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Updated: 44 min 14 sec ago

I JVC Gummy mini costano così poco che meritano un'occhiata

Tue, 01/19/2038 - 04:14

All'interno della confezione di vendita troviamo la solita dotazione: due gommini aggiuntivi (taglie S ed L) e un cavetto USB/USB-C per la ricarica.

Gli auricolari sono in-ear e si incastrano ben a fondo nel canale uditivo: sono piccoli, leggeri e con una forma affusolata, se siete abituati agli in-ear non avrete troppi problemi. Al contrario, se siete tra gli utenti che non amano avere auricolari incastrati nell'orecchio, vi suggerisco di guardare oltre.

Nel complesso, però, i JVC Gummy mini rimangono ben incastrati e isolano molto dal rumore esterno, con i gommini in silicone che fungono un po' da tappi.

Il case è relativamente grosso, soprattutto considerando che offre solo 9 ore di autonomia in più. Pur non essendo particolarmente lungo, è molto spesso, il che lo rende più scomodo di altri in tasca.

La qualità audio non è elevatissima (parliamo sempre di un auricolari molto economici), ma l'ascolto è divertente: JVC scommette sui bassi e lo fa bene, con un un suono caldo e avvolgente. L'isolamento acustico garantito dalla forma degli auricolari migliora ulteriormente la resa dei bassi.

Il Bluetooth è in versione 5.1 e la connessione è sempre stabile, i codec supportati sono AAC e SBC e non c'è nessun problema di ritardo nell'audio guardando un film.

I controlli sono basati su tasti fisici, nascosti dietro la plastica degli auricolari. I pulsanti danno un bel feedback chiaro, ma sono duri da premere e fastidiosi, perché ti costringono a spingere l'auricolare dentro l'orecchio, soprattutto per doppio clic e triplo clic. Un workaround è tenere fermo l'auricolare tra pollice e medio, cliccando con l'indice, ma ovviamente non è il massimo della comodità. 

I comandi funzionano così:

  • Auricolare SX:
    • Clic: Play/Pausa
    • Doppio clic: Volume -
    • Triplo clic: Volume+
  • Auricolare DX:
    • Clic: Play/Pausa
    • Doppio clic: Traccia successiva
    • Triplo clic: Traccia precedente

L'autonomia è di 6 ore con una singola ricarica: sufficiente, ma non eccelsa, considerando che non troviamo ANC o altre funzioni smart. Il case offre solo 9 ore aggiuntive (per un totale di 15 ore complessive), un po' poco, considerando le alternative sul mercato.

I microfoni sono sufficienti per chiamate in casa, in silenzio, ma subiscono molto il rumore di fondo e diventano praticamente inutilizzabili se ci si trova in contesti rumorosi.

Il prezzo è il punto forte di questi auricolari: 35€, un costo assolutamente accessibile, che ne giustifica (almeno in parte) le carenze.

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Come controllare l'hotspot del telefono da smartwatch: proviamo Spoton

Sat, 01/11/2025 - 23:58

Oggi parliamo di un'app per smartwatch che potrebbe rivelarsi molto utile, soprattutto se vogliamo controllare in maniera più accurata lo smartphone (ecco i migliori smartphone del momento) dal nostro polso. Parliamo di Spoton, un'app per controllare l'hotspot del telefono dal nostro smartwatch.

L'app in questione è dedicata agli smartwatch con Wear OS (ecco come funziona Wear OS), e porta una funzionalità utile direttamente al nostro polso senza la necessità di toccare il telefono.

L'app Spoton è stata pensata e sviluppata da Marco Gomiero, un ingegnere che lavora nel settore Android, e si rivela molto particolare perché è una delle pochissime app che arriva con un'unica funzione.

Parliamo della possibilità di portare il controllo dell'hotspot dal telefono al proprio smartwatch. Si tratta di un'app dedicata esclusivamente ai dispositivi Wear OS, dunque non pensate di poterla usare su smartwatch che non sono dotati del popolare sistema operativo di Google per indossabili.

L'app si presenta con un'interfaccia molto semplice. Una volta installata sarà possibile aprirla anche da smartphone. Anzi, la prima cosa che dobbiamo fare per usarla è proprio aprirla sul nostro smartphone. Al primo avvio ci chiederà di concedere il permesso per modificare opzioni di sistema, altrimenti non sarà in grado di cambiare lo stato di attivazione dell'hotpost.

Una volta concesso questo unico permesso, anche perché l'app non richiede altri permessi per funzionare, allora sarà possibile usarla anche sul nostro smartwatch Wear OS.

Come vedete dagli screenshot che trovate in galleria (ecco come fare screenshot su Wear OS), potremo aggiungere un tile rapido per la gestione di Spoton sul nostro smartwatch. Una volta fatto questo, il tile relativo a Spoton mostrerà lo stato di attivazione sullo smartphone connesso allo smartwatch sul quale è in esecuzione.

Toccando una singola volta l'opzione che troviamo nel tile di Spoton potremo modificare lo stato di attivazione dell'hotpost, da attivo a non attivo e viceversa. Con un secondo tocco potremo tornare allo stato di attivazione precedente. Tutto qui.

Durante la nostra prova non abbiamo riscontrato alcuna difficoltà. L'app funziona sempre, senza alcuna incertezza. Chiaramente si tratta di un'app estremamente semplice, ma di una certa utilità in alcuni casi.

Immaginiamo infatti Spoton come una soluzione utile per coloro che non sempre hanno a portata di mano il proprio smartphone, magari perché lavorano o studiano al PC. O per coloro che per ragioni di concentrazione non possono sempre usare lo smartphone.

In casi come questi, Spoton è una soluzione interessante per avviare l'hotspot sul proprio smartphone senza nemmeno prenderlo in mano, e garantire la connettività a internet ad altri dispositivi, come potrebbe essere il PC sul quale stiamo lavorando o studiando, per rimanere in tema con l'esempio precedente. Insomma, l'app perfetta anche per i pigri.

Spoton è un'app completamente gratuita. L'app non prevede nemmeno alcun annuncio pubblicitario e chiaramente non prevede limitazioni nella sua versione gratuita, anche perché non è prevista una versione a pagamento.

Come menzionato sopra, è possibile installarla su smartwatch con Wear OS direttamente dal Play Store. Qui sotto trovate il pulsante per il collegamento diretto al Play Store, da aprire sullo smartphone per poi procedere all'installazione su smartwatch.

Scarica da Play Store

Se siete appassionati di personalizzazione allora potrebbero anche interessarvi le guide che trovate di seguito per personalizzare Android secondo diversi aspetti:

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I Galaxy S25 Ultra potrebbero perdere la capacità di scattare foto con la S Pen (e non solo): ecco perché

Sat, 01/11/2025 - 18:27

Grazie ai leak degli ultimi giorni, ormai si sa quasi tutto sui nuovi Galaxy S25, ma secondo un'anticipazione di poche ore fa la S Pen del Galaxy S25 Ultra potrebbe perdere alcune delle sue funzioni più iconiche. 

Stando infatti al leaker Ishan Agarwal, che cita fonti nella rete di vendita, la caratteristica stilo del top di gamma Samsung direbbe addio alla connettività Bluetooth. 

La S Pen dotata di Bluetooth è stata introdotta con il Galaxy Note 9, e consente di effettuare una serie di funzioni uniche, raccolte sotto il nome di Air action.

Attivando l'opzione, è possibile scegliere e personalizzare una serie di gesti di controllo tramite la penna, che è in grado di funzionare anche a dieci metri di distanza dal telefono.

Per esempio, si può agitare la S Pen come una bacchetta magica per tornare indietro o andare alla schermata iniziale, premerla per scattare una foto, premerla due volte per passare da fotocamera anteriore a posteriore, girarla per controllare lo zoom e molto altro.

Questa funzionalità è accessibile su tutti i dispositivi come i Galaxy S dal 2021 in poi, i tablet dal Tab S7 al Tab S10, e i Galaxy Z Fold 6

Evidentemente Samsung spera di aumentare in questo modo l'autonomia, o, come pensa più concretamente Agarwal, ha dei dati di utilizzo così bassi da non giustificare il set di funzionalità e risparmiare così sui costi di produzione

Di certo, scommettiamo che più di un utente non sarà contento del taglio, ma ricordiamo che si tratta solo di un rumor. Speriamo resti tale. 

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Come sapere se un'app funziona nativamente su un PC Windows ARM? Questo sito potrebbe avere la risposta

Sat, 01/11/2025 - 17:36

Come sapere se il nostro programma preferito funzionerà correttamente sui nuovi PC Copilot+ con chip ARM? Un sito, Windows ARM software, potrebbe dare la risposta, in quanto fornisce un elenco estremamente curato e completo (e in continua espansione).

Il problema dei PC Windows on ARM sono infatti i programmi. Quelli nativi, per quanto in continua espansione e in grado di coprire i fabbisogni dell'utente medio, potrebbero non bastare per chi necessita di un software specifico

E anche se Microsoft ha implementato un sistema di emulazione per i programmi x86, potrebbe esserci un impatto sulle prestazioni eccessivo, o persino non funzionare per alcuni applicativi. 

Questo è un problema che abbiamo evidenziato in tutte e tre le nostre recensioni di PC Copilot+:

Ecco quindi che prima di imbarcarsi in un investimento ben superiore al migliaio di euro, un utente ha bisogno di sapere esattamente cosa funzionerà e cosa no.

All'indomani dell'annuncio dei nuovi Surface, il sito WorksonWoa (poi citato dalla stessa Microsoft), aveva cercato di affrontare la questione relativa ai giochi, per poi dedicarsi anche alle app. 

Ma Windows ARM software, che potete trovare a questo indirizzo, è molto più completo e si concentra sulle app native. Il progetto, a cui tutti possono contribuire clonando il repository su GitHub, mostra infatti le applicazioni native attualmente disponibili per i PC Windows on ARM. 

Per usarlo, basta andare alla pagina dedicata e si troveranno tutte le app divise per categorie (Web Browsers, Media, Social, Photo/Video Editing e così via). Per cercare un'app, digitate il nome nel campo di ricerca in alto a destra (quello con l'icona a forma di lente d'ingrandimento) e la lista verrà aggiornata automaticamente. 

Nella nostra esperienza, per quanto molto completo, il modo migliore per scoprire se una particolare app funziona su un PC Windows on ARM è usare sia Windows ARM software che WorksonWoa. Mentre infatti il primo indica tutti i programmi nativi, probabilmente un programma non nativo potrebbe funzionare adeguatamente, e con WorksonWoa si avrà (con un po' di fortuna) una risposta. 

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Anche VLC ha la sua IA: ecco i sottotitoli automatici (ma nessuna data di lancio)

Sat, 01/11/2025 - 15:51

Una delle applicazioni dell'IA generativa a cui l'industria dell'intrattenimento guarda con maggiore attenzione riguarda i sottotitoli automatici, e anche il popolare player multimediale VLC potrebbe lanciarli in un futuro prossimo. 

La notizia non sorprende: come abbiamo osservato anche noi nella nostra recensione di MacWhisper, la capacitò dell'IA di trascrivere gli audio ha enormi applicazioni. Samsung, per esempio, proprio al CES ha presentato la suite software Vision AI che comprende la capacità di creare sottotitoli tradotti nella lingua dell'utente in tempo reale, e anche Crunchyroll sta lavorando a una funzione di questo tipo per la sua piattaforma. 

Lo stesso ha appena fatto VLC, che alla fiera di Las Vegas ha presentato la demo di uno strumento integrato per generare sottotitoli in automatico.

In un video condiviso su X da VideoLAN si vede il presidente Jean-Baptiste Kempf mostrare la nuova funzione, che opera direttamente sul dispositivo e non inviando dati al cloud (quindi non c'è bisogno di connessione Internet).

Tra l'altro il video della demo è quanto mai appropriato: il discusso discorso di Ricky Gervais ai Golden Globe del 2020 in cui insultava tutti i divi di Hollywood in sala e, già che c'era, anche Tim Cook. 

Kempf, che ha condiviso anche degli screenshot in diverse lingue, ha specificato che lo strumento genera e traduce i sottotitoli automaticamente nella lingua dell'utente, e stanno lavorando per supportare "più di 100 lingue". 

Altri dettagli non sono stati condivisi, quindi non sappiamo su quali modelli si appoggi la funzione, ma Kempf ha dichiarato che "utilizza modelli di intelligenza artificiale open source per generare sottotitoli per i video in diverse lingue".

Sul sito di VideoLAN c'è un progetto per un plug-in pensato per implementare la stessa funzione attraverso proprio Whisper di OpenAI (lo stesso su cui si basa MacWhisper), ma non sappiamo se sia quello utilizzato. Il sospetto è forte, visto come funziona bene Whisper, che tra l'altro è open source ed è stato anche modificato per funzionare interamente offline.

Al momento non sappiamo quando VLC lancerà la funzione sulle sue app, ma sicuramente si tratta di un progetto in fase avanzata di sviluppo. E dato che VLC ha appena festeggiato i 6 miliardi di installazioni, quale modo migliore per festeggiarli?

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Sono passati anni, ma Apple non ha ancora risolto il bug della sveglia su iPhone

Sat, 01/11/2025 - 14:36

Apple non ha ancora risolto quello che rischia di essere uno dei bug più persistenti di sempre su iPhone: quello della sveglia. E questo nonostante le prime segnalazioni risalgano ad almeno cinque anni fa e a maggio 2024 sia stato promesso un fix!

Non stiamo parlando di un problema da poco: moltissime persone usano la sveglia di iPhone, una funzione semplice da impostare, oltre che personalizzare sia per quanto riguarda il volume che la suoneria.  

Il fatto è che, incredibile a dirsi, non sempre va come dovrebbe: la suoneria non si accende all'ora impostata ma decine di minuti o addirittura ore dopo.

I primi avvistamenti del problema risalgono ad almeno cinque anni fa (iOS 13), quando su Reddit apparve un post di un utente che lamentava come la sveglia non avesse suonato all'ora impostata, per poi attivarsi 24 minuti dopo, con tanto di notifica (come se non l'avesse sentita).

Facciamo un salto avanti nel tempo (e versioni di iOS) e arriviamo a maggio 2024. Diversi utenti lamentano la non affidabilità della funzione, al che Apple riconosce il problema, promettendo un aggiornamento riparatore a breve. 

Cosa però non avvenuta, nonostante gli iPhone siano passati attraverso diversi update e siano approdati a iOS 18.2. Proprio in questi giorni, su Reddit si è riacceso il dibattito quando un utente ha pubblicato una foto con la sveglia di iOS partita alle 12:42 invece che alle 10:30.

Il problema è stato confermato da diversi utenti, sia con iOS 17 che iOS 18 per arrivare a iOS 18.2.1, l'ultima versione stabile. Le segnalazioni riguardano sia un ritardo nell'avvio della sveglia che una notifica che mostra il suo avvio qualche decina di minuti prima, senza però fare rumore. 

Il comportamento sembra piuttosto casuale e non sembra esserci un comune denominatore, a parte il fatto che la sveglia non funziona come dovrebbe. A maggio si era parlato del fatto che disattivando le funzioni Rilevamento sguardo in Impostazioni > Face ID e codice si risolveva il problema, ma il "trucco" (suggerito anche dall'assistenza Apple) non aveva funzionato per molti utenti.

Personalmente, la sveglia del mio iPhone ha sempre funzionato, quindi non posso riportare la mia esperienza, ma le segnalazioni online sono numerosissime. E comunque Apple stessa ha riconosciuto il bug. 

Contattata a proposito, la casa della mela non ha rilasciato commenti in merito: aggiorneremo l'articolo in caso uscisse una dichiarazione ufficiale (e soprattutto una promessa di risoluzione).

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Ecco come potrebbero essere le fotocamere degli iPhone 17 Pro: diversi miglioramenti, ma anche un "piccolo" passo indietro

Sat, 01/11/2025 - 12:30

Ormai sembra molto probabile che i prossimi iPhone 17 Pro saranno dotati di un blocco fotocamere "in stile" Pixel 9 Pro, ma quali saranno le caratteristiche di sensori e obiettivi? 

A rivelarcelo, un'anticipazione dalla Cina firmato dal noto leaker Digital Chat Station, che affida a un post sulla piattaforma di messaggistica cinese Weibo cosa aspettarsi dai prossimi telefoni della mela. 

Stando a quanto riportato, la serie iPhone 17 Pro (quindi anche il Pro Max) sarà dotata per la prima volta di tre obiettivi, tutti con sensori da 48 MP. Ricordiamo che attualmente gli iPhone 16 Pro sono dotati di due sensori da 48 MP (principale e ultra grandangolo) e uno da 12 MP (teleobiettivo 5x).

Questa affermazione conferma leak precedenti dell'analista Ming-Chi Kuo, quindi dovrebbe essere piuttosto attendibile, ma andando a vedere le singole fotocamere, la situazione si fa ancora più interessante.

Secondo il leaker cinese, sia la fotocamera principale che quella teleobiettivo siano obiettivi ibridi vetro-plastica, mentre la fotocamera principale sarà dotata di un sensore Fusion da 48 MP e 1/1.3" di dimensioni. Questo significa che sarà leggermente più piccolo del sensore nella fotocamera principale degli iPhone 16 Pro, da 1/1.28".

Ricordiamo che questi numeri non si riferiscono alle dimensioni attuali del sensore, ma si basano su un vecchio sistema basato utilizzato per i tubi a vuoto delle vecchie videocamere. 

In questi sistemi, il numero indicava effettivamente il diametro esterno del tubo, ma ora i produttori utilizzano la stessa metrica riferendosi a un "tipo" di sensore anziché alle sue dimensioni. In questo modo riescono a farli sembrare più grandi di quello che sono effettivamente. 

Per spiegare la differenza, un sensore da 1" ha in realtà una diagonale da 15.86 mm, mentre un sensore da 1/1.3" ha una diagonale da 6.00 mm. Ecco quindi perché un sensore da 1/2.8" è più grande di un sensore da 1/1.3", ma non preoccupatevi: nella realtà sarà molto difficile notare differenze

Ma perché questo "passo indietro"? Per alcuni osservatori, con il passaggio alla nuova disposizione delle fotocamere Apple ha dovuto affrontare problemi di spazio, e per questo motivo ha dovuto adottare una soluzione diversa. 

Per quanto riguarda il sensore ultra grandangolare non dovrebbero esserci novità, mentre il teleobiettivo è oggetto di numerosi leak. Stando a Ming-Chi Kuo, questa fotocamera (almeno nel Pro Max, ma forse anche nel Pro) adotterà un obiettivo Tetraprism aggiornato, con un fattore di forma più corto per ridurre lo spessore.

Anche la fotocamera frontale verrà aggiornata, e passerà dagli attuali 12 MP a 24 MP, e dovrebbe essere composta da sei parti. Stando a rumor precedenti dell'analista Jeff Pu, questo dovrebbe valere per tutti gli iPhone 17.

Ricordiamo che gli iPhone 17 dovrebbero essere presentati a settembre 2025 e comprenderanno un'inedita variante "Air" al posto della "Plus", molto più sottile. 

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Recensione Turtle Beach Stealth Pivot: questo controller è un Transformers!

Sat, 01/11/2025 - 09:00

  • Dimensioni: 161,3 x 67,2 x 108 mm
  • Peso: 300 g
  • Connettività: Wireless via dongle USB 2.4 GHz, Bluetooth 5.2, USB-C
  • Compatibilità: PC, Android e console Xbox (queste ultime solo cablato)
  • Batteria: fino a 20 ore in modalità wireless
  • Porte: USB-C per ricarica e connessione cablata, jack audio da 3,5 mm
  • Funzionalità avanzate: moduli rotanti per cambiare layout, schermo integrato per configurazioni dirette, trigger con corsa regolabile e zigrinature, app di personalizzazione

La caratteristica distintiva del Turtle Beach Stealth Pivot è, come anticipato, la possibilità di ruotare i moduli per trasformare il layout del controller. Tramite lo sblocco dei fermi posteriori ed un preciso movimento rotatorio sugli stick, questi si accorciano, sbloccando la possibilità di far roteare i moduli.

Il sistema permette di alternare il layout classico Xbox, con tanto di analogici ad effetto Hall, ad uno più adatto per giochi bidimensionali, come picchiaduro o platform, con l'aggiunta di pulsanti supplementari e l'eliminazione degli stick.

Le funzionalità non pesano troppo sull'ergonomia, anzi, il dispositivo è ben bilanciato malgrado i 300 grammi: risulta comunque maneggevole e con la solidità necessaria per mantenere stabilità, e soprattutto dare la sensazione di un dispositivo premium.

Un altro elemento di sicuro interesse è lo schermo integrato, che consente di configurare il controller direttamente senza bisogno di un'app, sebbene sia disponibile. Ve ne parlo meglio nel paragrafo successivo, tenendo a mente che si tratta del medesimo visto nel ben più costoso Stealth Ultra.

L'autonomia promette fino a 20 ore di utilizzo continuato, un valore rispettato nei nostri test: non è sorprendente in senso stretto, ma lo è se lo si paragona alla batteria dello Stealth Ultra, che riusciva a durare circa 10 ore prima di spegnersi.

Nonostante sia un controller con licenza ufficiale Xbox, funziona in modalità wireless solo su PC e dispositivi Android, mentre su Xbox, purtroppo, richiede un collegamento cablato.

Per accedere alle funzionalità dello schermo, è sufficiente premere il pulsante "+" situato nella parte bassa. Da qui si naviga tra i menù che consentono di gestire aspetti come la connettività (Bluetooth o modalità cablata per Xbox/PC tramite il ricevitore USB) e la personalizzazione del piccolo LED RGB presente nello slider del volume sotto il simbolo Xbox. Non vi è l'opzione di modifica dell'intensità della vibrazione.

È però possibile programmare i pulsanti posteriori e quelli aggiuntivi del secondo layout, o fare in modo che il D-pad funzioni come stick analogico sinistro, o destro, al posto delle frecce direzionali.

C'è anche la possibilità di scaricare l'app "Control Center 2", disponibile per Windows, Android e iOS. La versione Windows, utilizzabile esclusivamente tramite connessione cablata, è la più completa e consente anche di aggiornare il firmware del controller. La versione mobile, invece, funziona via Bluetooth e, pur soffrendo di un'interfaccia piuttosto acerba, fa il suo dovere.

Fa di nuovo capolino la funzione di notifiche, grazie alla quale potrete visualizzare i messaggi ricevuti su smartphone da Whatsapp, Telegram e tutte le app che desiderate direttamente sullo schermo del controller. Tuttavia, le dimensioni ridotte del display non rendono questa opzione propriamente pratica, dato che potrebbe risultare difficile leggere chiaramente il contenuto del messaggio o il nome del mittente. Inoltre, questa funzione va riattivata in modo manuale ogni volta che si accende il controller, quindi difficilmente vi ritroverete a sfruttarla in maniera frequente.

Da notare, a scanso di equivoci, che il Turtle Beach Stealth Pivot non offre opzioni di personalizzazione hardware. Non è possibile, ad esempio, sostituire pulsanti o modificare la scocca.

Prima di scendere nel dettaglio del controller, quel che salta subito all'occhio non appena lo si prende in mano è il design curato, con contrasti tra i toni scuri del corpo principale e i moduli grigi che attirano lo sguardo, senza però essere fuori posto, integrandosi armoniosamente.

Ho già sottolineato che a livello ergonomico si adatta bene alle mani, anche se ho un appunto da fare per i grilletti: pur offrendo una corsa regolabile ed un ottimo grip grazie alle zigrinature, risultano leggermente spigolosi, un dettaglio che potrebbe penalizzare il comfort per alcuni giocatori. I pulsanti posteriori aggiuntivi, invece, sono stati ben implementati per comodità, sensibilità e posizionamento.

Un altro aspetto che inizialmente mi ha destato perplessità è stato il D-pad, che non sembrava molto promettente di primo acchito. Ciò detto, durante i test, si è rivelato preciso e funzionale: per l'occasione ho giocato Marsupilami: Hoobadventure, un titolo davvero ben fatto, passato un po' in sordina, creato dagli autori di I Puffi: Dreams.

Gli analogici si comportano bene, sono belli fluidi come quelli del fratello maggiore Stealth Ultra: anche i pulsanti principali hanno un buon feedback tattile, con un click soddisfacente al tocco.

Il sistema modulare dunque fa il suo dovere: una volta capito il meccanismo, il cambio avviene in pochi secondi e fa sempre la sua sporca figura quando lo si effettua.

Per quanto sia effettivamente ben fatto, però, viene da chiedersi, o meglio, dovrete chiedervi quante volte lo utilizzerete: tutto dipende dal vostro uso, perché se non si sfrutta spesso la possibilità di cambiare layout, il valore del controller diminuisce, rendendo altre opzioni più appetibili. Anche se devo ammettere che avere uno schermo a bordo è comunque una comodità, finora destinata al solo Stealth Ultra, almeno per quanto riguarda la scuderia Turtle Beach.

Con un prezzo di 129,99€, il Turtle Beach Stealth Pivot si posiziona nella fascia alta del mercato. È certamente più accessibile rispetto al Turtle Beach Ultra, che arrivava a 199€, ma resta una spesa importante. È dunque fondamentale valutare se la modularità e le altre caratteristiche uniche siano davvero necessarie per il proprio stile di gioco.

Il sample per questa recensione è stato fornito da Turtle Beach, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso economico.

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Apple ora vende iPhone 15 Pro (e Pro Max) ricondizionati: perché preferirgli iPhone 16 Pro?

Sat, 01/11/2025 - 08:54

Da ieri Apple ha aggiornato la sua pagina degli iPhone ricondizionati con una grossa novità: ora è possibile acquistare iPhone 15 Pro e iPhone 15 Pro Max (oltre agli iPhone 15, che però sono in vendita da qualche giorno). 

Ma perché dovrebbe interessarci? Per una serie di motivi. Ricordiamo innanzitutto che gli iPhone ricondizionati venduti da Apple sono sottoposti a una serie completa di test. 

La casa della mela dichiara che eventuali componenti difettosi vengono sostituiti con parti originali, e i telefoni vengono puliti accuratamente. Ancora più importante, Apple dichiara che nei telefoni viene montata una nuova batteria e sono dotati di un nuovo guscio esterno. 

Inoltre vengono riconfezionati in una scatola nuova con cavi e accessori originali (a seconda della disponibilità). 

Insomma, si tratta di dispositivi pari al nuovo, venduti da Apple con un anno di garanzia con spedizione e resi gratuiti, oltre a 3 mesi di Apple Music inclusi. 

Ma nel caso degli iPhone 15 Pro questa novità è ancora più interessante, in quanto le differenze con gli iPhone 16 Pro non sono così marcate, e soprattutto entrambi potranno sfruttare le funzioni di Apple Intelligence, quando arriveranno. Il tutto a un prezzo decisamente più interessante. Ecco i dispositivi attualmente disponibili, il prezzo e il risparmio:

  • iPhone 15 Pro 128 GB Titanio nero: 969 euro (al lancio costava 1.239 euro)
  • iPhone 15 Pro 256 GB Titanio nero: 1.079 euro (al lancio costava 1.369 euro)
  • iPhone 15 Pro Max 256 GB Titanio nero: 1.159 euro (al lancio costava 1.489 euro)
  • iPhone 15 Pro 512 GB Titanio nero: 1.289 euro (al lancio costava 1.619 euro)
  • iPhone 15 Pro Max 512GB Titanio nero: 1.379 euro (al lancio costava 1.739 euro)

Apple dichiara un risparmio del 15% rispetto al nuovo, ma iPhone 15 Pro 128 GB al lancio non costava 1139 euro, bensì 1239 euro, quindi noi consideriamo il prezzo di lancio (anche per fare un confronto con i nuovi modelli). 

Gli iPhone 16 Pro hanno gli stessi prezzi di listino degli iPhone 15 Pro al lancio, quindi il vantaggio economico è notevole.

Al momento, Apple ha messo in vendita gli iPhone 15 Pro ricondizionati in Italia, Germania, Francia e Spagna: potete trovarli sulla pagina dedicata dell'Apple Store. 

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iPhone 17 Air fa parlare di sé: super sottile e addio SIM

Sat, 01/11/2025 - 01:00

Torniamo a parlare di iPhone 17 Air, ovvero del prossimo modello di iPhone che sarà super sottile. Nelle ultime ore sono trapelati nuovi rumor che confermano l'addio alle SIM (ecco quali sono i migliori iPhone del momento).

L'autorevole Ming-Chi Kuo ha condiviso interessanti nuovi dettagli sul prossimo modello di iPhone, i quali chiariscono quanto iPhone 17 Air sarà sottile e non solo.

Questo inedito iPhone 17 Air che debutterà nella seconda parte dell'anno sarà davvero l'iPhone più sottile di sempre. Di questo aspetto abbiamo già parlato a più riprese, e grazie a Ming-Chi Kuo abbiamo un'idea migliore del suo spessore. Si parla infatti di uno spessore di appena 5,5 mm.

Una cifra ben al di sotto del precedente record di 6,9 mm, che spetta al lontano iPhone 6. Questo significa anche che il dispositivo sarebbe circa il 30% più sottile di iPhone 16 e iPhone 16 Plus e circa il 33% più sottile di iPhone 16 Pro e iPhone 16 Pro Max. iPhone 17 Air dovrebbe avvicinarsi quindi al risicato spessore di 5,1 mm che troviamo per iPad Pro da 13 pollici.

Ma non si parla solo di spessore, aspetto che, visto il nome, è centrale su iPhone 17 Air. Sembra infatti che il dispositivo arriverà sul mercato senza uno slot per le SIM. Non sarebbe chiaramente la prima volta per un iPhone senza slot SIM. A partire da iPhone 14 infatti abbiamo visto Apple presentare i suoi smartphone con l'esclusivo supporto eSIM (ecco tutti gli smartphone compatibili con eSIM), ma solo per il mercato statunitense.

Rimane da vedere se la scelta di iPhone varrà anche per i mercati europei. Sarebbe sicuramente una novità di rilievo. In caso di mancanza dello slot per le classiche SIM, ci sarà ovviamente il supporto eSIM.

E con le conferme sullo spessore da record si rinnovano le voci per cui Apple potrebbe fare qualche rinuncia importante in termini hardware, soprattutto per quanto riguarda il comparto fotografico, ovvero il comparto che maggiormente richiede spessore negli smartphone più attuali.

Il lancio di iPhone 17 Air ancora non è associato a una data ben definita. L'ipotesi è che il dispositivo vedrà la luce sulla scia dei nuovi iPhone 17. Torneremo ad aggiornarvi non appena ne sapremo di più in merito.

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Galaxy S25 FE avrà lo stesso processore di S24, ma forse non è una buona notizia

Sat, 01/11/2025 - 00:03

Iniziamo a parlare di Galaxy S25 FE, visto che sono trapelati i primi dettagli su come potrebbe presentarsi sul mercato. Il nuovo modello Fan Edition di Samsung è ancora lontano qualche mese dal suo debutto (ecco i migliori smartphone sotto i 400 euro), ma possiamo iniziare a farci un'idea di come sarà.

Il suo predecessore, che vedete nell'immagine di copertina, Galaxy S24 FE è arrivato soltanto un paio di mesi fa, ma in casa Samsung le cose si stanno già muovendo in vista di Galaxy S25 FE.

Nelle ultime ore infatti sono trapelati i primi rumor sul dispositivo, i quali riguardano nello specifico il processore. I dettagli trapelati infatti indicano che su Galaxy S25 FE potrebbe esserci lo stesso processore che troviamo sulla serie Galaxy S24, gli attuali top di gamma Samsung. Anche se la scelta appare più come un ripiego.

Galaxy S24 FE è arrivato sul mercato con un processore Exynos 2400e, un chip leggermente aggiornato rispetto all'Exynos 2400 che troviamo su Galaxy S24 per avere una frequenza di clock leggermente più bassa. E allora era lecito attendersi un Galaxy S25 FE con Exynos 2500e.

Questo in realtà non avverrà, perché secondo le ultime voci emerse in rete Samsung avrebbe addirittura cancellato lo sviluppo del suo Exynos 2500, che avrebbe dovuto debuttare (almeno) su alcune versioni di Galaxy S25. E se non ci sarà un Exynos 2500 allora non ci sarà nemmeno la versione aggiornata 2500e per la Fan Edition di S25.

Tutto questo per arrivare al fatto che su Galaxy S25 FE potremmo trovare un processore Exynos 2400. Sicuramente leggermente più potente a quello che troviamo su S24 FE, ma indubbiamente più datato. E oltretutto, non sarà uno Snapdragon come qualcuno potrebbe aver sperato nell'apprendere dell'abbandono dello sviluppo di Exynos 2500.

La strada per vedere Galaxy S25 FE è ancora lunga, e dunque le carte in tavola potrebbero cambiare in casa Samsung. Prendiamo quindi con le dovute pinze quanto appena trapelato. Torneremo ad aggiornarvi non appena ne sapremo di più.

L'articolo Galaxy S25 FE avrà lo stesso processore di S24, ma forse non è una buona notizia sembra essere il primo su Smartworld.

Velocità, latenza, esperienza d'uso: per nPerf la rete mobile in Italia si pronuncia Vodafone

Fri, 01/10/2025 - 17:13

È passato un anno, ma il risultato non cambia: per la settima volta di fila nPerf incorona Vodafone come miglior operatore di rete mobile in Italia. 

Ma cosa vuol dire "migliore"? L'azienda francese ha analizzato una serie di parametri per stabilirlo:

  • Velocità di download 
  • Velocità di upload
  • Latenza
  • Navigazione Web
  • Visione di video su YouTube

Le misurazioni, effettuate sul totale delle connessioni e in 5G, sono filtrate per evitare di "sporcarle" con i robot e nPerf dichiara che riflettono le esperienze reali dei clienti.

Come campione, sono stati presi i cinque maggiori operatori del settore in Italia, Vodafone, TIM, WindTre, Fastweb e Iliad. Ma nonostante la competizione, Vodafone ha vinto nuovamente. 

Nel dettaglio, l'operatore rosso (fresco di acquisizione da parte di Fastweb) svetta in tutte le categorie analizzate, ottenendo un nPerf Score di 94.836 punti

Nel dettaglio, Vodafone ottiene una velocità di download media di 116,71 Mb/s, di upload di 18,72 Mb/s, una latenza di 38,19 ms e una percentuale di Navigazione e Streaming di 74,73% e 83,75% rispettivamente. 

Distanti gli altri operatori. WindTre si conferma secondo (85.200 punti) soprattutto grazie alle prestazioni nello streaming video (82,96%), mentre Fastweb terzo con 81.978 punti (da rilevare l'ottima velocità di download con 95,44 Mb/s).

nPerf loda però (come sempre) le prestazioni di TIM, quarto con un nPerf Score di 81.019 punti, in quanto presenta un'ottima esperienza di navigazione web (81,98%).

Se volete partecipare ai test per l'anno prossimo, potete andare a questo indirizzo

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Ora possiamo inviare messaggi e chiamare con Gemini a schermo bloccato: come fare

Fri, 01/10/2025 - 16:21

Gemini sta sempre più diventando il sostituto dell'Assistente Google: con l'ultimo aggiornamento quasi tutti gli utenti dovrebbero poter chiamare e inviare messaggi anche con lo schermo bloccato. 

Andiamo con ordine. Il 4 dicembre scorso, Google aveva rilasciato alcune nuove estensioni per Gemini che consentono l'integrazione con l'app Telefono, l'app Messaggi e persino WhatsApp. 

Nel giro di pochi giorni, era stata scoperta una nuova funzione, che consente a Gemini di chiamare e inviare messaggi direttamente dalla schermata di blocco, senza sbloccare il telefono.

Ora questa utile funzionalità (o pericolosa, se il telefono dovesse cadere nelle mani sbagliate) è in via di diffusione a un numero maggiore di utenti.

Ma come usarla? Per prima cosa, assicuratevi di avere almeno la versione 15.50 o successive dell'app Google: andate nel Play Store e toccate Ricerca in basso. Poi scrivete in alto Google, toccatela e selezionate Informazioni sull'app. Scorrete in fondo e verificate il numero di versione.

Adesso per sicurezza forzate l'arresto dell'app Google e dell'app Gemini andando nelle impostazioni del telefono, toccate App, poi Mostra tutte le app e selezionate una delle due app. Qui toccate Forza arresto

Avviate Gemini e toccate l'icona del vostro profilo, poi toccate Estensioni. Qui dovreste vedere Messaggi e Telefono: attivate l'interruttore a fianco delle due voci. Personalmente non ho ancora queste voci e la funzione va lo stesso, quindi questo passaggio non è fondamentale. 

Poi toccate la freccia in alto a sinistra e toccate ancora l'icona del vostro profilo. Selezionate Impostazioni, poi Gemini nella schermata di blocco. Qui attivate l'interruttore di fianco a Fai chiamate e invia messaggi senza sbloccare lo schermo.   

A questo punto bloccate lo schermo e richiamate Gemini, per esempio scorrendo con il dito in diagonale da sinistra in basso verso il centro. Chiedete di fare una chiamata o inviare un messaggio e l'assistente vi chiederà il nome del contatto, senza dover sbloccare prima lo schermo! 

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Bermuda permette di conoscere nuove persone in "sicurezza", ma perché preferirla ad altre app?

Fri, 01/10/2025 - 15:30

Chi vuole conoscere nuove persone e parlare con sconosciuti in sicurezza non è solo limitato ad Azar. Come la popolarissima app di incontri, Bermuda utilizza gli swipe per scegliere l'interlocutore (qualcuno ha nominato Tinder?), e applica una serie di protezioni per garantire un'interazione rispettosa.

Inoltre permette di eliminare le barriere linguistiche grazie alla possibilità di tradurre i messaggi, e si possono condividere i momenti divertenti. Il tutto in un formato moderno e gradevole: scopriamo come funziona e se mantiene quello che promette.

Cos'è Bermuda

Non è facile conoscere nuove persone, soprattutto se si è un po' timidi, ma con app apposite è possibile incontrare utenti da tutto il mondo direttamente dal telefono. 

Bermuda è una di queste soluzioni, ma rispetto a piattaforme come l'ormai tramontata Omegle applica delle protezioni per garantire la sicurezza dei suoi utenti. Che, stando al sito ufficiale, sono numerosissimi. Nel momento in cui scriviamo, vengono conteggiati 22.399.730 match, con un incremento di circa 600 ogni 3 secondi. 

Sviluppata in Corea del sud, l'app vanta oltre 10 milioni di download sul Play Store, mentre per iPhone non è disponibile in Italia.

Come funziona Bermuda

Il funzionamento di Bermuda ricalca quello di Azar e altre app simili dell'era post-Tinder. Ci si iscrive e si cercano contatti con cui parlare tramite swipe, ovvero scorrendo sulle immagini di copertina degli utenti.

Una volta selezionato l'utente, se piacciamo anche a lui si può cominciare a parlare in videochiamata. Inoltre si possono anche condividere dei momenti particolari con la comunità. 

Quanto costa

Bermuda è gratuita da utilizzare, ma ovviamente per ottenere i migliori match è necessario acquistare monete nella valuta interna, chiamata senza troppa fantasia Coin. 

Questo può essere fatto sia acquistando le monete in pacchetti a partire da 4,99 euro, oppure abbonandosi tramite la Bermuda Membership a 9,99 euro al mese (che consente anche di avere numerosi vantaggi, come far risaltare il profilo e altro). 

Privacy

Le app come Bermuda non sono il paradiso della privacy, e infatti su Android i dati raccolti sono numerosi:

  • ID del dispositivo
  • Informazioni personali (indirizzo email e ID utente)
  • Foto e Video
  • Posizione
  • Attività nell'app (interazioni e altre azioni)
  • Log degli arresti nomali e dati diagnostici

Questi dati possono essere condivisi con i fornitori di servizi e partner. Inoltre bisogna tenere presente che anche cancellando l'account le informazioni rese pubbliche sulla piattaforma resteranno tali, così come eventuali dati condivisi con l'app. 

Sicurezza

Per quanto riguarda la sicurezza, per usare Bermuda bisogna essere ovviamente maggiorenni, e non si possono registrare le schermate o fare screenshot. Inoltre l'app utilizza uno strumenti IA per bloccare contenuti dannosi e il monitoraggio del servizio 24 / 7.

Come installare Bermuda

Come abbiamo anticipato, in Italia Bermuda è disponibile solo per Android, dove è arrivata nel 2016 (non c'è la possibilità di accedere online). Per installare l'app, bisogna avviare il Play Store e toccare in basso l'icona Ricerca, poi digitare Bermuda e selezionare Bermuda Video Chat (oppure andate direttamente a questo link). 

Cliccate su Installa e poi Apri per avviarla. 

Come registrarsi

A questo punto bisogna registrarsi, operazione che può essere effettuata senza password, ma utilizzando il proprio account Google o digitando direttamente l'email. In quest'ultimo caso, inserite l'indirizzo email, toccate Avanti e riceverete un'email di accesso. 

Qui toccate il link Accedi a BERMUDA e potrete iniziare a usare l'app. Inserite il genere e confermate di essere maggiorenni, poi digitate la vostra età (data di nascita). Adesso consentite all'app di registrare video e scattare foto, l'accesso alla posizione, l'accesso al microfono e di mostrare notifiche. 

Poi se volete concedete all'app di mostrare le chiamate in arrivo sopra altre app, in modo da poter parlare anche tramite una finestra flottante. Toccate Confermato per accettare le Linee Guida e siete pronti a usare Bermuda. 

Come utilizzare Bermuda

A questo punto apparirà una schermata in cui verremo ripresi dalla fotocamera anteriore. Per iniziare a vedere gli utenti, bisogna fare uno swipe (ovvero scorrere con il dito) da destra a sinistra, ma prima diamo un'occhiata all'interfaccia. In basso ci sono due pulsanti, Genere, per scegliere il genere degli utenti con cui parlare (bisogna pagare), e Regione, per scegliere gli eventuali Paesi degli utenti (o escluderli). 

Toccando Regione, è possibile attivare Matching al 100%, ma bisogna pagare. Oltre, ci sono le icone per accedere alla videochiamata (quella predefinita), alla chat, alla cronologia di conversazioni e alla sezione del profilo. In alto, troveremo quante Coin abbiamo, l'icona per "migliorarci" durante le videochiamate (con filtri beautify, AR e altri) e le notifiche.

Per pagare, si intende caricare il portafoglio con Coin, comprando i pacchetti a partire da 500 Coin (4,99 euro). Matching al 100% costa 10 Coin, per esempio, mentre scegliere il genere costa 13 Coin. 

Cominciamo a fare swipe e potremo vedere le varie persone disponibili con cui iniziare a parlare (attenzione: saremo in diretta video!). 

Bermuda è un'app che consente di fare amicizia con persone da tutto il mondo, ma è molto orientata alla monetizzazione (com'è giusto che sia, per carità). 

Questo significa che se non si hanno aspettative è possibile conoscere e parlare con diversi utenti, mentre se si vogliono conoscere persone di un certo tipo (leggasi scegliere il genere) bisogna pagare. 

Inoltre Bermuda promuove l'acquisto delle monete con funzionalità come Fever Time, che consente di incontrare persone del sesso opposto per 8 monete, e attivando lo scorrimento automatico dopo 5 secondi. La funzione consente di incontrare tantissime persone, a rischio di diventare un po' frenetica, ma può essere divertente. 

Diversi utenti lamentano un utilizzo scorretto dell'app, ovvero persone che si offrono a parlare ma solo a pagamento, ma mediamente l'app sembra abbastanza sicura da utilizzare (poi ovviamente dipende da chi si incontra). Ci è rimasto il dubbio, però, che non si differenzi abbastanza dalle altre offerte sul mercato. 

Sono tantissime le app che consentono di conoscere nuovi amici o, chissà, anche un amore: ecco le nostre selezioni e approfondimenti dedicati. 

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Niente grosse novità per Samsung: specifiche complete e immagini della serie Galaxy S25 sono un po' troppo prevedibili?

Fri, 01/10/2025 - 15:05

Da quando abbiamo pubblicato il nostro video riassuntivo sulla serie Galaxy S25 (lo trovate qui a fine articolo) sono fioccati un sacco di nuovi rumor in merito, a conferma del fatto che quella di Murphy rimane una legge.

Scherzi a parte, un nuovo report di Android Headlines, in collaborazione con il noto @OnLeaks, fa luce su quasi ogni aspetto tecnico dei prossimi top di gamma Samsung.

I tre modelli della serie Galaxy S25 si distinguono principalmente per le dimensioni del display, la capacità della batteria e il comparto fotografico.

Benissimo invece il fatto che il SoC sia sempre lo stesso, ovvero il top di gamma Qualcomm, ottimizzato per i modelli di punta Samsung. Niente Exynos a questo giro, nemmeno per noi europei.

Galaxy S25 è il più compatto, con uno schermo da 6,2 pollici e una batteria da 4.000mAh, adatto a chi cerca maggiore portabilità e un prezzo più contenuto.

Galaxy S25+ parte dalla stessa base, offrendo un display più grande da 6,7 pollici e una batteria maggiorata, che tra l'altro si ricarica anche molto più velocemente. È il classico modello nel mezzo, destinato a chi voglia maggiore autonomia, schermo grande, ma non si curi di avere le migliori fotocamere disponibili.

Galaxy S25 Ultra, infine, aumenta ancora un po' le dimensioni del display e soprattutto fa il salto col comparto fotografico, senza dimenticarsi che è l'unico della serie con S Pen.

Prima di vedere quindi in dettaglio i tre smartphone sottolineiamo solo alcune ovvietà. 

  1. Non sono specifiche ufficiali (ma le fonti sono affidabili).
  2. I tagli di memoria possono facilmente differire da un paese all'altro, quelli elencati di seguito dovrebbero comunque essere quelli europei.
  3. Per i possibili prezzi gli ultimi rumor puntano al rincaro, ma non è ancora detta l'ultima parola. 

E ora spazio alle specifiche dei tre Galaxy S25!

Samsung Galaxy S25 scheda tecnica:
  • Schermo: 6,2'' Dynamic AMOLED 2X FullHD+ (1.080 x 2.340 pixel), refresh rate 120Hz.
  • CPU: Snapdragon 8 Elite 
  • RAM: 12 GB
  • Archiviazione: 128 / 256 / 512 GB (non espandibile).
  • Fotocamera posteriore:
    • Principale: 50 megapixel
    • Grandangolo: 12 megapixel
    • Teleobiettivo 3x: 10 megapixel con OIS
  • Fotocamera frontale: 12 megapixel f/2.2
  • Connettività: Dual SIM con supporto eSIM, Wi-Fi 7, Bluetooth 5.3.
  • Batteria:4.000mAh, ricarica cablata 25W, supporto alla ricarica wireless
  • Dimensioni: 146,9 x 70,5 x 7,2 mm
  • Peso: 162 grammi
  • OS: Android 15 con interfaccia One UI 7
Samsung Galaxy S25+ scheda tecnica:
  • Schermo: 6,7'' Dynamic AMOLED 2X FullHD+ (1.440 x 3.120 pixel), refresh rate 120Hz.
  • CPU: Snapdragon 8 Elite 
  • RAM: 12 GB
  • Archiviazione: 256 / 512 GB (non espandibile).
  • Fotocamera posteriore:
    • Principale: 50 megapixel
    • Grandangolo: 12 megapixel
    • Teleobiettivo 3x: 10 megapixel con OIS
  • Fotocamera frontale: 12 megapixel f/2.2
  • Connettività: Dual SIM con supporto eSIM, Wi-Fi 7, Bluetooth 5.3.
  • Batteria:4.900mAh, ricarica cablata 45W, supporto alla ricarica wireless
  • Dimensioni: 158,4 x 75,8 x 7,3 mm
  • Peso: 190 grammi
  • OS: Android 15 con interfaccia One UI 7
Samsung Galaxy S25 Ultra scheda tecnica:
  • Schermo: 6,9'' Dynamic AMOLED 2X FullHD+ (1.440 x 3.120 pixel), refresh rate 120Hz.
  • CPU: Snapdragon 8 Elite 
  • RAM: 12 GB
  • Archiviazione: 256 / 512 GB / 1 TB (non espandibile).
  • Fotocamera posteriore:
    • Principale: 200 megapixel
    • Grandangolo: 50 megapixel
    • Teleobiettivo 3x: 10 megapixel con OIS
    • Teleobiettivo 5x: 50 megapixel con OIS
  • Fotocamera frontale: 12 megapixel f/2.2
  • Connettività: Dual SIM con supporto eSIM, Wi-Fi 7, Bluetooth 5.3.
  • Batteria:5.000mAh, ricarica cablata 45W, supporto alla ricarica wireless
  • Dimensioni: 162,8 x 77,6 x 8,2 mm
  • Peso: 218 grammi
  • OS: Android 15 con interfaccia One UI 7

Sempre Android Headlines ha poi condiviso una lunga serie di immagini di tutta la famiglia S25, in ogni colorazione nella quale dovrebbe essere disponibile. Di nuovo, non è scontato che tutti questi colori arrivino in Italia, ma almeno intanto possiamo farci un'idea.

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Copilot Voice arriva ufficialmente in Italia: cosa possiamo farci e come usarlo

Fri, 01/10/2025 - 14:54

Copilot Voice arriva ufficialmente anche in Italia. Quello che possiamo tranquillamente definire come il rivale diretto di Gemini Live è da subito disponibile all'utilizzo anche in italiano. Stiamo parlando della nuova modalità conversazionale del servizio di intelligenza artificiale di Microsoft.

L'arrivo di Copilot Voice è una tappa importante per l'estensione del servizio IA di Microsoft nel nostro paese, il quale ora supporta anche la possibilità di interagire conversando con gli utenti.

Gli screenshot che trovate alla fine di questo articolo mostrano come appare Copilot Voice dopo averlo provato sul nostro PC. Si tratta di una funzione aggiuntiva di Copilot, presente nella sua schermata iniziale, con la quale possiamo conversare in maniera continua con il chatbot AI.

Copilot Voice dunque ci permetterà di parlare con Copilot senza interruzioni, in maniera continua, e quindi come se stessimo interagendo con una persona reale davanti a noi. Come abbiamo menzionato sopra, la stessa modalità di interazione che è possibile avere con Gemini Live.

Per usare Copilot Voice il procedimento è molto semplice. Basta accedere al sito ufficiale di Copilot, accedere tramite un nostro account la prima volta, e successivamente cliccare l'icona contrassegnata dal microfono nella barra inferiore, sulla destra.

Al primo avvio sarà necessario concedere il permesso a usare il microfono da parte del sito di Copilot, e successivamente sarà possibile conversare con Copilot. Inizialmente Copilot Voice ci darà il benvenuto chiamandoci per nome, e poi passerà all'ascolto. Non sarà necessario premere alcun pulsante durante l'interazione con Copilot Voice, visto che l'ascolto e la risposta avvengono automaticamente.

Tra le opzioni di Copilot Voice, disponibili sulla destra della barra inferiore, troviamo la possibilità di personalizzare il tono della voce dell'assistente scegliendo tra quattro opzioni diverse. Per uscire da Copilot Voice basterà invece cliccare sul collegamento alla sinistra della barra inferiore.

C'è un solo problema. Per qualche motivo Copilot Voice non effettua ricerche online: si basa unicamente sui materiali con cui è stato addestrato, che si fermano a ottobre 2023. A confermarcelo è stato proprio Copilot Voce chiedendoglielo esplicitamente. Ci siamo accorti della discrepanza con quello testuale cercando informazioni su un portatile convertibile (il ProArt PZ13) lanciato nel 2024, informazioni che Voice non riusciva a reperire. Con la versione testuale invece si riesce a recuperare tutte le caratteristiche e altre informazioni senza problemi.

Oltre al sito ufficiale, Copilot Voice dovrebbe essere già disponibile nell'app Copilot per Windows, Android e iOS. Qui sotto trovate i pulsanti per scaricarle e installarle dai rispettivi store.

Scarica da Play Store

Scarica da App Store

Scarica da Microsoft

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Ecco come potremo creare chatbot AI su WhatsApp

Fri, 01/10/2025 - 13:26

Presto potremo creare dei chatbot AI su WhatsApp. La notizia arriva nel contesto dell'estensione sempre più ampia dell'intelligenza artificiale nei vari servizi di Meta, tra cui troviamo la piattaforma di messaggistica (ecco quali sono le piattaforme di messaggistica più usate).

Nelle ultime ore sono trapelati interessanti dettagli che inequivocabilmente ci confermano lo sviluppo di una funzione WhatsApp dedicata alla creazione di chatbot AI.

La novità è trapelata dall'analisi del codice di una delle ultime versioni di WhatsApp per Android, svolta da WABetaInfo. Oltre ai dettagli nel codice è stato possibile estrapolare anche un esempio di interfaccia dedicata alla creazione dei chatbot AI all'interno di WhatsApp. Trovate l'esempio nello screenshot in galleria.

La creazione di chatbot AI in WhatsApp ha il senso di permetterci di generare dei chatbot personalizzati, tarati sulle nostre esigenze. Come vedete anche dall'esempio in galleria, la funzione permetterà agli utenti di scegliere quale tipo di chatbot AI creare, e quindi se generarlo per essere focalizzato, ad esempio, sulla produttività, sull'intrattenimento o sull'assistenza personale.

La descrizione che forniremo per iniziare a creare il chatbot AI su WhatsApp sarà fondamentale per la natura del chatbot stesso che verrà creato. Questo perché Meta AI userà le informazioni fornite nella descrizione per generare il chatbot AI personalizzato. Oltre alla descrizione, WhatsApp ci chiederà anche di indicare il ruolo e l'obiettivo principale che dovrebbe avere il chatbot.

Con questa novità Meta rende sempre più accessibile la sua intelligenza artificiale, rendendo possibile la creazione di un chatbot AI anche a coloro che non hanno particolari competenze tecniche in merito, senza affidarsi a strumenti o servizi di terze parti.

Per vedere questa funzionalità sui nostri smartphone dobbiamo ancora attendere. La creazione dei chatbot AI su WhatsApp è ancora in fase di sviluppo, e non abbiamo indicazioni sulle tempistiche di rilascio per il pubblico. Torneremo ad aggiornarvi non appena ne sapremo di più.

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Redmi Note 14 ufficiali: anche per la fascia economica, Xiaomi punta su fotocamere e IA

Fri, 01/10/2025 - 12:00

Xiaomi ha annunciato la nuova gamma di smartphone della serie Redmi Note 14: si tratta di una famiglia di ben cinque dispositivi, con prezzi che vanno dai duecento agli oltre cinquecento euro, accumulati tra loro dal design e da un'attenzione alle fotocamere. I cinque modelli della nuova serie Redmi Note 14 sono:

  • Redmi Note 14
  • Redmi Note 14 5G
  • Redmi Note 14 Pro
  • Redmi Note 14 Pro 5G
  • Redmi Note 14 Pro+ 5G

Uno degli elementi distintivi della serie Redmi Note 14 è proprio il sistema fotografico, sia nei modelli "base", più economiche, che nelle varianti Pro.

Le versioni Pro sono dotate di una fotocamera principale da 200 MP con tecnologia AI e stabilizzazione ottica (OIS), che promette immagini nitide anche in condizioni di scarsa luminosità. I modelli standard, invece, offrono una fotocamera da 108 MP. Oltre al sensore, Xiaomi ha introdotto nuove funzionalità creative, come la possibilità di registrare video con entrambe le fotocamere contemporaneamente e strumenti di editing avanzati integrati, basati su Intelligenza Artificiale.

Oltre alla potenza fotografica, Xiaomi ha posto grande attenzione alla robustezza dei dispositivi. La serie Redmi Note 14 è stata progettata per resistere a cadute, graffi e condizioni atmosferiche difficili. I modelli di punta, Redmi Note 14 Pro+ 5G e Redmi Note 14 Pro 5G, sono dotati di protezione IP68 contro polvere e acqua, mentre le versioni standard offrono un grado di resistenza minore (IP54 e IP64). Inoltre, i display sono protetti dal vetro Corning Gorilla Glass Victus 2, e il telaio è in alluminio.

Infine, i display di alta qualità completano l'offerta della nuova gamma Redmi Note 14. Tutti i modelli presentano schermi con frequenza di aggiornamento fino a 120 Hz, e i modelli Pro offrono una risoluzione di 1,5K e una luminosità di picco fino a 3000 nits

Di seguito le caratteristiche tecniche complete di tutti i dispositivi.

Redmi Note 14
  • Display: 6,67" AMOLED, 2400 x 1080, fino a 120Hz, luminosità di picco 1800 nits, DCI-P3, contrasto 5.000.000:1, Corning® Gorilla® Glass 5, certificazioni TÜV Rheinland (Low Blue Light, Flicker Free, Circadian Friendly).
  • CPU: MediaTek Helio G99-Ultra, octa-core fino a 2,2GHz, tecnologia a 6nm
  • RAM: 6 GB / 8 GB LPDDR4X
  • Memoria interna: 128 GB / 256 GB UFS 2.2, espandibile fino a 1TB
  • Fotocamere posteriori:
    • Principale: 108 MP, f/1.7, 6P lens
    • Profondità: 2 MP, f/2.4
    • Macro: 2 MP, f/2.4
  • Fotocamera frontale: 20 MP, f/2.2
  • Connettività: 4G, Bluetooth® 5.3, NFC, dual SIM (SIM + microSD), jack audio 3,5mm
  • Batteria: 5500 mAh, ricarica 33W
  • Sistema operativo: Xiaomi HyperOS
  • Altro: Sensore di impronte in-display, certificazione IP54
  • Colori disponibili: Midnight Black, Ocean Blue, Lime Green
Redmi Note 14 5G
  • Display: 6,67" AMOLED, 2400 x 1080, fino a 120Hz, luminosità di picco 2100 nits, DCI-P3, contrasto 5.000.000:1, Corning® Gorilla® Glass 5, certificazioni TÜV Rheinland (Low Blue Light, Flicker Free, Circadian Friendly)
  • CPU: MediaTek Dimensity 7025-Ultra, octa-core fino a 2,5GHz, tecnologia a 6nm
  • RAM: 8 GB LPDDR4X
  • Memoria interna:256 GB UFS 2.2, espandibile fino a 1TB
  • Fotocamere posteriori:
    • Principale: 108 MP, OIS, f/1.7, 6P lens
    • Ultra-grandangolare: 8 MP, f/2.2
    • Macro: 2 MP, f/2.4
  • Fotocamera frontale: 20 MP, f/2.2
  • Connettività: 5G, Bluetooth® 5.3, NFC, dual SIM (SIM + microSD), jack audio 3,5mm
  • Batteria: 5110 mAh, ricarica 45W
  • Sistema operativo: Xiaomi HyperOS
  • Altro: Sensore di impronte in-display, certificazione IP64
  • Colori disponibili: Midnight Black, Lavender Purple, Coral Green
Redmi Note 14 Pro
  • Display: 6,67" AMOLED, 2400 x 1080, fino a 120Hz, luminosità di picco 1800 nits, DCI-P3, contrasto 5.000.000:1, Corning® Gorilla® Glass Victus® 2, certificazioni TÜV Rheinland
  • CPU: MediaTek Helio G100-Ultra, octa-core fino a 2,2GHz, tecnologia a 6nm
  • RAM: 8 GBLPDDR4X
  • Memoria interna: 256 GB UFS 2.2
  • Fotocamere posteriori:
    • Principale: 200 MP, OIS, f/1.65, 7P lens
    • Ultra-grandangolare: 8 MP, f/2.2
    • Macro: 2 MP, f/2.4
  • Fotocamera frontale: 32 MP, f/2.2
  • Connettività: 4G, Bluetooth® 5.3, NFC, dual SIM (SIM + microSD)
  • Batteria: 5500 mAh, ricarica 45W
  • Sistema operativo: Xiaomi HyperOS
  • Altro: Sensore di impronte in-display, certificazione IP64
  • Colori disponibili: Midnight Black, Aurora Purple, Ocean Blue
Redmi Note 14 Pro 5G
  • Display: 6,67" CrystalRes AMOLED, 2712 x 1220 (1.5K), fino a 120Hz, luminosità di picco 3000 nits, DCI-P3, contrasto 5.000.000:1, Corning® Gorilla® Glass Victus® 2, supporto Dolby Vision®, certificazioni TÜV Rheinland
  • CPU: MediaTek Dimensity 7300-Ultra, octa-core fino a 2,5GHz, tecnologia a 4nm
  • RAM: 8 GB LPDDR4X
  • Memoria interna: 256 GB UFS 2.2
  • Fotocamere posteriori:
    • Principale: 200 MP, OIS, f/1.65, 7P lens
    • Ultra-grandangolare: 8 MP, f/2.2
    • Macro: 2 MP, f/2.4
  • Fotocamera frontale: 20 MP, f/2.2
  • Connettività: 5G, Bluetooth® 5.4, NFC, dual SIM (nano SIM + eSIM), jack audio 3,5mm
  • Batteria: 5110 mAh, ricarica 45W
  • Sistema operativo: Xiaomi HyperOS
  • Altro: Sensore di impronte in-display, certificazione IP68
  • Colori disponibili: Midnight Black, Lavender Purple, Coral Green
Redmi Note 14 Pro+ 5G
  • Display: 6,67" CrystalRes AMOLED, 2712 x 1220 (1.5K), fino a 120Hz, luminosità di picco 3000 nits, DCI-P3, contrasto 5.000.000:1, Corning® Gorilla® Glass Victus® 2, supporto Dolby Vision®, certificazioni TÜV Rheinland
  • CPU: Snapdragon® 7s Gen 3, octa-core fino a 2,5GHz, tecnologia a 4nm
  • RAM: 8 GB / 12 GB LPDDR4X
  • Memoria interna: 256 GB / 512 GB UFS 2.2
  • Fotocamere posteriori:
    • Principale: 200 MP, OIS, f/1.65, 7P lens
    • Ultra-grandangolare: 8 MP, f/2.2
    • Macro: 2 MP, f/2.4
  • Fotocamera frontale: 20 MP, f/2.2
  • Connettività: 5G, Bluetooth® 5.4, NFC, dual SIM (nano SIM + eSIM)
  • Batteria: 5110 mAh, ricarica 120W HyperCharge
  • Sistema operativo: Xiaomi HyperOS
  • Altro: Sensore di impronte in-display, certificazione IP68
  • Colori disponibili: Lavender Purple, Frost Blue, Midnight Black

La famiglia Redmi Note 14 sarà disponibile dal 15 gennaio su mi.com, su Amazon, negli Xiaomi Store e in tutte le principali catene di elettronica ai seguenti prezzi.

Redmi Note 14 Pro+ 5G:

  • 8GB+256GB a partire da 499,90€
  • 12GB+512GB a partire da 549,90€

Redmi Note 14 Pro 5G:

  • 8GB+256GB a partire da 399,90€

Redmi Note 14 Pro 4G:

  • 8GB+256GB a partire da 299,90€

Redmi Note 14 5G:

  • 8GB+256GB a partire da 299,90€

Redmi Note 14 4G:

  • 6GB+128GB a partire da 199,90€
  • 8GB+256GB a partire da 229,90€

L'articolo Redmi Note 14 ufficiali: anche per la fascia economica, Xiaomi punta su fotocamere e IA sembra essere il primo su Smartworld.

Recensione Redmi Note 14 Pro+: "sale" la CPU, sale il prezzo

Fri, 01/10/2025 - 12:00

All'interno della confezione di Redmi Note 14 Pro+ troviamo il cavo di ricarica USB-A/USB-C e una apprezzata cover in silicone color grigio scuro, come da tradizione recente dell'azienda.

Dal punto di vista del design questo Redmi Note 14 Pro+ appare vincente. Sembra a tutti gli effetti un top di gamma, grazie alle sue linee "suadenti". Il profilo laterale è in plastica lucida e potrebbe anche ingannarvi nel sembrare metallo, mentre il retro è in vetro Gorilla Glass 7i. La parte centrale è "impreziosita" da una trama a puntini molto fitti dove nella parte più alta svetta il blocco fotocamere in un quadrato molto stondato, quasi a richiamare le forme del logo Xiaomi. Lo smartphone è poi ancora una volta IP68 e resiste quindi ad acqua e polvere. Non è uno smartphone compatto, ma le forme sono comunque ben bilanciato e in mano si tiene abbastanza bene.

La scheda tecnica riceve un sostanziale aggiornamento: il processore passa dall'essere un Mediatek a uno Snapdragon 7s Gen 3 octa core con processo produttivo a 4 nanometri, associato ad una GPU Adreno 710. Esattamente l'opposto rispetto a Redmi Note 14 Pro (non Plus) che passa da Snapdragon a Dimensity. Il tutto è associato a 8 o 12 GB di RAM LPDDR5X e a 256 o 512 GB di memoria, purtroppo UFS 2.2. Questa memoria è sufficientemente veloce, ma non propriamente una scheggia e visto la fascia di prezzo avremmo sperato in qualcosa in più. La memoria poi non è espandibile.

Il carrellino estraibile permette di installare due nanoSIM, ma c'è anche il supporto per le eSIM. Il sensore di prossimità invece è virtuale. Non abbiamo da segnalare particolari problemi ma non potremmo stupirci se qualcuno potesse averne in circostanza ben specifiche. Buona la connettività: 5G, Wi-Fi 6, Bluetooth 5.4 e chip NFC. Non c'è l'uscita video tramite USB-C, mentre il lettore di impronte digitali è ottico incastonato dentro al display.

Xiaomi ha scelto per questo smartphone una fotocamera principale da ben 200 megapixel ƒ/1.65. È una soluzione diversa rispetto alla 50 megapixel della variante cinese di Redmi Note 14 Pro+. Scende invece la risoluzione della fotocamera grandangolare che invece di essere da 50 megapixel qui è da 8 megapixel (con apertura ƒ/2.2). Chiude il kit fotografico un inutile sensore da 2 megapixel per la macro. Frontalmente invece abbiamo una 20 megapixel.

Il sensore principale è interessante e vi permette di fare buoni scatti in praticamente ogni condizione di luce. Anche con poca luce o al buio questo Redmi Note 14 Pro+ si difende molto bene. Lo smartphone nell'interfaccia propone anche lo zoom 2x e 4x che rende decisamente bene finché la luce è buona. La fotocamera grandangolare è discreta considerando la bassa risoluzione, che rimane comunque un limite. Qualche volta potrebbe comunque capitare che possa fare qualche scatto con un bilanciamento del colore imperfetta.

Poco convincente la fotocamera selfie da 20 megapixel, che è solo sufficiente. Anche la parte di registrazione video non è all'altezza. Con la grandangolare si può registrare solo in Full HD e i video in 4K sembrano perdere qualche frame all'inizio della registrazione. Decisamente un bug da risolvere.

Le specifiche dello schermo non cambiano significativamente. Si tratta di un pannello AMOLED curvo da 6,67 pollici. Questa curvatura è anche uno dei motivi per cui lo smartphone in mano risulta più stretto rispetto ad altri smartphone. Il pannello ha un refresh rate fino a 120 Hz e una luminosità di picco di 3.000 nit, supportando anche il Dolby Vision.

Questo pannello ha una risoluzione 1.5K (1220 x 2712 pixel) e un PWM dimming da 1920 Hz alleviando il fastidio di lettura a basse luminosità. Si tratta nel complesso di un display davvero valido su cui è anche applicata un'ottima pellicola preapplicata.

Proprio come lo scorso anno Xiaomi fa l'errore di lanciare questo Redmi Note non con l'ultima versione di Android. In questo caso abbiamo Android 14. Speriamo che l'azienda possa recuperare velocemente terreno proponendo un più recente aggiornamento ad Android 15 e partire quindi da qui per le future nuove release. Il software non mostra particolari incertezze, anche se ci è sembrato più "gommoso" rispetto ad altri smartphone. Soprattutto nel processo di apertura e chiusura delle app sembra che ci sia un minimo di ritardo. Sarà per le memorie UFS 2.2? Non fatevi ingannare però: non è uno smartphone lento.

L'azienda, anche probabilmente grazie all'utilizzo della CPU Qualcomm ha poi infarcito questo Redmi Note 14 Pro+ con molte funzioni AI. Abbiamo Gemini e Circle to search di Google, ma anche l'interprete multilingua AI, il blocco note AI, come anche i sottotitoli AI e il registratore vocale AI. Xiaomi ha in sostanza sdoganato tutto un pacchetto di funzioni AI ormai "scontate" sui top di gamma, anche nella fascia media.

La batteria di questo smartphone è da 5.110 mAh, un passo in avanti rispetto allo scorso anno. Peccato che la versione cinese di questo smartphone monti addirittura una 6.200 mAh grazie alla tecnologia silicio-carbonio. L'autonomia è comunque buona a garantisce un utilizzo intenso per una giornata intera. Rispetto alla versione cinese ha però una ricarica molto più rapida, da ben 120W.

Redmi Note 14 Pro+ viene lanciato in Italia a 499€ nel taglio 8/256, mentre ci vorranno 549€ per la versione 12/512. Sono prezzi un po' più alti rispetto al passato e che potrebbero un po' allontanare il classico pubblico di Redmi. È anche vero però che questa è la versione top della nuova generazione di Redmi Note 14 e ci sono vari spunti molto interessanti per giustificare il prezzo. Di sicuro darà il meglio quando arriveranno le prime offerte.

Il sample per questa recensione è stato fornito da Xiaomi, che non avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.

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Samsung prepara un abbonamento per smartphone Galaxy: l'IA per ora è esclusa, ma chissà per quanto...

Fri, 01/10/2025 - 11:58

Samsung ha annunciato un nuovo modello di abbonamento per i suoi smartphone Galaxy, sull'onda di quanto già fatto in Corea del Sud nel settore degli elettrodomestici smart.

Con questa formula, chiamata AI Subscription Club (nome fuorviante perché l'IA di per sé non c'entra molto), gli utenti potranno accedere agli ultimi modelli di smartphone e alla relativa assistenza, pagando una tariffa mensile.

L'ennesima riprova insomma di un'industria tecnologia sempre più orientata verso le sottoscrizioni, siano queste legate al software tanto quanto all'hardware.

Il vantaggio per le aziende è evidente, ma gli utenti, continuamente bombardati da ogni dove da richieste di abbonamento, rischiano la saturazione, prima o poi. Ma non arriviamo alle conclusioni prima di aver visto di cosa stiamo parlando. 

La formula proposta da Samsung ricorda il noleggio che già da tempo alcuni operatori offrono, quindi non è una novità in senso assoluto. Ecco le principali caratteristiche previste:

  • Accesso ai nuovi modelli Galaxy: gli utenti potranno utilizzare i dispositivi più recenti senza dover affrontare il costo iniziale di acquisto.
  • Servizi di manutenzione e riparazione: la tariffa mensile includerà interventi di assistenza per eventuali guasti.

Questa proposta si pone l'obiettivo di abbattere le barriere d'ingresso legate al costo iniziale di uno smartphone, ma tutto starà proprio nel costo dell'abbonamento stesso.

Il servizio verrà inizialmente lanciato in Corea del Sud e negli Stati Uniti. La scelta di questi mercati non sorprende, considerando l'importanza strategica che ricoprono per Samsung. Non è ancora stato confermato se e quando il modello di abbonamento sarà reso disponibile a livello globale, ma è probabile che la sua estensione dipenderà dal successo ottenuto nei mercati pilota.

Samsung ha chiarito che, almeno fino alla fine del 2025, le funzionalità di intelligenza artificiale dei dispositivi Galaxy rimarranno accessibili gratuitamente a tutti gli utenti, indipendentemente dall'adesione al programma di abbonamento.

Siamo insomma ancora lontani dal momento in cui ci sarà bisogno di un abbonamento per godere a pieno del proprio Samsung Galaxy, ma al contempo quel momento potrebbe comunque arrivare, prima o poi.

Ne sapremo comunque di più durante il lancio della serie Galaxy S25, che è previsto per il 22 gennaio prossimo. Per tutti i dettagli in merito potete fare riferimento al nostro articolo completo.

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