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Updated: 2 hours 58 min ago

Le Mappe di Apple sul web: provatele subito in beta

Thu, 07/25/2024 - 00:43

Apple ha appena annunciato una rilevante novità che riguarda Mappe, il suo servizio per le mappe e la navigazione che dovrebbe fare concorrenza a Google Maps. Mappe di Apple arriva sul web in versione beta.

Nelle ultime ore infatti Apple ha pubblicato un breve post sul suo sito ufficiale in cui illustra la novità. Apple Mappe arriva in versione desktop, e dunque accessibile direttamente senza dover ricorrere all'app ufficiale.

La novità di Apple Mappe sul web è particolarmente rilevante, visto che si tratta del servizio di Apple che finora è stato accessibile soltanto a coloro che avevano un dispositivo della casa di Cupertino. Con l'arrivo sul web invece, Mappe diventa alla portata di (quasi) tutti.

Come menzionato all'inizio, si tratta di una versione beta. Questo significa che Apple Mappe sul web non è ancora completa, così come la troviamo nell'app ufficiale. Mappe sul web infatti non ha tutte le funzionalità a disposizione, visto che per alcune bisognerà attendere prima di vederle operative. Inoltre, al momento è disponibile esclusivamente in lingua inglese.

Ma andiamo a vedere quali sono le funzioni principali di Apple Mappe sul web:

  • Potrete consultare la mappa intorno a voi o in qualsiasi altro punto del globo. Vi sono tre modalità di visualizzazione delle mappe: quella standard, quella ibrida che combina la vista dal satellite con i livelli digitali per strade e altri punti d'interesse, e quella che corrisponde alla vista dal satellite.
  • Troviamo la funzione per cercare un luogo.
  • Troviamo la funzione per ottenere le indicazioni per raggiungere uno specifico luogo, con la possibilità di personalizzare il punto di partenza. Al momento le opzioni di spostamento disponibili prevedono l'auto e la camminata a piedi.
  • Troviamo la funzione che permette di esplorare i luoghi di interesse rispetto al luogo ricercato sulla mappa.
  • Troviamo la funzione per consultare la cronologia di ricerca.
  • Il menù laterale è anche minimizzabile tramite l'apposito collegamento in alto a sinistra.
  • Ogni luogo di interesse, che può essere un monumento, un'attrazione turistica o un ristorante, include un menù con recensioni, valutazioni, punti forti. Esattamente quello che avreste su Maps.

Insomma, si tratta di una versione ancora primitiva ma sicuramente totalmente funzionante. Per provarla subito, non dovrete far altro che aprire il link ufficiale per Apple Mappe sul web.

Nel suo annuncio, Apple ha anche sottolineato come l'arrivo di Mappe sul web sarà importante per tutti gli sviluppatori che hanno necessità di integrare i contenuti di Mappe nei loro collegamenti e contenuti web. Infine, la casa di Cupertino ha riferito che prossimamente arriveranno altre funzionalità per Mappe, come "Guardati intorno". Al momento Apple Mappe sul web è compatibile con Safari e Chrome su Mac e iPad, e con Chrome ed Edge sui PC Windows.

Chiudiamo questo articolo con una serie di guide che potrebbero interessarvi se siete amanti dei prodotti Apple:

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Rivoluzione sul Play Store? Arrivano nuove funzionalità per scoprire contenuti e giochi

Wed, 07/24/2024 - 23:29

Sembra proprio che stia arrivando un tempo di importanti rinnovamenti per il Play Store, il noto store delle app di Google per dispositivi Android. Sul Play Store infatti arrivano nuove funzioni AI per scoprire nuovi contenuti e giochi personalizzati.

Nelle ultime ore Google ha infatti annunciato quali saranno le novità che arricchiranno l'esperienza utente sul Play Store, il quale è sempre più "qualcosa in più" rispetto a un semplice store delle app.

Nel corso degli anni abbiamo visto il Play Store crescere in maniera esponenziale sia in termini di contenuti che offre e sia in termini di funzionalità a disposizione degli utenti. E quello appena annunciato da Google potrebbe passare alla storia come uno degli aggiornamenti più significativi.

Google ha infatti annunciato una serie di novità che dovrebbero permettere agli utenti di scoprire in maniera più accurata e personalizzata i contenuti sulla piattaforma di Google. Alcune di queste funzionalità sono supportate dall'intelligenza artificiale. Andiamo a vederle insieme:

Scoprire nuovi contenuti adatti a voi sarà più affidabile

Tra le novità più importanti appena annunciate per il Play Store troviamo una nuova modalità per la consultazione di nuovi contenuti, come possono essere le app da installare. La funzione permetterà infatti di consultare in maniera rapida tutte le informazioni relative a una specifica app. L'intelligenza artificiale si occuperà di mostrare agli utenti le informazioni salienti relative alle recensioni e FAQ riferite a una specifica app.

Questo dovrebbe permettere agli utenti di scegliere in maniera più consapevole se installarla o meno. E con lo stesso obiettivo, sul Play Store arrivano delle sezioni dedicate a specifiche categorie di contenuti. Per gli utenti indiani, ad esempio, è stata sviluppata un'intera sezione di contenuti dedicati al cricket, lo sport nazionale per l'India. Così come per gli utenti giapponesi arriva una sezione del Play Store che include tutti i contenuti dedicati ai fumetti giapponesi.

Per chi invece è un videogiocatore su Android, il Play Store offre un nuovo strumento per ricevere suggerimenti più accurati sui nuovi titoli da scoprire. L'immagine qui in basso mostra infatti come sarà possibile comunicare al Play Store i propri interessi in termini di giochi.

Le novità di Play Pass

Play Pass sembra essere un punto centrale dell'aggiornamento per il Play Store appena annunciato da Google. A partire dal 24 luglio infatti arriveranno nuove promozioni all'interno di specifici giochi per gli abbonati Play Pass, come Asphalt Legends Unite. Dal 1 agosto la stessa tipologia di iniziativa arriverà per i giocatori di Call of Duty: Mobile e Candy Crush Saga. Infine, entro luglio il gioco Kingdom Rush 5 entrerà nel catalogo Play Pass.

Le novità per Play Points

Anche per Play Points arrivano delle novità. In alcuni mercati infatti, Italia esclusa per il momento, arriva l'iniziativa denominata Super Weekly Prizes. L'iniziativa prevede che i membri Diamond, Platinum e Gold possano provare ad aggiudicarsi casualmente dei regali consistenti, come dispositivi Pixel.

La stessa tipologia di iniziativa dovrebbe riguardare anche contenuti da giocare, come è già accaduto con il gioco Pokémon GO Fest. L'iniziativa prevede anche la possibilità di aggiudicarsi gratuitamente gadget e accessori derivanti dai giochi.

Arrivano le Collezioni

Le Collezioni appena introdotte da Google sul Play Store daranno la possibilità agli utenti di consultare le informazioni principali che arrivano dalle varie app installate, in modo da avere tutto sotto mano in un unico posto.

La funzionalità delle Collezioni sarà compatibile anche con la trasposizione dei contenuti in un widget dedicato.

E visto che abbiamo parlato anche della sfera videoludica, per chiudere vi lasciamo una serie di raccolte che elencano i migliori videogiochi per categoria e non solo:

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Google Chrome si aggiorna: nuovi avvisi di sicurezza e scansioni cloud per file sospetti

Wed, 07/24/2024 - 20:02

Google Chrome sta ricevendo varie novità dedicate alla sicurezza, come i nuovi avvisi di file sospetti relativi al download di un file potenzialmente sospetto/pericoloso. L'obiettivo di Google è di garantire agli utenti più spiegazioni a riguardo. Scopriamo insieme l'ultimo update di Google per il suo browser.

Per gli utenti che sfruttano la funzione di protezione avanzata anti-phishing Google ha previsto la scansione automatica, spiegando che i file inviati hanno una più alta probabilità di essere contrassegnati come malware.

Inoltre, per difendersi maggiormente contro gli attacchi mirati al furto di cookie ad esempio sui canali YouTube, Chrome ha visto l'implementazione di un prompt per scansione i file di archivio come i file .zip che prevedono una password. Agli utenti, quindi, verrà chiesto di inserire la password così da permettere che il suo sistema AI li esegui nel cloud (per gli utenti che sfruttano la protezione avanzata). Per tutti gli altri, invece, i file verranno scansionati localmente utilizzando le definizioni di malware disponibili.

Ancora, Google ha chiarito che i suoi avvertimenti sulla sicurezza verranno divisi nelle seguenti categorie: sospette e pericolose. Il tutto dipenderà da quanto verrà stabilito dai suoi modelli di intelligenza artificiale durante la scansione dei file ritenuti potenzialmente sospetti/pericolosi.

Infine, secondo quanto condiviso da Google con The Verge, gli utenti sembrano ignorare di meno i nuovi avvisi rispetto a quanto avvenisse in passato.

Google Chrome è sicuramente uno dei browser più utilizzato su varie piattaforme. Per questo motivo, potrebbe risultare interessante consultare le nostre guide a riguardo, come ad esempio:

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Svelato il design di Pixel Buds Pro 2, i nuovi auricolari di Google

Wed, 07/24/2024 - 19:12

Negli scorsi giorni abbiamo saputo dei possibili colori in cui saranno disponibili i nuovi auricolari di Google, che dovrebbero chiamarsi Pixel Buds Pro 2. A due anni dal lancio della prima generazione, dunque, la compagnia di Big G sarebbe pronta a ritornare su questo mercato con un prodotto che si preannuncia interessante. A questo proposito, nelle ultime ore sono state diffuse nuove indiscrezioni, scopriamole insieme.

Stando alle ultime informazioni disponibili, Pixel Buds Pro 2 dovrebbero conservare un design simile alla prima generazione, seppur con qualche differenza. Google, infatti, avrebbe conservato la stessa forma a "gemma", rinunciando il design che prevede lo stelo.

In particolare, il tappo superiore - che include i sensori tattili capacitivi - risulterebbe più alto, occupando maggiore spazio. Le due griglia a forma di pillola risultano più ampie e saranno abbinate al colore degli auricolari (nella prima generazione erano nere). Inoltre, saranno ubicate in una posizione leggermente diversa rispetto al passato.

Anche la cover di ricarica non subirà grossi stravolgimenti, conservando la stessa forma e le stesse dimensioni del primo modello di Pixel Buds Pro. Da osservare, però, che sarebbe presente un piccolo ritaglio accanto alla porta USB-C. Potrebbe trattarsi di un dettaglio utile per inserire un cordino oppure un altoparlante utile per la rete Trova il mio dispositivo.

Per quanto riguarda i colori di Pixel Buds Pro 2, dovrebbero essere: Raspberry, Mojito, Porcelain e Haze.

L'ecosistema Google Pixel include smartphone, smartwatch ed auricolari. Dunque, potrebbe risultare utile consultare le nostre guide ed approfondimenti/recensioni sui prodotti realizzati dal colosso di Mountain View come:

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Apple pronta a cambiare tutto con iPhone 17 Slim: più design, meno fotocamere

Wed, 07/24/2024 - 18:29

In attesa dei nuovi iPhone 16, già si parla della futura generazione di iPhone 17. A questo proposito, il noto analista di Cupertino Ming-Chi Kuo ha diffuso inedite indiscrezioni su iPhone 17 Slim, la variante del dispositivo che si concentrerà maggiormente sul design (che dovrebbe essere ultra-sottile).

Secondo Kuo iPhone 17 Slim potrebbe avere un solo sensore fotografico posteriore, a differenza delle varianti Standard (due sensori posteriori) e Pro (tre sensori posteriori). Ulteriori dettagli non sono ancora disponibili.

Kuo, inoltre, ha aggiunto che questo particolare modello sarà ancora realizzato in titanio, tuttavia con una "percentuale inferiore di titanio rispetto agli attuali modelli Pro e Pro Max". Lo schermo potrebbe avere una diagonale da 6,6" (con una risoluzione di 2.740 x 1.260), con il processore A19, una Dynamic Island molto simile ai dispositivi già sul mercato. 

iPhone 17 Slim potrebbe sostituire la variante Plus. Secondo le indiscrezioni, infatti, la gamma di iPhone 17 sarà cosi composta: iPhone 17, iPhone 17 Slim, iPhone 17 Pro e Pro Max. La variante Slim dovrebbe essere quella più costosa (anche se potrebbe non essere la più performante), con un prezzo di vendita di circa 1.299 dollari.

Secondo Kuo, Apple avrebbe preso questa decisione - ovvero di dire addio alla variante Plus - poiché "Il modello Plus rappresenta attualmente solo circa il 5-10% delle spedizioni totali di nuovi iPhone. Dunque, le altre tre varianti coprono già adeguatamente i segmenti di mercato di fascia alta. Il nuovo modello Slim non sostituirà il Plus, bensì rappresenterà una soluzione di design totalmente diversa dagli altri smartphone".

In attesa di nuove informazioni su come sarà composta la gamma di iPhone 17, vi indichiamo di seguito alcune delle nostre approfondite guide sugli smartphone di Cupertino

 

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Perché si parla ora di un iPhone pieghevole nel 2026, e cosa c'entra Samsung?

Wed, 07/24/2024 - 16:06

Si avvicina il lancio di iPhone 16, ma si parla già degli iPhone del 2026: o meglio, si parla della possibilità che tra due anni Apple entri finalmente nel mercato degli smartphone pieghevoli. Quella del primo iPhone pieghevole è una notizia ciclica, che ogni tanto salta fuori con più o meno credibilità: d'altra parte, è quasi sicuro che prima o poi succederà, sia perché il mercato "lo richiede", sia perché sono anni che Apple continua ad accumulare brevetti su display pieghevoli.

Sul quando succederà, invece, ci sono più dubbi: Apple è un'azienda famosa per camminare con i piedi di piombo e lanciare una nuova tipologia di prodotto solo quando è assolutamente sicura dell'affidabilità. Ad esempio, c'è voluto circa un decennio di ricerca e sviluppo prima di Vision Pro che, anche se non sta andando bene con le vendite, è un prodotto relativamente maturo per essere alla prima generazione.

Che il primo iPhone pieghevole venga lanciato nel 2026 è una notizia da prendere con le pinze: non perché sia assurdo o improbabile, ma perché è un rumor che non è ancora stato corroborato da fonti sicure. La notizia viene da Digitimes, che riprende informazioni riportate dai portali coreani Hankooki e ET News: si tratta di nomi noti nel settore, ma che non sempre sono stati affidabili.

Rimane il fatto che un iPhone pieghevole è un prodotto su cui Apple sta attivamente lavorando, anche se le tempistiche sono incerte.

Un dettaglio su cui tutte le fonti sembrano essere concordi però c'è: l'iPhone pieghevole si ripiegherà a conchiglia, come i vecchi telefoni o come Galaxy Z Flip. È una notizia importante, che va in contrasto con altri rumor circolati in passato secondo cui Apple avrebbe sviluppato un iPhone pieghevole che si apre in orizzontale, per raggiungere dimensioni simili a quelle di un iPad mini (in stile Galaxy Z Fold, per capirci).

E, già che parliamo di Samsung, c'è un'altra notizia importante: secondo le fonti citate, Apple si sarebbe rivolta proprio al colosso sudcoreano per la produzione dei display pieghevoli (e questo spiegherebbe perché le notizie vengano proprio da media coreani).

Anche in questo caso è difficile sapere quanto ci sia di vero, ma è sicuramente plausibile: d'altra parte, è molto probabile che si tratti anche di primi tentativi e che Apple possa rivolgersi a diversi produttori prima di finalizzare il prodotto.

Ci vorrà ancora un po' di tempo prima di poter mettere le mani sul primo iPhone pieghevole: nel frattempo, se vi interessano i dispositivi che si piegano, vi lasciamo con un po' di link che non dovreste perdervi:

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Ho installato la beta di iOS 18 ed è successo un casino, ma va bene così

Wed, 07/24/2024 - 15:26

Un po' per lavoro, un po' per passione, come ogni anno ho installato la versione beta di iOS: con iOS 18 ci sono importanti cambiamenti nella Home di iPhone (non tutti apprezzati), c'è la nuova app Password e altre piccole novità, ma in Unione Europea in un primo momento non sarà disponibile Apple Intelligence, e neanche il mirroring di iPhone su Mac.

Insomma, lo ammetto: non è che ci fosse poi così tanto da provare, ma la proverbiale scimmia è stata troppo forte e non ho resistito alla prima beta pubblica di iOS 18. E, per la prima volta con una beta di iOS, è andata male. Ma male davvero, così male che ho dovuto resettare iPhone e ripristinare da un backup di iCloud. Ma non mi lamento (troppo): le beta sono beta per un motivo, e va bene così.

Il problema che ho avuto con la beta riguardava Tempo di utilizzo (noto anche col nome inglese Screen time), ossia la funzione che permette di monitorare il tempo speso con le app e impostare dei limiti di tempo per i vari software. Io da anni ho adottato un tempo limite di un'ora al giorno per i social network, anche se (purtroppo) non sempre lo rispetto: una volta attivato il limite, infatti, è possibile ignorare il blocco, per 15 minuti o fino al termine della giornata.

E proprio qui sono iniziati i problemi: dopo aver aggiornato alla beta di iOS 18, non riuscivo più a ignorare le limitazioni. Cliccando i pulsanti per rinviare (o ignorare) il limite di Tempo di utilizzo, non accadeva niente. Ma c'è di peggio: dalle Impostazioni era impossibile aprire la sezione relativa a Screen Time per provare a modificarne i parametri o disattivarla. Cliccando la voce Tempo di utilizzo, le impostazioni crashavano e tornavo alla Home.

Un po' ironicamente, le limitazioni che mi ero imposto per i social network erano diventate perentorie. Per un po' di giorni l'ho usato così, pensando che in fondo era divertente che un bug fosse quasi diventato una feature, ma poiché mi capita di usare i social anche per lavoro (ad esempio per pubblicare qualcosa sul profilo Instagram di SmartWorld), ho capito che dovevo risolvere in qualche modo.

Questo di Tempo di utilizzo è un problema comune, e in realtà non solo della beta di iOS 18: cercando informazioni su reddit, ho scoperto che è un bug che si presenta abbastanza spesso con varie beta di iOS, almeno a partire da iOS 16. 

I suggerimenti per risolvere li ho provati tutti: ripristinare le impostazioni (e solo le impostazioni, non tutto il telefono), modificare i parametri di Tempo di utilizzo da un altro dispositivo e sperare che la sincronizzazione di iCloud facesse il resto, ma niente ha funzionato.

E quindi alla fine ho fatto un backup su iCloud, mi sono ricordato di rimuovere il profilo della eSIM per non avere altri problemi e ho resettato l'iPhone. Dopo un paio di orette, necessarie per il reset e il ripristino del backup, sono riuscito ad avere un iPhone con iOS 18 completamente funzionante.

Ho raccontato il casino, adesso tocca spiegare perché va bene così.

Quando ho raccontato del bug sul mio profilo Threads, ho ricevuto moltissime risposte che mi ricordavano come – essendo una beta – non dovrei lamentarmi dei bug. E, al netto dei toni a volte un po' accusatori, penso sinceramente anche io che sia giusto così.

Le versioni beta sono instabili, non andrebbero installate a cuor leggero. Da quando Apple ha iniziato a rilasciare le beta pubbliche, ormai un po' di anni fa, sono moltissimi gli utenti che decidono di provarle senza la piena consapevolezza che si tratta di software non definitivi, che potrebbero presentare bug anche gravi (come quello di Screen Time).

Io non sono uno sviluppatore, ma anche per me, per lavoro, ha senso provare in anteprima le versioni in beta, per raccontare cosa c'è di nuovo, cosa funziona e cosa no. Insomma, per me installare le beta è un rischio calcolato: sono perfettamente consapevole che possano verificarsi problemi, anche molto fastidiosi, ma scelgo di farlo deliberatamente e di affrontare le (eventuali) conseguenze.

Anche per questo, solitamente ai miei amici sconsiglio di installare le versioni beta, e questo è particolarmente vero per iOS 18, che non introduce grandi novità (almeno in Europa e in italiano). Anche se di solito va tutto bene, quando capitano bug, possono essere davvero sgradevoli e causare perdite di tempo.

Il mio consiglio, quindi, è di avere pazienza (o, almeno, di essere consapevoli: fate sempre un backup!): ormai mancano circa due mesi al lancio della versione definitiva di iOS 18 e c'è l'estate di mezzo, potete resistere e pensare ad altro. E, nel frattempo, magari approfittare per leggere qualcosa di interessante sul futuro di iOS:

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Recensione Hoover HF2: la scopa elettrica furba, leggera ed economica che compatta la polvere

Wed, 07/24/2024 - 14:12

Compattissima la confezione della nuova Hoover HF2 Pets, così compatta che l'ho portata a casa in scooter. Già fa intuire uno dei tanti punti di forza di questa scopa elettrica. All'interno troviamo, oltre al motore principale già assemblato e pronto all'uso, anche il tubo in metallo, la spazzola principale per pavimenti, la Mini Turbo Spazzola, la lancia per fessure, la staffa a muro e l'alimentatore. Questa è la versione Pet, quella nel caratteristico colore verde salvia che include la Mini Turbo Spazzola. Alternativamente c'è anche l'edizione classica priva di questo accessorio a 50€ meno.

Partiamo dalla spazzola principale. Hoover ha optato per una spazzola per pavimenti a rullo morbido, che si adatta quindi a pavimenti duri e delicati. È la scelta più sensata se se ne vuole includere solo una in confezione, e in questa fascia di prezzo ci sta metterne solo una. Non avrete insomma problemi di sorta: va bene su parquet, laminato, gres e simili. Ovviamente sui tappeti è quasi impossibile da passare. Se avete scelto la versione Pet potete ovviare con la Mini Turbo Spazzola, altrimenti dovrete usare altro. La spazzola da pavimento integra una buona testina LED. Fa una luce pazzesca, che illumina bene polvere, briciole, peli di gatto e simili. La Fluffy Optical di Dyson è comunque un passo (anche qualcuno in più avanti), ma è un confronto un po' impari, visto che si parla di prodotti di fasce di prezzo estremamente diverse. Mettiamola così: se non avete mai usato una scopa elettrica con testina LED sulla spazzola principale, già quella della Hoover vi sembrerà miracolosa. Smontando il rullo si nota un pettine rigido interno. È il meccanismo "anti-twist", che si assicura che non si formino grovigli di capelli intorno al rullo morbido. Se non optate per il modello Pets potreste incappare in una variante della HF2 dotata della spazzola All Floor con rullo antigroviglio e barra LED unica.

Il tubo è fisso, non telescopico quindi. Peccato, vista la maneggevolezza della scopa. Fra motore e tubo è abbastanza lunga, ma un tubo telescopico permetteva di adattarla a più utilizzatori, bassi o alti che fossero.

Con la Mini Turbo Spazzola, Hoover si è giocata il jolly: è una delle poche a integrare una testina LED molto ampia, in grado di illuminare perfettamente le superfici tessili su cui la si passa. È ottima per pulire i letti (soprattutto sui lenzuoli dove dormono i gatti), divani e tappeti a pelo corto, oltre a cuscini e simili. Sotto ha anche una striscia di tessuto in stile velluto pensata proprio per togliere meglio i peli. C'è un solo problema: se la passate spingendo in avanti, la striscia in tessuto che si trova subito dopo la bocchetta di aspirazione accumulerà i peli, ma voi sarete già passati con la bocchetta per aspirare, obbligandovi a tornare indietro. La soluzione? Passare velocemente in su e in giù più volte sul tessuto. Un po' faticoso, ma per fortuna la scopa è molto leggera. Può essere attaccata anche in cima al tubo. Sembra scontato ma non lo è, visto che non tutte le scope elettriche lo permettono. Torna molto utile se volete pulire i tappeti faticando meno. Funziona anche sui tappeti a pelo un po' più lungo, il che non guasta.

Completa la dotazione la lancia per fessure. Peccato che non ci sia nulla per spolverare. Tanti brand stanno includendo un accessorio che con un clic passa da strumento per fessure a quello per polvere. Non in questo caso, purtroppo.

Hoover HF2 è una scopa molto concreta. È ingegnerizzata in modo furbo, anzi, furbissimo, ed è diversa dai classici modelli a cui siamo abituati. Non ha però sensori per il rilevamento dello sporco, Wi-Fi, schermi OLED spettacolari pieni di informazioni o altre "diavolerie". Hoover si è concentrata su altre cose: leggerezza, compattezza e maneggevolezza. C'è però un problema: nulla vieta di fare un motore compatto e sottile, ma poi la polvere dove va a finire? I serbatoi da 0,6 o 0,7 litri occupano il loro spazio, e anzi, di solito sono pure più grandi, visto che ospitano tutta la sezione del filtro metallico, quello ciclonico, HEPA e simili. Quindi come fa la HF2 a essere così lunga, compatta e leggera? Grazie alla tecnologia Ultra Compact X3. Il serbatoio è semovente, e grazie a un sistema a scorrimento è possibile trascinarlo verso l'alto. Il risultato è che lo sporco contenuto dentro il serbatoio si compatta, occupando meno volume e permettendovi di andare avanti con la pulizia senza dover svuotare il tutto. Hoover ha stimato che al suo interno ci sta fino a un litro di polvere. Di fatto quindi è pure più ampio dei serbatoi della concorrenza! Il sistema è molto furbo, perché effettivamente polvere, peli, capelli e detriti occupano più volume di quanto dovrebbero quando aspirati.

Hoover non ha diffuso molti dettagli riguardanti le specifiche tecniche nude e crude del motore. Sappiamo che è un motore brushless, ma non si parla di giri minuto o di potenza di aspirazione vera e propria. Un dato tecnico lo si legge su Amazon, anche se molto in piccolo: fino a 25 AW di potenza di aspirazione per 20 o più minuti di autonomia. Detta così fa quasi preoccupare, visto che si parla ultimamente di scope elettriche da 310 AW. In realtà Hoover specifica di aver misurato quel valore all'estremità del tubo, e sono sicuro al 100% che gli altri marchi (compresi quelli più blasonati) lo misurano direttamente all'imbocco del motore. Quindi, non preoccupatevi: la HF2 aspira bene, non all'altezza di modelli più pesanti e costosi, ma aspira. Ne riparliamo a breve. Sul sito è specificata in relazione al motore una potenza di 165W. Il sistema di filtraggio è definito "Single Cyclone Technology": lo spazio nel serbatoio è esiguo, e di conseguenza il sistema forma un ciclone unico che passa poi da un classico filtro HEPA. Prima ancora c'è un filtro metallico che blocca eventuali peli e capelli, oltre a detriti più grandi di vario genere.

Il display, come accennato, non c'è. L'autonomia residua quindi è segnalata da un sistema a 3 LED bianchi che dà solo una mera indicazione di quanto manca prima di rimanere a secco. Accanto ci sono il pulsante utile a variare la potenza di aspirazione e quello di accensione e spegnimento. C'è un'altra peculiarità da evidenziare: il manico che include questi LED e i pulsanti è in realtà la batteria della scopa elettrica! Se volete rimuoverla di fatto levate tutta la parte superiore. Sembra una sciocchezza, ma è l'ennesima caratteristica che migliora la compattezza del dispositivo.

A riguardo dell'aspirazione nuda e cruda abbiamo già speso qualche parola. La Hoover HF2 non se la cava affatto male, aspirando senza problemi polvere, peli, capelli, briciole, sassi della lettiera e altri detriti più o meno grandi. Per garantire un'autonomia sufficiente a coprire un appartamento di un centinaio di metri quadri è meglio usarla in modalità standard, ma alternativamente ci sono anche le modalità Eco e Turbo. Quest'ultima torna utile per i tessili in combinazione con la Mini Turbo Spazzola, soprattutto se avete animali domestici (che poi è il target di questa variante). Come accennato, la spazzola mini può essere attaccata anche in cima al tubo per pulire i tappeti facendo meno fatica.

Torniamo alle performance su pavimento. Giusto per fare un paragone, dopo aver pulito la casa con la HF2 sono tornato sui miei passi con un Dyson V15s Detect, e non si notava sporco residuo ancora da aspirare. È pur vero, come già detto, che la luce laser della spazzola Fluffy Optical di Dyson illumina meglio il pavimento, evidenziando anche le particelle più piccole. La doppia testina LED della HF2 fa tantissima luce, ma è luce bianca e non a filo pavimento.

I test, giusto per dovere di cronaca, sono stati effettuati in un appartamento di cento metri quadri circa con pavimenti misti: laminato, gres porcellanato e tappeti in vinile. In casa transitano 3 gatti, una bambina piccola, due adulti e vari nonni che si alternano durante la settimana. La spazzola con rullo morbido si comporta bene su tutte le superfici, e la HF2 non si fa problemi ad aspirare ciocche di pelo di gatto, sassi della lettiera in abbondanza, croccantini e simili. Buone, ma non perfette, le performance lungo i bordi. Se trovate un detrito molto, molto attaccato al bordo potreste avere qualche difficoltà ad aspirarlo, a meno di non passarci di lato.

La manovrabilità, come avrete intuito da quanto vi ho già detto, è una vera bomba. Il corpo motore arriva a stento a 1,3 kg. Tutta montata la HF2 arriva a circa 2,1 kg. Ci sono scope elettriche il cui solo motore pesa anche 2,5 kg. La forma allungata, il serbatoio più piccolo e in generale tutta la struttura la rendono appunto snella e veloce. La spazzola a rullo morbido incrementa ancora di più questa sensazione di leggerezza e scorrevolezza, tanto da dovervi limitare nella forza che applicate durante lo spostamento per farla andare dove volete voi. Anche lo snodo della spazzola è ottimo, e vi permette rotazioni strette, inclinazioni estreme e manovre che non con tutte le scope elettriche è possibile fare. Zero fatica per pulire casa insomma, quanto basta per convincere alcuni potenziali clienti.

L'impugnatura, come accennato, è di fatto la batteria che alimenta il tutto. Si afferra bene, e la presa è salda anche quando si rivolge la scopa verso l'alto per pulire soffitti e punti lontani. Non c'è grilletto, quindi non si preme nulla per sbaglio durante la pulizia.

A livello di rumore non è tra le più silenziose, ma siamo in linea con tanti altri modelli. Misurando all'altezza delle orecchie con il motore acceso, a potenza minima siamo intorno ai 57 dB, a potenza standard a 60 dB e in modalità Turbo fra i 62 e i 65 dB.

La batteria removibile è da 2.500 mAh, in linea con prodotti nella stessa fascia di prezzo (come la P13 di Proscenic). Potete staccarla e ricaricarla senza che sia connessa alla scopa elettrica. Teoricamente quindi potreste comprare una batteria extra in modo da averne una carica di riserva da usare in caso di necessità. Teoricamente, visto che al momento non è in vendita. Se però acquistate una HF2 prima del 31 luglio e la registrate sul sito ufficiale qui, potete ricevere una batteria extra in regalo del valore di 69,99€. E l'autonomia a quanto ammonta? In modalità Eco arrivate fino a 40 minuti (o poco più), ma tanto vale darsi da fare in modalità Standard e pulire tutta la casa. Diciamo che, dai nostri test, siamo fra i 20 e i 25 minuti. Sono sempre stati sufficienti ad aspirare il pavimento di tutta la casa con un avanzo sufficiente a pulire il letto con la Mini Turbo Spazzola. Anche in questo caso, non sono valori per cui stracciarsi le vesti, ma sono in linea con altri modelli dal costo simile. Considerato però quanto è piccola la scopa elettrica e come è ingegnerizzata la batteria non c'è molto di cui lamentarsi. In modalità Turbo l'autonomia scende a 10 minuti. Il tempo di ricarica per portare la batteria al 100% è pari a 3,5 ore.

Il serbatoio è uno dei fiori all'occhiello. Di base non ospiterebbe molto, ma basta una "stantuffata" e si libera spazio per continuare. In realtà difficilmente riuscirete ad aspirare un litro di polvere in una volta sola (a meno di non pulire una casa chiusa da un anno). Di conseguenza il meccanismo vi tornerà utile per rimandare lo svuotamento del serbatoio a un'altra volta. Letteralmente un problema per il futuro voi! Comunque grazie a questa "genialata" rischia di ospitare anche più sporco delle scope elettriche più grandi.

Veniamo alla manutenzione. Non essendo una scopa ciclonica "tradizionale" (è a singolo ciclone), la HF2 ha una routine di manutenzione un po' diversa. Sul serbatoio c'è un'etichetta che spiega cosa fare: si spinge il meccanismo per pressare il serbatoio, si apre lo sportello del serbatoio e si sfila un filtro multistadio piuttosto grande da lavare con acqua. Qui si notano un primo stadio in plastica, che poi è quello che si occupa della formazione del ciclone, e una estremità con filtro HEPA. Ovviamente se lavato prima di usarlo dovete attendere le canoniche 24 ore. Non ci sono però altri filtri (HEPA, in spugna o simili) da sostituire, e anche il filtro dell'aria in uscita non è raggiungibile se non smontando del tutto la scopa elettrica, cosa che fra l'altro potrebbe invalidare la garanzia. Ci sarebbe anche il filtro a maglie metalliche: lo si nota all'interno del serbatoio, ed è quello che circonda la sezione in plastica estraibile a cui facevamo cenno prima.

Le due spazzole possono essere smontate e pulite. In quella da pavimento si ripresenta purtroppo lo stesso problema che accomuna la stragrande maggioranza di questa tipologia di spazzole. Per la messa in movimento, oltre al rullo principale in rotazione, ci sono 4 ruote piccole con la classica staffettina di metallo nel mezzo. Hoover, a differenza di altri brand, ha dotato uno dei fianchi di queste ruote di un cuscinetto in schiuma che in parte la protegge dall'accumulo di peli e capelli, ma comunque con il tempo lo sporco tenderà ad accumularsi lì, e di conseguenza dovrete avere un po' di pazienza nel pulirle per mantenere buona la scorrevolezza della scopa.

Purtroppo al momento è difficile parlare di ricambi. Sul sito ufficiale non sembra essercene traccia, e anche su Amazon non si trovano. C'è anche da dire che la scopa elettrica è appena arrivata sul mercato, e giusto per farvi capire che Hoover ha intenzioni sufficientemente serie a riguardo, sappiate che sulla HF2 ci sono 3 anni di garanzia invece dei canonici 2. Per attivarli dovete registrarvi sull'apposito sito ufficiale (qui) entro 30 giorni dalla data di acquisto. I ricambi insomma ci sono e, probabilmente, ci saranno ben presto anche in vendita.

E a livello di materiali? Le plastiche sono di buona qualità, e il tubo in metallo garantisce sufficientemente rigidità al tutto. Ci sono delle sezioni un po' più delicate, ma i connettori (fra tubo, accessori e motore) sono solidissimi. Leggera e maneggevole sì, ma non per questo delicatissima.

Il prezzo di listino della variante Pets, quella che include la Mini Turbo Spazzola, ammonta a 249€. Su Amazon la trovate anche a meno, ma non è né venduta né spedita da Amazon.

La trovate in vendita anche sull'Hoover Shop online, oltre che nei negozi fisici di varie catene sparsi un po' in tutta Italia. Se non vi interessa la Mini Turbo Spazzola, che comunque è utile anche se non avete animali domestici, la trovate a 199€ venduta e spedita da Amazon.

Considerato che state acquistando un prodotto di un brand famoso dotato di 3 anni di garanzia e di soluzioni uniche pensate per renderla leggera e maneggevole non ci sembra un prezzo alto, anzi, tutt'altro.

Il sample per questa recensione è stato fornito da Hoover, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

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Chrome non rivoluzionerà più la privacy sul web: il discutibile dietrofront di Google

Wed, 07/24/2024 - 13:23

C'erano una volta i cookie. I "biscottini" sono da sempre uno dei tasselli sui quali si basano tantissimi servizi online, nonché una comodità per l'utente finale (fermo restando che potete sempre cancellarli in caso di problemi).

In questi piccoli file di testo vengono salvate un sacco di informazioni utili alla navigazione, ad esempio le preferenze che abbiamo impostato su un certo sito, oppure permettono di rimanere loggati a certi servizi tra una sessione e l'altra, senza dover inserire la password ogni volta; o ancora, vengono usati per il tracciamento pubblicitario, in particolare con i così detti cookie di terze parti (quelli installati da siti diversi da quello che stai visitando, spesso a scopi pubblicitari o di analisi.), magari per proporre all'utente avvisi mirati.

Ebbene, ormai da tempo Google ha avviato un piano per bandire quest'ultimo tipo di cookie da Chrome, ma quel piano sembra ormai naufragato. La domanda a questo punto sorge spontanea: è un bene, o un male?

L'idea che Google stava inseguendo da anni (già dal 2019) ha un nome: privacy sandbox. Una sandbox, in informatica, è in pratica un ambiente isolato, nel quale è possibile eseguire del codice, senza influenzare il sistema operativo o le altre applicazioni.

L'intento di Google era infatti quello di coniugare meglio la privacy degli utenti durante la navigazione con la possibilità per i siti web di mostrare annunci pubblicitari mirati, senza dipendere dai cookie di terze parti e da altre tecnologie di tracciamento.

In breve, gli utenti dovevano essere divisi in "coorti", cioè in gruppi con interessi simili, anziché tracciare il singolo individuo. In questo modo gli inserzionisti avrebbero comunque potuto mostrare pubblicità pertinenti, ma senza conoscere esattamente l'attività di ciascun utente.

Per un molti anni lo sviluppo di questo progetto è andato avanti, tra alti e bassi. Nel 2023 Privacy Sandbox è arrivata anche su Android, ma le ultime dichiarazioni di Google fanno chiaramente intendere che sia successo qualcosa, e il futuro immediato non sarà più quello descritto finora.

Al contrario di Safari e Firefox, che bloccano i cookie di terze parti per impostazione predefinita, Chrome chiederà agli utenti di prendere una decisione informata. Un po' com'è recentemente successo per la scelta del motore di ricerca, sarà il browser a dire agli utenti: vuoi usare i cookie di terze parti, o no?

Il navigante "distratto" tende a rispondere subito sì a richieste di questo tipo, quindi è probabile che in molti acconsentiranno, ma è anche vero che difficilmente dopo una simile richiesta il numero di utilizzatori di cookie di terze parti salirà; anzi, è molto più probabile che diminuisca.

Quello che lascia perplessi è che Privacy Sandbox non sembra più parte dell'equazione, non è cioè l'alternativa proposta a chi voglia fare a meno dei famigerati cookie di terze parti, in barba a tutti i proclami sulla privacy fatti negli ultimi anni. Di fatto Chrome non sta abbandonando i cookie di terze parti, sta solo chiedendo ai suoi utenti se vogliono farlo loro.

Google afferma comunque che continuerà a supportare le API di Privacy Sandbox, e che offrirà uno strumento di protezione dell'IP come parte della modalità incognito di Chrome. Ovviamente i più maliziosi pensano che ci siano degli interessi personali dietro a questa scelta, ovvero che Privacy Sandbox non fosse remunerativo quanto i classici cookie. Del resto non sarebbe la prima volta che un servizio di Google viene "piegato" a logiche monetarie, e probabilmente non sarà nemmeno l'ultima.

Al netto di tutto quello che abbiamo visto finora, Chrome è e resterà (nell'immediato futuro) il browser più usato al mondo. Ecco quindi alcune guide che consigliamo di leggere a tutti i suoi utenti.

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Xiaomi Mix Flip arriva in Europa e sfida Flip 6 anche sul prezzo (ma potrebbe perdere)

Wed, 07/24/2024 - 12:09

Il mercato dei pieghevoli si sta facendo sempre più interessante, e non solo grazie a Samsung. In questo panorama troviamo molto attiva anche Xiaomi, e non solo per quanto riguarda il mercato cinese. Xiaomi Mix Flip sarebbe infatti in arrivo in Europa, e abbiamo modo di conoscere il prezzo di lancio.

Xiaomi Mix Flip è uno dei due nuovi pieghevoli che la casa cinese ha appena ufficializzato. Stando agli ultimi rumor emersi online, sembra praticamente certo che questo nuovo pieghevole arriverà in Europa.

Il parallelo tra Xiaomi Mix Flip e Galaxy Z Flip 6 è molto facile da fare. Si tratta infatti di due pieghevoli a conchiglia, un formato che Samsung è stata tra le prime a lanciare sul mercato. Ma a quanto pare non si tratterà solo di design.

Durante la presentazione tenuta per il mercato cinese, abbiamo visto Xiaomi Mix Flip arrivare con una scheda tecnica di tutto rispetto, forse più simile a quella del fratello maggiore Xiaomi Mix Fold 4 rispetto a quanto abbiamo visto da Flip 6 e Fold 6.

Gli ultimi rumor emersi online parlano del debutto di Xiaomi Mix Flip al di fuori della Cina. Sembra infatti che il pieghevole arriverà ufficialmente in Europa, a un prezzo che dovrebbe aggirarsi attorno ai 1.300 euro.

Si tratta di una cifra molto vicina ai 1.279 euro di debutto di Galaxy Z Flip 6 in Italia. Il pieghevole a conchiglia di Samsung è arrivato a questo prezzo nella variante base, mentre la versione 12/512GB costa 1.399 euro.

Capiamo quindi che il Mix Flip di Xiaomi sarà un'alternativa al Flip 6 di Samsung anche per quanto riguarda il prezzo sul mercato. Secondo le informazioni emerse online, il debutto di Xiaomi Mix Flip dovrebbe arrivare da subito in cinque mercati principali dell'Europa centrale, e questo ci fa ben sperare per un debutto lampo anche in Italia. Anche considerando l'attenzione di Xiaomi verso il mercato italiano.

Riguardo le specifiche tecniche, vi ricordiamo che Xiaomi Mix Flip ha lo stesso processore del fratello maggiore Mix Fold 4, lo Snapdragon 8 Gen 3. Il display pieghevole interno è un pannello OLED da 6,86" con una luminosità di picco di 3.000 nit e refresh rate fino a 120 Hz. Il comparto fotografico è formato da un sensore principale da 50 MP, un teleobiettivo 2x e un sensore anteriore da 32 MP, il tutto sviluppato in collaborazione con Leica.

In attesa dell'ufficializzazione del suo debutto in Europa, vi lasciamo qualche nuova immagine del dispositivo dal vivo condivisa da GSMArena.

Se invece dei pieghevoli, il vostro interesse principale in uno smartphone è il comparto fotografico, allora vi suggeriamo di approfondire con le nostre raccolte dei migliori cameraphone che trovate qui sotto:

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Com'è Pixel 9 Pro XL vicino a Pixel 8 Pro? Un video toglie ogni dubbio

Wed, 07/24/2024 - 11:59

Mancano quasi tre settimane al lancio dei nuovi Pixel 9, e ormai non si contano più le immagini e i video che li ritraggono dal vivo. L'ultimo mette a confronto Pixel 9 Pro XL con Pixel 8 Pro, rivelando che, nonostante l'etichetta XL, le dimensioni saranno molto simili.

Non perdiamo tempo e andiamo a vederli, ricordandovi di dare un'occhiata alla nostra selezione dei migliori telefoni Google

Non lasciarti ingannare dall'etichetta XL: Pixel 9 Pro XL, che verrà lanciato il 13 agosto insieme a Pixel 9, Pixel 9 Pro e Pixel 9 Pro Fold, non sarà molto diverso in termini di dimensioni dal Pixel 8 Pro dell'anno scorso.

A rivelarlo, il nuovo video di pixo_unpacking, che ha già messo a confronto Pixel 9 Pro XL con Pixel 9 e Galaxy S24 Ultra, oltre a Pixel 9 con Pixel 8

Questo può essere un bene o un male, a seconda delle preferenze personali, ma toglie ogni dubbio dopo che un video su YouTube aveva messo a confronto Pixel 9 Pro XL con Pixel 3 XL. Per molti osservatori, Pixel 9 Pro XL sembrava più grande di Pixel 8 Pro

Per quanto riguarda il design, invece, offre un taglio piuttosto netto con il passato pur mantenendo uno stile riconoscibile. Sensazione accentuata dal vederli uno accanto all'altro nella stessa colorazione nero opaco. 

I bordi curvi di Pixel 8 Pro contrastano nettamente con i bordi piatti di Pixel 9 Pro XL, così come gli angoli, che in quest'ultimo sono molto più arrotondati. Ovviamente il pezzo forte è il nuovo blocco fotocamere, ora a isola e che non si fonde più con i bordi del telefono.

Mentre aspetti l'uscita dei nuovi Pixel, perché non leggi una delle nostre guide sui dispositivi Android? Magari scoprirai qualche trucco che ti faciliterà la vita!

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Ecco come pagare le multe con l'app IO: semplice, veloce e (quasi) indolore

Wed, 07/24/2024 - 11:29

Lanciata nel 2019 con l'obbiettivo di interagire facilmente con le Pubbliche Amministrazioni locali e nazionali, IO è un'app per dispositivi mobili gestita da PagoPA.

Per "interagire" intendiamo non solo la possibilità di ricevere messaggi personalizzati, come comunicazioni o avvisi, ma anche di effettuare pagamenti, come bolli e persino multe. Vediamo quindi come vedere e pagare le multe con app IO, perché l'app gratuita, a cui si accede tramite SPID o CIE, porta direttamente nelle tue mani i servizi della Pubblica Amministrazione. 

Grazie infatti agli strumenti dell'app, potrete non solo pagare bolli, tributi e multe in formato digitale, ma anche scansionare qualsiasi avviso cartaceo inquadrando il codice QR relativo. 

IO è un'app open source la cui storia è iniziata nel 2018, quando Diego Piacentini (ex manager Apple e Amazon) ha guidato il Team per la Trasformazione Digitale per lo sviluppo di una soluzione che consentisse ai cittadini di interagire più facilmente con la Pubblica Amministrazione.

L'app, lanciata nel 2019 in fase di test e rilasciata al pubblico nel 2020, raccoglie tutti i servizi, comunicazioni, pagamenti e documenti delle diverse Pubbliche Amministrazioni.

IO permette di ricevere una serie di comunicazioni da parte degli enti pubblici, come avvisi di scadenze (della carta d'identità, del Pass ZTL o della domanda di iscrizione all'asilo), avvisi di pagamento (come TARI, Multe o Servizi scolastici), e notifiche (come Allerta Italia, Protezione Civile, passaggio in zona ZTL o nuovi documenti disponibili).

A breve, sarà anche possibile consultare documenti come certificati, ricevute o pratiche amministrative. 

Non solo, ma l'app consente anche di accedere a iniziative istituzionali come il Cashback di Stato, e, come vedremo a breve, di pagare direttamente servizi e tributi (come bollo auto, multe, mensa scolastica).

All'app si accede tramite SPID o CIE, ed è possibile attivare il riconoscimento biometrico (impronta, Touch ID o Face ID) per un più facile accesso.

Una volta al suo interno, troverai cinque schede in basso: Messaggi, Portafoglio, Pagamenti, Servizi e Profilo. Messaggi consente di vedere le comunicazioni delle Pubbliche Amministrazioni, mentre Portafoglio consente il pagamento di multe o tasse.

Pagamenti è una nuova sezione, lanciata il 16 luglio 2024, che insieme al rinnovamento della sezione Portafoglio consente di mostrare più facilmente le ricevute pagoPA.

Servizi consente di consultare i servizi, nazionali e locali, a cui è possibile accedere, e Profilo permette di consultare i propri dati, come il codice fiscale, gestire le opzioni di sicurezza per l'accesso e le preferenze relative a notifiche e altro. 

Una delle funzionalità più importanti dell'app IO è la possibilità di ricevere una notifica quando si riceve una multa. Per sfruttare il servizio, assicurati di aver attivato la ricezione di notifiche dall'app, cosa che puoi fare avviando l'app e autenticandoti, poi tocca l'icona Profilo in basso a destra. 

A questo punto tocca la voce Preferenze e poi quella Notifiche push. Attiva il pulsante di fianco a Mostra anteprime e, se vuoi essere sicuro di non perdere eventuali messaggi non letti, attiva l'interruttore di fianco a Consenti promemoria

Volendo, puoi anche attivare la ricezione di email per inoltrare i messaggi anche al tuo indirizzo di posta elettronica. Per farlo, torna indietro e dalla pagina Profilo tocca Inoltro dei messaggi via email, poi metti la spunta di fianco ad Abilita per tutti i servizi attivi.

Assicurati poi che il tuo telefono consenta le notifiche dall'app. Per iPhone, vai nelle Impostazioni, tocca Notifiche e poi IO. Adesso in alto attiva l'interruttore di fianco a Consenti notifiche.

Per Android, entra nelle Impostazioni, tocca App e poi Tutte le app. Tocca IO e poi Notifiche. Attiva l'interruttore di fianco a Tutte le notifiche di IO

A questo punto, quando riceverai una multa ti verrà notificata direttamente dall'app IO, e potrai effettuare il pagamento dall'app, come vedremo nel capitolo successivo, con una riduzione del 30% sulla somma da corrispondere. 

Come ogni messaggio, gli avvisi per le multe saranno disponibili nella sezione Messaggi dell'app, che puoi trovare toccando la scheda omonima, la prima in basso a sinistra dalla schermata iniziale dell'app IO.

Tocca la notifica relativa alla multa e vedrai tutti i dettagli relativi, tra cui la possibilità di pagarla.

Volendo puoi attivare il servizio Send, un sistema di notifiche digitali lanciato nel 2023 che consente di ricevere direttamente sulla propria PEC qualunque raccomandata dalle Pubbliche Amministrazioni, tra cui le multe. 

Attivando Send in app IO, tutte queste missive verranno notificate all'interno dell'app IO, rendendo lo strumento il centro di tutte le comunicazioni dalle Pubbliche Amministrazioni. 

Per attivare Send bisogna andare a questo indirizzo, effettuare l'accesso e registrare la propria PEC. Ora basta andare su app IO, toccare Servizi in basso a destra, poi Send - Notifiche digitali in alto. Nella schermata successiva, tocca in basso Attiva il servizio

Con IO, puoi effettuare pagamenti verso tutti gli Enti aderenti alla piattaforma PagoPA, con la possibilità di scegliere il gestore della transazione (PSP) più conveniente.

Nella sezione Portafoglio, puoi salvare i tuoi metodi di pagamento preferiti e usarli tutte le volte che vuoi, e avrai sempre a disposizione lo storico delle operazioni, oltre alla sezione Pagamenti che mostrerà tutte le ricevute PagoPA.

Per pagare le multe con app IO hai due opzioni: inquadrando il codice QR della multa in formato cartaceo o direttamente nell'app. Prima di tutto, se lo desideri, puoi aggiungere al portafoglio un metodo di pagamento predefinito. 

Tocca Portafoglio e seleziona Metodi di pagamento. Ora tocca Carta di credito o di debito per aggiungere una carta o tocca PayPal pagamento veloce per aggiungere l'account PayPal.

In questo caso, potrai scegliere il gestore di pagamenti, a seconda di quello che chiede una commissione più bassa. Al momento sono disponibili solo Intesa Sanpaolo e Mooney, che chiedono entrambi 1,50 euro per transazione. 

Ora, per pagare una multa in formato cartaceo, tocca la sezione Pagamenti e seleziona il pulsante blu Paga un avviso. Concedi l'accesso alla fotocamera del telefono e inquadra il codice QR. In alternativa, tocca in basso Carica, per caricare un'immagine del bollettino, o Digita, per digitare direttamente il codice di avviso che trovi vicino al codice QR. 

In alternativa, puoi pagare una multa ricevuta sull'app, oltre a tutti gli altri tributi, se avete attivato Send. Quando arriva un messaggio, tocca la notifica o vai su Messaggi in basso a destra nella schermata iniziale dell'app, per poi toccare la multa.

Qui troverai il pagamento da effettuare, oltre a eventuali allegati che si possono scaricare. Per pagare direttamente la multa con PagoPA, basta toccare il pulsante blu relativo e seguire le istruzioni a schermo. 

In fase di pagamento, puoi usare un metodo preimpostato nel Portafoglio, oppure inserire un metodo di pagamento direttamente. Nel momento in cui scriviamo, la rateizzazione di PayPal che consente di pagare un tributo in tre rate non è ancora attiva su app IO, ma dovrebbe esserlo a breve. 

L'app IO fornisce una ricevuta per ogni pagamento effettuato con PagoPA, ricevuta che puoi vedere nella sezione Pagamenti dell'app. Quindi se non ricordai se hai pagato o meno una multa, puoi semplicemente recarvi qui, dove troverai le ricevute di pagamento. Confrontale con i messaggi ricevuti nella sezione Messaggi e saprai se avete pagato o meno una multa o un bollo. 

In alternativa, puoi andare direttamente sul sito dell'Agenzia delle Entrate Riscossione, a cui puoi accedere con SPID, CIE o Carta Nazionale dei Servizi.

Per procedere, vai da browser a questo indirizzo e seleziona il metodo di accesso che preferisci tra quelli disponibili. Una volta effettuato l'accesso, clicca sul pulsante Situazione debitoria — consulta e paga.

Qui vedrai eventuali multe non pagate, mentre se sotto Provincia/e con presenza di documenti vedi la scritta Nessun debito per questo codice fiscale, significa che non hai multe non pagate.

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Nuovo chip, fotocamera e funzioni AI: ecco Nubia Z60 Ultra Leading Version e Nubia Z60S Pro

Wed, 07/24/2024 - 11:05

Nubia ha appena presentato i suoi nuovi top di gamma, Nubia Z60 Ultra Leading Version, una versione leggermente migliorata dell'ottimo Z60 Ultra che abbiamo provato a inizio 2024, e Nubia Z60S Pro, non troppo diverso dal Nubia Z50S Pro ma con migliorie nel comparto fotografico. 

Tutti e due, comunque, offrono un nuovo sensore per la fotocamera principale e la nuova suite di servizi di intelligenza artificiale di Nubia: andiamo a scoprirli.

Caratteristiche tecniche
  • Schermo: 6,8" AMOLED FHD+ (2.480 x 1.116 pixel) con refresh rate a 120 Hz e con 400 PPI
  • CPU: Qualcomm Snapdragon 8 Gen 3 (un core Cortex-X4 a 3.4 GHz + cinque core Cortex-A720 a 3.2 GHz + due core Cortex-A520 a 2.3 GHz)
  • GPU: Adreno 750 1 GHz
  • RAM: 8/12/16 GB LPDDR5X
  • Memoria interna: 256 GB/512 GB / 1 TB UFS 4.0
  • Fotocamere posteriori:
    • Principale: 50 MP IMX906 1/1.56, f/1.59 con OIS e Autofocus Laser, lunghezza focale di 35 mm
    • Grandangolare: 50 MP OV50E 1/1.55, f/1.8 con OIS, lunghezza focale di 18 mm
    • Periscopica: 64 MP OV64B, f/3.3 con OIS e zoom ottico 3.3x, lunghezza focale di 85 mm
  • Fotocamera frontale: 12 MP, sotto il display
  • Connettività: Dual SIM 5G, Wi-Fi 7, Bluetooth 5.4 (A2DP, LE), GPS:L1+L2+L5, Beidou:B1C+B1I+B2a+B2b,Galileo E1+E5a, GLONASS G1+G5, QZSS L1+L5, A-GPS
  • Sistema operativo: Android 14 con MyOS 14.5
  • Dimensioni: 163.98 x 76.3 5 x 8.78mm
  • Peso: 246 g
  • Batteria: 6.000 mAh con ricarica rapida cablata a 80W
  • Sicurezza: lettore di impronte digitali sotto al display
  • Certificazione: IP68

Il grande cambiamento sulla Z60 Ultra Leading Version è il chip Snapdragon 8 Gen 3 con un core CPU Cortex-X4 con clock più alto, 3,4 GHz invece di 3,3 GHz, e GPU potenziata a 1 GHz.

Nubia afferma che il SoC aggiornato arriva a 73 TOPS e aiuterà Z60 Ultra nelle attività di intelligenza artificiale sul dispositivo, con la possibilità di eseguire modelli con un massimo di dieci miliardi di parametri.

Lo schermo è lo stesso pannello AMOLED da 6,8 pollici (FHD+ 120Hz) del predecessore, con la stessa fotocamera sotto allo schermo (UDC) da 12 MP ma un algoritmo migliorato per una maggiore luminosità (Front Camera Enhancement Algorithm 6.0 ).

La fotocamera posteriore principale da 35 mm è stata aggiornata con il nuovo sensore IMX906, mentre tutte e tre le fotocamere ora possono avvantaggiarsi della suite IA NeoVision AI Photography System 2.0.

La batteria è sempre la stessa unità da 6.000 mAh con ricarica via cavo da 80 W, con tanto di tecnologia AI "Zero" power consumption 2.0, che garantisce una maggiore autonomia.

Lato software, abbiamo Android 14 con MyOS 14.5. 

Disponibilità e prezzi

Nubia Z60 Ultra Leading Version è disponibile in preordine (le consegne sono previste per la terza settimana di agosto) nei colori Black e Silver ai seguenti prezzi:

  • 8 GB / 256 GB: 729 euro
  • 12 GB / 256 GB: 779 euro
  • 16 GB / 512 GB: 879 euro
  • 16 GB / 1 TB: 979 euro

Nella confezione, trovi il telefono, caricatore, cavo, pellicola e cover trasparente. Tutte le informazioni sul sito di Nubia.

Caratteristiche tecniche
  • Display: AMOLED da 6,78 pollici, risoluzione Full HD+ (2.800 x 1.260 pixel, densità 452 ppi), refresh rate fino a 120 Hz, copertura 100% gamma cromatica DCI-P3
  • Processore: Qualcomm Snapdragon 8 Gen 2, processo produttivo a 4 nm, octa core da 3,36 GHz
  • GPU: Adreno 740, raffreddamento a camera di vapore da 4,233 mm²
  • RAM: 12 / 16 GB LPDDR5x
  • Storage interno: 256 / 512 GB / 1 TB UFS 4.0
  • Fotocamera posteriore:
    • Principale: 50 megapixel IMX906 da 1/1.56 pollici, focale equivalente da 35 mm, struttura lenti 1G+6P, apertura f/1.59, stabilizzatore ottico dell'immagine (OIS)
    • Grandangolo: 50 megapixel OV50D, focale equivalente 13 mm (0,4x), FOV 125°, apertura f/2.0, macro con messa a fuoco fino a 2,5 cm
    • Teleobiettivo: 8 megapixel Hynix847, focale equivalente 80 mm (zoom ottico 2,3x), apertura f/2.4, stabilizzatore ottico dell'immagine (OIS)
  • Fotocamera anteriore: 16 megapixel
  • Connettività: Dual SIM 5G, Wi-Fi 6 ax, Bluetooth 5.3 LE, GPS dual band, Glonass, BDS, Galileo, QZSS, NFC, USB-C, modulo infrarossi
  • Audio: DTS HD sound, stereo speaker
  • Sicurezza: sensore d'impronte digitali sotto al display
  • Sistema operativo: MyOS 14.5
  • Batteria: 5.100 mAh, ricarica rapida a 80W
  • Dimensioni: 163.63 x 75.98 x 8.7mm
  • Peso: 220 grammi
  • Colorazioni: Black/Aqua/White
  • Accessori: in confezione sono inclusi case protettivo e caricatore rapido

Z60S Pro è il successore diretto dello Z50S Pro dello scorso anno e mantiene tutte le specifiche chiave con alcune piccole modifiche. La novità maggiore riguarda la fotocamera principale da 35 mm che presenta un sensore più grande (lo stesso di Z60 Ultra Leading Version).

Oltre alle funzioni IA NeoVision AI Photography System 2.0, Nubia ha anche portato funzioni di intelligenza artificiale come Magic Eraser, Sky e Blur, insieme a un formato cinematografico ultra-wide 65:24 e filigrane personalizzate

Per quanto riguarda la fotografia notturna, troviamo dodici algoritmi di cielo stellato e Galaxy Night Scene Mode.

Tutto il resto non cambia, così come la batteria da 5.100 mAh con ricarica a 80W e algoritmo AI 'Zero' Power Consumption 2.0 per aumentare l'autonomia. L'altra novità sono i colori: ora il telefono è disponibile in Black, Aqua e White.

Disponibilità e prezzi

Nubia Z60S Pro è disponibile in preordine (le consegne sono previste per la terza settimana di agosto) ai seguenti prezzi:

  • 12 GB / 256 GB: 669 euro
  • 12 GB / 512 GB: 769 euro
  • 16 GB / 1 TB: 869 euro

Nella confezione, trovi il telefono, caricatore, cavo, pellicola e cover trasparente. Tutte le informazioni sul sito di Nubia.

Se il mondo Android è la tua passione, ecco alcuni approfondimenti che potrebbero fare al caso tuo.

L'articolo Nuovo chip, fotocamera e funzioni AI: ecco Nubia Z60 Ultra Leading Version e Nubia Z60S Pro sembra essere il primo su Smartworld.

Recensione EPOMAKER EK98: si può essere compatti anche con il tastierino

Wed, 07/24/2024 - 10:30

Abbastanza classica l'esperienza di apertura delle confezione che racchiude la EPOMAKER EK98. Troviamo infatti subito la tastiera stessa e il manuale d'uso, mentre il cartone presenta un rialzo che, se sollevato, mostra il cavo USB di tipo USB-A a USB-C, che è bianco e staccabile, insieme ad uno strumento per la rimozione di switch meccanici e copritasto, ed una bustina con 3 switch di ricambio.

  • Layout: USA (ANSI) 1800 Layout, 97 tasti
  • Tipo di switch: Hot-swappable, personalizzabile
  • Caratteristiche degli switch: Variabile a seconda del modello (Zebra, Peace Lily e Mulan)
  • Illuminazione: RGB personalizzabile con effetti
  • Dimensioni: 381 mm (larghezza) x 144 mm (profondità) x 40 mm (altezza)
  • Peso: 910 g
  • Polling rate: 1.000 Hz (USB-C, 2.4 GHz) / 125 Hz (Bluetooth)
  • Anti-ghosting: Sì, con N-key rollover
  • Tasti FN:
  • Tasti multimediali: Attivabili con tasto FN
  • Tasti macro: Programmabili tramite software
  • Connessione: Tripla modalità: 2.4 GHz, Bluetooth, USB-C
  • Compatibilità: Windows, Mac, Linux, dispositivi mobili
  • Batteria: 3.000 mAh

 

La EPOMAKER EK98 è una tastiera meccanica hot-swappable con layout compatto 1800 (97 tasti), che riesce a includere la fila di tasti funzione e i tasti direzionali, oltre a 1.000 Hz di pooling rate in modalità cablata o Wi-Fi, scendendo a 125 Hz in Bluetooth. 

Mancano alcuni pulsanti come Print, a cui la tastiera pone rimedio con le macro già integrate con la pressione del tasto Fn, ma fa capolino il tastierino numerico, solitamente grande assente. A proposito: il manuale di istruzioni riporta una tabella con tutte le macro già programmate, come i controlli multimediali.

Il layout è ANSI con tasti USA, quindi differente dal nostro (ISO), mentre il tasto Invio è allungato e privo della sua classica forma a L rovesciata, e la u accentata (ù). Se si utilizza il layout ITA sul sistema operativo in uso, è il tasto leggermente allungato posto subito sopra Invio. Non c'è il tasto per le parentesi angolari a sinistra, e di conseguenza lo Shift sinistro è più lungo. Il profilo poi è il classico CHERRY, quello più diffuso al mondo, nonché molto comodo nella digitazione. 

Il montaggio a guarnizione (gasket mount) e l'inclusione di una schiuma sandwich in lattice migliorano il suono della tastiera, riducendo le risonanze e offrendo un profilo sonoro pulito. La versione arrivata in redazione è quella con gli switch EPOMAKER Zebra, che sono appena leggermente meno rumorosi degli EPOMAKER Mulan (che avevamo provato nella Shadow-S). Questi ultimi sono tattili, il che significa che offrono un feedback fisico percepibile durante la pressione del tasto. D'altra parte, gli switch Zebra sono lineari, offrendo una pressione uniforme senza feedback tattile, oltre ad una forza di attuazione diversa (40g contro i 48 dei Mulan).

Non manca poi all'appello l'illuminazione RGB, della quale vi parlerò a breve. Prima, però, ascoltate pure il suono di digitazione mentre scriviamo queste esatte parole, presente nel player qui sotto.

L'estetica della EK98 è particolarmente piacevole, elegante e ben progettata, con tasti di colore crema che conferiscono un aspetto a metà strada tra l'elegante e la nostalgia. Alcuni tasti si distinguono per il loro colore unico, come il tasto "Esc" in rosso, il tasto accanto al "Caps Lock" con un simbolo "A" rosso e il tasto "B" in blu, aggiungendo un tocco di personalità alla tastiera. Inoltre, i tasti direzionali sono evidenziati in blu, facilitando la loro individuazione e uso.

La disposizione compatta dei tasti permette di avere tutte le funzionalità di una tastiera standard senza sacrificare lo spazio sulla scrivania. Ottimi poi i keycap stessi, realizzati in PBT di alta qualità, risultando resistenti all'usura, allo sbiadimento e alla lucentezza.

Come in altri modelli simili, poi, la retroilluminazione è poco più che un vezzo estetico, anche se non manca qualche funzione interessante, della quale vi parlerò nel paragrafo sull'autonomia. I copritasti non lasciano passare la luce dei LED sottostanti, rendendo la loro funzione puramente estetica. Risulta leggermente più brillante rispetto ad altri modelli grazie alla scelta dei colori, ma al buio è difficile distinguere i simboli sui tasti.

Tuttavia, è indubbiamente una tastiera solida, di quelle costruite con quell'attenzione ai dettagli che sono i modelli di alta fattura riescono a dare, grazie alla piastra in PC e alla schiuma in lattice che contribuiscono alla sensazione di ottima stabilità e un feedback tattile eccellente. La tastiera poi è dotata di doppi piedini che consentono di inclinarla, a scelta tra due livelli d'angolazione.

Passando alle prestazioni, la EPOMAKER EK98 si distingue anzitutto per la sua flessibilità di connessione. La possibilità di passare tra Bluetooth, wireless a 2.4 GHz e cavo USB-C offre indubbiamente una grande versatilità: il tutto è gestito dalla levetta, o meglio, dallo slider presente sulla sinistra della tastiera. 

Il supporto per l'anti-ghosting con N-key rollover assicura che ogni pressione dei tasti venga registrata correttamente, senza errori.

La capacità di sostituire i tasti (con 3 o 5 pin) è un altro punto di forza, permettendo di personalizzare l'esperienza di digitazione. Gli switch possono essere facilmente sostituiti per adattarsi alle preferenze individuali, che si tratti di feedback tattile cliccabile o di una sensazione lineare più liscia: non a caso, la stessa è venduta in tre versioni diverse, con 3 switch differenti.

La EPOMAKER EK98 non è compatibile con la web app gratuita VIA, a differenza di altri modelli EPOMAKER, poiché manca del file JSON necessario. Invece, l'azienda offre un software dedicato, EPOMAKER Driver: nonostante il nome possa trarre in inganno, questo programma non è un vero e proprio driver, bensì uno strumento per gestire macro, illuminazione e funzioni dei tasti. Disponibile solo in inglese, l'interfaccia del software è piuttosto raffazzonata e priva di alcune funzionalità utili, come la visualizzazione dell'autonomia della batteria. 

A livello di funzioni, poi, ci sono tutte quelle caratteristiche alle quali EPOMAKER riserva sempre una grande attenzione, dalla possibilità di sostituire i tasti grazie al PCB hot-swappable, sino alla triplice connessione, con pooling rate personalizzabile e valore massimo di 1.000 Hz in modalità wireless e cablata.

La batteria di 3.000 mAh non è la più capiente rispetto ad altri modelli di EPOMAKER: non a caso, la EK98 non riesce ad accompagnare per un'intera settimana lavorativa in modalità wireless e con retroilluminazione attiva, bensì per circa 30 ore, non proprio il meglio che abbia offerto l'azienda.

Almeno, vi è una funzionalità simpatica dell'autonomia rimanente con la retroilluminazione, una delle poche che ritengo davvero utili. Premendo FN + Invio, si illumineranno i LED dei tasti da 1 a 10, a seconda della percentuale di batteria residua della tastiera. Ad esempio, se si illuminano i primi 6 tasti, significa che la batteria è al 60% della sua capacità.

Per ottimizzare l'autonomia, è possibile spegnere la retroilluminazione premendo FN + Backspace, estendendo significativamente la durata della batteria. Peccato che il software dedicato non presenti parametri di standby per ottimizzare ulteriormente il risparmio energetico.

Al momento la EPOMAKER EK98 è acquistabile in tre versioni, cioè con gli switch ZebraPeace Lily e Mulan, sul sito ufficiale al prezzo di 83$, a cui dovete aggiungerci circa 18$ di tasse (per evitare la dogana) e spedizione in Italia. Al cambio attuale sarebbero circa 93€.

In alternativa si trova anche su Aliexpress, dove il prezzo è attualmente 97€, ma potreste sfruttare le promo stagionali tramite coupon che applicano uno sconto in base alla spesa sostenuta, così da risparmiare ulteriormente.

Preferite assemblarla da soli? Potete acquistare i vari pezzi direttamente su Amazon Italia.

Il sample per questa recensione è stato fornito da EPOMAKER, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

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Revolut protegge i suoi clienti da furti e borseggiatori: arriva una nuova e utile funzionalità

Wed, 07/24/2024 - 09:00

Revolut è una delle banche online più note anche in Italia, e questo deriva dalla sua semplicità di utilizzo e anche dalle promozioni che nel tempo sono arrivate. Ne parliamo perché Revolut ha appena lanciato una nuova funzionalità per proteggere i suoi clienti da furti e borseggiatori.

Stiamo parlando di Protezione del Patrimonio, una funzione che Revolut ha appena lanciato per proteggere al meglio i conti dei suoi clienti. Vediamo come funziona.

La novità appena lanciata da Revolut si chiama Protezione del Patrimonio e permette di proteggere nello specifico i fondi che i clienti accantonano all'interno dei Pocket nell'app Revolut.

In sintesi, questa funzione aiuterà a proteggere i clienti a cui è stato rubato il telefono sbloccato o a cui è stata compromessa la password o il riconoscimento facciale, e impedirà a ipotetici criminali di prelevare dai conti il denaro degli stessi clienti.

A differenza della maggior parte delle altre app bancarie, Revolut aggiunge un ulteriore livello di sicurezza proprio quando si tenterà di trasferire fondi dalla sezione Pocket. Non basterà quindi accedere all'app Revolut tramite autenticazione biometrica, che magari è stata compromessa in qualche maniera. Ma sarà necessario autenticarsi ulteriormente anche per accedere alla sezione Pocket.

Per attivare la funzione Protezione del Patrimonio basterà accedere alla sezione Sicurezza delle Impostazioni dell'app, oppure direttamente alla sezione Pocket. La verifica dell'identità verrà fatta in base al selfie-ID che ogni utente Revolut deve registrare alla prima configurazione dell'app.

Si tratta di una novità che chiaramente ha lo scopo di proteggere i clienti Revolut da eventuali furti, soprattutto per mezzo del furto dello smartphone sul quale sono sincronizzati tutti i dati bancari. Sebbene non sia di per sé semplice modificare le credenziali di accesso su Android e iPhone, a meno che il dispositivo non venga rubato da sbloccato.

La novità che abbiamo appena descritto dovrebbe essere già in fase di distribuzione per tutti i clienti Revolut, anche in Italia. Dovreste trovarla nella sezione Pocket o all'interno della sezione Sicurezza delle Impostazioni.

Per finire vi lasciamo una serie di guide utili per usare in maniera semplice tutti gli strumenti di Revolut:

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Meta lancia la sfida a GPT-4o: arriva Llama 3.1, e parla anche italiano

Wed, 07/24/2024 - 08:51

Centinaia di milioni di dollari di investimento si stanno finalmente concretizzando: dopo aver rilasciato Meta AI in aprile (non in Italia, ma puoi provarlo comunque seguendo le nostre indicazioni), ieri Meta ha lanciato Llama 3.1, il modello IA open source più grande sul mercato.

Scopriamo quali sono le sue caratteristiche, e perché Zuckerberg è convinto che nei prossimi mesi consentirà a Meta AI di superare ChatGPT per numero di utenti, senza scordarci la nuova funzione Imagine Me di Meta AI.

Llama 3.1 è un modello di intelligenza artificiale di grandi dimensioni la cui caratteristica principale è di essere open source, a differenza di rivali come GPT-4o di OpenAI o Claude 3.5 Sonnet di Anthropic. 

Ma non solo: è il più grande modello IA open source sul mercato, in grado veramente di competere con i modelli sopra nominati.

Allenato su oltre 16.000 GPU H100 di NVIDIA, un investimento che da solo vale centinaia di milioni di dollari, Llama 3.1 è dotato di una finestra di contesto fino a 128K, supporta otto lingue, tra cui l'italiano e, nella sua versione più grande, è dotato di 405 miliardi di parametri (per fare un confronto, Llama 3 ne ha "appena" 70 miliardi, nella sua versione più grande, e 8 miliardi in quella più piccola).

Un gigante, nel settore dell'IA, tanto che Mark Zuckerberg si è dichiarato convinto che nei prossimi mesi aiuterà a spingere l'utilizzo del chatbot Meta AI tanto da superare quello di ChatGPT con i suoi 100 milioni di utenti. 

Osservazioni forti, ma supportate dagli enormi investimenti e dai benchmark condivisi dall'azienda (da prendere quindi per quello che sono, in quanto proprietari). 

Come si vede, Llama 3.1 è in grado di superare in alcuni contesti GPT-4o e Claude 3.5 Sonnet, ma il grande vantaggio è che secondo Meta in produzione costa la metà dei modelli sopra menzionati, ed è open source. Inoltre Llama 3.1 è stato per la prima volta testato anche per la ricerca di potenziali casi d'uso biochimici e di sicurezza informatica.

Llama 3.1 è in grado di integrarsi con un'API del motore di ricerca per "recuperare informazioni da Internet in base a una query complessa e chiamare più strumenti in successione per completare le tue attività". Per esempio, si può fare una richiesta al modello, che recupererà i dati dal Web e potrà persino generare un codice Python, per poi eseguirlo.

Meta è convinta che Llama 3.1 darà il via a nuove applicazioni e paradigmi di modellazione, compresa la generazione di dati sintetici per consentire il miglioramento e la formazione di modelli più piccoli.

Una curiosità: avrai notato che dai paragoni manca Gemini. Stando a una dichiarazione fatta a The Verge, Meta non è riuscita a utilizzare le API di Google per replicare i suoi risultati, quindi non lo ha inserito nei confronti. 

Ma su cosa è allenato Llama 3.1? Questo è un punto piuttosto oscuro. L'azienda ha dichiarato di aver adottato una procedura iterativa post-allenamento, in cui ogni round utilizza la messa a punto supervisionata e l'ottimizzazione diretta delle preferenze. Questo avrebbe permesso di creare dati sintetici di altissima qualità per ogni round e migliorare le prestazioni di ogni capacità.

Per l'allenamento, però, non è stato rivelato che dati sono stati usati, il che è piuttosto comune per le aziende che creano modelli IA. Ormai è chiaro che Internet non basta più per allenare i modelli, e sempre più aziende si stanno rivolgendo ai dati sintetici (una delle possibili applicazioni di Llama 3.1). 

Secondo alcuni, però, si tratta di una tattica per ritardare l'inevitabile assalto di cause legali per la violazione dei copyright.

Al lancio, Zuckerberg ha spiegato perché questi enormi investimenti per un progetto open source: fondamentalmente, è convinto che questo in futuro consentirà di risparmiare miliardi di dollari. 

Secondo il fondatore di Facebook, i modelli di intelligenza artificiale open source supereranno i modelli proprietari, in modo non diverso da come Linux è diventato il sistema operativo open source che alimenta la maggior parte dei telefoni, server e dispositivi in commercio.

Zuckerberg fa il paragone con il suo Open Compute Project, il sistema dei data center di Meta, che secondo lui ha permesso di risparmiare all'azienda miliardi di dollari permettendo ad altre aziende di contribuire a migliorare e standardizzare il codice.

Lo stesso per i modelli IA, e per questo Llama 3.1 sarà un punto di svolta nel settore: da qui in avanti "la maggior parte degli sviluppatori inizierà a utilizzare principalmente l'open source".

Per spingere Llama 3.1, Meta sta lavorando con più di due dozzine di aziende, tra cui Microsoft, Amazon, Google, NVIDIA e Databricks, per aiutare gli sviluppatori a implementare le proprie versioni.

Llama 3.1 arriverà questa settimana su Meta AI, l'assistente AI di Meta. Llama 3.1 sarà accessibile per la prima volta tramite WhatsApp e il sito Web Meta AI negli Stati Uniti, seguito da Instagram e Facebook nelle prossime settimane.

Ricordiamo che al momento Meta AI non è ancora disponibile in Italia, ma puoi accedervi usando una VPN e impostando il server sugli Stati Uniti. 

Meta ha sottolineato che Llama 3.1 sarà disponibile gratuitamente, ma per un numero limitato (non è stato detto quante) di richieste, poi si passerà a Llama 3. 

In alternativa, è possibile scaricarlo da Hugging Face.

Nel frattempo, Zuckerberg ha annunciato sul suo canale WhatsApp una nuova funzione di Meta AI chiamata Imagine Me, che scansiona il tuo viso attraverso la fotocamera del telefono per creare personaggi a piacere con le tue fattezze. 

La novità consiste nel non utilizzare la galleria di immagini come partenza ma usare direttamente la fotocamera, il che dovrebbe diminuire la possibilità di creare deepfake, ovvero immagini finte che utilizzano i volti di persone famose. 

Qui sotto potete vedere un'immagine condivisa da Zuckerberg nelle vesti di gladiatore. 

Inoltre Meta ha annunciato l'arrivo di Meta AI sul visore Quest, nelle prossime settimane, per implementare un'interfaccia vocale come quella dei Meta Ray-Ban che consente di identificare e conoscere quello che stai guardando mentre sei nella modalità passthrough.

Se ti interessa il mondo dell'intelligenza artificiale, non perderti alcuni nostri approfondimenti dedicati. 

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I nuovi sfondi di CarPlay con iOS 18, potete provarli subito

Wed, 07/24/2024 - 07:07

Apple CarPlay è un punto di riferimento per i milioni di utenti che usano il proprio iPhone sincronizzato con l'auto, e nel corso degli ultimi tempi ha visto notevoli cambiamenti. In attesa della nuovissima versione della sua interfaccia, assistiamo all'arrivo dei nuovi sfondi di CarPlay, pronti anche per il download.

I nuovi sfondi ufficiali per CarPlay sono stati appena distribuiti da Apple, e noi possiamo dargli un'occhiata e anche scaricarli per provarli subito.

Le immagini che trovate nella galleria in basso mostrano appunto tutti i nuovi sfondi ufficiali introdotti per CarPlay. Si tratta di immagini astratte, in qualche maniera ispirate al logo di Siri e tutte abbastanza simili tra loro. Le varie alternative infatti variano per tonalità dominante.

Questi nuovi sfondi sono stati introdotti per CarPlay con l'ultima beta pubblica di iOS 18 rilasciata da Apple.

Si tratta di immagini che ovviamente saranno a disposizione per tutti coloro che aggiorneranno il proprio iPhone alle ultime versioni di iOS 18 e iPadOS 18. Sia che opteranno per aderire alla beta e sia che attenderanno l'arrivo della stabile. Una volta aggiornato il proprio iPhone, sarà possibile personalizzare lo sfondo di CarPlay scegliendo anche tra queste immagini.

Nell'attesa, non sarà possibile scaricare questi sfondi e provarli subito su CarPlay. Rimane però la possibilità di scaricare i nuovi sfondi di CarPlay e provarli su altri dispositivi.

Per fare questo, non vi resta che aprire le immagini nella galleria per procedere al download a risoluzione originale degli sfondi che vi interessano. Dopo aver scaricato l'immagine in locale, potrete selezionarla per essere il vostro nuovo sfondo.

Per concludere vi lasciamo qualche guida e approfondimento interessante sul mondo iPhone e su iOS 18 che sta per arrivare per tutti:

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Addio al sideload sui Samsung Galaxy, ma c'è ancora una scappatoia

Tue, 07/23/2024 - 23:08

Il sideload è stato da sempre uno dei punti più solidi dell'esperienza con Android, sinonimo di libertà e personalizzazione per coloro che hanno uno smartphone Android. Peccato che Samsung abbia in mente un blocco del sideload per i suoi Galaxy.

Nelle ultime ore infatti sono emersi importanti dettagli che ci mostrano come il sideload delle app verrà bloccato di default sui Galaxy più aggiornati.

Non è la prima volta che si parla di blocco del sideload sui Galaxy di casa Samsung. Con le recenti versioni della One UI, la personalizzazione software che Samsung ha sviluppato su Android, è arrivata una funzionalità chiamata Auto Blocker, la quale ha proprio l'obiettivo di bloccare il sideload delle app.

Per sideload delle app, per chi non avesse chiaro il concetto, si intende la possibilità di installare app manualmente, ovvero a partire dal file apk scaricato in locale. Si tratta quindi dell'installazione di app che non avviene tramite il Play Store o app store certificati, come può essere il Galaxy Store di Samsung.

La pratica del sideload, come abbiamo menzionato sopra, è da sempre stata sinonimo di libertà e personalizzazione perché permette di installare app non presenti su store certificati ma che offrono funzionalità uniche, come possono essere le app open source. Di contro, la pratica del sideload può essere anche rischiosa perché sulle app installate non vengono effettuati i controlli di sicurezza che troviamo implementati negli store certificati, come il Play Store.

La novità delle ultime ore consiste nel fatto che Samsung ha reso attiva di default la funzione Auto Blocker su tutti i Galaxy aggiornati alla One UI 6.1.1. Si tratta della versione che troviamo sui nuovissimi pieghevoli Galaxy Z Fold 6 e Flip 6. E che verosimilmente arriverà prossimamente su Galaxy S24 e non solo.

Il fatto che Auto Blocker sia attiva di default impedisce l'installazione manuale delle app. Questo si traduce in un messaggio di errore quando si tenta di effettuare il sideload, senza la possibilità di concedere il permesso esplicito all'installazione come invece avveniva in precedenza. Ma per fortuna è ancora possibile aggirare il blocco.

Per fortuna, sebbene sia attiva di default, la funzione Auto Blocker è disattivabile anche sui Galaxy aggiornati alla più recente One UI 6.1.1. Ecco come fare:

  1. Aprire le Impostazioni.
  2. Scorrere verso il basso e aprire la sezione Sicurezza e privacy.
  3. Scorrere verso il basso e aprire la sezione Auto Blocker.
  4. Selezionare il pulsante per disattivare Auto Blocker. Verrà richiesta l'autenticazione tramite riconoscimento biometrico per confermare l'operazione.

In questo modo potrete tornare a installare app manualmente anche sui nuovissimi Galaxy. Da notare anche che la funzione Auto Blocker potrebbe essere non attiva di default per coloro che, pur avendo un Galaxy aggiornato alla One UI 6.1.1, hanno effettuato il ripristino delle impostazioni di sistema da un Galaxy aggiornato a una versione precedente della One UI, dove appunto la funzione Auto Blocker non era attiva di default.

In ogni caso, si tratta di una funzionalità destinata a coinvolgere tutti i Galaxy che si aggiorneranno alle nuove versione della One UI. Speriamo che rimanga disattivabile, in nome della libertà e della personalizzazione che tanto piacciono agli utenti Android.

E dato che abbiamo parlato di Samsung, eccovi un elenco con alcune guide che potrebbero tornarvi utili se siete possessori di un dispositivo dell'azienda sudcoreana:

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Nuovo capitolo della vicenda Spotify-audio lossless: la svolta sarebbe vicina (forse)

Tue, 07/23/2024 - 22:48

La vicenda Spotify-audio lossless ormai ci ha abituato ai colpi di scena. Riepilogando la storia, tre anni fa la nota società annunciò il piano che includeva l'audio in alta qualità (noto in passato anche con la denominazione HiFi), tuttavia la novità non si è mai concretizzata.

In tal senso, l'ultima indiscrezione ha suggerito che l'audio lossless sarà incluso in un abbonamento "deluxe" di Spotify, insieme ad altri vantaggi come la gestione avanzata della libreria e le playlist basate sull'IA. E proprio oggi, il CEO dell'azienda, Daniel Ek, ha confermato che l'abbonamento in questione è ancora in lavorazione e che presto potrebbero esserci novità.

Il CEO di Spotify, Daniel Ek, ha affermato che lo sforzo per l'abbonamento premium è ancora "ai primi giorni", aggiungendo che "L'obiettivo è di offrire una versione molto migliore di Spotify, che potrebbe costare 5 dollari in più dell'attuale piano più costoso. Una sorta di versione deluxe dell'app, dunque, con tutti i vantaggi del piano normale di Spotify, ma con molto più controllo, una qualità molto più alta su tutta la linea e alcune altre cose di cui non sono ancora pronto a parlare".

Al di là di queste affermazioni, sembrerebbe che Spotify sarebbe stata sorpresa dal fatto che Apple ed Amazon siano riuscite ad offrire l'audio ad alta qualità direttamente nei loro piani di abbonamento standard. Ad ogni modo, queste società possono essere più aggressive con le loro offerte visto che possiedono altre divisioni per bilanciare eventuali perdite. Per Spotify, invece, non è così.

Ritornando ad Ek, ha concluso le sue riflessioni aggiungendo che "Ci sono molto utenti che desiderano una versione migliore di Spotify. Si tratta degli amanti della musica, che cercano ancora più flessibilità nel modo in cui usano Spotify e le capacità musicali che esistono su Spotify".

Infine, secondo Bloomberg Spotify lancerà la sua versione "deluxe" entro la fine dell'anno. 

Spotify è una delle piattaforme di streaming musicali più utilizzate dagli utenti. È ricca di funzionalità e proprio per questo motivo può essere utile consultare alcune delle nostre guide, come:

 

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Addio agli acquisti su Google TV, per una buona causa

Tue, 07/23/2024 - 22:09

Google TV è la piattaforma software che Google ha lanciato per smart TV e che negli ultimi tempi ha visto notevoli aggiornamenti. Proprio in questo contesto torniamo a parlarne, visto che è arrivato un aggiornamento per il meccanismo degli acquisti su Google TV.

In poche parole, Google ha deciso di mandare in pensione la funzionalità per acquistare contenuti su Google TV. Non si tratta di un addio particolarmente impattante per gli utenti, visto che viene centralizzato tutto su YouTube.

Nelle ultime ore Google ha comunicato agli utenti Google TV che non sarà più possibile acquistare contenuti direttamente dalla piattaforma. Questo significa che non sarà più possibile acquistare film e serie TV direttamente da Google TV.

In realtà, la scelta di Google deriva da un'operazione di semplificazione del meccanismo di acquisti di contenuti visibili su Google TV. D'ora in poi infatti gli acquisti potranno essere fatti esclusivamente da YouTube. Si tratta di una semplificazione perché già in precedenza era possibile effettuare acquisti su YouTube per poi vedere i contenuti acquistati su Google TV.

Con questa mossa quindi Google decide di rimuovere un duplicato in termini di meccanismi di acquisto di contenuti multimediali. Con la nuova formula, tutti i contenuti acquistati da YouTube saranno ovviamente visibili anche su Google TV, sia da piattaforma desktop che tramite le app per dispositivi mobili.

Pertanto, per acquistare contenuti da vedere su Google TV a pagamento dovrete accedere alla pagina dedicata su YouTube, dove è presente il catalogo completo dei contenuti in vendita.

E cosa accade a tutti quei contenuti che avete acquistato in precedenza su Google TV? Ovviamente nulla. La libreria di contenuti rimarrà a disposizione degli utenti che l'hanno acquistata, anche se l'acquisto è stato fatto da Google TV.

Come riferisce la stessa Google: tutti i film e serie TV acquistati tramite la piattaforma Google TV rimarranno a disposizione per la visione sui dispositivi Google TV, sui dispositivi Android TV, sull'app mobile Google TV per Android e iOS e su YouTube.

La novità appena descritta è attualmente in fase di test su un numero ristretto di utenti. Questo significa che per un certo periodo sarete probabilmente ancora in grado di acquistare contenuti tramite Google TV. Funzionalità che comunque è destinata a scomparire.

E visto che abbiamo parlato di streaming, vi lasciamo qualche guide interessante che tratta proprio di contenuti e servizi di streaming:

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