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Updated: 5 hours 20 min ago

Huawei Band 9 ufficiale: la smartband per sport e salute in Italia a 59 euro

Mon, 04/15/2024 - 15:01

Si tratta di una giornata di novità in casa Huawei. L'azienda cinese ha svelato la nuova serie di smartphone Huawei Nova 12, e al suo fianco presenta anche la nuova smartband.

Parliamo di Huawei Band 9, la nuova generazione di smartband che promette prestazioni senza precedenti per il monitoraggio accurato delle attività sportive e dei parametri di salute. Il tutto a un prezzo molto appetibile. Andiamo a vedere insieme le specifiche tecniche complete.

Huawei Band 9: Caratteristiche Tecniche
  • Dimensioni: 43,45 × 24,86 × 8,99 mm
  • Peso: 14 g (cinturino escluso)
  • Display: AMOLED da 1,47 pollici, 194 × 368 pixel, 282 ppi
  • Cassa:
    • Colorazioni: White, Starry Black, Charm Pink, Silver, Dark Grey
    • Materiali: polimero durevole
  • Cinturino:
    • Cinturino White in fluorelastomero
    • Cinturino Starry Black in fluorelastomero
    • Cinturino Charm Pink in fluorelastomero
    • Cinturino Lemon Yellow in fluorelastomero
    • Cinturino Blue in nylon
  • Sensori: sensore IMU a 9 assi (accelerometro, giroscopio, magnetometro), sensore ottico per la frequenza cardiaca, sensore di luce ambientale
  • Pulsanti: touch screen interno + pulsante laterale
  • Compatibilità: Android 8.0 o superiore, iOS 13.0 o superiore
  • Certificazioni: resistenza all'acqua fino a 5 atm di pressione
  • Connettività: 2.4 GHz, BT 5.0, e BLE
  • Batteria: autonomia di 14 giorni con risparmio energetico, fino a 9 giorni in condizioni standard, fino a 3 giorni con Always On attivo

Oltre ai dettagli tecnici, Huawei ci fornisce una panoramica anche delle funzionalità della nuova Band 9. Con la funzione Huawei TruSleep 4.0 troviamo un monitoraggio del sonno più accurato rispetto ai precedenti modelli, con la possibilità di visualizzare dettagli sul sonno categorizzati in base alle diverse fasi. Questo monitoraggio tiene conto anche degli intervalli respiratori durante il sonno.

Troviamo poi Huawei TruSeen 5.5, una funzionalità che basandosi sul sensore PPG integrato nella parte posteriore della smartband riesce a fornire indicazioni sull'attività cardiaca e sull'ossigenazione del sangue durante l'intera giornata.

Infine, la smartband offre Huawei TruSport per il monitoraggio accurato di oltre 100 attività sportive, le quali includono corsa, ciclismo, nuoto e salto con gli sci. La funzionalità offre la possibilità di valutare in tempo reale la capacità di corsa, il carico di allenamento, il tempo di recupero e la frequenza cardiaca di recupero

Huawei Band 9 è disponibile dal 15 aprile su Huawei Store al prezzo di 59,00 euro. In occasione del periodo di lancio, fino al 12 maggio è valida un'offerta speciale che permette di acquistare un secondo Huawei Band 9 con uno sconto di 20,00 euro.

L'articolo Huawei Band 9 ufficiale: la smartband per sport e salute in Italia a 59 euro sembra essere il primo su Smartworld.

Harold Halibut recensione: un gioco bellissimo, letteralmente

Mon, 04/15/2024 - 15:00

Harold Halibut è un'avventura narrativa con una caratteristica speciale: la grafica è realizzata a mano con la tecnica della stop-motion. Se non sapete di cosa sto parlando, si tratta della tecnica usata per girare film come Galline in fuga, Wallace & Gromit, Fantastic Mr.Fox, Nightmare Before Christmas e tanti altri. Sicuramente avrete visto qualche video breve anche sui social, dove ci sono migliaia di piccoli corti fatti in stop-motion tipo questo.

Lo studio di sviluppo che ha avuto l'idea di creare un intero videogioco in stop-motion si chiama Slow Bros. ed è stato fondato in Germania. Per portare a compimento l'idea ci sono voluti 12 anni, visto che lo sviluppo è iniziato nel 2012. Una vera impresa.

Ogni singolo elemento del gioco è stato fatto a mano da artisti, scultori, modellisti. I personaggi sono tutti doppiati a voce (in inglese), c'è un grande sforzo registico per rendere l'esperienza più cinematografica possibile.

Purtroppo, tra tutto questo, manca la lingua italiana, non solo per il doppiaggio ma anche per i testi a schermo. Ciò vuol dire che per giocare ad Harold Halibut dovrete avere una buona conoscenza dell'inglese (o di altre lingue supportate), altrimenti vi perderete molti dei passaggi più interessanti della trama.

Può sembrare un difetto non troppo grave, invece è una sciagura per noi giocatori italiani. Per un'avventura grafica di questo genere, ricchissima di dialoghi in ogni situazione, è fondamentale avere una comprensione chiara dei testi. Se non masticate altre lingue, è praticamente impossibile giocare ad Harold Halibut.

Insieme al peculiare stile grafico, la trama è il secondo elemento che rende Harold Halibut un gioco davvero valido. Non vi aspettate, però, dei metodi innovativi o sorprendenti per la narrazione, che è invece molto lineare e in tratti un po' lenta. Vi racconto l'inizio, senza fare grandi spoiler, anche perché sono tutte cose che potete vedere nei trailer ufficiali del gioco.

L'impostazione di base è quella di una storia futuristica abbastanza tradizionale. L'umanità è sull'orlo dello sterminio, un gruppo di gente potente e facoltosa costruisce una mega astronave, la FEDORA I, per andare a colonizzare un nuovo pianeta, alcuni "eletti" partono all'avventura. Dopo oltre 250 anni e circa 5 generazioni che si passano il testimone, l'astronave si avvicina ad un pianeta quasi completamente liquido e naufraga su di esso, inabissandosi.

Dopo lo schianto, i sopravvissuti creano una sorta di città sottomarina, sempre collegata all'astronave. La città è formata da diversi spazi, interconnessi da un sistema di trasporto veloce – una sorta di metropolitana acquatica – realizzato dalla All Water Corporation. Scopriremo presto che questa è ben più di un'azienda di trasporti, è una vera istituzione molto potente e un po' losca.

Il problema principale su cui è imperniata la trama è uno solo: trovare il modo di far ripartire l'astronave per abbandonare il pianeta acquatico e riprendere il viaggio tra le stelle. Serve in particolare una nuova fonte d'energia, più potente di quella usata sinora sulla FEDORA I.

E poi, all'improvviso, si verifica il twist che cambia tutto: sull'astronave arriva un ospite inatteso, un alieno! Sarà lui a far partire tutta una serie di eventi che faranno evolvere la storia in modo spettacolare, ma io mi fermo qui per non rovinarvi la sorpresa.

Anche se si parla di viaggi interstellari, lotta per la sopravvivenza e scoperte eccezionali, il tono della narrazione è sempre leggero e delicato. Nella scrittura dei dialoghi si riconosce sempre una sottile ironia, potrei dire quasi british humor, che alleggerisce molto anche le situazioni più pericolose.

In alcuni casi vengono fuori anche dei momenti lirici, soprattutto nelle parti cinematografiche, nel quale si tona il tocco autoriale e si punta molto sull'emozione. Non tutti riescono al meglio, devo dire che in alcune scenette mi sono sembrate un po' cringe, ma ho sempre apprezzato lo sforzo degli sceneggiatori.

Il protagonista della storia si chiama Harold Halibut ed è un assistente di laboratorio. A lui è affidato il compito di "eroe per caso", classico archetipo delle avventure grafiche e dei romanzi di ogni tempo. Tramite le sue vicissitudini e i rapporti che crea con gli altri personaggi possiamo far andare avanti la trama.

Tra gli abitanti della FEDORA I si riconoscono molti altri archetipi e figure stereotipate, un peccato veniale del team di sviluppo che tendo facilmente a perdonare, vista la qualità del risultato. Sebbene siano quasi tutti caricaturali, sopra le righe, i personaggi hanno una loro umanità, sono credibili.

Parlare con le persone che s'incontrano negli ambienti dell'astronave è sempre interessante, permette di approfondire la loro conoscenza e scoprire qualche dettaglio in più sulla storia della FEDORA I. Anche quando non è necessario ai fini della trama, vi consiglio comunque di fare due chiacchiere con tutti.

Harold è il personaggio perfetto per creare empatia con tutti. Fa la parte del bonaccione, ha un andamento un po' goffo, sembra spesso ingenuo e stupidotto; quando serve, però, tira fuori il coraggio e risolve le situazioni più difficili, conquistandosi il rispetto di tutti gli altri.

Sarà proprio lui ad incontrare per primo l'alieno che s'intrufola sull'astronave; sarà lui a salvarlo, curarlo e stabilire una forma di comunicazione. Ed è da questo rapporto che si svilupperanno le riflessioni più interessanti della trama.

Nella seconda parte del gioco, infatti, il ritmo degli eventi rallenta e si affrontano dialoghi più profondi con la maggior parte dei personaggi, umani e non. I temi trattati sono diversi, tutti molto importanti: ho riconosciuto riferimenti all'anti-razzismo – o forse sarebbe meglio dire anti-specismo – e a concetti filosofici orientali, soprattutto quelli relativi al liberare la mente e accettare il proprio destino. Si arriva quasi a sfiorare la storia d'amore, per certi versi, anche se è difficile capire i confini di una cosa del genere.

Una critica che mi viene da fare è però al comportamento degli alieni presenti nel gioco, che mi sono sembrati sin troppo umanizzati nelle movenze e nei pensieri. Probabilmente è stata una scelta volontaria per creare anche un po' di effetto comico, ma a volte l'ho trovata fuori luogo.

Di fondo, il concetto centrale del gioco è l'importanza di conoscere le persone (e non), di entrare nei loro piccoli mondi, esplorarli e comprenderli. E facendo questo, esplorare anche il proprio mondo e trovare un senso alla propria esistenza.

Harold Halibut non brilla molto dal punto di vista del gameplay. Non perché sia un gioco brutto da giocare, ma perché l'esperienza è molto limitata, troppo guidata, ancorata ad un'impostazione vecchia di un paio di decenni.

Il protagonista si può muovere attraverso le schermate, che corrispondono quasi sempre a stanze diverse dello stesso ambiente. Passando tra le porte non ci sono caricamenti, ci si muove con abbastanza libertà. Quasi sempre la scena viene osservata dalla "quarta parete", come una rappresentazione teatrale, anche se ci sono momenti in cui la telecamera di gioco passa dietro le spalle di Harold.

A proposito di questo, devo dire che la telecamera non è sempre precisa e crea un po' di confusione. Non sempre sono riuscito a capire bene la profondità dell'ambiente in cui mi trovato, perché la visuale frontale tende a schiacciare troppo la scena. Inoltre, nei momenti di movimento libero, la telecamera non ce la fa sempre a seguire Harold, rimanendo a volte troppo vicina o troppo lontana.

Per passare tra le macro aree in cui è divisa l'astronave si usa il già citato sistema di trasporto della All Water, una sorta di ascensore speciale su cui basta selezionare la destinazione. In questi momenti c'è un piccolo caricamento, che inizia a diventare molto fastidioso quando si inizia a passare spesso da un'area all'altra.

Uno dei problemi principali di Harold Halibut è proprio questo: dopo le prime ore di gioco bisogna iniziare a fare avanti e indietro tra le varie aree, subendo una gran quantità di caricamenti e perdendo tantissimo tempo. Pensare ad un modo alternativo per gli spostamenti non era certo semplice, ma la tiritera diventa sfiancante quasi subito.

Altra caratteristica che mi ha lasciato un po' deluso è la mancanza di interagibilità degli ambienti. Le ambientazioni sono spesso piene di oggetti ed elementi interessanti, ma Harold non può toccare praticamente nulla. Gli unici elementi con i quali si può interagire nello scenario sono quelli indicati da un pin bianco, il resto è solo scenografia.

Ci sono, però, anche elementi di gameplay molto ben fatti. I dialoghi sono quasi sempre molto lineari, poche volte abbiamo una scelta multipla, e si possono skippare facilmente con un tasto, rendendo molto più veloce l'interazione coi personaggi.

Il salvataggio è automatico e soprattutto è molto frequente, quindi non capita di dover rifare sessioni troppo lunghe quando si ricomincia la partita.

Harold ha un PDA elettronico che porta sempre con sé. Aprendolo è possibile leggere i messaggi ricevuti e il log delle missioni, diviso tra quelle importanti e quelle facoltative. Una bella comodità. Inoltre, è presente anche un notebook nel quale Harold disegna le scene più importanti delle sue avventure: non serve a niente ma è un elemento simpatico.

Sono rimasto abbastanza deluso dal livello di sfida di Harold Halibut. Non che mi aspettassi un Soulslike, ci mancherebbe altro, ma la difficoltà è così bassa che siamo al limite del walking simulator.

Nelle ambientazioni non ci sono enigmi ambientali o altri tipi di difficoltà. Ogni tanto – ma tanto davvero – bisogna affrontare un piccolo minigioco, che si rivela quasi sempre super intuitivo e facile da risolvere. Non c'è un inventario degli oggetti, non ci sono elementi da combinare, nemmeno le classiche chiavi da trovare per sbloccare le porte. Niente di niente.

Qualsiasi azione è sempre spiegata a voce dai personaggi, riportata con una bella descrizione nel PDA, ricordata e guidata da Harold stesso. Non c'è modo di sbagliare, di fallire, di trovarsi davvero bloccati da qualche parte.

La natura sin troppo narrativa di quest'avventura ha come effetto quello di eliminare quasi totalmente la parte ludica. Ci si limita a fare avanti e indietro tra le diverse aree dell'astronave, parlare con tutti i personaggi e poco altro.

La trama principale di Harold Halibut si può completare in meno di 10 ore, senza dover neanche correre troppo. Prendendosela comoda e completando anche tutte le missioni secondarie, si può arrivare anche a circa 15 ore di gioco. Difficilmente si va oltre, perché le cose da fare finiscono.

La longevità è quindi abbastanza limitata, come da tradizione per un'avventura grafica. Anche perché sono ore abbastanza piene di contenuti: ci sono molti dialoghi, molte cutscene, alcune scenette d'intermezzo abbastanza simpatiche. Le piccole sottotrame specifiche per i diversi personaggi contribuiscono ad arricchire la storia e offrono qualche ora di gioco in più.

Harold Halibut è uno spettacolo, come detto all'inizio. La sua estetica è un trionfo di stile e ricorda alcuni dei prodotti più ispirati dello studio Aardman Animations, quello di Wallace e Gromit. In alcuni momenti ho notato scelte di regia à la Wes Anderson, anche se mi è rimasto il dubbio su quanto sia un riferimento cercato.

Di certo, il meglio di Harold Halibut lo trovate tutto nella parte grafica. Il livello di dettaglio delle ambientazioni, degli oggetti e dei personaggi è folle. La tecnica della stop-motion permette di creare ambienti vivi, affascinanti, sorprendenti. Mai prima d'ora mi era capitato di posare il controller e mettermi ad osservare un videogioco con così tanta e genuinamente piacevolezza.

Le facce dei personaggi sono molto espressive, anche quelle dei non umani. L'unico che fa eccezione, incredibile ma vero, è proprio Harold, che ha quasi sempre un'espressione stralunata. La voglio prendere come una scelta stilistica.

Notevole anche l'utilizzo dell'illuminazione dinamica, che crea effetti molto spettacolari. In alcune zone dell'ultima parte di gioco, si rimane a bocca aperta per la bellezza di luci e colori. Inoltre, c'è anche un buon utilizzo della tecnologia HDR, dunque se avete un display compatibile vi consiglio di attivare l'apposita opzione nelle impostazioni.

Tutto considerato, posso dire che Harold Halibut è uno dei giochi esteticamente più belli che io abbia mai visto. Vale la pena provarlo qualche ora anche solo per questo motivo, al netto di storia e gameplay.

Ovviamente per godervelo al meglio dovete avere un PC di fascia alta. Nonostante sia un'avventura grafica, infatti, è un titolo abbastanza pesante e richiede risorse non da poco. Le prestazioni generali non sono eccezionali: con tutti i dettagli al massimo, su una scheda video NVIDIA RTX 3070 Ti si riesce a giocare bene in QHD (60 fps), mentre in 4K si fa più fatica e si sta su circa 35 fps di media. Per fortuna c'è il supporto per le moderne tecnologie di upscaling come NVIDIA DLSS e AMD FSR, che migliorano un po' la situazione.

Ho notato qualche problemino di framerate durante le mie ore di gioco, come scatti e rallentamenti in alcune aree. La cosa più fastidiosa è però il pop-in delle texture, particolarmente evidente nelle ambientazioni più ricche. Insomma, c'è ancora molto lavoro da fare per un'ottimizzazione soddisfacente e spero che il team si dedichi a questo aspetto dopo l'uscita del gioco.

Dobbiamo parlare anche della colonna sonora, che molto particolare. Durante le normali fasi di gioco l'accompagnamento musicale è discreto, quasi sempre piacevole. Solo nei momenti importanti della trama la musica assume un ruolo da protagonista, ma non nel modo in cui me lo aspettavo: gli sviluppatori hanno deciso di usare canzoni davvero strane per sottolineare alcune parti del gioco, come una strana versione di "Bella Ciao" in turco, un gran pezzo di Hildegard Knef in tedesco e un capolavoro dei BADBADNOTGOOD per il finale.

Anche se non c'entrano nulla con l'epoca in cui è ambientato il gioco, con i momenti che descrivono e con tutto il resto, questi pezzi ci stanno alla grande ed ho molto apprezzato una scelta musicale così coraggiosa.

Harold Halibut sarà disponibile dal 16 aprile 2024 su PC, PS5, Xbox Series X|S. Al momento no è ancora stato annunciato un prezzo di listino per nessuna delle piattaforme citate, dunque è impossibile dare indicazioni a riguardo.

Sappiamo però che il gioco arriverà al day one su Game Pass, dunque tutti gli abbonati al servizio di Microsoft se lo ritroveranno incluso nel prezzo e potranno scaricarlo direttamente su PC o console.

Inoltre, Harold Halibut è compatibile ufficialmente anche con Steam Deck, la console portatile perfetta per godersi giochi di questo tipo.

La chiave digitale per questa recensione è stata fornita da popagenda, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso economico.

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Inviare messaggi via satellite su Android: le prime immagini dell'interfaccia

Mon, 04/15/2024 - 14:49

È ormai praticamente ufficiale che il supporto alla connettività satellitare arriverà con Android 15, e i Pixel 9 saranno in prima fila per ricevere questa funzionalità. Adesso, con diversi mesi di anticipo, abbiamo già modo di darle uno sguardo dal vivo.

Grazie alle informazioni pubblicate dal canale non ufficiale Google News, possiamo infatti vedere quella che sarà l'interfaccia del sistema di puntamento satellitare su Android, salvo cambiamenti nei prossimi mesi.

Per inviare messaggi di testo ai servizi di emergenza via satellite sarà infatti necessario tenere il telefono puntato verso il satellite. È proprio a questo aspetto che si riferiscono le immagini e il video qui sotto.

Per collegarvi al satellite dovrete spostare lo smartphone in modo da posizionarlo al centro di un cerchio. Questa interfaccia può diventare anche una piccola finestra fluttuante, il che può essere utile per rimanere connessi mentre usate altre app.

Durante la fase di connessione una notifica avvertirà di evitare palazzi, alberi e montagne per avere una visuale chiara del cielo.

Chiariamo solo che questa interfaccia non è in alcun modo ancora disponibile al pubblico, e probabilmente sarà annunciata durante il Google I/O. Si tratterà molto probabilmente di un aggiornamento dell'app Servizi operatore, come già anticipato in precedenza.

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Con la fotocamera di iPhone 16 Pro Apple vuole limitare due effetti fastidiosi

Mon, 04/15/2024 - 14:36

Le varianti Pro dei futuri iPhone 16 potrebbero garantire agli utenti una qualità fotografica ancora più elevata. Sembrerebbe, infatti, che Apple stia lavorando su un'inedita tecnologia di rivestimento ottico antiriflesso che avrebbe l'obiettivo di ridurre nelle foto effetti sgraditi come il flare ed il ghosting. 

Questa tecnologia utilizzerà il processo di Deposizione di Strati Atomici (ALD) che permetterà il deposito di materiali strato per strato su un substrato: dunque, verrebbe garantito un maggiore controllo sullo spessore e sulla composizione. Il suo utilizzo potrà essere vantaggioso per i componenti dei semiconduttori, come ad esempio quelli delle lenti delle fotocamera, permettendo soprattutto l'applicazione di rivestimenti antiriflesso piuttosto sottili.

L'applicazione di rivestimenti antiriflesso tramite il processo ALD produrrebbe come risultato finale una diminuzione degli artefatti fotografici, tra cui le strisce di luce e gli aloni che si verificano soprattutto quando una fonte di luce forte - ad esempio il sole - colpisce l'obiettivo. Inoltre, come dicevamo all'inizio, Apple potrebbe limitare anche il fenomeno del ghosting, un difetto di nitidezza delle foto che si può verificare quando la luce si riflette avanti e indietro tra le superfici dell'obiettivo e del sensore della fotocamera.

Il nuovo processo ALD, oltre ad una migliore qualità fotografica, assicurerà anche una maggiore protezione contro i danni ambientali al sistema degli obiettivi della fotocamera, tuttavia senza compromettere la capacità del sensore di catturare la luce in maniera efficiente. Questa notizia, dunque, conferma l'impegno costante di Apple nel provare a migliorare l'esperienza degli utenti, in questo caso nell'ambito fotografico.

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Il mercato smartphone torna a salire, con Samsung e Apple che la fanno da padrone

Mon, 04/15/2024 - 14:35

Dopo diversi anni di stallo, il mercato smartphone sembra essere tornato definitivamente salire. Sono stati infatti pubblicati i più recenti report di IDC e Counterpoint Research che certificano l'aumento delle vendite degli smartphone a livello globale.

I report dei quali parliamo fanno riferimento al primo trimestre del 2024. Il grafico qui in basso, derivante dall'analisi condotta da IDC, mostra infatti come i vari protagonisti del settore di mercato smartphone abbiano venduto negli ultimi trimestri.

In termini generali, vediamo un incremento del 7,8% delle vendite nel primo trimestre 2024 rispetto all'anno precedente. Si tratta di circa 21 milioni di smartphone venduti in più rispetto allo scorso anno.

In cima alla classifica del mercato troviamo sempre Samsung, che detiene il 20,8% della quota di mercato, seguita da Apple al 17,3%. Al terzo posto troviamo Xiaomi con il 14,1% che si avvicina ad Apple, e a seguire troviamo Transsion, un brand attivo nei mercati orientali e africani, e OPPO.

Se però andiamo a vedere le variazioni rispetto allo stesso periodo del 2023, vediamo come solo Xiaomi e Transsion siano cresciute. Apple ha mostrato un deflessione importante, con decremento delle vendite pari al 9,6%.

Andando poi ad analizzare le vendite categorizzate per fasce di prezzo, vediamo come il traino del mercato sia stata la categoria dei dispositivi di fascia media e medio-alta. Nello specifico, i maggiori numeri di mercato sono stati registrati all'interno dei paesi emergenti.

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Huawei presenta la serie Nova 12: tre smartphone, una promo e tanti selfie!

Mon, 04/15/2024 - 14:32

Dopo averli annunciati a fine marzo, Huawei lancia ufficialmente in Italia i tre nuovi smartphone della serie Nova 12: Nova 12s, Nova 12 SE e Nova 12i (se siete in cerca di un telefono Huawei, date un'occhiata alla nostra selezione dei migliori). 

I tre dispositivi, caratterizzati da un design elegante e da una fotocamera anteriore che promette selfie ad'autore, sono disponibili su Huawei Store, accompagnati da una promo lancio veramente interessante. Andiamo a scoprirli, ricordandovi che non sono dotati di Play Store ma di AppGallery di Huawei.

Huawei Nova 12sCaratteristiche tecniche
  • Schermo: 6.7" OLED FHD + 2412 X 1084 395 PPI"
  • CPU: Qualcomm Snapdragon 778G
  • RAM: 8 GB
  • Memoria interna: 256 GB
  • Fotocamera posteriore:
    • Principale: 50MP Ultra Vision F1.9
    • Ultra grandangolo: 8MP F2.2
    • Macro: 2 MP F2.4
  • Fotocamera frontale: 60 MP F2.45
  • Dimensioni: 161.29 mm (H) x 74.96 mm (W) x 6.88 mm (D)
    Peso: 168g (compresa la batteria)
  • Batteria: 4.500 mAh con carica a 66 W
  • OS: EMUI 14
Il nuovo HUAWEI Nova 12s si distingue per il suo design leggero, ultrasottile e una struttura ottimizzata grazie al design Extreme R Angle e Star Orbit Ring. 

HUAWEI Nova 12s integra una Selfie camera ultra-grandangolare da 60 MP con una delle risoluzioni più elevate tra gli smartphone della stessa fascia di prezzo, perfetta per scattare foto di gruppo grazie all'ultra grandangolo da 100°

La serie HUAWEI Nova 12 è la prima serie di smartphone Huawei a lanciare il nuovo EMUI 14: il sistema operativo aggiornato di Huawei che introduce nuove funzionalità come Live View, una funzione di notifica che consente agli utenti di dare un'occhiata in tempo reale alle attività delle app dalle schermate di blocco di AOD, e Lock Screen Themes. Quest'ultima funzionalità include numerose opzioni per esprimere la propria creatività creando uno sfondo personalizzato.

Inoltre, EMUI 14 offre diverse funzionalità legate alla sicurezza e alla privacy, assicurando il pieno controllo sulle autorizzazioni delle app e l'accesso ai loro dati personali.

Un'altra funzionalità di EMUI 14 è SuperHub, che consente i trasferire i dati tra dispositivi.

Prezzo

Huawei Nova 12s è disponibile su Huawei Store al prezzo di 499 euro nei colori Bianco, Blu e Nero.

Huawei Nova 12 SECaratteristiche tecniche
  • Schermo: 6.67" OLED FHD + 1080*2400 394 PPI
  • CPU: Qualcomm Snapdragon 680
  • RAM: 8 GB
  • Memoria interna: 256 GB
  • Fotocamera posteriore:
    • Principale: 108MP F1.9
    • Ultra grandangolo: 8MP F2.2
    • Macro: 2 MP F2.4
  • Fotocamera frontale: 32 MP F2.4
  • Dimensioni: 162.39 mm (H) x 75.46 mm (W) x 7.39 mm (D)
    Peso: 186g (compresa la batteria)
  • Batteria: 4.500 mAh con carica a 66 W
  • OS: EMUI 14
Come Huawei Nova 12s, il nuovo HUAWEI Nova 12s si distingue per il design Star Orbit Ring. La batteria è la stessa, così come le funzioni della EMUI 14.  Il chip passa a Snapdragon 680, mentre la fotocamera principale è da 108 MP. Prezzo

Huawei Nova 12 SE è disponibile su Huawei Store al prezzo di 379 euro nei colori Nero e Verde.

Huawei Nova 12iCaratteristiche tecniche
  • Schermo: 6.7" IPS LCD FHD + 1080*2388
  • CPU: Qualcomm Snapdragon 680
  • RAM: 8 GB
  • Memoria interna: 128 GB
  • Fotocamera posteriore:
    • Principale: 108MP F1.9
    • Macro: 2 MP F2.4
  • Fotocamera frontale: 8 MP F2.0
  • Dimensioni: 163.3 mm (H) x 74.7 mm (W) x 8.4 mm (D)
    Peso: 199g (compresa la batteria)
  • Batteria:5.000 mAh con carica a 40 W
  • OS: EMUI 14

HUAWEI Nova 12i presenta invece il design Super Star Orbit Ring, mentre la batteria è la più capiente della serie, con una capacità di 5.000 mAh e la ricarica a 40 W Huawei SuperCharge Turbo

Prezzo

Huawei Nova 12i è disponibile su Huawei Store al prezzo di 279 euro nei colori Nero e Verde.

Tutti i telefoni sono in vendita da oggi su Huawei Store con una promo lancio. Fino al 12 maggio, potete acquistare uno dei dispositivi con Huawei FreeBuds SE 2 in omaggio e uno sconto del 10% utilizzando il codice AHWSMP10.

Inoltre su Huawei Store è attiva fino al 12 aprile la campagna NO IVA, che consente di acquistare con il 19% di sconto una serie di prodotti selezionati utilizzando il coupon ANOIVA.

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Huawei saluta la serie P: pronta al debutto la serie Huawei Pura

Mon, 04/15/2024 - 14:02

Svolta importante di Huawei. Il colosso cinese, infatti, ha ufficializzato l'addio alla serie P dei suoi smartphone di punta. Dalla prossima serie, la gamma dei modelli premium si chiamerà Huawei Pura ed includerà, almeno all'inizio, quattro modelli: Huawei Pura 70, Pura 70 Pro, Pura 70 Pro+ e Pura 70 Ultra. Il nuovo nome rappresenterà per Huawei un nuovo inizio, magari all'insegna dell'innovazione e del design. 

In particolare, stando sempre alle indiscrezioni, Huawei Pura 70 sarà disponibile con 12 GB di RAM e 512 GB di memoria interna e nei colori Ice Blue, Father Sand Black, Snow White e Sakura Rose Red; Huawei 70 Pro avrà la stessa configurazione del modello sopracitato (con l'aggiunta della versione da 1 TB di memoria interna) mentre sarà caratterizzato da tonalità diverse: Snowy White, Roland Purple e Feather Sand Black. 

Huawei 70 Pro+, invece, sarà disponibile nelle configurazioni da 16/512 GB e 16GB/1TB, nei colori Light Woven Silver, String White, Phantom Black e Le Zhen Edition. Infine, Huawei Pura 70 Ultra, che sarà realizzato in ceramica, sarà lanciato con a bordo 16 GB di RAM e 1 TB di spazio di archiviazione e nei colori Ceramic White e Ceramic Black.

Infine, considerando anche i precedenti, sembra piuttosto difficile che l'intera gamma di nuovi modelli possa essere rilasciata a livello globale. Tuttavia, occorrerà attendere ancora un pò di tempo per saperne di più. In ogni caso, Huawei sembra pronta a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, all'insegna del brand Huawei Pura. 

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Apple ha ragione, 8 GB di memoria unificata sono abbastanza

Mon, 04/15/2024 - 13:04

Apple continua a lanciare MacBook e Mac con soli 8 GB di memoria unificata, ma a dispetto delle critiche l'azienda di Cupertino insiste che sono più che sufficienti per gli usi più generici. E ha ragione.

Ora che abbiamo la vostra attenzione, permetteteci di argomentare meglio, prima di chiudere l'articolo.

Usiamo anzitutto i termini corretti. Quando avete a che fare con un sistema Apple Silicon bisogna parlare di memoria unificata, da non confondere appunto con la più comune RAM. Ecco infatti due tratti salienti della memoria unificata che è bene conoscere.

  1. Architettura della Memoria. La memoria unificata è un unico pool di memoria ad alta velocità, accessibile sia dalla CPU che dalla GPU, oltre che da altri elementi come il Neural Engine per l'elaborazione dell'intelligenza artificiale. Questo significa che tutti questi componenti possono accedere alla stessa memoria fisica senza necessità di copiare o trasferire dati tra diversi tipi di memorie riservate, con un vantaggio sia in termini di velocità, che di ottimizzazione della memoria usata.

  2. Latenza e Larghezza di Banda. La memoria unificata riduce la latenza e aumenta la larghezza di banda disponibile per il trasferimento dei dati tra CPU, GPU e altri processori. Questo è possibile grazie all'eliminazione del sovraccarico causato dalla copia di dati tra diverse memorie, migliorando significativamente l'efficienza e la velocità delle operazioni.

Le peculiarità della memoria unificata dei processori Apple M non si limitano certo solo a questi due aspetti, ma sono comunque i due che è bene sapere prima di trarre giudizi affrettati.

In più ci sarebbe da menzionare anche macOS, che è un sistema operativo cucito a misura di questo hardware, e che da solo contribuisce non poco alle performance generali.

Già dal punto precedente si capisce che ci sono differenze significative tra i due tipi di memoria, ma vediamo più in dettaglio quali sono.

  • Separazione della Memoria. Nei sistemi basati su architettura x86, tipicamente CPU e GPU hanno blocchi di memoria separati (RAM per la prima e VRAM per la seconda). Questo implica una necessità di copiare i dati dalla memoria principale alla memoria della GPU quando si eseguono operazioni grafiche o computazionali intense, comportando una latenza maggiore e un utilizzo più elevato di energia per il trasferimento dei dati. Ciò è sempre vero, ma è comunque la prassi più comune, soprattutto nei sistemi dotati di grafica discreta, che sono poi facilmente i più potenti.
  • Gestione della Memoria. Con i sistemi x86, la gestione della memoria è più complessa (e meno efficiente dal punto di vista energetico) a causa della separazione fisica e della necessità di sincronizzazione tra diversi tipi di memoria. Questa differenza può anche creare colli di bottiglia in alcuni scenari, dove una delle memorie potrebbe essere inutilizzata perché l'altra è troppo sotto pressione.
  • Scalabilità e Prestazioni. La memoria unificata non solo ha una latenza sensibilmente ridotta, ma offre anche una scalabilità migliorata. La possibilità di allocare dinamicamente memoria tra CPU e GPU in base alle necessità permette infatti, solitamente, un utilizzo più efficiente delle risorse disponibili.

8 GB di memoria unificata non sono quindi analoghi ad 8 GB di RAM. Apple allunga il tiro dicendo che il rapporto potrebbe essere anche di 1:2, ma il senso è che sono proprio due approcci che è difficile paragonare direttamente.

In ogni caso, l'esperienza che potete avere con un sistema Windows dotato di 8 GB di RAM non può essere traslata in alcun modo su uno con Apple Silicon e macOS.

In una recente intervista, il Vicepresidente dell'ingegneria hardware di Apple, Kate Bergeron, ed il Senior Product Marketing Manager, Evan Buyze, hanno ribadito che 8 GB di RAM (e 256 GB di archiviazione) sono sufficienti per la maggior parte degli impieghi.

Parliamo quindi delle esigenze di computing più comuni, come navigazione, streaming, messaggistica, applicazioni generiche, produttività da ufficio, magari anche foto e video editing di livello non professionale, e volendo anche casual gaming. E questo è vero.

Ho personalmente usato per anni un Mac mini con M1, 8 GB di memoria e 256 GB di storage. E quando dico anni intendo da quando è uscito a circa un mese fa. Ho mai avuto veri problemi? No. Era il desktop dell'ufficio, quindi le esigenze di spazio non erano enormi (è ovvio che questo aspetto sia il più soggettivo, ma esula anche dall'argomento principale dell'articolo), e la memoria unificata è sempre stata sufficiente per tutti i compiti di cui sopra, incluso il montaggio video in 4K per il nostro canale YouTube.

E tenete conto che sul mio Chrome ci sono almeno 15 schede sempre aperte, Telegram e Skype in esecuzione, e in più l'occasionale utilizzo di Office, Safari, e altri applicativi generici.

Avrei voluto più potenza? Alla lunga sì, ma solo nel contesto dell'editing con Premiere Pro, non certo nell'uso generale, che è quello su cui insiste Apple e che è quello che farà appunto la maggior parte degli utenti.

 

Partendo dal presupposto che non ci sia nulla di male nell'offrire Mac e MacBook con "soli" 8 GB di memoria unificata, è altrettanto chiaro che non a tutti possono bastare. E qui entra in gioco anche il marketing.

Sì perché il motivo per cui Apple non alza l'asticella in merito non è solo legato alle prestazioni, ma anche al fatto che, così facendo, l'azienda di Cupertino può tenere i listini più bassi. Lo abbiamo detto più volte: i prezzi di lancio degli ultimi MacBook non sono malvagi. Il problema è quando le configurazioni proposte non bastano.

Uno dei rovesci di medaglia dell'architettura unificata degli Apple Silicon consiste nel fatto che è tutto saldato, tutto non aggiornabile. Chi volesse quindi un maggiore quantitativo di memoria lo deve decidere subito, o non potrà cambiare le cose in futuro, e il prezzo per effettuare un upgrade è sempre molto salato.

Sugli ultimi MacBook Air, ad esempio, ogni 8 GB di memoria unificata in più costano ben 230 euro, e la stessa cifra si applica a 512 GB di archiviazione. Chi si volesse quindi scostare dagli 8/256 GB per passare a dei più duraturi 16GB/1TB dovrà pagare 460 euro in più, solo per raddoppiare la memoria.

Questa è la vera critica da fare ad Apple. Sono cifre che non vengono minimamente rispecchiate dal costo reale dei componenti (quello degli SSD è facile da verificare, la memoria unificata è un po' un'altra storia, ma il prezzo rimane elevato), e che costringono chi abbia esigenze di un certo tipo, o chi voglia semplicemente "premunirsi", a pagare molto di più, per poi magari averne benefici in termini di usabilità solo occasionali.

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Fuoritutto Amazon imperdibile con gli sconti per Fire TV Stick, Echo Dot, Kindle e Blink

Mon, 04/15/2024 - 12:04

Nuove offerte speciali disponibili su Amazon Italia per i prodotti smart della gamma Alexa e non solo. Sono infatti tantissimi i prodotti Amazon a buon prezzo: le chiavette HDMI Fire TV Stick e Cube, gli smart speaker Echo Pop e Echo Dot, gli smart display Echo Show, i lettori ebook Kindle, le videocamere di sicurezza Blink e altro ancora.

Nelle liste in basso trovate tutti i prodotti appena citati, divisi per categoria. Inoltre, se volete scoprire altre offerte per i dispositivi Amazon vi consigliamo di dare un'occhiata su questa pagina.

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Ecco perché fareste meglio a usare ChatGPT in inglese

Mon, 04/15/2024 - 11:54

L'inglese è la lingua principale per il commercio, per la scienza e, ora, anche per l'intelligenza artificiale (sapete come usare ChatGPT o altri modelli IA?).

Non che ci fossero dubbi, e forse l'avrete notato anche voi: conversare con ChatGPT in italiano o in inglese non è la stessa cosa, ma ora diversi studi certificano questa sensazione. Ecco perché è un problema.

Su Internet ci sono diversi meme che mostrano come gli americani vedono il resto del mondo. I più efficaci mostrano l'Europa come il luogo dove si beve vino e si mangiano spaghetti, il Sudamerica il posto del caffé e della cocaina, il medio oriente come petrolio e guerre, e l'Asia come un agglomerato di fabbriche per produrre scarpe o telefoni.

Il problema della lingua

Luoghi comuni, ma un aspetto è innegabile: l'inglese è la lingua regina per numerosi settori, come il commercio, la scienza o l'economia. Si pensava che l'intelligenza potesse in qualche modo appianare le differenze, e venire incontro a chi non parlava l'inglese, ma evidentemente questo non è successo. 

A rivelarlo, diversi articoli scientifici, che mostrano come ChatGPT e soci non solo funzionino meglio a tradurre altre lingue in inglese che a effettuare il processo inverso (soprattutto per lingue non latine), ma come rispondano meglio in inglese, e soprattutto creino meno informazioni false (le cosiddette allucinazioni). 

Un caso evidente, evidenziato in questo articolo, mostra come ChatGPT abbia dichiarato come una frase in inglese non fosse traducibile in vietnamita. 

Si rischiano di aumentare le diseguaglianze

Il problema non riguarda solo il resto del mondo rispetto agli Stati Uniti, ma anche gli Stati Uniti Stessi. Se avete provato a leggere i testi di Gloria Anzaldúa, saprete come negli Stati Uniti la lingua sia un problema estremamente importante.

Il 44% dei californiani parla una lingua diversa dall'inglese, e il Congresso degli Stati Uniti ha chiesto a Sam Altman di OpenAI cosa stia facendo la sua azienda per colmare il divario linguistico. Altman ha affermato di sperare di collaborare con governi e altre organizzazioni per acquisire set di dati che rafforzerebbero le competenze linguistiche di ChatGPT e ne amplierebbero i vantaggi a "un gruppo quanto più ampio possibile".

Perché le IA parlano inglese

OpenAI non ha nascosto il fatto che i suoi sistemi siano parziali. Il motivo è semplice. La maggior parte dei dati di allenamento derivano e, come dichiarato da OpenAI stessa, gli sforzi dell'azienda per mettere a punto e studiare le prestazioni del modello si sono concentrati principalmente sull'inglese "con un punto di vista incentrato sugli Stati Uniti".

Addirittura, come ha scritto un membro dell'assistenza a una richiesta su un forum dell'azienda, "Qualsiasi buon risultato in spagnolo è un bonus".

Perché è un problema

Il problema non riguarda solo la diseguaglianza. Il supporto alle lingue non è stato spiegato chiaramente agli utenti, e l'utilizzo di una metafora potrebbe risultare diverso a seconda della lingua. 

Per esempio, un modello multilingue potrebbe associare la parola colomba in tutte le lingue con la pace, anche se la parola basca ("uso") può essere un insulto.

Oppure si potrebbero non ottenere risultati corretti nelle ricerche. Per esempio utilizzando Bing per cercare i termini regionali colloquiali utilizzati per indicare le scarpe da tennis, in inglese una ricercatrice non ha avuto problemi (sneakers per Stati Uniti, joggers per Australia, trainers per il Regno Unito). Quando è passata allo spagnolo, le risposte non sono state corrette. E lo stesso per altre ricerche.  

Questo implica che può essere anche difficile fidarsi delle traduzioni, o di risposte in altre lingue. E questo può essere un problema anche nella programmazione e generazione di codice. 

Le soluzioni non sono molto convincenti. I dirigenti di Microsoft, OpenAI e Google che lavorano sui chatbot hanno affermato che gli utenti possono ottenere risposte corrette aggiungendo istruzioni più dettagliate alle loro domande.

Alcuni hanno semplicemente scoperto come sia meglio usare direttamente l'inglese. E questo vale anche per il cinese, una delle lingue più parlate al mondo. 

Come abbiamo anticipato, il problema non riguarda solo ChatGPT.

PaLM 2 di Google

Google ha annunciato che il suo modello PaLM 2, rilasciato questo mese, contiene  dati di addestramento non inglese per oltre 100 lingue. Il modello riconosce gli idiomi in tedesco e swahili, le battute in giapponese e corregge la grammatica in indonesiano, afferma Google, e riconosce le variazioni regionali meglio dei modelli precedenti.

Ma per gli utenti Gemini non è altrettanto versatile. Il modello basato su PaLM 2 funziona solo in inglese americano, giapponese e coreano.  L'assistente alla scrittura per Gmail supporta solo l'inglese.

Le soluzioni non sono semplici

E probabilmente non basterà neanche aumentare il volume di dati in altre lingue, perché i contenuti in inglese sono molti di più e continuano ad aumentare. La risposta? Creare dati finti da dare in pasto all'IA, ma non sembra ancora una soluzione. Oppure controlli più rigorosi, come ha cercato di fare Google con PaLM. 

Ma la domanda è: agli sviluppatori di modelli IA interessa cambiare la situazione? Forse no, per cui è bene tenerlo presente quando useremo ChatGPT o Gemini.

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Lo sconto di iPhone 15 che aspettavate: bomba da Esselunga!

Mon, 04/15/2024 - 11:41

Se desiderate iPhone 15, ma volete giustamente risparmiare il più possibile, allora vale la pena considerare la nuova offerta da Esselunga. La versione da 128 GB dell'ultimo smartphone di Apple è disponibile all'acquisto scontato di 749€, una delle cifre più basse in assoluto viste in giro per il web.

Avete tempo fino al 24 aprile 2024 per sfruttare questo ribasso molto goloso, che come sempre sarà valido solo nei negozi fisici Esselunga aderenti all'iniziativa. Inoltre, le scorte saranno molto limitate, dunque vi consigliamo di andare subito sul sito ufficiale di Esselunga cliccando su questo link e scoprire i punti vendita in cui sfruttare lo sconto.

Chiaramente iPhone 15 non ha bisogno di grandi presentazioni, essendo uno degli smartphone più apprezzati in circolazione. Del resto, è migliorato notevolmente rispetto al precedente modello, dalla fotocamera, al processore, fino all'introduzione della porta USB-C e della dynamic island che fanno istantaneamente sembrare "vecchie" le versioni prima di lui.

Se invece volete acquistare direttamente online iPhone 15 su Amazon, basta cliccare su uno dei pulsanti dedicati nei box in basso, anche perché i prezzi sono al minimo storico anche presso il colosso dell'e-commerce, sebbene un pelino più alti rispetto Esselunga. A seguire vi lasciamo anche il pulsante per iscrivervi al nostro canale Telegram delle offerte dove ogni giorno pubblichiamo sconti da non perdere.

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Dyson Supersonic Nural arriva in Italia: l'asciugacapelli supersonico ora è anche più intelligente

Mon, 04/15/2024 - 11:31

Dyson Supersonic, uno dei prodotti di cura dei capelli di punta del celebre marchio di tecnologia, diventa più intelligente. Arriva in Italia Dyson Supersonic Nural, l'evoluzione dell'asciugacapelli supersonico di cui vi abbiamo parlato in passato. Ma cosa manca a un prodotto già considerato  uno dei più potenti fra i top di gamma in commercio? Semplice, un pizzico di intelligenza!

A dare il nome all'evoluzione del phon Dyson c'è la così detta rete di sensori Nural, quella che dona un pizzico di intelligenza al prodotto. Di cosa si tratta? Come dice Dyson, è appunto una rete di sensori (non uno solo quindi). Ognuno ha il suo scopo:

  • Sensore ToF (Time of Flight): strano trovare un sensore per il calcolo del tempo di volo su un asciugacapelli, visto che serve a stabilire, tra le altre cose, la distanza tra il sensore e, ad esempio, una superficie. A ben pensarci però ha il suo perché. Il ToF di cui è dotato il Dyson Nural riduce il calore del getto d'aria non appena si avvicina il phon ai capelli, in modo da proteggere la salute del cuoio capelluto.
  • Sensore Hall: Dyson Nural, così come il precedente modello, ha un bel po' di accessori inclusi in confezione. Grazie al sensore Hall, il phon riconosce ogni accessorio che gli applicate, adattando automaticamente impostazioni di calore e flusso d'aria preferite. Sì, di fatto memorizza le ultime impostazioni che avete scelto di usare con quell'accessorio, riproponendovele automaticamente una volta che lo applicate all'asciugacapelli.
  • Accelerometro: questo è semplice come sensore, ma ha il suo perché. L'accelerometro rileva quando poggiate il phon, disattivando calore e diminuendo flusso dell'aria e rumore.

La protezione del cuoio capelluto, regolata dal sensore ToF, può anche essere disattivata manualmente con l'apposito tasto fisico. In ogni caso, il Dyson Supersonic Nural ha lo stesso chip di controllo intelligente del calore che trovavamo sul precedente modello, che si occupa di regolare la temperatura dell'aria per evitare danni da calore.

Stavolta c'è anche un feedback visivo che vi dice la temperatura a cui state usando l'asciugacapelli. Il nuovo Nural ha quattro impostazioni di calore: getto freddo a 28°C, asciugatura delicata e diffusione a 60°C, asciugatura regolare a 80°C e asciugatura rapida a 100°C. Ognuna di queste impostazioni corrisponde a un colore (blu, giallo, arancione e rosso per la temperatura massima) che viene mostrato tramite LED luminosi dall'anello trasparente e dalla capsula sospesa che vedete nel mezzo del cilindro centrale.

In cosa differisce il Dyson Supersonic Nural dal precedente Supersonic? Intanto ci sono tutti i sensori Nural precedentemente elencati. Ci sono poi la modalità pausa e i LED che cambiano colore. Il resto delle specifiche rimane praticamente identico. Il flusso d'aria emesso è sempre da circa 13 l/s, di fatto triplicato dalla tecnologia Air Multiplier di Dyson. Il peso, forse uno dei punti deboli del phon, rimane invariato, così come le dimensioni. Vediamo la scheda tecnica anche a confronto con alcuni degli asciugacapelli che abbiamo testato qui sulle pagine di SmartWorld:

Dyson Supersonic Nural è disponibile in Italia dal 15 aprile al prezzo consigliato di 499€ nella colorazione Acquamarina Tangerine. La confezione di vendita include 5 accessori. Al momento potete acquistarlo direttamente sullo store online di Dyson seguendo questo link o nei Dyson Demo Store, dove avrete anche l'opportunità di provarlo con mano.

Al momento il prezzo del Supersonic classico ammonta a 50€ meno. La dotazione di accessori è più o meno la stessa, ma perdete ovviamente tutte le nuove funzionalità smart di cui abbiamo parlato nell'articolo.

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Kobo si allea con iFixit: i nuovi ebook reader sono facilmente riparabili, alla faccia di Kindle

Mon, 04/15/2024 - 10:45

Kobo produce alcuni tra i migliori ebook reader disponibili sul mercato e qualche giorno fa ha dato avvio all'attesissima rivoluzione dei colori, lanciando quelli che potremmo considerare i primi ebook reader "di massa" a colori: Kobo Clara Colour e Kobo Libra Colour (insieme al nuovo Kobo Clara BW, in bianco e nero).

La presenza di un pannello a colori potrebbe convincere più di qualche utente a scegliere un Kobo come prossimo ebook reader, ma su tutti i nuovi ebook reader dell'azienda c'è un'altra novità non da poco da segnalare: la riparabilità.

Per tutti i nuovi modelli appena lanciati (Kobo Clara Colour, Kobo Libra Colour e Kobo Clara BW), l'azienda ha infatti collaborato con iFixit, per semplificare la vita agli utenti che vorranno riparare autonomamente il proprio ebook reader Kobo. Al momento, nella sezione dedicata alla riparabilità sul sito ufficiale è presente l'annuncio della partnership con iFixit, ma non ancora le guide o i link per acquistare i pezzi di ricambio: d'altra parte, i nuovi dispositivi saranno disponibili sul mercato dal 30 aprile, quindi non c'è fretta.

La scelta di rendere i propri prodotti riparabili in autonomia è sempre lodevole, a maggior ragione quando si parla di dispositivi come gli ebook reader (che hanno un lunghissimo ciclo di vita) e ancor di più quando viene da un'azienda come Kobo che, da ormai da due anni, punta molto anche sul tema della sostenibilità ambientale. Già la precedente generazione di ebook reader, infatti, utilizzava alte percentuali di plastiche riciclate, oltre che imballi esclusivamente in carta riciclata certificata FSC.

Ma se il tema dell'ecosostenibilità è sempre più comune nelle aziende, grazie anche alla crescente attenzione mediatica verso la crisi climatica, la scelta di favorire la riparabilità dei dispositivi non è altrettanto scontata: un plauso quindi a Kobo e a tutte le altre società che spingono verso questa direzione, augurandoci che vengano seguite da sempre più aziende.

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Belli i giochi in formato digitale, almeno finché non ve li cancellano dalla libreria a vostra insaputa

Mon, 04/15/2024 - 10:28

La notizia è di qualche giorno fa, ma è sufficientemente grave da meritare comunque un approfondimento. Il protagonista è The Crew, il gioco di corse di fine 2014 firmato Ubisoft. A dicembre il publisher francese aveva annunciato che i server sarebbero stati spenti il 31 marzo 2024, e che il gioco sarebbe stato rimosso dagli store (ma non dagli account) dalla stessa data.

Ora, The Crew era un gioco che necessitava della connessione a internet per funzionare correttamente, e parte del divertimento consisteva nell'affrontare missioni in modalità cooperativa online o competere in gare PvP con 8 giocatori. Ciò nonostante, The Crew offriva anche una campagna singolo giocatore, oltre a tanti contenuti da sbloccare, e questo senza scomodare le due espansioni pubblicate da Ubisoft nel corso degli anni. Perché parlo al passato? Perché la chiusura dei server ha comportato ben di peggio che la dismissione della modalità co-op o PvP.

Tanti giocatori negli ultimi giorni hanno infatti riportato di peggio: la rimozione del gioco dalla loro libreria. È vero che per la celebrazione dei 30 anni di Ubisoft, il publisher francese aveva regalato The Crew a tutti quelli che facevano richiesta di riscatto sul launcher proprietario, ma è anche vero che in tanti lo hanno acquistato, o magari hanno acquistato le espansioni dopo aver riscattato gratuitamente il gioco base. E ok la chiusura dei server, ma mantenere la possibilità di giocarci in singolo giocatore con l'eventuale check della licenza online era veramente il minimo sindacale. La scelta di Ubisoft invece è stata ben più drastica e impopolare:

"You no longer have access to this game": non hai più accesso a questo gioco tradotto, ma la cosa più grave è il proseguo della frase. "Perché non dare un'occhiata al negozio per proseguire le tue avventure?", per invitare gli utenti a comprare altri giochi, visto che quello acquistato (o riscattato, poco importa) non funziona più.

Il modo in cui tanti utenti interpreteranno la vicenda è piuttosto semplice: i giochi in digitale non sono davvero nostri. I publisher o i responsabili degli store digitali un giorno potrebbero svegliarsi e decidere che i prodotti da noi acquistati non sono più nostri, cancellandoli dalle librerie di migliaia di utenti con un solo click. Ed è difficile dargli torto. Anche nel caso si tratti di giochi online, si parla comunque di prodotti pagati appartenenti alla nostra libreria.

Forse, invece che demonizzare il digitale, bisognerebbe iniziare a demonizzare gli store proprietari. Certo, su console non si scappa: per il digitale è obbligatorio appoggiarsi a Sony, Microsoft e Nintendo, ed è pur vero che anche qui si rischia di vedersi tagliati fuori dalle proprie librerie a distanza di anni. Infatti c'è una larga fetta di utenza che continua a difendere a spada tratta il formato fisico, anche se oramai il fisico è fortemente dipendente dal digitale. Molte volte quando si inserisce un disco ci si trova di fronte a download di aggiornamenti di decine di gigabyte e obbligo di connettività a internet, rendendo di fatto il formato fisico una sorta di "orpello" che lascia il tempo che trova. Non è detto che fra 10 o 20 anni lo stesso disco funzioni correttamente su una PS4 o su Xbox: se dai server vengono rimossi gli aggiornamenti e disabilitato l'accesso al gioco, il formato fisico diventa un soprammobile dotato solo di valore affettivo.

Il discorso insomma è lungo e capace ancora di dividere la community dei giocatori. Su PC il consiglio è quello di appoggiarsi a negozi terzi come Steam, Epic Games Store e GOG, preferendo appunto queste librerie che quelle proprietarie dei publisher. È pur vero che The Crew è sparito anche da Steam. Questo è quanto si legge sulla pagina del gioco:

Nota: Tutte le edizioni di The Crew e i loro contenuti aggiuntivi non sono più disponibili per l'acquisto.

I possessori di The Crew potranno continuare a giocarci fino al 31 marzo 2024. Dopo questa data, i server del gioco verranno spenti, il che renderà impossibile a chiunque l'accesso al gioco.

Magari The Crew apparirà ancora nella libreria Steam dei giocatori, ma Ubisoft ha comunque reso impossibile giocarci.

Da una parte è sbagliato demonizzare il digitale, vista la sua comodità, l'eventuale motivazione ecologica che ne deriva (non c'è un bene fisico da produrre, trasportare e vendere) e la facilità di gestione anche cross-platform (ad esempio da PS4 a PS5). Dall'altra è difficile dare contro a chi non riesce a convincersi della sua bontà, visti episodi come questi.

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Open Fiber annuncia nuovi Comuni in fibra FTTH per il Piano Italia a 1 Giga

Mon, 04/15/2024 - 10:25

Continuano i lavori per il Piano Italia a 1 Giga, il progetto del Governo per garantire a tutti gli utenti una velocità di connessione in linea con gli obiettivi europei della Gigabit Society (sapete come verificare la copertura fibra?).

Open Fiber ha infatti appena aperto la vendibilità agli operatori in 25 nuovi Comuni, ma questo non implica necessariamente che potrete accedere alla fibra FTTH: scopriamo tutti i dettagli.

Il Piano Italia a 1 Giga fa parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la costruzione di una rete a banda ultra larga, che garantirà in oltre 3 mila Comuni italiani una velocità di connessione in linea con gli obiettivi europei della Gigabit society e del Digital Compass.

Open Fiber, azienda in compartecipazione di Cassa Depositi e Prestiti, aveva vinto insieme a TIM il bando del Pnrr da 3,8 miliardi di euro per poi annunciare a maggio 2022 le zone assegnate. I primi Comuni sono arrivati a marzo 2023.

Da allora, gli elenchi dei Comuni sono stati aggiornati costantemente, ma la copertura all'avvio della commercializzazione è da intendersi parziale. Andiamo a vedere perché.

Quando Open Fiber annuncia la vendibilità agli operatori in nuovi Comuni, non significa che questi non fossero già coperti almeno in parte da altri piani FFTH a investimento privato, ma che è la prima volta che vengono coperti dal Piano 1 Giga.

La questione delle Aree Grige

Questo perché i Comuni in elenco includono Aree Grige, ovvero zone in cui la copertura di connettività a banda larga tramite fibra ottica è parziale o limitata, quindi serviti da PoP (Point of Presence) preesistenti o nuovi in prossimità di PCN rilegati. I PoP sono i nodi dell'infrastruttura che ospitano gli elementi della rete di accesso fisso e trasporto/backhauling.

Le Aree Nere

Inoltre le aree interessate possono anche fare parte di Comuni che possono essere parzialmente Aree Nere (aree con almeno due reti a banda ultralarga di operatori diversi) e quindi già coperti, e non è detto che tutti i gestori presenti nell'area a investimento privato aprano la vendibilità anche nelle zone del Piano Italia a 1 Giga.

Anzi, al momento pochi lo fanno, e il motivo è che seguono un accordo di vendita differente che deve essere preventivamente accettato.

La copertura è parziale

Infine tenete sempre presente che la presenza di un Comune nell'elenco indica che alcuni indirizzi siano coperti ma non che tutto il Comune lo sia, in quanto quando viene avviata la commercializzazione è in realtà da intendersi parziale rispetto all'obiettivo finale (ecco perché si parla di copertura parziale).

Le buone notizie La notizia positiva è che la disponibilità continuerà ad ampliarsi, sia per questi Comuni sia per quelli che abbiamo già annunciato nei mesi scorsi, quindi controllate sempre sui siti dei vari operatori che vendono nelle aree del Piano Italia a 1 Giga (come abbiamo detto sono pochi), magari ricontrollando anche nei prossimi giorni perché è possibile che i loro elenchi non siano ancora aggiornati.

Fatte queste premesse, come abbiamo anticipato in apertura Open Fiber ha appena aperto la vendibilità in FTTH a nuovi Comuni per il Piano Italia a 1 Giga: ecco quali sono.

  • Albiate (Monza e della Brianza)
  • Altofonte (Palermo)
  • Ardea (Roma)
  • Baricella (Bologna)
  • Calatafimi-Segesta (Trapani)
  • Cernobbio (Como)
  • Cetara (Salerno)
  • Cinisi (Palermo)
  • Como (Como)
  • Fiorano al Serio (Bergamo)
  • Fiume Veneto (Pordenone)
  • Gradisca d'Isonzo (Gorizia)
  • Lizzanello (Lecce)
  • Montalto di Castro (Viterbo)
  • Palma di Montechiaro (Agrigento)
  • Palo del Colle (Bari)
  • Piadena Drizzona (Cremona)
  • Pollena Trocchia (Napoli)
  • Pontedera (Pisa)
  • Preganziol (Treviso)
  • Ranica (Bergamo)
  • Rubano (Padova)
  • Sant'Anastasia (Napoli)
  • Tufino (Napoli)
  • Vietri sul Mare (Salerno)

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WhatsApp Web prende spunto dalle app desktop: ecco la nuova barra laterale!

Mon, 04/15/2024 - 09:03

Anche l'interfaccia di WhatsApp Web (a proposito, sapete come usarlo e disconnettersi?) si sta adeguando al nuovo design delle app desktop: la popolare app di messaggistica sta infatti rilasciando agli iscritti al canale beta dell'app una nuova barra laterale. Andiamo a scoprire i dettagli. 

Per iscriversi alla beta di WhatsApp Web non dovete fare altro che collegarvi al servizio andato sul sito della piattaforma, come indicato nella nostra guida.

Dopo aver effettuato l'accesso, cliccate in alto a sinistra sull'icona con tre puntini, poi selezionate Aiuto e mettete la spunta di fianco a Usa la versione beta. L'interfaccia si aggiornerà istantaneamente.

Se siete tra i beta tester selezionati, dovreste vedere la nuova barra laterale al posto della riga di icone in alto a sinistra.

Come vedete dallo screenshot sottostante, la nuova barra consente di navigare facilmente attraverso diverse sezioni di WhatsApp Web, tra cui chat, stato, canali, comunità, archivio e messaggi importanti.

La barra laterale fornisce un rapido accesso alle sezioni essenziali, consentendo agli utenti di passare facilmente da una conversazione all'altra, controllare gli aggiornamenti di stato e accedere ai messaggi archiviati con un solo clic.

Nel complesso, la novità rende l'interfaccia più moderna, intuitiva ed efficiente da usare.

Al momento la funzione non è disponibile per tutti i partecipanti alla beta, ma dovrebbe essere resa disponibile a più persone nelle prossime settimane.

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Il primo emulatore per iPhone è arrivato sull'App Store, ma non è andata proprio come speravamo

Mon, 04/15/2024 - 08:34

L'apertura di Apple verso gli emulatori per iPhone non sta andando proprio come tutti speravano. Il primo, chiamato iGBA, è un copia del famoso Delta dello sviluppatore di AltStore (qui trovate cos'è e come funziona), è zeppo di pubblicità e tracker ed è stato appena rimosso dall'App Store. Andiamo a scoprire cosa sta succedendo.

iGBA: GBA & GBC Retro Emulator

Cominciamo con il caso più discusso e contestato: IGBA. L'emulatore, il primo pubblicato su App Store, è stato sviluppato da Mattia La Spina, ma presenta alcuni problemi. Il primo: è una copia di un'app sviluppata anni fa da Riley Testut quando era al liceo, GBA4iOS.

Riley Testut è il creatore di AltStore, lo store alternativo per installare app per iPhone tramite file IPA, e ha continuato il progetto GBA4iOS con Delta, un emulatore che supporta i titoli NES, SNES, Game Boy, Game Boy Color, Game Boy Advance, Nintendo DS, Nintendo 64 e SEGA Mega Drive).

È vero che GBA4iOS è open source, ma secondo quanto riportato, iGBA non fa riferimento alla licenza GNU GPLv2, il che sarebbe una violazione dei termini. 

Il secondo problema è che è pieno di pubblicità e tracker, tanto che Riley Testut lo ha definito senza giri di parole uno "scam", ovvero una truffa. 

In un post su Threads, Riley Testut ha dichiarato che quello che lo ha fatto arrabbiare non fosse tanto il fatto che il gioco fosse una copia del suo, quanto che Apple non abbia ancora approvato il suo AltStore come mercato alternativo, oltre a Delta, e questa copia piena di spam sì.

Contattato da The Verge, La Spina non ha confermato esplicitamente l'utilizzo del codice di Testut, ma ha detto che "non pensavano che l'app avrebbe avuto così tante ripercussioni, mi dispiace davvero", e ha aggiunto di aver contattato Testut via email.

In ogni caso, qualche ora fa Apple ha rimosso iGBA dall'App Store per "aver violato le Linee guida di revisione delle app dell'azienda relative allo spam (sezione 4.3) e al copyright (sezione 5.2)", ma senza fornire alcun dettaglio specifico.

Non è chiaro se anche Nintendo sia entrata nella vicenda chiedendo la rimozione dell'app, ma certo qualcosa non è andato per il verso giusto. 

Emuy64 XL

C'è un altro emulatore sull'App Store, ancora disponibile, ed è Emu64 XL, sviluppato da Raffaele Amuso. L'app, già presente da tempo sul Play Store, funziona senza problemi. L'unico appunto che si può fare è l'uso massiccio di tracker, motivo probabilmente per cui sul Play Store ha un voto medio di 2,9 su 5. 

Andando sul sito dello sviluppatore, si può notare una raccolta piuttosto aggressiva dei dati, tra cui quelli relativi alla "localizzazione precisa". Niente di illegale secondo le policy dell'App Store, ma lo riportiamo in caso vogliate scaricarlo. 

Le regole per gli emulatori

Vi ricordiamo inoltre il nostro video sulle regole di Apple per gli emulatori per iPhone, e perché non hanno fatto felici gli sviluppatori.

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Pixel 9 e il suo nuovo modem: un salto di qualità, con connettività satellitare

Sun, 04/14/2024 - 23:59

Pian piano ci avviciniamo anche al tempo di Pixel 9, la nuova serie di top di gamma Android di Google che verrà presentata il prossimo autunno. Nelle ultime ore sono emersi importanti dettagli sulle novità che porteranno in tema connettività.

Nelle ultime settimane abbiamo parlato in diverse occasioni dei nuovi Pixel 9, apprendendo che i nuovi smartphone made by Google riceveranno delle novità che riguardano l'estetica e il loro cuore pulsante.

Arriverà soprattutto la nuova generazione di processori Tensor, la quarta. E insieme a questa arriverà un nuovo modem. Quando parliamo di modem intendiamo la parte hardware deputata alla gestione di tutta la connettività su Android.

I modem sono i recenti talloni di Achille dei Pixel

Negli ultimi anni abbiamo visto Google rinnovare in maniera consistente i suoi Pixel, di anno in anno. Non sono mancate le critiche però, e una parte consistente di queste era diretta al comparto della connettività.

Con Pixel 6 sono stati diversi gli utenti che hanno lamentato problemi e blocchi alla connettività che, in alcuni casi, influivano negativamente anche sul funzionamento di altri comparti hardware degli smartphone di Google. Con Pixel 7 e Pixel 8 è arrivato un aggiornamento del modem, corrispondente al Exynos 5300 di Samsung: questo ha sicuramente portato maggiori ottimizzazioni, anche se le lamentele degli utenti in merito non sono completamente sparite, sebbene siano diminuite.

Con la serie Pixel 9 le cose si evolveranno ulteriormente in questo senso. Nel Tensor G4 ci sarà il nuovo modem Exynos 5400, prodotto sempre da Samsung. Non si tratta di un modem Qualcomm come sperava qualcuno, ma comunque dovrebbe portare miglioramenti alle performance e alla stabilità. Ma soprattutto, porterà il supporto alle reti 5G non terrestri, ovvero alla connettività satellitare.

Pixel 9 e la connettività satellitare

Dunque, arriva l'ennesima conferma che Google lancerà su Pixel 9 il supporto alla connettività satellitare. Di questo abbiamo sentito parlare in diverse occasioni, e sappiamo che dovrebbe concretizzarsi con il lancio ufficiale di Android 15.

La connettività satellitare su Pixel 9 dovrebbe supportare l'invio di messaggi di emergenza, che dovrebbero essere disponibili in pacchetti preimpostati, a contatti di emergenza scelti da ogni utente.

Al momento le informazioni a riguardo non sono chiarissime: ci sarà al minimo il supporto all'invio di SMS via satellite, il quale probabilmente non sarà esteso alle chiamate. Al momento vi sono evidenze che T-Mobile abbia collaborato con SpaceX per implementare questa funzionalità, e rimane da capire se si tratterà di una feature riservata gli utenti statunitensi, dove T-Mobile appunto è attivo.

In questo contesto, è bene sottolineare come il nuovo modem con supporto alla connettività satellitare arriverà anche sul nuovo Pixel Fold e sul tablet 5G che Google sta preparando.

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Vodafone aumenta i costi di attivazione di alcune offerte, tra cui Red Pro ed Infinito

Sun, 04/14/2024 - 17:38

Vodafone ha aggiornato alcuni costi delle sue offerte di rete mobile e rete fissa. In particolare, le offerte Red Pro, Red Max, Infinito, Infinito Black, Red Max Under 25, Red Max Under 18 avranno il costo di attivazione pari a 9,99 euro (invece di 6,99 euro). Nuovo costo di attivazione anche per C'All Power, che richiederà una spesa di 2€, mentre per la versione Power Max saranno necessari 3€. Sempre relativamente alle promozioni C'All Power la promo 30 Giga Gratis al mese per un anno viene prorogata fino al 19 maggio 2024.

Ancora, aumenti anche per il servizio Rete Sicura: il costo mensile rincarerà da 1,99€ a 2,49€. Il prezzo modificato, tra l'altro, verrà applicato anche alle nuove attivazioni. La versione Rete Sicura Family, invece, beneficerà di un abbassamento di prezzo (per le nuove attivazioni): da 3,99€ al mese a 2,99€. 

Passando alle offerte di rete fissa, sarà previsto un solo prezzo per le tecnologie Fibra, FWA e FWA 5G. Per la versione a 27,90 euro al mese ci saranno 2 mesi gratis ed il prezzo bloccato per due anni. Per chi effettuerà l'acquisto online, l'attivazione di Internet Unlimited verrà scontata del 50%: da 39,90€ a 19,95€. Inoltre, nella versione FWA sarà possibile includere le chiamate illimitate a 3€ al mese sui sistemi Legacy ed a 2,99€ sui sistemi Next. Per chi acquisterà il Super Wi-Fi 6 Extender - insieme ad Internet Unlimited a 27,90€ al mese - il canone mensile di 2,99€ sarà azzerato per i primi due mesi.

Infine, sono previste nuove offerte per le seconde case. Si tratta di Internet Unlimited Seconda Linea a 20,90 euro al mese (sia FTTC che FTTH), Casa Wireless 5G Indoor Seconda Linea a 20,90 euro al mese (FWA 5G) e Casa Wireless 5G Outdoor Seconda Linea (FWA 5G).

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Kia Picanto: le versioni, i prezzi e le rivali

Sun, 04/14/2024 - 11:38

La terza generazione della Kia Picanto è una citycar coreana che verrà presto sottoposta a un restyling.

Una "segmento A" offerta in quattro allestimentiUrbanUrban Special Edition, Style e X Line.

Di seguito troverete tutti i dettagli della Kia Picantoversioniprezzi, rivali e chi più ne ha più ne metta.

Le versioni della Kia Picanto sono quattro: Urban, Urban Special Edition, Style e X Line.

Kia Picanto Urban

La dotazione di serie della Kia Picanto Urban comprende:

Sicurezza

  • 7 anni di garanzia/150.000 km (secondo disposizioni della Casa)
  • ABS, ESC, HAC
  • Airbag laterali prima fila e a tendina prima e seconda fila
  • Airbag lato guida e passeggero
  • Freni a disco anteriori
  • Kit di riparazione pneumatici
  • Predisposizione Isofix

Esterni

  • Cerchi in acciaio da 14" e copricerchi integrati
  • Maniglie esterne in tinta carrozzeria
  • Paraurti in tinta carrozzeria
  • Retrovisori esterni riscaldabili e regolabili elettricamente
  • Retrovisori in tinta carrozzeria

Interni

  • Aletta parasole lato guida con specchietto di cortesia
  • Aletta parasole lato passeggero con specchietto di cortesia
  • Alzacristalli elettrici anteriori e posteriori - funzione auto up/down & safety lato guida
  • Luce vano bagagli
  • Poggiatesta posteriori regolabili in altezza
  • Pomello del cambio in PVC morbido
  • Portabevande anteriore
  • Sedili anteriori abbattibili e frazionabili con modulo 60:40
  • Tendalino rigido copribagagliaio

Comfort

  • Chiusura centralizzata con chiave ripiegabile
  • Climatizzatore manuale
  • Poggiatesta anteriori regolabili in 4 direzioni
  • Sedile guida regolabile in altezza
  • Sensore crepuscolare
  • Servosterzo elettrico + volante regolabile in altezza
  • Sistema di monitoraggio pressione pneumatici (TPMS)
  • Stop & Go (ISG)

Multimedia

  • Bluetooth con vivavoce
  • Comandi audio al volante
  • Porta USB anteriore
  • Tweeters

Colori

  • Milky Beige
Kia Picanto Urban Special Edition

La Kia Picanto Urban Special Edition costa 1.400 euro più della Urban a parità di motore e aggiunge, tra le altre cose:

  • Cerchi in lega da 14"
  • Radio DAB con schermo touchscreen da 8" con Apple CarPlay/Android Auto
  • Retrocamera con linee guida dinamiche
  • Ruotino di scorta
Kia Picanto Style

La Kia Picanto Style costa 2.350 euro più della Urban a parità di motore e aggiunge, tra le altre cose:

  • Cerchi in lega da 15"
  • Volante e pomello del cambio riverstito in pelle
  • Retrocamera con linee guida dinamiche
  • Retrovisori esterni con indicatori di direzione integrati a LED
  • Radio DAB con schermo touchscreen da 8" con Apple CarPlay/Android Auto
  • Forward Collision Avoidance assist (FCA) con riconoscimento vetture
Kia Picanto X Line

La Kia Picanto X Line costa 2.400 euro più della Style a parità di motore e aggiunge, tra le altre cose:

  • Volante sportivo rivestito in pelle
  • Climatizzatore automatico
  • Luci diurne e di posizione a LED
  • Smart key con start button
  • Kia Navigation System DAB con schermo touchscreen da 8", Apple CarPlay/Android Auto

La Kia Picanto è lunga 3,60 metri, larga 1,60 metri e alta 1,49 metri.

Il passo è di 2,40 metri mentre il bagagliaio ha una capienza di 255 litri, che diventano 1.010 quando si abbattono i sedili posteriori.

La gamma motori della Kia Picanto è composta da due 1.0 tre cilindri:

  • un 1.0 tre cilindri benzina da 67 CV
  • un 1.0 tre cilindri GPL da 65 CV

La Kia Picanto è povera di aiuti alla guida: per avere la frenata automatica bisogna per forza acquistare gli allestimenti più costosi Style e X Line. 

Per quanto riguarda la tecnologia sconsigliamo la "base" Urban, l'unica priva del touchscreen e della connettività Apple CarPlayAndroid Auto.

Kia Picanto Urban 14.550 euro
Mitsubishi Space Star 15.500 euro

Kia Picanto Style 16.900 euro
Hyundai i10 1.0 Connectline 17.100 euro

Kia Picanto X Line 19.000 euro
Hyundai i10 1.0 Prime 19.050 euro
Toyota Aygo X Active 18.400 euro

Kia Picanto Urban Special Edition 15.950 euro
Mitsubishi Space Star 15.500 euro

Kia Picanto AMT Style 17.900 euro
Hyundai i10 AT Connectline 18.100 euro

Kia Picanto AMT X Line 20.000 euro
Hyundai i10 1.0 AT Prime 20.050 euro
Toyota Aygo X Active S-CVT 19.600 euro

Kia Picanto AMT Urban Special Edition 16.950 euro

Kia Picanto GPL Urban Special Edition 17.350 euro
Mitsubishi Space Star GPL 17.150 euro

Kia Picanto GPL Style 18.300 euro
Hyundai i10 1.0 GPL Connectline 19.000 euro

Kia Picanto GPL AMT Urban Special Edition 18.350 euro
Kia Picanto GPL AMT Style 19.300 euro

L'articolo Kia Picanto: le versioni, i prezzi e le rivali sembra essere il primo su Smartworld.

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