film e serie TV in streaming).

In questo contesto dunque, LEGO presenta tre nuovi set dedicati all'eroina Mercoledì. Vediamoli insieme:

  • LEGO Personaggio di Mercoledì Addams: si tratta di un set composto da 702 pezzi, adatto a partire dall'età di 10 anni. È dotato di due volti e abiti, che consentono agli appassionati di ricreare Mercoledì con il suo sguardo caratteristico, quando indossa l'uniforme della Nevermore Academy, o con l'espressione stravagante e il vestito nero nella mitica scena del ballo che abbiamo apprezzato nella serie. Il set include scompartimenti nascosti, il cancello della Nevermore Academy, la macchina da scrivere, la tomba dello scorpione Nero, i fiori di dalia nera e la sfera di cristallo. Inoltre, arriva un nuovo elemento ideato per ricreare Mano, con tutte le sue iconiche cicatrici.
  • LEGO Il dormitorio di Mercoledì ed Enid: si tratta di un set da 750 pezzi, adatto anch'esso a partire dall'età di 10 anni. Comprende la stanza delle protagoniste con l'iconica finestra a ragnatela, un balcone con gargoyle e una base con pulsanti per aprire cassetti nascosti. Include 4 mini-doll (due versioni di Mercoledì ed Enid), Mano, un violoncello, una macchina da scrivere, una tavola misteriosa e altro ancora. I cassetti nascosti possono contenere le mini-doll e gli accessori, come il copricapo con le orecchie da gatto e il telefono di Enid. Inoltre, il set prevede la compatibilità con la costruzione tramite le istruzioni presenti sull'app LEGO Builder.
  • LEGO Mercoledì ed Enid: si tratta di un set più contenuto rispetto ai due precedenti, composto da 239 pezzi e pensato dai 10 anni in su. Include le figure di Mercoledì Addams, con il suo iconico vestito nero, e di Enid Sinclair con i capelli biondi e il maglione colorato. Le figure sono dotate di una base da esposizione, che consente agli appassionati di ricreare le loro scene preferite della serie Netflix. Le figure possono anche essere combinate con altri set LEGO BrickHeadz.

Andiamo quindi a vedere le specifiche e i prezzi ufficiali dei tre set presentati:

LEGO Personaggio di Mercoledì Addams

  • Codice: 76780
  • Prezzo: 49,99 €
  • Dimensioni:
    • Altezza: 33 cm
    • Larghezza: 21 cm
    • Profondità: 14 cm

LEGO Il dormitorio di Mercoledì ed Enid

  • Codice: 76781
  • Prezzo: 89,99 €
  • Dimensioni:
    • Altezza: 23 cm
    • Larghezza: 25 cm
    • Profondità: 13 cm

LEGO BrickHeadz Mercoledì ed Enid 

  • Codice: 40750
  • Prezzo: 19,99 €
  • Dimensioni:
    • Altezza: 8 cm

I set appena presentati saranno disponibili all'acquisto a partire da ottobre 2024 sullo store ufficiale LEGO, e i primi due sono già disponibili al preordine sullo stesso store. Qui sotto trovate i link diretti per procedere al preordine.

Per rimanere in tema LEGO, qui sotto trovate una serie di guide che potrebbero interessarvi se siete appassionati dei popolari mattoncini:

L'articolo LEGO presenta i nuovi set di Mercoledì: scopriamoli insieme sembra essere il primo su Smartworld.

Novità tech della settimana: doppia recensione per i Pixel e un kit per la cucina smart

Fri, 09/13/2024 - 18:00

Torna l'appuntamento con le novità tech di SmartWorld e con le recensioni prodotte questa settimana, che arriva fino al 13 settembre 2024. Bisogna dire che questa volta la varietà è davvero particolare, con uno smartphone, uno smartwatch, un kit da cucina smart, una tastiera meccanica e un volante da gaming. Tanti prodotti per tante esigenze diverse, con le nostre prove in anteprima che vi fanno scoprire le migliori novità del mondo tecnologico.

Per conoscere le novità delle scorse settimane potete andare a questo indirizzo. Inoltre, vi consigliamo anche di seguirci sul nostro nuovo canale WhatsApp, dove ogni giorno vi proponiamo alcune delle notizie più interessanti sul mondo della tecnologia e non solo. Basta un clic sul pulsante a seguire!

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Il modello base della gamma Pixel 9 è molto convincente, non va sottovalutato. Le qualità degli smartphone Google ci sono tutte, soprattutto quelle per la fotografia, mancano solo alcune funzionalità avanzate, come la ricarica veloce e alcuni strumenti smart. In ogni caso, potete leggere la recensione completa dal link a seguire se volete scoprire tutti i segreti di Google Pixel 9.

RECENSIONE Google Pixel 9

La qualità migliore di Epomaker Galaxy70 è il prezzo, poco sopra ai 100€. Una cifra super aggressiva per una tastiera meccanica con questa alta qualità: scocca in alluminio, tasti hot-swappable, keaycaps in PBT e connettività wireless. C'è tutto quello che serve per scrivere e giocare con estrema soddisfazione, ma attenti al layout che è solo ANSI.

RECENSIONE Epomaker Galaxy70

Se vi piacciono i giochi di guida, un prodotto come questo volante entry-level PXN V99 potrebbe cambiarvi la vita. Funziona con tante piattaforme diverse (anche PS5), include cambio e frizione, ha anche un buon force feedback integrato. Purtroppo, però, non è così facile da usare come lo si vorrebbe, perché su tanti giochi deve essere configurato manualmente per poter funzionare correttamente. A questo prezzo, però, l'acquisto potrebbe essere consigliato.

RECENSIONE PXN V99

Google Pixel Watch 3 ha fatto fare un bel passo in avanti all'ecosistema wearable di Google, mai così appetibile come quest'anno, grazie anche alla nuova versione da 45 mm. Il prezzo è altino e l'autonomia non è eccezionale, ma per il resto si tratta di uno smartwatch di tutto rispetto, con design molto bello ed esperienza d'uso fluida e soddisfacente. Tutto il meglio dei servizi Google al polso, se ve lo potete permettere.

RECENSIONE Google Pixel Watch 3

Diventate cuochi provetti col nuovo MEATER Pro XL, il set di termometri da cucina con funzionalità smart! In questo kit sono disponibili 4 termometri, tutti in acciaio inox e capaci di resistere ad altissime temperature. Grazie ai sensori integrati, permettono di riconoscere il livello di cottura della carne e monitorarlo tramite l'app dedicata. Certo, costano tantissimo, ma per chi vuole diventare il re del barbecue è difficile resistere.

RECENSIONE MEATER Pro XL

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Recensione Google Pixel 9: sempre magico, ma più economico

Fri, 09/13/2024 - 17:30

Non ci sono (purtroppo) sorprese nella confezione di Google Pixel 9. All'interno infatti troviamo solo il cavetto USB-C / USB-C. Niente cover ma soprattutto niente alimentatore.

Google Pixel 9 è forse il miglior smartphone Android per quanto riguarda la qualità costruttiva e l'ergonomia. È più compatto della quasi totalità degli smartphone in circolazione ed è costruito in maniera impeccabile, con una grande attenzione non solo ai materiali ma anche ai dettagli, che sono poi quelli che fanno l'esperienza d'uso quotidiana. La scocca in alluminio è piatta sul lato ma ha la giusta curvatura sui suoi bordi. È satinata, creando un contrasto con il retro lucido in vetro, che però non trattiene per niente le impronte, senza compromettere comunque la presa, viste le sue dimensioni. Non è troppo spesso (8,5 millimetri) e il blocco sporgente delle fotocamere che però è piatto e disposto in orizzontale garantendo che lo smartphone non "balli" quando poggiato su di un piano. Rispetto allo scorso anno questo componente è una "isola" e non più una fascia che va ad unirsi al profilo laterale. È una soluzione magari meno iconica, ma anche più razionale e godibile.

In più questo Pixel 9 è ancora resistente ad acqua e polvere secondo lo standard IP68. Se cercate il piacere di utilizzo, nessuno smartphone Android al momento potrebbe battere questo Pixel 9 di Google.

La scheda tecnica di Google Pixel 9 è a grandi linee quella che potreste attendervi da un dispositivo simile. Abbiamo 12 GB RAM e un nuovo processore Google Tensor G4 octa core da 3,1 GHz. Si tratta di un bel passo in avanti, nonostante non farà felice gli amanti delle prestazioni pure e dei benchmark, dove questo processore rimane indietro rispetto ai concorrenti. Migliora però sensibilmente sulla stabilità e sui consumi, garantendo al contempo anche temperature più contenute durante l'utilizzo più intenso. È poi pesantemente incentrato sull'intelligenza artificiale, ed è per questo che una parte della RAM sia proprio dedicata all'esecuzione di funzionalità AI.

Buona la connettività: 5G, Wi-Fi 7, Bluetooth 5.3, oltre che uscita video tramite USB-C 3.1 e un nuovo apprezzatissimo lettore di impronte ultrasonico, veloce e molto preciso. Purtroppo manca invece l'ultrawideband (che però Google non ha ancora capito davvero come sfruttare). Peccato solo per la memoria interna: non tanto per il formato UFS 3.1 (che non è comunque freschissimo) ma perché si parte ancora una volta da 128 GB. Troppo pochi. Meglio puntare sul modello da 256 GB.

Come esponente della famiglia Pixel le aspettative sul fronte fotografico erano alte. E non sono state deluse. La fotocamera principale è una 50 megapixel ƒ/1.7 stabilizzata otticamente ed è supportata da una 48 megapixel ƒ/1.7 grandangolare con messa a fuoco automatica per la macro. Manca, rispetto alla variante Pro, una fotocamera zoom. Peccato. La resa di questi sensori però è eccezionale e ancora una volta dimostra come sicuramente il sensore sia importante ma è ancora più importante come lo scatto viene elaborato dal processore d'immagine e dal software. Le immagini sono nitide, con i colori ben bilanciati e una messa a fuoco (anche continua quando rileva un volto) praticamente perfetta. Riesce a scattare immagini nitide anche in condizioni più difficili.

Nel complesso Pixel 9 è uno dei migliori smartphone in assoluto per scattare foto e le immagini realizzate di notte sono indubbiamente la prova di quanto diciamo. Peccato come detto per l'assenza del sensore zoom, che lo distingue davvero dal modello più costoso. Fino a 2x però riuscirete comunque ad avere un ritaglio degno di questo nome anche dal sensore principale. I video si registrano in 4K a 60fps. Sono ottimi video, fra i migliori della categoria. È possibile passare fra le fotocamere in modo abbastanza fluido anche al massimo della risoluzione e realizzare video sufficienti anche con poca luce.

Non è male neanche il sensore selfie da 10,5 megapixel ƒ/2.2, anche se è comunque un passo indietro rispetto a quello a ben più alta risoluzione presente sui Pro.

Il display di questo Pixel 9 è ovviamente più piccolo di quello del modello già testato, per ovvie ragioni. Si tratta di un 6,3 pollici di diagonale con risoluzione Full HD (1080 x 2424 pixel) in tecnologia OLED ma non LTPO, pertanto la scalabilità del refresh rate è limitata, anche se arriva comunque ad un massimo di 120 Hz. Lo schermo ha un PWM di 240 Hz (quindi non molto alta) e una luminosità di picco di 2.700 nit (questa invece molto alta). Il pannello piatto è estremamente godibile e farà felici tutte quelle persone che non apprezzano la curvatura sui pannelli. Ovviamente è presente l'always-on display e il vetro protettivo è Gorilla Glass Victus 2.

Quando si acquista un Pixel lo si fa anche e soprattutto per il software e per il suo aggiornamento nel tempo. Anche questo Pixel 9 verrà aggiornato per 7 anni, partendo da Android 14 che è la versione che troviamo al lancio. Sono pochissimi gli smartphone che possono offrire di più da questo punto di vista e il fatto che Android 15 non si ancora arrivato ufficialmente non è davvero un limite per questo smartphone.

L'interfaccia è fulminea e ormai Google ha reso l'esperienza dei suoi Pixel ampiamente personalizzata rispetto ad Android stock e ci sono varie funzionalità esclusive che lo differenziano rispetto alla concorrenza. Tra queste la possibilità di registrare lo schermo di una singola app, oppure la funzionalità now playing che riconosce i nomi dei brani che vengono riprodotti attorno a voi. Ovviamente Google integra all'interno del suo sistema molte funzionalità di intelligenza artificiale, come la trascrizione delle telefonate, oppure l'editor magico delle foto che permette anche di creare inquadrature diverse da quella originale andando a generare porzioni di foto che non esistevano. Potete anche integrare nuovi oggetti o situazioni all'interno degli scatti semplicemente chiedendo di generarle.

Presente anche sul più piccolo Pixel 9 la funzionalità Aggiungimi che permette di fare foto di gruppo includendo nello scatto anche la persona che originariamente reggeva lo smartphone per la foto. Gemini è integrato come in tutti gli smartphone all'interno del sistema. Peccato che non venga regalato un anno di Gemini Advanced come sui modelli Pro. Avrebbe avuto perfettamente senso per offrire il meglio di Google (almeno per 12 mesi) anche sul modello base.

Google Pixel 9 integra una batteria da 4.700 mAh. Non male per uno smartphone un po' più compatto come questo. Lo smartphone garantisce un'intera giornata di autonomia anche con una singola carica con un utilizzo classico. Potreste arrivare un po' più precisi con un utilizzo intenso e in tal caso la ricarica a 27W potrebbe risultare un po' poco per una ricarica davvero rapida. C'è anche la ricarica wireless a 15W, che scende a 12W se non sfruttate un Pixel Stand, ma invece al suo posto un caricatore Qi.

Google Pixel 9 viene lanciato a 899€. Esattamente come successo per la controparte Pro al lancio (e in realtà al momento anche oltre il periodo inizialmente previsto) il modello a 256 GB (che avrebbe un prezzo di 999€) viene venduto al prezzo del taglio da 128 GB, che onestamente sconsigliamo. Si tratta di prezzi inferiori al modello Pro, ma a nostro parere comunque alti. Questo smartphone godrà sicuramente di una seconda giovinezza quando il prezzo scenderà in modo più consistente per delle offerte. Allora in tanti sicuramente punteranno gli occhi su di lui.

I sample per questa recensione sono stati forniti da Google, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

L'articolo Recensione Google Pixel 9: sempre magico, ma più economico sembra essere il primo su Smartworld.

Il nuovo ChatGPT o1 è qui, ma la maggior parte di noi è troppo stupida per usarlo

Fri, 09/13/2024 - 15:37

OpenAI ha annunciato OpenAI o1, nome in codice "Strawberry", una nuova serie di LLM (large language model) che sono in grado di "ragionare" e quindi di risolvere problemi molto complessi.

Attenzione a prendere questa definizione con le molle!

Quando si ha a che fare con l'intelligenza artificiale è sempre facile cadere nel tranello di pensare che questi sistemi "capiscano" e "ragionino", ma non è così. Si tratta comunque di modelli matematici probabilistici, e approcciarsi a loro come fossero senzienti e capaci di formulare un'opinione è sbagliato.

Detto questo, vediamo come Strawberry differisce dalle versioni precedenti, cosa è in grado di fare, e anche quali sono i suoi limiti.

Al momento OpenAI o1 è in early preview, e integrato in ChatGPT (e nelle API dell'azienda) sotto forma di o1-preview e o1-mini, due modelli che, proprio come GPT-4o e GPT-4o mini, si distinguono per la rapidità e la complessità delle loro risposte. 

I punti di forza di Strawberry

Questi modelli sono stati addestrati in modo da impiegare più tempo a elaborare il problema prima di formulare una risposta, proprio come farebbe una persona. Così facendo il GPT prova approcci differenti, quindi dovrebbe fornire risposte migliori e possibilmente evitare errori.

Sì, OpenAI o1 è più lento di GPT-4o.

Secondo i test condotti da OpenAI, questi modelli possono superare uomini competenti, con dottorati di ricerca, nella risoluzione di complesse questioni di fisica, chimica e biologia. Inoltre, sono migliorate le performance anche in ambito matematico e di coding.

C'è un ultimo aspetto sul quale OpenAI ha insistito, pur senza entrare nel dettaglio: la sicurezza. "Il processo di apprendimento di questi modelli rende più efficace l'allineamento agli standard di sicurezza e alle linee guida previste."

Può sembrare un dettaglio, ma considerando le sempre maggiori capacità di questi modelli non lo è affatto. Anzi, quello della sicurezza in materia di AI è uno dei nodi cruciali con i quali dovremo inevitabilmente scontrarci, via via che questi sistemi diventeranno sempre più di dominio pubblico.

E i suoi limiti

Al netto della minore velocità, che può essere visto come un male necessario in vista del migliore risultato, i modelli OpenAI o1 hanno diversi altri limiti.

  • Non supportano il caricamento di alcun tipo di file, l'opzione non è proprio disponibile a prescindere
  • Non può navigare sul web alla ricerca di informazioni
  • Nell'API ci sono varie mancanze, come il supporto all'utilizzo di strumenti, la funzione di chiamata, lo streaming e la personalizzazione dei messaggi.
  • Non supera necessariamente i modelli precedenti in ambiti come la scrittura creativa o stilistica, date, biografie e curiosità.
  • Continua a commettere errori e può generare informazioni inesatte o allucinazioni.
  • È più suscettibile al contesto di prima. Quest'ultimo punto lo abbiamo aggiunto noi in seguito alle prove che abbiamo fatto. Il senso è che o1-preview tende a comportarsi meglio se il dialogo prosegue in modo lineare e logico. Se saltate di palo in frasca, lui cercherà prima di capire se c'è un collegamento con quanto detto prima, e questo porterà via tempo.
  • OpenAI dovrebbe imparare a dare nomi migliori ai suoi modelli. Magari potrebbe chiedere loro consiglio.

Detta altrimenti, GPT-4o rimane il modello preferibile per gli usi più generali, e laddove c'è necessità di elaborare file o di navigare su internet. Ci aspettiamo che queste funzioni arrivino su OpenAI o1 con il passare del tempo.

In un test pratico, è stato chiesto a o1-preview di sviluppare un simulatore didattico utilizzando agenti multipli e IA generativa, ispirandosi a un articolo fornito e considerando le prospettive di insegnanti e studenti. Il modello ha prodotto dettagliate linee di codice e un approccio strutturato, dimostrando una notevole capacità di tradurre istruzioni complesse in soluzioni operative.

Questa è forse la più grande differenza pratica rispetto ai suoi predecessori: o1-preview è più autonomo.

Tutta quella parte di correzione e affinamento che prima sarebbe stata il frutto di (numerose) interazioni con l'operatore umano, adesso viene fatta automaticamente (per la maggior parte).

Un altro test ha coinvolto la risoluzione di un cruciverba molto difficile. Mentre i modelli tradizionali di IA, come Claude, hanno fallito nel risolverlo a causa della mancanza di capacità iterative, o1-preview ha impiegato oltre 100 secondi per "pensare" al problema.

Ha mostrato un processo di ragionamento iterativo, generando e scartando idee fino a raggiungere una soluzione quasi corretta. Anche se inizialmente è stato ingannato da un indizio ambiguo (riferito agli smartphone Samsung Galaxy), con un piccolo suggerimento è riuscito a correggersi e completare il cruciverba (anche se poi ha generato un'allucinazione).

All'interno di ChatGPT, gli utenti Plus e Team possono accedere fin da ora alla early preview di o1-preview e o1-mini.

Gli utenti di ChatGPT Enterprise ed Edu avranno accesso a entrambi i modelli a partire dalla prossima settimana.

I modelli OpenAI o1 saranno disponibili per gli sviluppatori, ma solo per i "Tier 5" al momento.

Non ci sono novità per la versione gratuita di ChatGPT, che al momento rimane limitata a GPT-4o e precedenti. L'accesso ai nuovi modelli è riservato agli abbonati, per ora.

Oltre a quanto abbiamo appena visto, c'è una bella novità per l'app di ChatGPT per macOS. È arrivata la chat vocale!

È ora possibile dialogare con ChatGPT con la propria voce, senza nemmeno dover guardare lo schermo. In pratica il chatbot è diventato una sorta di assistente vocale, in stile Siri, per quanto il tipo di risposte che può fornire siano sempre limitate dal modello in uso. Chiariamo inoltre che, al contrario di Siri, ChatGPT non può interagire con macOS in alcun modo.

Le chat vocali vengono poi trascritte come ordinarie conversazioni con ChatGPT, e le ritroverete salvate assieme a tutte le altre nella cronologia. I messaggi audio, invece, non vengono salvati.

Per migliori risultati, è consigliabile impostare manualmente la lingua su italiano. Nelle nostre prove abbiamo in effetti avuto qualche problema in più con il rilevamento automatico.

Che si tratti del nuovo modello o di quelli precedenti, ChatGPT è in apparenza semplice da usare, ma richiede in realtà molta attenzione e anche tanto studio. Per chi desideri approfondire la sua conoscenza, ci sono tante utili guide che abbiamo già reallizato al riguardo.

L'articolo Il nuovo ChatGPT o1 è qui, ma la maggior parte di noi è troppo stupida per usarlo sembra essere il primo su Smartworld.

Google ieri ha inquietato molti su Home e Android Auto

Fri, 09/13/2024 - 14:59

Quello che è successo nella giornata di ieri non ha quasi nessun precedente, anche se non possiamo certo dire che Google non abbia una consistente storia di bug particolari, soprattutto su Google Home (1) (2).

Per alcuni utenti Google, nella veste di Google Home e Android Auto ha cambiato drasticamente voce. Per tanti è stato quasi uno shock, perché il cambiamento non è stato in alcun modo annunciato e soprattutto è stato molto drastico. La nuova voce maschile era estremamente più realistica, più calda e pertanto molto più intima. Troppo, per chi fino a qualche minuto prima aveva parlato con una voce sintetica che era chiaramente quella di una "intelligenza artificiale".

Abbiamo pensato che fosse una prima avvisaglia di Google Gemini su nuove piattaforme di Google, ma non abbiamo neanche avuto il tempo di indagare ulteriormente che la voce è tornata quella di prima verso fine serata. Da quello che abbiamo potuto vedere non si trattava di Gemini ma solo di una nuova voce di Assistant. Curioso il fatto che il cambiamento è avvenuto in base all'account e non al dispositivo. Ad alcuni utenti veniva proposta la vecchia voce ed ad altri quella nuova, anche sullo stesso dispositivo. Nelle impostazioni delle voci in Google Home non risultava nessuna novità.

Non sono certo questi i problemi seri, ma Google, ti prego, la prossima volta avvisaci prima.

Continua a scoprire di più su Google Home:

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La ricarica cablata è morta: il MagSafe è il futuro, fatevene una ragione

Fri, 09/13/2024 - 13:25

Tra le novità di iPhone 16, una delle differenze con iPhone 15 passate quasi in secondo piano è la velocità di ricarica wireless con MagSafe, che supera gli standard di Qi2 e arriva fino a 25W. Questa rinnovata velocità è riportata sul sito ufficiale di Apple, dove invece non c'è alcuna informazione sulla velocità massima via cavo.

Nelle informazioni sulla ricarica, Apple sbandiera la rinnovata velocità di 25W di MagSafe, ma non dice che anche la velocità di ricarica via cavo è aumentata: secondo una certificazione per il mercato cinese, la ricarica via cavo dei nuovi iPhone 16 arriva fino a 45W (anche se, secondo altre fonti basate su test sul campo, l'effettiva velocità massima è di 39W). In ogni caso molto superiore rispetto agli iPhone 15, dove la velocità massima via cavo era di 27W.

In ogni caso, per Apple poco importa: l'unica informazione riportata sul sito è che la ricarica rapida consente di caricare il 50% in mezz'ora con un alimentatore da 20W, esattamente come nei modelli precedenti. 

E il motivo per cui la ricarica via cavo non viene menzionata è piuttosto chiaro: Apple vuole spingere sul MagSafe, e ha tutte le buone ragioni per farlo.

Apple ha lanciato il primo connettore MagSafe per iPhone nel 2020, quattro anni fa, e allora probabilmente quasi nessuno si aspettava che questa tecnologia, tanto semplice quanto funzionale, sarebbe diventata uno standard.

Eppure è andata esattamente così e qualche mese fa abbiamo già iniziato a vedere i primi smartphone Android con aggancio in stile MagSafe: l'idea di un magnete circolare che tiene ben fermo lo smartphone durante la ricarica wireless è infatti parte del nuovo standard Qi2.

Assicurare il dispositivo nella posizione corretta, in modo che le bobine per la ricarica senza fili siano ben allineate è una soluzione intelligente per massimizzare la velocità di ricarica (fino a 15W per i nuovi caricatori Qi2) e ridurre gli sprechi di energia.

Il motivo per cui ad Apple interessa così tanto il connettore MagSafe non riguarda solo la ricarica, ma anche e soprattutto l'ecosistema di accessori che si è creato intorno a questo connettore.

A MagSafe non ci si agganciano solo caricabatterie e power bank: ci sono una pletora di accessori più o meno peculiari progettati per restare attaccati magneticamente al retro di iPhone. Portafogli e porta tessere, ovviamente, ma anche ventole per raffreddare l'iPhone, DAC esterni che riportano il jack audio, grip fotografici con tasto di scatto dedicato, addirittura dock che seguono l'utente durante le riprese.

Insomma, ce n'è veramente per tutti i gusti e, a volte, questo genere di accessori può fare davvero la differenza, specialmente per usi professionali.

Un powerbank con MagSafe è schifosamente comodo per non doversi portare dietro un cavetto ogni volta, ma un camera grip o una dock che segue l'utente durante le riprese può fare la differenza per chi con iPhone ci lavora.

E poi c'è quel problema lì, che si chiama pigrizia, e che mi porta ad abusare di MagSafe anche se non vorrei. 

La ricarica wireless, infatti, è tendenzialmente meno efficiente di quella cablata, e perfino Apple ce lo ricorda con una notifica quando colleghiamo per la prima volta un caricabatterie wireless.

Insomma, la ricarica wireless consuma più energia ed è anche peggio per la batteria, dato che può – specialmente con temperature esterne elevate – può portare a surriscaldamenti, che non fanno bene alla batteria.

Eppure, nonostante sappia tutte queste cose, eccomi lì che cedo ogni volta alla pigrizia, circondato di caricabatteria MagSafe (sul comodino, accanto al monitor a casa, in ufficio, sul power bank).

Perché se la ricarica wireless di per sé è una grande comodità, la ricarica wireless con MagSafe è una vera goduria. Avvicini il telefono alla base e snap, si attacca saldamente per far un pieno di energia. E poi ruotandolo in orizzontale c'è anche Stand By, che è proprio la ciliegina sulla torta con cui Apple ama coccolare i suoi utenti e i loro vizi.

Personalmente non credo che vedremo sparire il cavo di ricarica presto, ma non dubito che sarebbe la direzione che Apple vorrebbe prendere se potesse (e se non dovesse sottostare a tutte le leggi in merito).

Insomma, ci vorrà ancora un bel po' prima che il MagSafe (e connettori analoghi) diventino l'unico strumento per la ricarica dei nostri dispositivi. Nell'attesa, potete ingannare il tempo scoprendo qualcosa in più su come funzionano le varie tecnologie legate alla ricarica:

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Recensione MEATER Pro XL: il poker di termometri smart per veri Re del barbecue

Fri, 09/13/2024 - 12:25

La confezione di MEATER Pro XL ospita in primis il nuovo Block in legno di bamboo che fa da stazione per i 4 termometri smart. Non ci sono pile stilo stavolta: all'interno la stazione ha una sua batteria, da ricaricare con un classico cavo USB-C. Non è incluso l'alimentatore, potete usare quelli da smartphone. Non manca ovviamente la manualistica del caso, e stavolta c'è anche un cavo per la ricarica.

Non c'è che dire: MEATER Pro XL è davvero molto elegante. Non c'è la calamita come sulla versione a singolo termometro, ma sul retro c'è uno stand in metallo che vi permette di tenerlo in posizione eretta in cucina o vicino al barbecue. Ecco un po' di foto che lo ritraggono!

Per chi non ne avesse mai sentito parlare, ecco una breve introduzione al prodotto. Il nome MEATER deriva dalla combinazione delle parole Meat (carne) e Meter (misuratore). Come suggerisce il nome, è un termometro pensato per la cottura della carne, anche se in realtà riesce ad adattarsi con facilità ad altre tipologie di alimenti. Non si tratta di un'idea completamente nuova, visto che esistono numerosi termometri da cucina con e senza fili, molti dei quali progettati per accompagnare la carne durante tutto il processo di cottura. Tuttavia, questi strumenti spesso richiedono l'uso di sonde cablate, e in alcuni casi si usano addirittura termometri da inserire di tanto in tanto nella carne per effettuare misurazioni periodiche.

MEATER funziona in modo diverso. Si connette all'app dedicata sullo smartphone, si inserisce nella carne da cuocere, si seleziona carne, taglio e modalità di cottura desiderata tramite l'app, e si lascia il termometro nella carne fino a fine cottura. L'app mostra in tempo reale la temperatura interna della carne e quella esterna, suggerendo il momento ideale per rimuoverla dal fuoco e quanto tempo lasciarla riposare prima di servirla a tavola. Il vantaggio non è solo quello di riuscire a ottenere una cottura perfetta al decimo di grado centigrado, ma anche quella di poter allontanarsi dalla cottura per fare altro (banalmente anche rilassarsi davanti al TV) e tenere d'occhio quello che succede tramite l'app.

MEATER Pro XL, come già accennato, include 4 MEATER Pro nella sua elegante stazione di bamboo. Riassumeremo qui alcuni punti di forza di questi termometri smart, ma la cosa migliore, soprattutto se non conoscete benissimo il prodotto, è leggere la nostra recensione di MEATER 2 Plus / MEATER Pro dove spieghiamo tutto nel dettaglio. Vediamo quindi un recap delle caratteristiche dei singoli termometri:

  • Sono realizzati in acciaio inox, e sono divisi in due sezioni: una da inserire completamente nella carne, una invece che rimane al di fuori;
  • La parte da inserire dentro la carne vanta 5 sensori di temperatura, capaci di misurare fino a 105°C di variazione. Il fatto che ci siano più sensori permette a MEATER Pro di controllare la cottura della carne in più punti, fornendo un risultato complessivo più preciso o anche permettendo di controllare la temperatura misurata da ciascun sensore;
  • La parte che rimane all'esterno della carne, ben delimitata da un anello di ceramica nera, resiste a temperature fino a 500°C. Di conseguenza potete usare MEATER Pro per qualsiasi tipo di cottura: grigliate ad alta temperatura, fiamma diretta, frittura e tanto altro.
  • Accuratezza: ±0,3°C
  • Il termometro è impermeabile al 100%, tant'è che può essere lavato in lavastoviglie senza problemi.
  • Lo "spillo" ha una diametro di soli 5 mm, in modo da adattarsi a quanti più tagli possibili e anche in modo da non "rovinare" troppo la carne.
  • Ogni "spillo" ha Bluetooth 5.2 per dialogare con la base di ricarica. La base di ricarica vanta poi Wi-Fi per collegarsi alla rete di casa, ma ci torniamo a breve.
  • Autonomia singolo MEATER Pro: fino a 24 ore di cottura con una ricarica di 30 minuti, 2 ore di cottura con una ricarica di 5 minuti.

Se ci seguite attivamente o se conoscete l'universo MEATER potreste aver letto la nostra recensione di MEATER Block. Sostanzialmente MEATER Pro XL è la versione aggiornata del Block dotata ovviamente dei termometri aggiornati. Le novità però non mancano anche per quanto riguarda la base. La stazione perde gli slot per le pile stilo classiche, e si ricarica esclusivamente tramite USB-C. Sulla parte destra stavolta troviamo un display OLED (invece di LED), più brillante e pensato per essere consultato senza difficoltà anche in esterna. Lo schermo non serve solo a controllare lo stato di carica dei 4 termometri o ad abilitare la connettività Wi-Fi. MEATER Pro XL può essere usato anche senza l'ausilio dell'app.

Facciamo un esempio di scenario d'uso: una grigliata di Ferragosto in un parco dotato di griglie e barbecue, o banalmente anche in campeggio. Non avete una Wi-Fi a disposizione, e teoricamente non potreste collegare la stazione all'app per gestire tutti e 4 i termometri. Potete comunque portare MEATER Pro XL con voi e gestire tutto dal display e dai comandi soft touch di cui dispone. All'accensione scegliete la modalità "Stand Alone", inserite i termometri nei tagli di carne che dovete cuocere e navigando nei menu della stazione potete selezionare tipologia di carne, taglio e temperatura da raggiungere. Chiariamolo: non sarà mai comodo come gestire tutto da app, e non per una questione di grandezza del display o comodità dei comandi touch. Da applicazione è possibile controllare lo stato di tutti i sensori di ogni MEATER, avere a colpo d'occhio temperature interne, esterne, obiettivo e tempo rimanente e tante altre informazioni. Però appunto, MEATER Pro XL necessita del Wi-Fi per gestire la trasmissione delle informazioni di tutti e 4 i termometri, e ci sono casi d'uso in cui il Wi-Fi non si ha a disposizione. C'è comunque anche il discorso della dimensione del display: il passaggio all'OLED è graditissimo, ma vi interfaccerete con uno schermo molto piccolo che deve essere consultato da vicino per leggerci qualcosa. Inoltre c'è un altro problema da segnalare: l'interfaccia d'uso dal Block è interamente in inglese.

L'app rimane la stessa di cui vi abbiamo parlato nelle scorse recensioni, con la differenza che qui avete appunto sott'occhio 4 termometri invece di uno. I 4 "spilloni" hanno inciso sul fondo piatto (quello che rimane fuori dalla carne) il numero di riferimento, numero che ritrovate indicato anche sull'app. Non c'è quindi modo di confonderli, anche se doveste usarli per cuocere 4 tipi di carne identici e dalle dimensioni molto simili (come in uno dei casi d'uso in cui lo abbiamo testato). Nel corso degli ultimi mesi l'app MEATER ufficiale si è aggiornata con tante altre funzioni. Adesso, oltre a decidere tipologie di carne e pesce, tagli e temperature, potete anche specificare dove andrete a cuocere la carne con l'ausilio del MEATER. E finalmente è stata sdoganata anche la friggitrice ad aria. Avevo usato proprio l'air fryer una delle ultime volte che vi avevo parlato di MEATER su queste pagine per cuocere un ottimo prosciutto con girarrosto! Poi, come vi avevo già detto in passato (recuperate la scorsa recensione, come vi ho già consigliato), potete anche cuocere altre pietanze che non siano necessariamente carne e pesce, come torte o panificati, a costo di sapere le eventuali temperature che devono raggiungere all'interno.

Viene poi da pensare che oggetti come questi siano pensati per gli esperti di barbecue o per chi sa cucinare la carne con dimestichezza. In parte è vero, in parte no. Per cominciare, l'app di MEATER offre decine di ricette raccolte nella sezione Master Class, anche se al momento sono solo in inglese. Ogni ricetta vi guida nei vari passaggi e preparazioni, guidandovi ovviamente anche all'uso di MEATER. E anche ignorando questa sezione, è proprio usando strumenti del genere che anche i pochi esperti possono ottenere cotture eccellenti. Basta appoggiarsi in tutto e per tutto ai consigli che vi dà l'applicativo quando selezionate tipologia di carne e tipo di taglio. Banalmente potete usarli anche per cuocere il roast beefl'arista, costine di maiale, bistecche di manzo, qualsiasi cosa, usando il forno, la friggitrice ad aria, la piastra da fornello. Non ci sono limitazioni, soprattutto con queste nuove generazioni di termometri che sono ancora più resistenti al calore. Ammetto che MEATER mi fa compagnia in cucina da tanto tempo oramai, e non lo uso certo solo per i barbecue o per preparazioni lunghe e complesse. Vista la sua intuitività e la comodità dell'app, nulla vieta di usarlo su base giornaliera per ottenere cotture perfette.

Il nuovo MEATER Pro XL è da scegliere probabilmente solo in casi particolari. Prima di tutto, preparatevi a spendere di più. Un termometro già si paga sopra i 100€, immaginate un block che ne include 4, che può essere usato anche senza app e che si collega al Wi-Fi per permettervi di tracciare la cottura ovunque in casa senza problemi. Se non altro il prezzo non è quello del MEATER Pro moltiplicato per 4. Rimane il fatto che si tratta di uno strumento avanzato: non tutti hanno bisogno di 4 termometri per cucinare carne (e simili), tant'è che un oggetto come questo potrebbe anche andare bene per ristoranti, agriturismi e simili, dove magari c'è necessità di monitorare costantemente la cottura di diversi tagli di carne. Se poi la carne alla griglia è una passione travolgente che vi porta tutti i weekend a spenderci almeno un pomeriggio, allora non ha nemmeno senso discuterne: fatelo vostro prima di subito! Per tutti gli altri ci sono MEATER Plus, l'edizione precedente ancora ottima per un sacco di tipi di cottura, o MEATER Pro, l'edizione singola dei termometri che si trovano nel Pro XL.

MEATER Pro XL ha un prezzo in linea con quello che aveva MEATER Block quando arrivò sul mercato. Vi serviranno 379€ per portarvelo a casa, comunque meno di quanto spendereste a comprare 4 MEATER Pro singoli (556€ a prezzo di listino). Ripeto, non sono pochi, e se non siete degli appassionati (o ne avete bisogno per ambito lavorativo), potete benissimo virare sul modello singolo che comunque saprà accompagnarvi anche nella cucina di tutti i giorni. Al momento lo trovate sul MEATER Store cliccando sul bottone seguente, ma presto ci sarà anche su Amazon.

MEATER STORE

Il sample per questa recensione è stato fornito da MEATER, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

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Saremo più consapevoli delle immagini AI su Facebook e Instagram: come riconoscerle

Fri, 09/13/2024 - 12:19

Negli ultimi due anni abbiamo visto un consistente incremento dei servizi di intelligenza artificiale (vi ricordiamo anche quali sono le migliori app per l'intelligenza artificiale). E con questo abbiamo visto un notevole incremento dei contenuti grafici generati o modificati con AI anche sui social. Da Facebook e Instagram arrivano delle novità in questo senso, con nuove informazioni sui tag che indicano le immagini generate o modificate con AI.

La generazione e la modifica delle immagini con l'intelligenza artificiale (ecco la guida per creare immagini con l'intelligenza artificiale) è una pratica sempre più comune, soprattutto per chi crea contenuti sui social. E Facebook e Instagram offrono agli utenti gli strumenti per riconoscere tali contenuti in cui c'è lo zampino dell'IA.

La generazione o la modifica delle immagini con l'intelligenza artificiale apre infinite strade per coloro che creano contenuti per i social. Questo perché si hanno a disposizione, in maniera rapida ed efficiente, strumenti di personalizzazione grafica molto potenti.

D'altro canto, si deve riconoscere che la generazione o la modifica delle immagini con AI può rappresentare un rischio per la corretta interpretazione da parte degli utenti dei contenuti che vedono sui social. Questo significa che incrementa il rischio di generare e condividere fake news sui social.

Meta questo lo sa bene, e già da qualche mese ha introdotto uno strumento per la semplice identificazione di contenuti che potrebbero essere stati generati con l'intelligenza artificiale e che troviamo pubblicati su Facebook e Instagram. Si tratta di un tag che viene mostrato immediatamente sopra l'immagine in questione.

Toccando questo tag si aprirà una piccola finestra di dialogo, la quale informa sul fatto che l'immagine in questione potrebbe essere stata generata con l'intelligenza artificiale, e dunque non rappresentare contenuti esistenti realmente. Nella stessa finestra viene fornito un link per accedere rapidamente ad approfondimenti sul tema.

La novità che ha annunciato Meta è una nuova opzione per essere più consapevoli delle immagini AI su Facebook e Instagram. Si tratta di un'opzione che troviamo all'interno del menù contestuale relativo a ogni post che troviamo sui due social. Tale opzione permetterà di capire se l'immagine contenuta nel post potrebbe essere stata modificata con l'AI.

Come vedete dagli screenshot qui sopra, il menù contestuale è accessibile tramite i puntini in alto a destra del post. All'interno di tale menù troverete una sezione denominata Informazioni AI. Da notare che questa nuova opzione si affianca al tag che viene automaticamente post in alto al post identificato come contenente immagini generate dall'AI.

La novità di Meta quindi dovrebbe essere particolarmente indicativa per riconoscere le immagini modificate dall'AI. E proprio come per il tag introdotto in precedenza, la nuova opzione si baserà esclusivamente sugli algoritmi di riconoscimento di Meta, con i quali è possibile indicare se un'immagine potrebbe essere stata modificata con l'AI.

In conclusione, Meta con questa novità intende dare ai suoi utenti maggior contezza dell'AI che è stata usata per mostrare il contenuto che stanno vedendo sui suoi social. La nuova opzione sarebbe già in fase di distribuzione automatica per tutti.

Per rimanere in tema, qui sotto trovate una serie di guide interessanti che descrivono i migliori servizi per creare immagini con l'intelligenza artificiale:

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Google sta preparando l'estensione di Google Foto in Gemini. Come funziona e a cosa serve

Fri, 09/13/2024 - 11:39

L'integrazione di Gemini in tutti i servizi Google sta per compiere un altro passo avanti: Google infatti sta lavorando all'estensione di Google Foto nel suo chatbot IA, che come le estensioni per YouTube, Flights, Maps e altre, consentirà di integrare l'IA della GrandeG nella ricerca all'interno delle proprie immagini.

Andiamo a scoprire come funziona, perché al momento non è ancora attiva ma è stata scoperta decompilando l'ultima beta dell'app Google.

Se avete usato Gemini, saprete che uno degli strumenti del chatbot di Google sono le Estensioni, che consentono di fare domande relative ai servizi di Google. 

Per esempio, attivando l'estensione dedicata, potete chiedere a Gemini di trovare un luogo utilizzando Maps, cercare un volo grazie a Google Flights, suggerire canzoni grazie a YouTube Music o persino riassumere un documento in Drive o trovare un'email in Gmail. 

Ora Google sta lavorando a uno strumento simile per Google Foto: a scoprirlo sono stati AssembleDebug e i ragazzi di Android Authority, che decompilando l'ultima beta dell'app Google (versione 15.36.40.29) sono riusciti ad attivare lo strumento. 

Stando alla descrizione, l'estensione consentirà di "ricordare attività passate come le foto del primo cibo" e "usare la memoria fotografica per ricordare le informazioni". 

Dopo averla attivata, bisognerà fornire il consenso all'accesso alla propria galleria di foto

A questo punto l'estensione di Google Foto consentirà di chiedere a Gemini, in linguaggio naturale, informazioni sulle foto della propria galleria. Se a qualcuno ricorda qualcosa, in effetti sembra proprio Ask Photos, uno strumento in fase di test su Google Foto negli Stati Uniti.

Ask Photos sfrutta infatti Gemini in Google Foto per effettuare una ricerca utilizzando il linguaggio naturale, e ponendo domande del tipo "Qual è il mio numero di targa?" o "Quali sono state le 10 cose migliori che ho fatto nel mio viaggio in Giappone?", oltre a consentire di creare un album fotografico o ricapitolare i ricordi da condividere con gli amici. 

L'estensione però porta lo strumento a un livello successivo, perché significa che non è necessario andare in Google Foto, ma si può fare tutto da Gemini, e visto che Gemini in Android sostituisce Google Assistant, basta richiamare l'assistente da un qualunque punto sul proprio dispositivo e porre tutte le domande che si vuole. 

Ricordiamo che al momento l'estensione di Google Foto in Gemini non è ancora disponibile e non sembra neanche funzionare, ma è possibile che Google la annuncerà nei prossimi mesi.

Volete sapere come usare al meglio Google Foto? Ecco una serie di approfondimenti che vi consentiranno di utilizzare l'app come veri professionisti!

L'articolo Google sta preparando l'estensione di Google Foto in Gemini. Come funziona e a cosa serve sembra essere il primo su Smartworld.

Plex lancia Plex Photos, l'app che vuole essere un'alternativa a Google Foto e iCloud

Fri, 09/13/2024 - 10:41

Plex non vuole essere "solo" una piattaforma per lo streaming video, ma a poco a poco si sta allargando anche a musica e foto. Dopo il lancio di Plexamp, gli sviluppatori della piattaforma video hanno infatti lanciato Plex Photos

L'app, al momento in beta, ha l'ambizione di porsi come alternativa a Google Foto e iCloud: scopriamo perché. 

Plex Photos è un'app molto semplice, lanciata in beta per Android e iPhone proprio ieri. Come immaginerete, la nuova app è progettata per interagire con le vostre librerie di foto memorizzate su un server Plex, e vuole risolvere un problema piuttosto comune: il backup delle foto su Google Foto o iCloud. 

Come saprete, infatti, con un account Google avete 15 GB di spazio gratuiti, che sebbene siano molto più di quanto offrono altri concorrenti sono suddivisi tra Gmail, Drive e Google Foto. 

Facile quindi che si riempiano velocemente, al che non potrete più fare il backup delle vostre foto se non vi abbonate a un piano a pagamento Google One. Lo stesso vale per iCloud, che offre appena 5 GB di spazio gratuiti per il backup del proprio iPhone e delle foto su Foto. 

Certo, ci sono alternative come Dropbox o OneDrive, ma con limiti simili. 

Ecco la soluzione: salvare le foto sul proprio server Plex e accedervi direttamente dal telefono. Con Plex Photos si può accedere alle varie librerie, che siano foto di famiglia o il proprio portfolio professionale.

Usare Plex Photos è semplicissimo. Scaricate l'app da Play Store o App Store (su iPhone o iPad), poi avviatela ed effettuate l'accesso con il vostro account Plex. Ovviamente dovrete avere un server Plex funzionante. 

A questo punto potrete vedere la vostra libreria di foto. L'app è molto semplice: in alto potete scegliere la libreria e in alto a destra cambiare account. In basso trovate tre schede, Recommended, Timeline e Library (l'app non è tradotta in italiano purtroppo). 

In Recommended troverete le ultime foto aggiunte, i preferiti e altro, mentre nella Timeline le foto aggiunte in ordine cronologico. Infine Library vi consente di esplorare le cartelle, con la possibilità di filtrare le immagini o ordinarle a piacere. 

Detto questo, l'app è veramente basica, e non ha nessuna funzione avanzata, quindi adesso come adesso è difficile indicarla come alternativa a Google Foto o Foto di Apple. Per esempio, non si può neanche cercare una foto nella galleria, o persino aggiungere le foto dal telefono o attivare il backup automatico. 

Tenete però presente che è appena stata lanciata in beta, e Plex ha già detto che nel quarto trimestre del 2024 arriverà la versione finale che includerà "funzioni aggiuntive che non erano pronte" e "miglioramenti basati sul tuo feedback".

A questo proposito, potete chiedere funzioni o indicare bug sul forum dell'app

Plex ha annunciato che prima o poi verrà rimosso il supporto sia per la musica che per le foto nell'app principale Plex, con l'intenzione di spingere gli utenti alle app dedicate.

Volete sapere come usare al meglio Google Foto o iCloud? Ecco alcuni approfondimenti che potrebbero interessarvi.

L'articolo Plex lancia Plex Photos, l'app che vuole essere un'alternativa a Google Foto e iCloud sembra essere il primo su Smartworld.

Xiaomi 14T e 14T Pro senza veli: scopriamo il look prima della presentazione

Fri, 09/13/2024 - 10:34

Nel mercato smartphone troviamo tanti attori principali (ecco la raccolta dei migliori smartphone del momento se siete curiosi), e tra questi c'è sicuramente anche Xiaomi. Ne parliamo perché l'azienda cinese sta per lanciare la nuova serie Xiaomi 14T, che possiamo conoscere anche in termini di design grazie al nuovo leak appena emerso in rete.

Nelle ultime ore sono trapelati nuovi dettagli su Xiaomi 14T e 14T Pro, i due modelli che l'azienda cinese lancerà a breve. Questi andranno a rinnovare la fascia alta del mercato dell'azienda cinese.

Qualche giorno fa abbiamo avuto modo di conoscere nel dettaglio quali sono le specifiche tecniche ufficiose dei nuovi Xiaomi 14T e 14T Pro.

I dettagli finora trapelati ci indicano che si tratterà di due dispositivi particolarmente simili in termini tecnici. I due modelli infatti si differenzieranno soprattutto per il processore, il quale sarà più potente per il modello Pro.

E le immagini che trovate nella galleria in basso confermano questa sensazione che abbiamo avuto guardando alle specifiche tecniche trapelate in precedenza. Le immagini infatti corrispondono ai render dei due modelli della serie Xiaomi 14T.

Vediamo quindi una particolare similarità tra i due modelli anche in termini di design. Anteriormente, vediamo un display con i bordi abbastanza squadrati, coerentemente con il look che abbiamo visto per i più recenti modelli di smartphone e tablet Xiaomi. Al centro, nella parte alta, troviamo un foro per ospitare la singola fotocamera anteriore. Questo vale tanto per Xiaomi 14T quanto per il modello Pro.

Posteriormente, vediamo un modulo fotografico di forma quadrata, posizionato nella parte in alto a sinistra della cover posteriore. Questo modulo è in rilievo rispetto al resto del pannello posteriore, e su di esso troviamo tre sensori fotografici e il flash LED, disposti in una matrice quadrata. Anche in questo, non vediamo particolari differenze tra i due modelli.

Riguardo le colorazioni, le immagini ci mostrano che arriveranno quattro opzioni per Xiaomi 14T: nero, oro, blu e grigio. Mentre per Xiaomi 14T Pro arriveranno tre colorazioni: nero, blue e grigio.

Insomma, dai leak finora emersi ci accorgiamo dell'estrema similarità tra i due modelli. Sicuramente il processore gioca un ruolo importante, con il modello Pro che sarà sicuramente più potente. I prezzi finora trapelati indicano una cifra di 649 euro per Xiaomi 14T e 899 euro per il modello Pro. Staremo a vedere cosa presenterà Xiaomi, magari a livello software, per giustificare questa rilevante differenza di prezzo. Vi ricordiamo che il lancio dovrebbe avvenire il prossimo 26 settembre.

Se già avete uno smartphone Xiaomi e siete alla ricerca di informazioni su come ottimizzare il suo utilizzo, qui sotto vi lasciamo una serie di guide interessanti che potrebbero fare al caso vostro:

L'articolo Xiaomi 14T e 14T Pro senza veli: scopriamo il look prima della presentazione sembra essere il primo su Smartworld.

Oggi iniziano i preordini di iPhone 16: ecco dove acquistarli

Fri, 09/13/2024 - 10:23

Dopo quattro giorni dall'annuncio, da oggi si inizia con i preordini dei nuovi iPhone 16: tutti i nuovi modelli, inclusi iPhone 16 Plus, 16 Pro e 16 Pro Max potranno essere ordinati a partire dalle ore 14:00, con spedizioni e disponibilità nei negozi dal 20 settembre.

Per quel che riguarda i modelli base, iPhone 16 e iPhone 16 Plus, le più grandi differenze rispetto la generazione precedente sono il nuovo tasto Azione, il pulsante capacitivo Controllo Fotocamere e, ovviamente, tutto l'hardware adatto a supportare le nuove funzionalità di Apple Intelligence (che però al momento non sono disponibili in Italia, e probabilmente non arriveranno presto).

Per i modelli Pro, invece, le differenze principali sono i display leggermente più grandi, il Controllo Fotocamera e lo zoom 5X ora disponibile anche sul modello 16 Pro (e non solo su Pro Max).

Per conoscere in dettaglio tutte le differenze tra la generazione precedente e i nuovi iPhone 16, vi rimandiamo a questo nostro articolo dedicato.

I nuovi iPhone 16 saranno disponibili per l'acquisto non solo su Apple Store, ma anche su Amazon e nei principali negozi online. Di seguito alcuni link per acquistarli.

Apple Store Amazon Unieuro MediaWorld

Se vi state accingendo a cambiare iPhone, vi lasciamo un po' di guide che potrebbero farvi comodo, nel caso in cui non ricordaste come fare backup, ripristino e così via:

L'articolo Oggi iniziano i preordini di iPhone 16: ecco dove acquistarli sembra essere il primo su Smartworld.

Gemini Live disponibile per tutti gli utenti. Come parlare con l'IA di Google

Fri, 09/13/2024 - 08:37

Gemini Live, la funzione che trasforma Gemini in un vero e proprio interlocutore (come la modalità vocale di ChatGPT), sta per arrivare a tutti gli utenti, non solo per gli abbonati a Gemini Advanced.

Google ha infatti iniziato a rilasciare la funzione negli Stati Uniti: vediamo come funziona, ricordandovi il nostro approfondimento su come usare Gemini al posto di Google Assistant

Lanciato il mese scorso in esclusiva per gli abbonati a Gemini Advanced, Gemini Live rappresenta l'evoluzione di Gemini: un assistente IA che diventa un vero e proprio interlocutore a cui si può chiedere di tutto, da domande complesse a intavolare un confronto per stimolare la realizzazione di nuove idee.

Ora lo strumento sta iniziando a essere disponibile per tutti gli utenti, ma attenzione, Gemini Live funziona al momento solo in inglese, anche se Google ha promesso presto l'arrivo di nuove lingue. 

Al momento Gemini Live per tutti è in via di distribuzione. Noi non siamo ancora riusciti ad attivarlo sui nostri telefoni, ma questa procedura consente di usarlo anche dall'Italia per chi è abbonato a Gemini Advanced. Quindi al netto di blocchi che non siamo in grado di prevedere dovrebbe funzionare per tutti. 

Cambiate la lingua di sistema in inglese (Impostazioni > Sistema > Lingue > Inglese (US)).

Poi usate una VPN per cambiare il server in Stati Uniti (potete usare NordVPN, avrete il 73% con il nostro link affiliato, una delle migliori VPN o una VPN gratuita come ProtonVPN che consente di cambiare server sugli Stati Uniti).

Adesso aprite Gemini (installatelo dal Play Store se non l'avete fatto), selezionate il vostro utente in alto a destra e andate su Impostazioni, poi cliccate su Lingua e toccate la prima voce per cambiare da Italiano a English (United States).

Toccate e tenete premuta l'icona dell'app Google, toccate App Info e poi toccate Force Stop.

Adesso avviando l'app Gemini avrete il tasto per Gemini Live.

Il tasto Gemini Live è un piccolo tasto sulla destra, che vedrete nell'app Gemini o sulla sovrapposizione (a cui potete accedere facendo scorrere il dito in diagonale dall'angolo in basso a sinistra dello schermo verso il centro). 

Toccandolo si aprirà una schermata introduttiva, poi una pagina con i pulsanti Hold e End in basso. Volendo, potete uscire da questa interfaccia utente per continuare a usare il telefono o bloccare lo schermo, e Gemini Live funzionerà in background: vedrete una notifica in alto e nella schermata di blocco. 

Potete parlargli e al termine della conversazione vi verrà mostrata una trascrizione nella sezione cronologia come sempre avviene con il chatbot. 

Per fermare la conversazione, potete abbassare la tendina delle notifiche e toccare il pulsante End Live mode, o semplicemente dire "stop".

Toccando l'icona del vostro account in alto a destra e poi Impostazioni, potete toccare Gemini's voice e scegliere tra dieci nuove voci:

  • Nova: Calma, timbro medio
  • Ursa: Impegnata, timbro medio
  • Vega: Luminoso, timbro più alto
  • Pegasus: Impegnato, timbro più profondo
  • Orbita: Energica, timbro più profondo
  • Lyra: Brillante, timbro più alto
  • Orione: Brillante, timbro più profondo
  • Dipper: Impegnato, timbro più profondo
  • Eclipse: Energetica, timbro medio
  • Capella: accento britannico, timbro più alto

Al momento Gemini Live non supporta le estensioni Gemini per accedere a Gmail, YouTube Music e altre app, ma arriveranno in futuro.

Il mondo dell'IA vi appassiona? Ecco una serie di approfondimenti che vi consentiranno di utilizzare le soluzioni attualmente disponibili per il vostro telefono. 

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Flappy Bird torna a volare! Annunciato il grande ritorno con un nuovo trailer

Fri, 09/13/2024 - 07:45

Nell'ormai lontano 2014, in un periodo in cui i giochi mobile (vi ricordiamo dove trovare i migliori giochi Android gratis) hanno visto un periodo molto roseo, un titolo molto semplice si guadagnava un discreto successo a livello mondiale. Parliamo di Flappy Bird, lo stesso che sta per tornare in grande stile su Android e iOS.

Si parla di grande ritorno perché 10 anni fa il gioco fu ritirato dagli store di Google e Apple. Tra poche settimane tutti gli appassionati potranno tornare a giocarci, con diverse novità.

Nelle ultime ore abbiamo assistito all'annuncio del grande ritorno di Flappy Bird. Questo perché i diritti del gioco, dopo il ritiro da parte dello sviluppatore che inizialmente l'ha creato, sono stati acquisiti dalla Flappy Bird Foundation. Si tratta di un'organizzazione di appassionati che si è occupata proprio di rilevare il gioco, tornare a curarlo e introdurre qualche novità per un nuovo lancio.

Andiamo subito a vedere su quali piattaforme arriverà e quando:

  • Arriverà su piattaforma browser probabilmente a partire dall'autunno 2024.
  • Tornerà ufficialmente su Android e iOS nel 2025.
  • Il debutto su ulteriori altre piattaforme, per ora non note, verrà annunciato in seguito

Per l'occasione, la Flappy Bird Foundation ha pubblicato un nuovo trailer. Nella prima parte vediamo riassunto il primo corso del popolare gioco, con il debutto e il successo riscossi nel 2014. Poi la chiusura, e la successiva rinascita grazie alla community di appassionati.

La seconda parte del trailer ci mostra alcune delle novità principali che arriveranno con la nuova versione di Flappy Bird. Dalle prime anticipazioni vediamo che sarà possibile sbloccare nuovi personaggi durante il gioco. Ci saranno nuove modalità, nuove sfide e nuovi ostacoli da superare. Dall'annuncio apprendiamo che si tratterà di una versione espansa del gioco, e pertanto possiamo aspettarci che arriveranno altre novità consistenti.

Ancora non sono stati definiti dettagli in merito alla struttura di monetizzazione che sarà prevista nel gioco, così come non sappiamo se il titolo sarà gratuito con acquisti in-app.

La Flappy Bird Foundation ha fatto capire che, trattandosi appunto di una nuova vita per il gioco nata dai suoi appassionati, verrà tenuto particolarmente in considerazione il feedback degli utenti.

Qui sotto trovate il nuovo trailer rilasciato, in attesa del lancio ufficiale sulle piattaforme menzionate.

Per finire, visto che siamo in tema di giochi, qui sotto trovate una serie di raccolte con i migliori giochi divisi per piattaforma di gioco:

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