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I JVC Gummy mini costano così poco che meritano un'occhiata
All'interno della confezione di vendita troviamo la solita dotazione: due gommini aggiuntivi (taglie S ed L) e un cavetto USB/USB-C per la ricarica.
Gli auricolari sono in-ear e si incastrano ben a fondo nel canale uditivo: sono piccoli, leggeri e con una forma affusolata, se siete abituati agli in-ear non avrete troppi problemi. Al contrario, se siete tra gli utenti che non amano avere auricolari incastrati nell'orecchio, vi suggerisco di guardare oltre.
Nel complesso, però, i JVC Gummy mini rimangono ben incastrati e isolano molto dal rumore esterno, con i gommini in silicone che fungono un po' da tappi.
Il case è relativamente grosso, soprattutto considerando che offre solo 9 ore di autonomia in più. Pur non essendo particolarmente lungo, è molto spesso, il che lo rende più scomodo di altri in tasca.
La qualità audio non è elevatissima (parliamo sempre di un auricolari molto economici), ma l'ascolto è divertente: JVC scommette sui bassi e lo fa bene, con un un suono caldo e avvolgente. L'isolamento acustico garantito dalla forma degli auricolari migliora ulteriormente la resa dei bassi.
Il Bluetooth è in versione 5.1 e la connessione è sempre stabile, i codec supportati sono AAC e SBC e non c'è nessun problema di ritardo nell'audio guardando un film.
I controlli sono basati su tasti fisici, nascosti dietro la plastica degli auricolari. I pulsanti danno un bel feedback chiaro, ma sono duri da premere e fastidiosi, perché ti costringono a spingere l'auricolare dentro l'orecchio, soprattutto per doppio clic e triplo clic. Un workaround è tenere fermo l'auricolare tra pollice e medio, cliccando con l'indice, ma ovviamente non è il massimo della comodità.
I comandi funzionano così:
- Auricolare SX:
- Clic: Play/Pausa
- Doppio clic: Volume -
- Triplo clic: Volume+
- Auricolare DX:
- Clic: Play/Pausa
- Doppio clic: Traccia successiva
- Triplo clic: Traccia precedente
L'autonomia è di 6 ore con una singola ricarica: sufficiente, ma non eccelsa, considerando che non troviamo ANC o altre funzioni smart. Il case offre solo 9 ore aggiuntive (per un totale di 15 ore complessive), un po' poco, considerando le alternative sul mercato.
I microfoni sono sufficienti per chiamate in casa, in silenzio, ma subiscono molto il rumore di fondo e diventano praticamente inutilizzabili se ci si trova in contesti rumorosi.
Il prezzo è il punto forte di questi auricolari: 35€, un costo assolutamente accessibile, che ne giustifica (almeno in parte) le carenze.
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La sincronizzazione delle passkey di Google arriva per tutti, e vi faciliterà la vita
Che il futuro digitale sia senza password l'abbiamo capito bene durante l'ultimo anno, con la diffusione delle passkey su tantissime app e servizi. Proprio in questo contesto, Google annuncia la sincronizzazione delle passkey su tutti i dispositivi, non solo Android (vi ricordiamo i migliori smartphone Android del momento).
La novità appena annunciata da Google semplificherà la vita a molti utenti, facendogli dimenticare le proprie password anche quando utilizzano un dispositivo diverso da quello in cui sono state impostate le passkey personali.
La novità appena annunciata da Google è di particolare rilevanza per coloro che fanno un intenso uso delle passkey (ecco la guida per creare un passkey). Effettivamente si tratta di un metodi autenticazione molto più comodo delle password alle quali eravamo abituati, visto che la password consiste nella nostra impronta o nel nostro volto. Caratteristiche che chiaramente non dobbiamo tenere a mente, visto che sono sempre con noi. Proprio per questo aspetto, le passkey risultano anche più sicure rispetto alle classiche password.
Google ha infatti annunciato la possibilità di sincronizzare le passkey impostate su uno specifico dispositivo con tutti gli altri dispositivi in uso con lo stesso account Google. Questo significa che sarà possibile effettuare gli accessi tramite passkey anche da un dispositivo diverso rispetto a quello dove è stata inizializzata la passkey in questione.
Finora è stato possibile salvare e sincronizzare le proprie passkey tramite il Gestore delle password di Google solo su Android. Con la novità appena rilasciata invece sarà possibile salvare e sincronizzare le proprie passkey sui propri diversi dispositivi Windows, macOS, Linux e Android, e ChromeOS.
La sincronizzazione avverrà ovviamente tramite il solito Gestore delle password di Google, e richiederà di effettuare l'accesso tramite lo stesso account Google inizializzato sul dispositivo principale, quello dove sono state create le passkey che si intende sincronizzare.
Per questa funzionalità Google ha implementato un ulteriore livello di sicurezza, il quale prevede la possibilità di impostare un PIN per accedere alle passkey sincronizzate. In questo modo le passkey sincronizzate tramite il Gestore delle password saranno ulteriormente al sicuro, al punto che nemmeno Google potrà accedervi anche se volesse. Si tratta quindi di un PIN di recupero da usare in caso di emergenza.
La novità appena annunciata arriva sulle piattaforme menzionate sopra, ovvero Windows, macOS, Linux e Android, e ChromeOS in versione beta. Anche se Google non ha ancora chiarito come sarà possibile accedere a tale beta per provarla subito. La stessa novità arriverà anche sui dispositivi iOS in un secondo momento.
Se siete utenti affezionati di Google, allora potrebbero interessarvi le guide che trovate nell'elenco che segue, le quali descrivono come usare al meglio alcuni dei servizi più popolari di Google:
- Come registrare su Google Meet
- Cos'è e come funziona Google Play Protect
- Come salvare un percorso su Google Maps
- Google Gemini: cos'è e come provarlo
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Android Auto e le auto elettriche vanno sempre più d'accordo
Android Auto è il software di Google che accompagna milioni di conducenti di auto ogni giorno, permettendogli di collegare e sincronizzare il proprio smartphone Android (ecco i migliori smartphone Android sulla piazza) con la propria auto. Torniamo a parlarne perché nelle ultime ore Android Auto ha ricevuto un nuovo aggiornamento con il supporto alle prese NACS.
La novità appena menzionata fa riferimento ai veicoli elettrici, e in particolare a quelli che sono dotati dello specifico tipo di presa NACS per la ricarica della batteria.
Nelle ultime ore Google ha rilasciato un nuovo aggiornamento per Android Auto, una cosa che accade abbastanza frequentemente, soprattutto per coloro che hanno la versione beta del software di infotainment.
Il nuovo aggiornamento di Android Auto arriva con una novità principale, corrispondente al supporto alle prese NACS da parte di Google Maps integrato.
Con questa novità gli utenti di Android Auto che hanno un veicolo elettrico potranno ricevere indicazioni sulle stazioni di ricarica anche se hanno una presa NACS. Potranno quindi ricevere informazioni sulle eventuali soste da fare per la ricarica durante un itinerario avviato su Maps, ed essere sicuri che le soste proposte per la ricarica siano in colonnine compatibili (vi ricordiamo quali sono le migliori app per le colonnine di ricarica) con la porta di ricarica NACS.
Il supporto alle auto dotate di porta di ricarica NACS farà quindi compagnia a quello precedentemente integrato per altri standard di ricarica, come J1772, CCS (Combo 1 e 2), Tipo 2 e CHAdeMO.
Come potete vedere dallo screenshot in galleria, che ritrae appunto la nuova opzione che permette di selezionare NACS come tipologia di porta di ricarica, la nuova opzione è accompagnata dalla dicitura "Non-Tesla". Questo perché la porta di ricarica NACS è presente soprattutto sui veicoli di Tesla. Questi ultimi non sono supportati perché Tesla non supporta Android Auto nella sua totalità, visto che offre il suo software di sincronizzazione con il telefono e navigazione.
La novità che abbiamo appena visto arriva con il più recente aggiornamento di Android Auto in versione beta. La build di riferimento è identificata dal codice 12.9.143804. Ipotizziamo che, una volta testata sulla beta, la novità arriverà anche per coloro che hanno la versione stabile di Android Auto.
Per rimanere in tema Android Auto, qui sotto trovate una serie di guide che potrebbero interessarvi se volete approfondire il vostro utilizzo del sistema di infotainment di casa Google:
- Come disinstallare Android Auto
- Come abilitare le Opzioni Sviluppatore su Android Auto
- Come aggiornare Android Auto all'ultima versione disponibile
- Le auto compatibili con Android Auto wireless
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La categorie dei Canali WhatsApp arrivano per tutti: a cosa servono
WhatsApp è una piattaforma di messaggistica istantanea (ecco le altre piattaforme di messaggistica più popolari) più che completa, al punto che offre contenuti che vanno oltre la semplice messaggistica. Tra questi troviamo i Canali (ecco come funzionano i Canali WhatsApp), che hanno appena ricevuto la novità delle categorie.
La novità appena menzionata l'avevamo vista arrivare sull'app iOS di WhatsApp in versione beta lo scorso mese, e ora sembra essere stata estesa a tutti. Vediamo di cosa si tratta.
I Canali su WhatsApp sono una delle più recenti novità di rilievo a essere arrivate sulla nota piattaforma di messaggistica istantanea. Nel corso del tempo hanno ricevuto vari aggiornamenti, come la funzionalità per inviare messaggi vocali e sondaggi in chat.
La più recente delle novità consiste nell'introduzione delle categorie per i Canali WhatsApp. Si tratta delle funzionalità che permette di visualizzare i vari Canali presenti sulla piattaforma suddivisi in base ai contenuti che propongono.
Attualmente le categorie implementate corrispondono a: Persone, Organizzazioni, Stile di vita, Sport, Intrattenimento, Aziende e Notizie e informazione. L'obiettivo è chiaramente quello di facilitare agli utenti la ricerca dei Canali di interesse in base alle proprie preferenze.
La categorizzazione dei Canali presenti su WhatsApp, ovvero la suddivisione del Canale in base al contenuto che propone, avviene automaticamente da parte di WhatsApp stessa. I creatori dei Canali quindi non potranno decidere in quale categoria ricadrà il proprio Canale.
In questo modo, gli utenti potranno visualizzare più rapidamente, e in maniera più accurata, i Canali ai quali possono essere effettivamente interessati, andando a filtrare le ricerche che fanno.
La novità che abbiamo appena descritto è stata rilasciata lo scorso agosto per coloro che hanno la beta di WhatsApp per iOS, e ora dovrebbe essere in fase di distribuzione per tutti.
Per rimanere in tema, se anche voi siete utenti abituali di WhatsApp allora potrebbero interessarvi le guide che trovate nell'elenco in basso, con alcuni interessanti spunti per ottimizzarne l'utilizzo:
- Come aggiornare WhatsApp senza Play Store
- Come funziona WhatsApp multi-dispositivo
- Come fare una videochiamata su WhatsApp
- Come condividere file Drive su WhatsApp
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Android 15 sugli smartphone OPPO: annunciata la data di rilascio
Finalmente Android 15 appare all'orizzonte in maniera più concreta, con la data ufficiale di rilascio da parte di Google che è appena trapelata online. A questa fa eco OPPO, l'azienda che ha appena annunciato la data di rilascio della sua versione di Android 15.
Gli smartphone OPPO (ecco i migliori modelli di OPPO del momento) hanno la ColorOS come personalizzazione di Android. E si preparano a ricevere il major update il prossimo mese.
Subito dopo i rumor relativi alla data di rilascio della prima versione stabile di Android 15 da parte di Google, la quale è stata anche posticipata rispetto alle solite tempistiche alle quali ci ha abituato BigG, OPPO si fa subito sentire con i primi dettagli sul rilascio della nuova ColorOS.
L'azienda infatti ha riferito sul social cinese Weibo quando avvierà il rilascio della ColorOS 15 per i suoi modelli. Si tratta della personalizzazione di Android di casa OPPO basata su Android 15, quindi a tutti gli effetti di un major update.
OPPO ha riferito che il rilascio della ColorOS 15 partirà dal prossimo 17 ottobre, lo stesso giorno in cui l'azienda terrà un evento ufficiale per sviluppatori in Cina.
Il rilascio partirà quindi per gli utenti cinesi, e in seguito verrà esteso anche a livello internazionale. Per vedere la ColorOS 15 anche dalle nostre parti quindi ci sarà da attendere più di un mese. Lo scorso anno, abbiamo visto la ColorOS 14 lanciata ufficialmente in Cina a novembre, mentre è arrivata in Europa a partire da gennaio 2024.
Lo schema in termini di tempistiche che potrebbe seguire OPPO con la ColorOS 15 dovrebbe essere lo stesso. Quindi i vari modelli OPPO supportati dal punto di vista software dovrebbero ricevere Android 15 a partire dall'inizio del prossimo anno, o magari entro fine anno, anche in Europa.
OPPO non ha condiviso particolari dettagli su cosa aspettarsi da questo nuovo major update. I rumor finora emersi in rete hanno dipinto la ColorOS 15 come una release particolarmente ricca di aggiornamenti grafici, con un nuovo look per l'interfaccia in generale, un nuovo Control Center in stile iOS, e un elemento molto simile alla Dynamic Island. Altri rumor più audaci indicano addirittura che potrebbe arrivare il supporto ad AirDrop.
Tra poco meno di un mese avremo tutte le conferme del caso, anche in termini di novità introdotte.
Se siete possessori di un dispositivo di OPPO, allora potrebbero interessarvi le guide che trovate nell'elenco in basso, con le quali potrete approfondire il suo utilizzo:
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Lofree Flow Lite: avete appena trovato la vostra nuova tastiera meccanica super economica, ma veloci prima che salga di prezzo
Nessuna sorpresa di rilievo nella confezione base della Flow Lite, ma tramite la campagna Kickstarter potete anche aggiungere set di copri tasto alternativi, custodia in pelle, switch aggiuntivi, poggia polso, desk mat e tanti altri accessori. Date un'occhiata qui. Comunque, dentro la scatola trovate manuale, cavo USB, tastiera e fine. Peccato che non ci siano gli strumenti per rimuovere tasti e switch.
Lofree Flow Lite è disponibile in due varianti: una formato 75% con 84 tasti che ricalca la struttura della Flow del 2023 e della recente Lofree Edge, e una formato completo con tastierino numerico e 100 tasti. Quest'ultimo mira finalmente ad accontentare chi ha bisogno del numpad per lavoro. Il layout è ancora ANSI USA: si tratta di prodotti internazionali, e di conseguenza vengono realizzati con un formato adatto a quante più persone possibili.
Vediamo le caratteristiche tecniche salienti anche a confronto con la Flow 2023.
Intanto c'è da segnalare che la Flow Lite guadagna connettività Wi-Fi. Un gran passo in avanti, soprattutto per la gestione di più dispositivi contemporaneamente. Potete infatti passare fra 3 dispositivi collegati in Bluetooth, 1 in Wi-Fi e uno cablato con l'uso di scorciatoie e con un interruttore fisico posto vicino alla porta USB-C, quest'ultima utile sia alla ricarica che all'uso cablato.
Forse avrete notato che è anche un po' più larga: questo perché le due Flow Lite adesso hanno un potenziometro! C'è infatti un'elegante rotella che permette di gestire il volume di sistema. Cambiano anche gli switch, e i tasti adesso sono in PBT Double-Shot mixato con policarbonato. È migliorata in modo sensibile la qualità della retro-illuminazione: adesso i tasti si vedono bene al buio!
Il bello di questi tasti è che sono ben visibili anche con l'illuminazione completamente spenta. Anche l'autonomia ha fatto un salto in avanti davvero notevole, e come al solito se volete ampliarla a dismisura non vi rimane che usarla con i LED spenti. La linea dei tasti funzione (F1-F12) presenta dei simboli aggiuntivi che vi suggeriscono quale funzione alternativa è stata loro associata. Sono banalmente quelle funzioni che trovereste sulle tastiere dei laptop: FN+F1 e F2 diminuiscono o aumentano la luminosità del monitor; FN+F4 attiva la ricerca, FN+Stamp avvia la calcolatrice, e così via.
Tutte le Lofree Flow Lite che ordinate tramite Kickstarter (o successivamente sul sito ufficiale) vantano switch Lofree x Kailh Specter, molto simili a quelli visti sulla Lofree Edge. Si tratta di interruttori meccanici lineari a basso profilo realizzati in plastica POM (dotata di maggior scorrevolezza). Vediamo le specifiche:
- Forza di attuazione: 40±10 gf
- Corsa totale: 2,8 ± 0,25 mm
- Distanza di attuazione: 1,2 ± 0,30
- Molla: 15,5 mm
- Durabilità: 50 milioni di pressioni
Alternativamente potete scegliere se acquistare anche gli switch Hades, nati sempre dalla collaborazione con Kailh. Le specifiche sono praticamente identiche, e sono pensati per essere ancora più silenziosi degli Specter. Ecco una clip audio delle sonorità di Lofree Flow Lite con switch Kailh Specter:
Le sonorità sono a dir poco ottime. L'uso della plastica ABS per la scocca (e il montaggio di tipo Gasket) aiuta sicuramente, così come la piastra in policarbonato flessibile, ma tanto fanno anche switch meccanici in plastica POM (già lubrificati) e stabilizzatori. Il suono della barra spaziatrice è più cupo del resto dei tasti, ma è piacevole e non ha quel "retrogusto" metallico che alcune tastiere più sgraziate hanno. Anche Flow Lite, come la prima versione, è hot-swappable: potete quindi cambiare gli switch, a patto di acquistarne a basso profilo a 3 pin.
E visto che ci siamo, vediamo anche com'è costruita. È una tastiera Gasket: è quindi dotata di cuscinetti di silicone che ammortizzano la piastra, chiusi a sandwich fra le due sezioni che compongono la scocca. Sotto la piastra ci sono uno strato in silicone e un pad in IXPE a proteggere la PCB. Fra la PCB e il fondo della tastiera c'è uno strato in schiuma PU. Insomma, gli strati fonoassorbenti non mancano, e questo nonostante lo spessore complessivo sia estremamente contenuto.
L'uso estensivo della plastica l'ha resa sicuramente più flessibile, e se provate ad applicare una forza di torsione sentite effettivamente tutta la malleabilità della struttura. Ciò nonostante, Flow Lite è sufficientemente solida e ben costruita, e anche il modello dotato di tastierino numerico si trasporta facilmente senza paura di danni o simili.
Esteticamente Lofree Flow Lite è molto elegante. Si vede che si tratta di un prodotto pensato per l'ufficio o comunque per vari ambiti lavorativi. La retro-illuminazione solo bianca e i colori molto delicati e ricercati contribuiscono a renderla elegante. Il bello è che esteticamente quasi non sembra una tastiera meccanica, eppure il feeling in scrittura è degno delle controparti classiche dotate di switch spessi e scocche alte anche il doppio di questa. Anzi, per certi versi è migliore, vista la ricercatezza degli switch e le sonorità di cui parlavamo poco fa.
Il formato richiede un po' di pratica prima di essere padroneggiato. Non parlo tanto dell'ANSI USA, che ha delle differenze rispetto all'ISO nostrano che già di per sé richiedono qualche giorno di assestamento. Parlo più che altro del formato 100%, che per risparmiare quanto più spazio possibile unisce tutti i tasti in un'isola unica. Il tastierino quindi è attaccato al resto dei tasti, le frecce direzionali sono incastonate fra lo Shift di destra e il tastierino e i pulsanti che solitamente trovereste nell'isola sopra le frecce sono distribuiti sopra il numpad. Qualche errore ci sta quindi, non tanto di battitura ma nell'impartire comandi quali banalmente Invio o l'uso delle frecce per spostarsi nel testo.
Superate queste possibili difficoltà iniziali, la strada è decisamente in discesa. Lofree Flow Lite combina tutta una serie di fattori che faranno la gioia di chi intende trovare un compagno di lavoro affidabile. L'autonomia è abbastanza alta, soprattutto spegnendo i LED; le sonorità sono contenute ed eleganti, perfette per ambienti condivisi; c'è il tastierino numerico, e non mancano shortcut rapide indicate anche sui tasti; triplice modalità di connessione che vi permette con facilità di destreggiarvi fra più dispositivi; switch morbidi ma non troppo, la digitazione è comoda e si riesce a mantenere un'ottima velocità di scrittura senza affaticarsi troppo.
Come avevamo visto nella recensione della Lofree Edge, il marchio sta muovendo i primi passi verso i software PC per la riprogrammazione della tastiera. In questo caso l'applicativo per Windows si chiama Lofree Key Mapper. Si tratta di un software molto spartano, disponibile solo in inglese e palesemente "riciclato" (l'interfaccia è simile ad altri software di brand diversi). È comunque meglio di nulla! Da qui potete riprogrammare il comportamento dei tasti nelle modalità Windows o macOS, mettere mano al layer default o quello attivabile alla pressione di FN, creare macro elementari e gestire altri parametri. Ripeto, è spartano ma con un po' di pratica riuscite a mettere mano a un sacco di cose che potenzialmente potrebbero renderla ancora più soddisfacente da usare.
Senza troppi giri di parole: ordinatela da Kickstarer. Le spedizioni sono previste per novembre, anche perché la tastiera già esiste, come testimonia anche questa recensione. I prezzi Kickstarter per le prossime ore sono imperdibili:
Anche non riusciste ad accaparrarvi i così detti "Early bird", potete comprarla con il 30% di sconto rispetto al prezzo di listino che sarà applicato sullo store ufficiale. 99$ per una tastiera così completa a profilo ribassato sono pochi.
Lofree ha già raccolto oltre 230.000€ dalla campagna, che aveva come obiettivo base 9.231€. Insomma, la tastiera sarà lanciata e sta a voi approfittare eventualmente dei super prezzi da Kickstarter.
Lofree Flow Lite su Kickstarter
Il sample per questa recensione è stato fornito da Lofree, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso economico.
Vi abbiamo già proposto le recensioni delle tastiere Lofree (le trovate tutte qui comunque). Alternativamente potete dare un'occhiata a questi modelli:
- Recensione Logitech G G515 LIGHTSPEED TKL: la meccanica basso profilo ISO ITA che non costa una follia e che sa il fatto suo
- Recensione 8BitDo Retro tastiera meccanica Nintendo: c'è di più oltre l'apparenza, e non parliamo solo dei pulsantoni rossi programmabili!
- Keychron K3 Pro è la tastiera meccanica low profile che ho sempre sognato!
- LOFREE BLOCK recensione: la tastiera meccanica dal look retro inconfondibile
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Questo è il miglior sfondo di macOS di sempre. Repliche non ammesse
Qual è la più bella novità di macOS Sequoia?
No, non è il nuovo window manager, e nemmeno le novità per le video chiamate. Non stiamo parlando né di Safari, né della nuova app Password (che però è molto bella).
Non ci riferiamo nemmeno al mirroring da iPhone, anche perché per adesso non è disponibile in Italia.
Stiamo parlando di un semplice sfondo, ma uno così bello che era da tanto non se ne vedevano di simili in una nuova release di macOS.
Il nuovo wallpaper dinamico, dotato di 10 colori diversi, è anche uno screensaver abbinato: il pacchetto completo.
Lo sfondo inizia animato, e poi diventa statico, mostrando di volta in volta alcuni dettagli degli elementi grafici disegnati a suo tempo da Susan Kare, l'autrice di molti dei caratteri e degli elementi grafici del Macintosh.
Ci sono un sacco di icone e non solo, tanto che non ci risulta qualcuno le abbia catturate tutte. Ci ha provato anche il celebre Basic Apple Guy, famoso per i suoi sfondi ispirati ai prodotti Apple, ma c'è riuscito solo in parte, forse perché all'epoca il sistema operativo era ancora in beta.
Adesso però che macOS 15 è di dominio pubblico speriamo che qualcuno riesca a estrarre tutti gli sfondi che compongono questa raccolta, perché anche chi non ha Sequoia (o macOS) merita di poterli avere. Per quanto bisogna essere piuttosto fan-Apple per apprezzarlo davvero. Ma del resto, chi non lo è?
Al netto degli sfondi, ci sono tante funzioni di macOS che meritano un approfondimento. Ecco quindi alcune delle nostre guide al riguardo, da leggere prima della buonanotte.
- Come funziona macOS
- Come registrare lo schermo del Mac
- Come scaricare macOS
- Le più utili scorciatoie per Mac
- Liberare spazio su macOS
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Il nuovo logo di PayPal non ci convince.
Dopo l'ultimo aggiornamento, quasi impercettibile, avvenuto nel 2022, PayPal ha adesso deciso di rinnovare la sua brand identity e con essa il suo logo.
La scritta PayPal è sempre lì, non c'è stato un cambio di nome, ma il minimalismo scelto dall'azienda non ci convince affatto, soprattutto perché è in netto contrasto con la tridimensionalità e vivacità del suo logo passato. Che tra l'altro in qualche modo persisterà ancora.
Per chi si fosse perso l'evoluzione del logo PayPal col passare del tempo (non possiamo biasimarvi), qui sopra c'è un pratico riassunto visivo.
Il blu era da sempre una caratteristica dell'azienda, che ora se ne va a favore del piatto e classico nero.
Non solo, ma anche il senso di profondità dato dalle due P sovrapposte è scomparso, e dire che da sole bastavano a riconoscere l'azienda.
Il nuovo logo è stato disegnato da Pentagram, e si concentra su una visione più moderna, accessibile e coerente del marchio. Il logo è stato semplificato per essere più riconoscibile e versatile su tutte le piattaforme.
La nuova tipografia si chiama banalmente "PayPal Pro", e la palette cromatica ridotta ha lo scopo di trasmettere "chiarezza e ottimismo". Curioso, non avevamo mai associato il nero all'ottimismo!
A dispetto di queste scelta all black, il blu non se ne andrà del tutto. Nelle carte di debito PayPal, o nell'animazione durante i pagamenti, si può infatti scorgere un sacco di blu. E allora perché farlo fuori dal logo "generale" dell'azienda?
Agli utenti PayPal l'ardua sentenza.
Nuovo logo o meno, PayPal rimane uno dei servizi di pagamento più popolari al mondo, e quindi ecco alcune utili guide per sfruttarlo al meglio.
- Come avere un rimborso
- Tutti i modi per ricaricare l'account PayPal
- Come rateizzare i pagamenti su PayPal
- Come annullare una transazione su PayPal
- Come collegare PayPal al proprio conto
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Huawei lancia due nuovi tablet raffinati: tutto su MatePad Pro 12.2 e MatePad 12 X
Huawei MatePad Pro 12.2 e Huawei MatePad 12 X sono i due nuovi tablet appena lanciati dall'azienda cinese, durante l'evento dedicato a Barcellona. Una presentazione in grande stile per l'Europa, che ha visto protagonisti anche gli orologi della serie Huawei Watch GT5. In questo articolo ci concentriamo sui due MatePad e vi raccontiamo tutte le novità che li riguardano.
- Display: Tandem OLED 12,2" 2.8K (2800 x 1840 pixel), 3:2, 144 Hz, 274 PPI
- Luminosità: 2000 nit di picco
- Rapporto schermo/corpo: 92%
- Materiale: lega di alluminio-magnesio
- Processore: Kirin 9010W
- RAM: 8 / 12 / 16 GB
- Memoria interna: 256 / 512 / 1000 GB
- Fotocamera anteriore: 8 MP grandangolo (f/2.0)
- Fotocamera posteriore: 13 MP (f/1.8) + 8 MP grandangolo (f/2.2)
- Porte: USB 3.1 Type-C
- Connettività: Wi-Fi, Bluetooth 5.2
- Batteria: 10.100 mAh
- Ricarica: SuperCharge a 100 W
- Audio: 4 speaker
- Dimensioni: 183 x 272 x 5,5 mm
- Peso: 508 g (standard), 512 g (PaperMatte)
- Sistema operativo: HarmonyOS 4.2
- Stylus: Huawei M-Pencil (3a gen), 10.000+ livelli di pressione, con connettività NearLink
- Tastiera: Huawei Glide Keyboard
Huawei MatePad Pro 12.2 si distingue per l'eleganza delle sue forme e per alcune caratteristiche tecniche molto peculiari. Prima tra tutte è la tecnologia dello schermo Tandem OLED, composto da due diversi strati e capace di offrire una qualità d'immagine altissima e luminosità fino a 2.000 nit.
Proprio in relazione allo schermo, sono disponibili due versioni di MatePad Pro 12.2: quella Standard con uno strato di isolamento per i pixel, e la PaperMatte edition con superficie antiriflesso ottimizzata grazie alla tecnologia Magnetron.
Il corpo in lega di magnesio e alluminio ha una finitura dorata (Golden Silk) e uno spessore molto ridotto. Il peso è poco più di 500 grammi, molto leggero per un tablet da oltre 12 pollici. Si tratta di un piccolo record: MatePad Pro 12.2 è il tablet più leggero al mondo tra quelli di queste dimensioni.
Potete acquistare a parte anche lo stylus Huawei M-Pencil (3a gen) e la tastiera Huawei Glide Keyboard, che si aggancia con il supporto magnetico in stile iPad Pro. Grazie a questi accessori, il MatePad Pro 12.2 diventa un dispositivo ancora più versatile, ideale per scrivere e disegnare.
Da segnalare anche la presenza dell'app GoPaint, fatta apposta per utilizzare al meglio lo stylus. Le potenzialità sono molto alte, merito anche della tecnologia FangTianPainting Engine 2.0 integrata.
- Display: 12" 2.8K (2800 x 1840 pixel), 144 Hz, 280 PPI, PaperMatte Display
- Luminosità: 1000 nit di picco
- Rapporto schermo/corpo: 88%
- Materiale: corpo interamente in metallo, effetto perlaceo
- RAM: 8/12 GB
- Memoria interna: 256 GB
- Fotocamera anteriore: 8 MP grandangolo (f/2.2)
- Fotocamera posteriore: 13 MP (f/1.8) + 8 MP grandangolo (f/2.4)
- Porte: USB 3.1 Type-C
- Connettività: Wi-Fi, Bluetooth 5.2, NearLink
- Batteria: 10.100 mAh
- Ricarica: 66 W
- Sensori: gravità, luminosità, giroscopio, Hall
- Audio: 6 speaker, 2 microfoni
- Dimensioni: spessore di 5,9 mm
- Peso: 555 g
- Sistema operativo: HarmonyOS 4.2
- Stylus: Huawei M-Pencil (3a gen), 10.000+ livelli di pressione, con connettività NearLink
- Tastiera: Huawei Smart Magnetic Keyboard, con connettività NearLink
Huawei MatePad 12 X ha specifiche simili al modello Pro, ma dimensioni leggermente ridotte. Cambia non poco il design, che su questo tablet da 12" ha una finitura perlacea e colorazioni eleganti.
Lo schermo supporta la tecnologia PaperMatte Display, con uno strato antiriflesso e permette di avere una migliore qualità d'immagine anche sotto la luce diretta del sole.
Lo spessore della scocca è di solo 5,9 mm, dunque è MatePad 12 X più sottile di iPad Air 2024 (6,1 mm) e Xiaomi 6s Pro (6,26 mm). Inoltre, la struttura del comparto fotocamera sul retro è molto particolare, lascia ampio spazio al sensore principale da 13 MP e posiziona a fianco il secondo sensore da 8 MP e il flash.
Molto sofisticato il comparto audio, con ben 6 speaker e 2 microfoni integrati. L'esperienza di ascolto è dunque molto raffinata, aspetto importante anche per la visione di film e serie TV sull'ampio schermo a risoluzione 2.8K.
Anche su questo modello sono integrati i servizi di Huawei, in particolare l'app di disegno GoPaint. Il sistema operativo è HarmonyOS 4.2. Sono supportati gli accessori Huawei M-Pencil (3a gen) e Huawei Smart Magnetic Keyboard, entrambi dotati di connettività NearLink.
I nuovi tablet di Huawei sono disponibili da oggi 19 settembre 2024. I prezzi di listino per ciascun modello sono quelli indicati a seguire.
- Huawei MatePad Pro 12.2: 999€
- Huawei MatePad 12 X: 659€
Attenzione alle promozioni lancio, valide solo fino al 31 ottobre 2024 sullo store ufficiale di Huawei.
Se acquistate MatePad Pro 12.2" entro questa data, riceverete in omaggio lo stylus M-Pencil 3° Gen. Se poi usate anche il codice APRPADPRO12, potrete acquistare gratuitamente in bundle gli auricolari Huawei FreeBuds Pro 3, selezionandoli al momento dell'acquisto.
Discorso simile per MatePad 12 X: l'acquisto entro la data indicata permette di ricevere in regalo lo stylus HUAWEI M-Pencil 3° Gen. Inoltre, se utilizzate il coupon APRBANSKY, potrete ottenere in omaggio gli auricolari Huawei FreeBuds Pro 5i, selezionandoli al momento dell'acquisto.
Per scoprire le ultime novità di Huawei, ecco una breve selezione degli articoli che riguardano i prodotti e le notizie più recenti.
- Huawei Watch GT5 e GT5 Pro
- Huawei Mate XT Ultimate Design
- Visita al campus Huawei in Cina
- Huawei TruSense e Health Lab
L'articolo Huawei lancia due nuovi tablet raffinati: tutto su MatePad Pro 12.2 e MatePad 12 X sembra essere il primo su Smartworld.
HUAWEI Watch GT5 e GT5 Pro quest'anno accontentano tutti: 12 varianti, ECG, tastiera virtuale, compatibili con Android e iPhone!
Nel classico evento settembrino di Barcellona, Huawei presenta la sua nuova gamma di prodotti per l'autunno. Protagonista indiscusso della scena è lo smartwatch HUAWEI WATCH GT5, successore del già ottimo WATCH GT4 che porta con sé diverse novità. Prima fra tutte c'è l'aumento delle varianti! Già l'anno scorso GT4 con le sue 7 variazioni accontentava un po' tutti, e quest'anno Huawei ha deciso di aumentarle ancora, in modo da offrire quanta più scelta possibile ai suoi utenti.
Anche perché ok le funzioni smart, ma in un orologio conta molto anche l'estetica! Trovarne uno che più si adatta al proprio stile e che offre al contempo monitoraggio al top, personalizzazione, notifiche, risposta alle chiamate e autonomia al top non è banale. Ed è quello a cui mira Huawei con i suoi nuovi GT5. Non ci rimane che scoprirli insieme!
A livello estetico ci sono delle novità, anche se non così drastiche. Con GT4 infatti Huawei aveva intrapreso una strada diversa da tutti, caratterizzando i modelli da 46 mm con una cassa ottagonale davvero speciale ed elegante. Con GT5 Huawei conferma la forma ottagonale, trasformandola in una sorta di firma della serie GT. Cambia la corona che circonda lo schermo, che diventa anch'essa più ottagonale (anche se con linee morbide). Cambia anche la versione con cassa da 41 mm, quella se vogliamo dalle linee più femminili, che però quest'anno guadagna anche una edizione con cinturino in fluoroelastomero nero e cassa in acciaio più universale. La cassa è sempre rotonda, ma la corona che circonda lo schermo si è fatta più "spiogolosa", quasi appunto a voler tendere alle forme ottagonali dell'edizione più grande.
Quest'anno poi ci sono i modelli Pro. Per chi è disposto a spendere qualcosa in più, abbiamo:
- GT5 Pro 46 mm con cassa in lega di titanio e ceramica in due versioni: nero con cinturino in fluoroelastomero nero o color titanio con cinturino in titanio
- GT5 Pro 42 mm con cassa interamente in ceramica in due versioni: bianca con finiture oro e cinturino in fluoroelastomero bianco e bianca con finiture oro con cinturino in ceramica e titanio bianco
A livello hardware, tutto ruota intorno al nuovo TruSeenTM 6.0, un array di sensori avanzato che si trova a contatto con il polso. A colpo d'occhio confrontandolo con quello a bordo del "vecchio" GT4 si vede che ci sono più sensori. Ne parleremo nel dettaglio nella nostra recensione, ma sappiate che i valori tracciati l'anno scorso adesso sono ancora più precisi. I modelli Pro hanno anche un sensore ECG integrato in uno dei due pulsanti posti sul lato destro!
Una novità graditissima che vi vogliamo segnalare è la presenza della tastiera per rispondere alle notifiche! Il sistema di gestione e ricezione delle notifiche su HUAWEI WATCH GT4 già funzionava bene, ma si poteva rispondere ai messaggi solo con testo preimpostato (si poteva personalizzare da app). Con il GT5 apparirà la tastiera e si potrà digitare la risposta, e ci sarà anche il text-to-speech!
Ora vediamo le schede tecniche dei 4 modelli (GT5 41 mm, GT5 46 mm, GT5 Pro 42 mm, GT5 Pro 46 mm), prezzi e disponibilità per il mercato italiano.
- Schermo: AMOLED 1,32" 466 x 466, 352 PPI
- Cassa: lunetta in metallo, corpo in acciaio inossidabile, retro in materiale composto polimerico
- Colori e cinturini:
- acciaio con cinturino in fluoroelastomero nero
- acciaio con cinturino in fluoroelastomero celeste
- oro chiaro con cinturino in pelle composita marrone
- acciaio con cinturino tessuto marrone
- oro chiaro con cinturino Milanese dorato
- Resistenza acqua e polvere: IP69K, 5 ATM
- Batteria e autonomia: 323 mAh, fino a 1 settimana, ricarica completa in 100 minuti circa
- Connettività: Bluetooth 5.2, BLE/BR/EDR, GPS, NFC
- Notifiche: notifiche push, tastiera per rispondere, text-to-speech (anche in italiano), risposta alle chiamate
- Sensori: TruSeenTM 6.0, sensore a 9 assi, accelerometro, giroscopi, magnetometro
- Monitoraggio: frequenza cardiaca, ossigeno nel sangue, sonno, stress, respirazione, ciclo mestruale, "Rimani in forma", trifoglio della salute, oltre 100 sport
- Dimensioni: 41,3 x 41,3 x 9,5 mm
- Peso: 35 g (escluso cinturino)
- Compatibilità: Android 9.0 e superiori, iOS 13 o superiori
- Schermo: AMOLED 1,43" 466 x 466, 326 PPI
- Cassa: lunetta in metallo, corpo in acciaio inossidabile, retro in materiale composto polimerico
- Colori e cinturini:
- acciaio con finitura brunita e cinturino in fluoroelastomero nero
- acciaio con finitura brunita e cinturino in pelle composita marrone
- acciaio con finitura brunita e cinturino in tessuto blu
- Resistenza acqua e polvere: IP69K, 5 ATM
- Batteria e autonomia: 524 mAh, fino a 2 settimane, ricarica completa in 100 minuti circa
- Connettività: Bluetooth 5.2, BLE/BR/EDR, GPS, NFC
- Notifiche: notifiche push, tastiera per rispondere, text-to-speech (anche in italiano), risposta alle chiamate
- Sensori: TruSeenTM 6.0, sensore a 9 assi, accelerometro, giroscopi, magnetometro
- Monitoraggio: frequenza cardiaca, ossigeno nel sangue, sonno, stress, respirazione, ciclo mestruale, "Rimani in forma", trifoglio della salute, oltre 100 sport
- Dimensioni: 45,8 x 45,8 x 10,7 mm
- Peso: 48 g (escluso cinturino)
- Compatibilità: Android 9.0 e superiori, iOS 13 o superiori
- Schermo: AMOLED 1,32" 466 x 466, 352 PPI
- Cassa: fronte e retro in ceramica
- Colori e cinturini:
- ceramica con cinturino in fluoroelastomero bianco
- ceramica con cinturino in ceramica e titanio bianco
- Resistenza acqua e polvere: IP69K, 5 ATM
- Batteria e autonomia: 323 mAh, fino a 1 settimana, ricarica completa in 60 minuti circa
- Connettività: Bluetooth 5.2, BLE/BR/EDR, GPS, NFC
- Notifiche: notifiche push, tastiera per rispondere, text-to-speech (anche in italiano), risposta alle chiamate
- Sensori: TruSeenTM 6.0, sensore ECG, sensore a 9 assi, accelerometro, giroscopi, magnetometro
- Monitoraggio: frequenza cardiaca, ossigeno nel sangue, sonno, stress, respirazione, ciclo mestruale, "Rimani in forma", trifoglio della salute, oltre 100 sport
- Dimensioni: 42,49 x 42,49 x 9,6 mm
- Peso: 43 g (escluso cinturino)
- Compatibilità: Android 9.0 e superiori, iOS 13 o superiori
- Schermo: AMOLED 1,43" 466 x 466, 326 PPI
- Cassa: lega di titanio, retro in ceramica
- Colori e cinturini:
- titanio con cinturino in fluoroelastomero nero
- titanio con cinturino in titanio
- Resistenza acqua e polvere: IP69K, 5 ATM
- Batteria e autonomia: 524 mAh, fino a 2 settimane, ricarica completa in 60 minuti circa
- Connettività: Bluetooth 5.2, BLE/BR/EDR, GPS, NFC
- Notifiche: notifiche push, tastiera per rispondere, text-to-speech (anche in italiano), risposta alle chiamate
- Sensori: TruSeenTM 6.0, sensore ECG, sensore a 9 assi, accelerometro, giroscopi, magnetometro
- Monitoraggio: frequenza cardiaca, ossigeno nel sangue, sonno, stress, respirazione, ciclo mestruale, "Rimani in forma", trifoglio della salute, oltre 100 sport
- Dimensioni: 46,3 x 46,3 x 10,9 mm
- Peso: 53 g (escluso cinturino)
- Compatibilità: Android 9.0 e superiori, iOS 13 o superiori
Vediamo quindi i prezzi di tutte e dodici le varianti del nuovo WATCH GT di casa Huawei. Alcune versioni sono esclusive dello store Huawei online ufficiale. Le variazioni di prezzo dipendono dalla dimensione della cassa (41, 42 o 46 mm), dal cinturino e dai materiali con cui è realizzata la cassa.
- HUAWEI WATCH GT 5 41mm cinturino in fluoroelastomero nero: 249 € (acquistabile esclusivamente su Huawei Store)
- HUAWEI WATCH GT 5 41mm cinturino in fluoroelastomero blu: 249 €
- HUAWEI WATCH GT 5 41mm cinturino in pelle composita bianca: 259 €
- HUAWEI WATCH GT 5 41mm cinturino in tessuto marrone: 269 € (acquistabile esclusivamente su Huawei Store)
- HUAWEI WATCH GT 5 46mm cinturino in fluoroelastomero nero: 249 €
- HUAWEI WATCH GT 5 46mm cinturino in pelle composita marrone: 269 € (acquistabile esclusivamente su Huawei Store)
- HUAWEI WATCH GT 5 46mm cinturino in tessuto blu: 279 €
- HUAWEI WATCH GT 5 pro 42mm cinturino in fluoroelastomero bianco: 449 €
- HUAWEI WATCH GT 5 pro 42mm cinturino in ceramica e titanio bianco: 599 €
- HUAWEI WATCH GT 5 pro 46mm cinturino in fluoroelastomero nero: 379 €
- HUAWEI WATCH GT 5 pro 46mm cinturino in titanio: 499 €
I nuovi smartwatch sono acquistabili da oggi 19 settembre. Proprio da oggi e fino al 31 ottobre, acquistando HUAWEI WATCH GT5 si potrà ottenere in omaggio un paio di HUAWEI FreeBuds 5i. Utilizzando il codice coupon AMKTGT5 potrete acquistare in bundle un cinturino aggiuntivo dal valore di 49 €. Visto che ci siamo vi segnaliamo anche che iscrivendosi alla newsletter di Huawei avrete la possibilità di ricevere un HUAWEI MateBook X Pro U7 in omaggio. Cliccate qui per maggiori informazioni.
L'articolo HUAWEI Watch GT5 e GT5 Pro quest'anno accontentano tutti: 12 varianti, ECG, tastiera virtuale, compatibili con Android e iPhone! sembra essere il primo su Smartworld.
Recensione Huawei Watch GT 5 Pro: uno smartwatch per tutti
All'interno della confezione di questo Huawei Watch GT 5 Pro troverete l'orologio con il cinturino da voi scelto e un caricabatteria magnetico con cavo e connettore USB-A. Fino al 31 ottobre potrete anche avere in omaggio un cinturino aggiuntivo del valore dai 49€.
Non c'è altro modo di dirlo: Huawei Watch GT 5 Pro è un bellissimo orologio, ancora prima che un bello smartwatch. Questa versione 5 Pro da 46 millimetri ha un nuovo design leggermente più squadrato (ma non troppo futuristico) con una forma ottagonale più marcata, mentre all'interno invece il display è perfettamente circolare. Lo smartwatch è realizzato in titanio di grado aerospaziale e nelle molte settimane di prova non ha "attirato" neanche un graffio. Il cinturino, nel nostro caso quello sportivo morbido, si integra perfettamente con il design dell'orologio ed è estremamente comodo. Nonostante il mio polso piccolo questo orologio non è stato affatto un impiccio durante tutto il tempo di utilizzo.
Sul lato destro troviamo due tasti fisici: uno piatto e uno che è una corona circolare che può essere ruotato per far scorrere i menù e le voci dello smartwatch. Inferiormente troviamo invece tutti i sensori biometrici, facenti parte del nuovo sistema TruSense.
In termini di resistenza Huawei Watch GT 5 Pro ha ricevuto un bell'upgrade. Abbiamo ora la massima certificazione contro acqua e polvere, ovvero la IP69K e anche la garanzia di poter funzionare a 40 metri di profondità, ovvero la massima certificazione per le immersioni. In più tutto lo smartwatch è adesso rivestito da un sistema anti corrosione.
Se volete optare per più design Huawei, unendo la linea GT 5 e GT 5 Pro offre ora ben 12 alternative. Che potrebbe sicuramente essere un po' disorientante ma che garantisce così un'alternativa per tutti. Abbiamo brevemente provato anche il bellissimo modello GT 5 Pro da 42 millimetri in ceramica. Molto elegante.
Anche quest'anno Huawei non fa trapelare molto della sua scheda tecnica. Non sappiamo infatti praticamente nulla di memorie e processori. È un peccato non potervi dare questa informazione, ma al tempo stesso è indubbio che lo smartwatch sia incredibilmente veloce e scattante in ogni occasione e quindi non abbiamo ragioni per contestare la scelta di Huawei. Qualsiasi essa sia stata.
Sappiamo però che è ancora dotato del sistema Sunflower GPS che fa sì che l'aggancio dei satelliti sia preciso e rapido a qualsiasi angolazione l'orologio venga indossato: fondamentale durante le sessioni di corsa dove la rotazione del polso più cambiare spesso. A questo si aggiunge il nuovo sistema di sensori (e tecnologia) TruSense che garantisce un rilevamento dell'attività fisica ancora più precisa. L'azienda parla di una precisione di rilevazione del 60% maggiore rispetto al modello precedente, oltre che di una misurazione di un HRV più preciso e di una rilevazione dell'ossigenazione del sangue drasticamente migliorata, anche grazie a un nuovo vetro che scherma molto meglio la luce che potrebbe filtrare dall'esterno.
Dai nostri test non possiamo che dirci estremamente soddisfatti dalle misurazioni fatte da questo smartwatch, sia per quanto riguarda il battito cardiaco, ma anche per quello che riguarda il posizionamento e l'ossigenazione del sangue che in molte occasioni viene rilevata anche di giorno, dimostrando quando sia diventata rapida questa misurazione (che solitamente ha bisogno che si tenga il polso fermo a lungo).
Lo smartwatch è poi dotato di speaker, microfono e sensore di temperatura. Potrebbe anche essere dotato di NFC, ma non c'è un dato preciso e neanche qualche sistema per sfruttarlo.
Lo schermo rimane sicuramente un punto molto rilevante di questo smartwatch. Abbiamo un pannello da 1,43 pollici con risoluzione di 466 x 466 pixel. Non c'è purtroppo un dato preciso sulla luminosità ma abbiamo avuto modo di provarlo in ogni condizione meteo e di luce ed è sempre stato perfettamente visibile. In passato erano 1.000 nit: immaginiamo che il valore massimo sia uguale o superiore.
Il vetro è di tipo zaffiro e questo garantisce una ottima protezione da graffi e altri segni. Il modello più piccolo ha un pannello da 1,32 pollici e pertanto ha una densità di pixel per pollice più alta, senza però un'apprezzabile differenza nell'utilizzo quotidiano.
È pienamente supportato l'always-on display ma noi non abbiamo sentito il bisogno di tenerlo attivo visto che la riaccensione alla rotazione del polso è molto precisa.
Dentro questo smartwatch troviamo HarmonyOS 5, l'ultima iterazione del sistema multipiattaforma di Huawei. L'interfaccia è estremamente scattante e piacevole da utilizzare per qualsiasi operazione lo vogliate sfruttare. Scorrendo verso il basso abbiamo i comandi rapidi, fra cui quello della modalità notturna che ora può disattivarsi in automatico la mattina quando rileva che vi siete alzati definitivamente dal letto. Scorrendo verso l'alto invece abbiamo le notifiche. È possibile scegliere da smartphone quali notifiche ricevere al polso e queste arriveranno in modo molto puntuale: un indicatore numerico vi mostrerà quante altre notifiche della stessa app sono arrivate e potrete espanderle. Potrete rispondere ai messaggi di chat tramite i messaggi predefiniti oppure tramite una nuova tastiera virtuale (ma solo su Android). Lateralmente ci sono dei widget rapidi a cui accedere ad alcune funzioni e informazioni con rapidità.
Tenendo premuto sul quadrante è possibile cambiare la sua grafica scegliendo fra i tantissimi a disposizione. Rispetto al passato ce ne sono 14 nuovi, ma scavando nell'app per lo smartphone ne troverete tantissimi. Premendo sul tasto fisico in alto farete accesso al volo alla griglia delle applicazioni (che può essere visualizzata anche a lista). Le app coprono principalmente tutto lo spettro delle funzioni che potrebbero mai servirvi per il fitness e la salute.
Tutta la parte relativa allo sport è stata ancora migliorata: gli sport compatibili sono oltre 100 e dopo che abbiamo visto l'Health Lab a Donggun ci è più semplice capire il perché della bontà delle rilevazioni. Ci sono anche qui un po' di novità, come i dati del tempo di contatto e l'oscillazione verticale durante la corsa, oppure la possibilità di avere la mappa offline (a colori) per il trail running, oppure cadenza e potenza durante il ciclismo. Una delle novità più grandi (e pubblicizzata) è poi l'introduzione del golf fra gli sport a disposizione con anche la mappa di 15.000 campi da golf.
Come abbiamo detto la misurazione dei dati è in assoluto una delle più precise che abbiamo mai incrociato nel nostro percorso. Rapidissima anche la rilevazione di una variazione del battito cardiaco. Potrete anche realizzare dei piani di allenamenti o seguire uno di quelli proposti de Huawei Health. Potete anche brevemente rivedere le ultime sessioni di attività fisica direttamente dall'orologio.
Huawei è poi leader anche nella parte di benessere, dove troviamo un gran numero di app per tenere traccia del vostro stato di salute. Abbiamo ovviamente il battito cardiaco tracciato 24 ore su 24, l'ossigenazione del sangue, lo stress e anche la temperatura cutanea. Tutta l'attività fisica durante il giorno viene poi raccolta e mostrata per un rapido colpo d'occhio tramite gli anelli, oppure il trifoglio: due sistemi di misurazione che potrete scegliere per ottenere il miglior bilanciamento sulla vostra salute.
Praticamente perfetta anche a misurazione del sonno, che indica chiaramente le fasi del sonno e mostra in modo molto preciso anche i risvegli (sigh) e i pisolini. Uno strumento molto completo e su cui potrete fare affidamento. Può anche misurare il respiro nel sonno e l'app per smartphone ha a disposizione una collezione di suoni rilassanti per aiutarvi nel sonno.
È presente poi la misurazione del ciclo mestruale e troviamo poi finalmente anche ECG e misurazione della rigidità arteriosa che non erano presenti sul GT 4 (che non aveva una versione Pro) dello scorso anno.
Tra gli strumenti troviamo poi ovviamente timer, calcolatrice e ora anche il navigatore Petal Maps. La navigazione va però avviata da smartphone. Peccato che Huawei Wallet al momento non sia supportato nel nostro paese (in teoria avrebbe dovuto esserci Intesa SanPaolo ma sembra che l'app non possa essere attivata in Italia). Potrete anche consultare il meteo o usare lo schermo come una torcia. C'è anche uno store di app con alcuni tool utili, come un'utility per controllare Spotify o un'app per tenere le tessere socio al polso.
L'assistente vocale di Huawei purtroppo funziona solo se lo smartwatch è collegato ad uno smartphone Huawei.
Con una qualche "magia" Huawei è riuscita a praticamente raddoppiare l'autonomia del suo smartwatch di punta. L'azienda promette circa 14 giorni di autonomia con una singola carica. Noi ci siamo attestati attorno ai 12 giorni, che è un risultato veramente notevole per uno smartwatch di questo tipo. Non abbiamo provato a sufficienza il modello più piccolo per cui l'azienda parla di circa 9 giorni. La ricarica è poi tutto sommato rapida: il dubbio è solo se saprete dovete avete messo il vostro caricabatterie circa 2 settimane prima.
Huawei Watch GT 5 Pro nella versione che abbiamo provato noi (46 millimetri con il cinturino sportivo) viene venduto ad un prezzo di 379€, che è anche economico se guardiamo i concorrenti a parità di qualità costruttiva. Ci vogliono 499€ per la variante con il cinturino in titanio. Si parte da 449€ per la variante da 42 millimetri in ceramica, mentre si sale fino a 599€ per quello con il cinturino nello stesso materiale.
Huawei Watch GT 5 (che non abbiamo provato) parte invece da 249€, permettendo così di avere una lineup abbastanza coerente con prezzi che possono andare bene per un pubblico molto ampio.
I sample per questa recensione sono stati forniti da Huawei, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.
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GoPro HERO 13 vs DJI Osmo Action 5 Pro: la lepre e la tartaruga
Apparentemente le due action cam sono molto simili, ma anche sotto il profilo costruttivo ci sono delle differenze importanti.
GoPro HERO 13 pesa 159 grammi, DJI Osmo Action 5 Pro pesa invece 146 grammi. La differenza di 13 grammi può sembrare esigua, ma è comunque più dell'8% in meno, e in dispositivi così compatti non è facile sottrarre peso.
Anche le dimensioni favoriscono DJI, seppure di poco. La Osmo Action 5 Pro è infatti più bassa della rivale di un paio di millimetri, mentre il resto delle proporzioni sono praticamente identiche.
A dispetto di ciò, è sempre DJI a impiegare i display più grandi. Entrambi gli schermi della Action 5 Pro sfruttano quasi tutto lo spazio a loro disposizione, risultando quindi lievemente più grandi di quelli della HERO13. Il display posteriore, in particolare, è da 2,5 pollici per DJI e da 2,27 pollici per GoPro. Inoltre DJI ha impiegato due pannelli OLED, visibilmente più luminosi (ben 1.000 cd/m²).
Il piccolo schermo frontale di HERO13 serve inoltre solo per vedere l'inquadratura durante i vlog/selfie, ma non è touch, al contrario di quello della OA 5 Pro.
C'è poi un aspetto nel quale GoPro si è ispirata a DJI, ovvero l'aggancio magnetico. Anche la HERO 13 adotta quest'anno, a fianco delle due alette già presenti da tempo, un sistema che si attacca magneticamente, molto simile a quello di DJI. Secondo GoPro quest'ultimo è da usarsi per le cose "al volo", laddove il sistema l'altro sistema, o quello a vite, sono da preferire per maggiore stabilità.
La realtà dei fatti è che non ci è mai capitato che l'aggancio magnetico fallisse, anzi lo abbiamo trovato quasi più affidabile di quello di DJI (ma è quasi impossibile dimostrarlo in pratica, data la non scientificità di questo tipo di prove).
C'è un'ultima nota importante relativa all'impermeabilità. GoPro si ferma a 10 metri, Osmo Action 5 Pro scende fino a 20 m senza custodia. Inoltre il sensore di temperatura del colore integrato garantisce una buona fedeltà cromatica anche sott'acqua, una cosa affatto scontata senza.
Non solo, ma la Action 5 integra anche un rilevatore di pressione, che tiene traccia di profondità e durata dell'immersione, posizionandosi come action cam ideale per chi faccia piccole immersioni, ma non solo.
L'uso generale delle due action cam è molto simile. Stesso numero di schermi, stesso numero di tasti (con praticamente le stesse funzioni), ma software ovviamente diverso. E qui GoPro fa sentire tutta la sua esperienza, e non solo.
L'interfaccia della HERO 13, rinnovata proprio quest'anno, è un tripudio di opzioni (come sempre), ma ha il vantaggio di riuscire a presentarle in modo chiaro. È possibile sia creare una serie di preset pronti all'uso, che adattare le 4 scorciatoie a schermo in modo che mostrino le opzioni che cambiamo più spesso.
GoPro è molto personalizzabile, ma al contempo anche semplice.
Anche la Osmo Action 5 è immediata da usare, ma questo perché ci sono molte meno funzioni da modificare a mano, e proprio meno opzioni di ripresa in generale. Alcune di queste, nella GoPro, possono anche essere un po' fini a sé stesse (star trail, light painting, scie luminose veicoli: tutte cose belle, ma molto circostanziali), altre sono oggettivamente comode (TimeWarp su tutte), fatto sta quest'ultima mette molte più modalità a disposizione dell'utente; starà poi a lui sfruttarle o meno.
La HERO 13 supporta, come da tradizione, un buon controllo vocale, ma la Action 5 Pro risponde con il tracciamento del soggetto. La fotocamera è in grado di rilevare automaticamente il soggetto e regolare la composizione per mantenerlo al centro dell'inquadratura, eliminando la necessità di uno stabilizzatore o di continui aggiustamenti manuali. Ovviamente la funzione ha i suoi limiti, dettati principalmente dalla velocità di movimento, ma è un classico esempio di opzioni mutuate da altri dispositivi (droni, nello specifico) che la concorrenza non necessariamente ha.
La stabilizzazione è buona su entrambe, ma la GoPro vince ancora in modularità (e forse un pelino anche in stabilizzazione, soprattutto con i movimenti bruschi più netti). L'HyperSmooth 6.0 può essere regolato in modo molto fine, e ha anche il blocco dell'orizzonte a 360° (presente anche sulla DJI). Inoltre la GoPro ha la modalità verticale automatica, ideale in quest'epoca dominata da Instagram e TikTok.
Per quanto riguarda le app a corredo, qui GoPro vince facilmente, perché Quik è ormai una suite completa, multi piattaforma, che cura ogni aspetto, dall'importazione all'editing dei contenuti. Inoltre, la GoPro supporta l'upload automatico sul cloud durante la ricarica, che è una comodità in più.
Anche l'app Mimo di DJI ha qualche freccia al suo arco, come la modalità D-Log M per un controllo più dettagliato dei colori e delle tonalità e il download in background. C'è poi una funzione di editing con IA (nome un po' abusato, sinceramente) che aggiunge musica ed effetti sonori, oltre ad alcuni filtri sul video. Possono venire fuori cose carine in pochissimo tempo, ma dovete trovare le riprese giuste in base all'effetto da applicare, il che può diventare un po' portare a un sacco di tentativi a vuoto.
Ma veniamo alla parte più importante: la qualità video. Qui ci sarebbe da scrivere un libro, e probabilmente non basterebbe, perché in molti casi il tipo di ripresa è determinante. Cercheremo comunque di tracciare un filo conduttore, per aiutarvi a capire quale delle due potrebbe fare maggiormente al caso vostro
Sensore e RisoluzioneLa GoPro HERO13 Black monta un sensore da 1/1,9 pollici che permette di registrare video fino a 5,3K a 60 fps in 16:9 o 5,3K a 30 fps in 8:7. Sia chiaro che non è nulla di nuovo, nel senso che anche la HERO12 già lo faceva. Il processore è inoltre lo stesso GP2 lanciato con la HERO10 e che ormai avrebbe bisogno di essere rinnovato per far compiere un vero salto in avanti. C'è poi il supporto alla registrazione in HDR HLG a 10 bit, per il GP-Log, ottimo per la post-produzione.
La DJI Osmo Action 5 Pro, invece, spicca grazie al suo sensore da 1/1,3 pollici, più grande rispetto a quello della GoPro. Questo sensore le consente di fa entrare più luce, ma a dispetto di ciò la sua risoluzione massima si ferma al 4K a 120 fps in 4:3. Ma soprattutto adotta un chip a 4nm, che permette alcune funzioni avanzate come il tracking, e al contempo è anche parsimonioso quando serve.
E già che stiamo parlando di cose tecniche, non abbiamo ancora sottolineato il fatto che la OA 5 Pro ha ben 47,8 GB di memoria interna. Certo, il trasferimento poi deve avvenire via cavo o rete (Wi-Fi 6), ma è comunque una bella comodità.
Ciò che spicca di più sulla DJI è però la sua gamma dinamica incredibilmente ampia, fino a 135 stop, un valore che consente di catturare dettagli nelle ombre e nelle alte luci in modo molto più accurato rispetto a molte altre action cam, inclusa la HERO 13.
Chi predilige riprese in diurna potrebbe preferire la GoPro grazie alla maggiore risoluzione, mentre al calare delle luci il sensore più grande dà un po' di vantaggio alla DJI. Da non sottovalutare però l'intervallo dinamico, che in certe situazioni fa la differenza, come evidenziano le immagini a seguire.
A questo si aggiunge la modalità SuperNight della Osmo Action 5 Pro, che utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per ridurre il rumore e migliorare la qualità in condizioni di scarsa illuminazione, anche se a tratti il risultato è un po' artefatto, come quello degli smartphone di alcuni anni fa, tanto che spesso abbiamo preferito la modalità normale anche con poca luce, tranne proprio nei casi davvero difficili.
Anche la GoPro, pur non avendo una modalità dedicata, esibisce un po' lo stesso comportamento. Al calare delle luci cerca di portare su tutta la luminosità che può, riuscendoci anche in parte, ma sacrificando dettaglio e realismo, e ovviamente aumentando il rumor di fondo. Nelle stesse condizioni la Osmo Action 5 può risultare anche un po' più buia, ma senz'altro più realistica e definita.
Colori e Gamma DinamicaLa HERO13 Black, grazie al GP-Log, è ideale per chi ha esperienza nell'editing avanzato dei colori, ma potrebbe essere eccessiva per gli utenti meno esperti. Del resto questo è evidente anche dalle impostazioni stesse: le tantissime opzioni presenti necessitano un minimo di conoscenza del mezzo, sennò tanto vale lasciare tutto in automatico e lasciare che faccia da sola. La sua resa del colore, però, è decisamente più realistica di quella di DJI, al netto di ogni possibile elaborazione in post.
DJI Osmo Action 5 Pro ha dalla sua una maggiore gamma dinamica e dei colori decisamente più saturi, anche in modalità "normale". Questo significa che c'è meno necessità di processare il filmato dopo la registrazione, perché sarà già molto godibile di suo e pronto da condividere, per quanto un po' meno realistico nella gestione del colore.
Modalità specialiCome già accennato, la GoPro offre diverse modalità di ripresa in più. Queste, a nostro parere, sono quelle maggiormente spendibili dalla maggior parte degli utenti.
- Slow-Motion: fino a 400 fps in risoluzione HD a 720p e fino a 120 fps in 5,3K (ma col limite di 5 secondi).
- TimeWarp 3.0: una variante del time-lapse, che è possibile accelerare o rallentare con la pressione di un pulsante in movimento. E la risoluzione arriva fino in 5,3K.
- HindSight: la GoPro registra costantemente in background, mantenendo un buffer di 30 secondi. È utile per catturare momenti inaspettati che potrebbero essere persi con una registrazione manuale tradizionale.
- LiveBurst: Permette di scattare una raffica di 90 fotogrammi in 1,5 secondi (prima e dopo aver premuto il pulsante di scatto). Ideale per catturare il momento perfetto in situazioni d'azione, come salti o acrobazie.
Anche la DJI ha alcune frecce al suo arco, 2 in particolare:
- Modalità SuperNight: tramite algoritmi di riduzione del rumore basati sull'IA vengono migliorati i video in condizioni di scarsa illuminazione (già favoriti dal sensore più grande).
- Tracciamento del soggetto: ne abbiamo già parlato, in pratica è come avere un gimbal integrato, ma non è impeccabile. Però è senz'altro meglio averla che non.
- Slow-Motion: 1080p@240fps
La GoPro HERO13 Black offre una risoluzione fotografica di 27 megapixel, ma come da tradizione anche questo "limite" può essere superato tramite il software, come del resto già sulla HERO12.
- SuperPhoto e HDR: con la modalità SuperPhoto, la GoPro permette di catturare immagini ottimizzate automaticamente, combinando esposizione e bilanciamento del colore per ottenere i migliori risultati in varie condizioni di luce e contrasto. È una sorta di HDR migliorato, ma che non sempre dà i risultati sperati. Senz'altro da usare su soggetti statici.
- RAW: chi voglia ottenere il meglio in post-produzione può usare questa modalità, che conserva tutte le informazioni catturate dal sensore, permettendo una maggiore flessibilità nell'editing. Anche qui però abbiamo notato un certa tendenza al mosso, forse, e sottolineiamo forse, dovuta al maggior tempo di elaborazione rispetto a un tradizionale JPG.
Ancora una volta l'assenza di modalità specifiche per condizioni di luce estremamente basse limita le capacità fotografiche notturne di questa action cam.
La DJI Osmo Action 5 Pro arriva invece a ben 40 megapixel, e il sensore di maggiori dimensioni e la sua ampia gamma dinamica aiutano a ottenere scatti con ampio dettaglio sia nelle alte luci che nelle ombre. Inoltre è supportato lo scatto RAW anche nel suo caso, per i fotografi più incalliti.
Non ci sono però altre particolari modalità di scatto, e sebbene la qualità al centro della ripresa sia generalmente buona, ai margini si può notare un certo deterioramento, sia in termini di dettaglio che di rumore.
Nessuna delle due action-cam è insomma ultra-raccomandata per le foto, e sinceramente, in un mondo in cui gli smartphone fanno miracoli con sensori che sono senz'altro paragonabili, è un po' un peccato.
L'autonomia è forse uno dei parametri più difficili da valutare in una action cam, perché dipende da un grande numero di variabili.
GoPro ha fatto passi in avanti, aumentando la capacità della batteria fino a 1.900 mAh e ottimizzando gli algoritmi della HERO13.
Ciò consente, in teoria, di arrivare a due ore e mezzo in full HD a 30 fps, mentre in 5,3K a un'ora in meno. Ci si arriva davvero? Dipende tantissimo. Dipende dalle condizioni ambientali, da quanto utilizzerete il touchscreen, dalle impostazioni, e altro.
Detto questo, la DJI Osmo Action 5 Pro fa meglio, e non solo grazie alla batteria lievemente più grande (1.950 mAh) ma anche per merito del chip a 4nm a basso consumo. DJI parla di ben 4 ore a 1080p@24fps, anche se noi non ci siamo mai arrivati del tutto.
Facendo però un confronto tra le due, dato che le abbiamo sempre usate assieme e cercando di impiegare le medesime modalità, la Osmo Action 5 Pro è mediamente durata un 20-25% in più della GoPro, il che non è poco.
C'è da aggiungere solo un dettaglio. Uno dei nuovi accessori GoPro è un proprio un kit di alimentazione magnetico, da impiegare quindi per le riprese più prolungate. Non è una scusa, ma al più un workaround in caso di bisogno.
C'è poi un ultima cosa, che però non abbiamo verificato per ovvi motivi. La HERO13 è progettata per funzionare a temperature fino a -10°C, mentre la Osmo Action 5 Pro può arrivare fino a -20°C, il che la rende una delle action cam più resistenti al freddo disponibili.
Gli accessori sono senz'altro l'elemento sul quale GoPro ha puntato di più quest'anno. Entrambe le action cam hanno infatti un buon ecosistema, ma quello di HERO13 non solo è più ampia, ma si arricchisce anche del magnetismo, come abbiamo già sottolineato, e soprattutto di nuove Mod, che cambiano drasticamente il modo di usarla.
- Mod Ultra-Wide: con un campo visivo di 177°, è perfetto per riprese immersive, come sport d'azione o paesaggi ampi, inoltre registra in 1:1, un fantastico formato perché poi da lì esporti quel che vuoi (verticale, ampio, 16:9 ecc.).
- Mod Macro: permette la messa a fuoco fino a 11 cm, ideale per dettagli ravvicinati e scatti creativi, e con la ghiera è un attimo spostare il fuoco all'infinito.
- Mod Anamorfico: Offre un formato 21:9 cinematografico con un look professionale, inclusi effetti di lens flare, ma arriverà solo nel 2025.
- Set di filtri ND: filtri a densità neutra (ND4, ND8, ND16, ND32) per il controllo della sfocatura del movimento e dell'esposizione in condizioni di luce intensa, che creano un bell'effetto di motion blur.
Avendo le capacità, e i soldi (ciascuno di questi costa almeno 100€, ma ci sono varie combo disponibili), la GoPro ha senz'altro una marcia in più, anche di grado cinematografico se vogliamo. Potendo studiare con calma la ripresa, e avendo le conoscenze per farlo, si tirano fuori filmati che è quasi impensabile provengano da una action cam. Ma appunto ci vogliono tempo ed esperienza prima di tutto, quindi andiamo un po' oltre il pubblico generalista.
Riguardo la DJI sottolineiamo invece la sua integrazione con il DJI Mic 2 (microfoni fantastici, nella nostra recensione), che permette di registrare audio di alta qualità e soprattutto con grande semplicità (non è necessario un ricevitore esterno: il microfono si connette direttamente alla fotocamera). L'attenzione qui è chiaramente ai vlogger e ai creatori di contenuti, una classe di utenti a cui anche GoPro ammicca pesantemente.
GoPro HERO13 Black ha un prezzo di partenza di 449,99€, contro i 379€ di DJI Osmo Action 5 Pro.
Se consideriamo le due versioni accessoriate (con batterie aggiuntive, manico allungabile e poco altro) la differenza si assottiglia: 499,99€ contro 479€. Se però gettiamo nella mischia le Mod della GoPro, che costano almeno 100 euro l'una, tanto che la HERO13 Black Creator Edition arriva a 679,99€.
In termini di prezzo di listino DJI vince abbastanza facilmente. Se però dovessimo fare un rapporto qualità/prezzo allora le cose si complicherebbero non poco, perché la HERO13 ha maggiore risoluzione (e non solo) rispetto alla OA 5 Pro. Insomma, dovete leggere quanto scritto finora per capire se per voi gli euro di differenza facciano davvero la differenza (e scusate il gioco di parole).
L'articolo GoPro HERO 13 vs DJI Osmo Action 5 Pro: la lepre e la tartaruga sembra essere il primo su Smartworld.
Pokémon Pocket provato in anteprima: splendide carte con cui si gioca poco
Le carte collezionabili dei Pokémon sono state il gioco che mi ha accompagnato nel passaggio da infanzia ad adolescenza: come praticamente ogni bambino sulla decina d'anni ero ossessionato dai Pokémon, che conoscevo bene tanto dalla serie televisiva quando dai primi videogiochi.
E, quando iniziarono a circolare i primi mazzi di carte, diventarono subito il gioco che non poteva mancare. Ho passato centinaia di pomeriggi a sfidare gli amici con i miei mazzi e, sotto molti versi, le carte di Pokémon mi hanno introdotto a passatempi che sono durati ancora più nel tempo, come le Magic, che hanno ossessionato la mia adolescenza, e più in generale i giochi da tavolo.
Insomma, chi scrive è un stato un grande appassionato di carte Pokémon, e la curiosità di provare il nuovo gioco di carte collezionabili digitali Pokémon Pocket era tanta. Vi racconto cosa mi è rimasto dall'anteprima del gioco.
Partiamo da un presupposto: che si parli di carte o videogiochi, tutti i giochi Pokémon hanno due anime, due modi diversi e complementari di divertire.
Il primo aspetto è quello ludico: i combattimenti, lo scontro tra Pokémon, che può diventare molto entusiasmante grazie a una pianificazione strategica della lotta, tra pozioni e sostituzioni tattiche.
L'altro aspetto che colpisce il giocatore è lo spirito da collezionista: la voglia di completare il Pokédex, i Pokémon intesi come un meraviglioso ecosistema di creature da studiare, con le loro interazioni, le evoluzioni e la costante scoperta di nuovi mostriciattoli.
Ecco, nel nuovo Pokémon Pocket prevale il fascino del collezionismo: i combattimenti ci sono e possono anche essere divertenti, ma è indubbio che il momento più emozionante sia sbustare nuovi pacchetti.
Più che un gioco di carte collezionabili, Pokémon Pocket è una collezione di carte giocabili.
Non aspettatevi niente di simile a Magic: Arena, né una trasposizione diretta del gioco di carte Pokémon che conoscevate da bambini. La sostanza è più o meno sempre quella: i Pokémon combattono, il primo che ottiene 3 punti vince.
Il gioco però è piuttosto semplificato rispetto alla controparte cartacea: i mazzi sono da 20 carte (invece che 60), ci sono meno carte Item e Allenatore (ossia carte "consumabili", che aggiungevano un pizzico di strategia in più), non ci sono carte Energia (l'Energia per gli attacchi si genera automaticamente ogni turno) e in generale i combattimenti sono più rapidi, con meno punti da ottenere. Durante gli scontri, è perfino possibile lasciar giocare la CPU al proprio posto, per vedere lo svolgimento e poi il risultato.
La possibilità di giocare non solo contro i propri amici ma anche contro sconosciuti in tutto il mondo arricchisce l'esperienza, ma è bene tenere a mente sin da subito che il fulcro di Pokémon Pocket non è il combattimento strategico, ma lo scoprire nuove carte.
Appurato che i combattimenti sono un aspetto secondario del titolo, bisogna anche precisare che l'esperienza di collezionismo è eccezionale.
Non avrei mai pensato che sbustare pacchetti di carte digitali potesse essere tanto coinvolgente. Quando ottenete un nuovo pacchetto, potete scegliere come aprirlo: potete tagliare subito lungo la linea tratteggiata, oppure potete ruotarlo per aprirlo dal retro, in modo da vedere il dorso delle carte e scoprirle poco a poco. È possibile aprire i pacchetti uno alla volta, per gustarsi il brivido dell'unboxing, oppure fino a 10 tutti insieme, per scoprire rapidamente se è uscito il Pokémon che mancava.
Tutte le carte hanno una loro "fisicità", addirittura uno spessore specifico (visto che potete ruotarle e vederle in tre dimensioni), e ovviamente si distinguono per rarità e forma estetica, con alcune carte che – letteralmente – aprono una sorta di portale da cui sbirciare il mondo dei Pokémon, splendidamente animato (le carte immersive, come quella che si vede su).
Troverete quindi carte comuni e meno comuni, con bordi olografici di diverso tipo, illustrazioni particolari con effetto parallasse che fanno stagliare il Pokémon sulla carta o anche illustrazioni che occupano tutta la carta e la rendono più rara. Insomma, la varietà nelle carte è tanta e l'aspetto estetico è veramente curatissimo.
Un paradiso per i collezionisti, che vengono anche invitati a esibire la propria collezione, a suon di raccoglitori tematici e bacheche per esporre una singola carta, ma senza dimenticare la personalizzazione del mazzo e dell'area di gioco, con la possibilità di ottenere monete e tabelloni illustrati, ma perfino buste protettive per le carte (con illustrazioni particolari per il dorso).
Interessante la trovata della Pesca misteriosa, che permette di pescare una carta a caso da una bustina aperta da un giocatore a caso nel mondo: non si tratta di un modo di "rubare" carte (che non vengono sottratte al giocatore dall'altra parte del mondo), ma di arricchire la propria collezione anche con carte in altre lingue. Le carte di Pokémon Pocket, infatti, sono localizzate in inglese, francese, italiano, tedesco, spagnolo, portoghese, giapponese, cinese tradizionale e coreano.
Ogni giocatore può sbustare gratuitamente un pacchetto ogni 12 ore (due al giorno) ma, neanche a dirlo, ovviamente esistono una pletora di coin, emblemi, clessidre, buoni, pass, lingotti e chi più ne ha, più ne metta. Token di vario tipo che velocizzano le operazioni e permettono di ottenere pacchetti più rapidamente. E, come in tutti i free-to-play del genere, potete ottenere token completando missioni giornaliere oppure, ovviamente, pagando.
La prima espansione (A1) di Pokémon TCG Pocket si chiama Geni Supremi e conta più di 200 carte, con molti Pokémon della prima generazione ma non solo. Sulle bustine si trovano 3 illustrazioni diverse (con Pikachu, Charizard e MewTwo), con alcune carte che potranno essere trovate solo in una specifica versione delle bustine e, in alcuni casi, illustrazioni e formati diversi per lo stesso Pokémon.
Ogni bustina contiene 5 carte (ma in futuro potrebbero esserci bustine con più carte) e le nuove espansioni usciranno con cadenza regolare.
Pokémon Pocket sarà disponibile per Android e iOS dal 30 ottobre: il gioco sarà scaricabile gratuitamente e sarà possibile ottenere nuove bustine anche senza spendere nulla completando le missioni ed eseguendo il login giornalmente, ma acquistare bustine (con soldi veri) sarà ovviamente la via più rapida per far crescere la propria collezione.
Se siete arrivati fino in fondo, è probabile che siate dei giocatori: se cercate altri stimoli oltre i Pokémon, di seguito trovate alcuni articoli che potrebbero interessarvi:
- Magic e giochi da tavolo digitali non sono belli come quelli dal vivo, ma a volte sono meglio
- Migliori giochi da tavolo
- Migliori giochi Nintendo Switch
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Quando arriva Android 15: finalmente abbiamo una data
Android 15 è la nuova generazione del robottino verde, e abbiamo iniziato a conoscerla lo scorso maggio, quando Google ha iniziato a rilasciare le prime beta pubbliche (ecco come entrare nel programma beta di Android). Però siamo ancora in attesa della stabile, un'attesa che sta per concludersi. Finalmente apprendiamo quale sarebbe la data di rilascio ufficiale per Android 15.
Android 15 lo troviamo anche già integrato nel codice AOSP, mentre la prima versione stabile è stata posticipata da Google, probabilmente per prendersi più tempo per l'ottimizzazione.
Come menzionato sopra, da qualche mese ormai abbiamo avuto modo di conoscere Android 15. Questo grazie alle beta pubbliche che sono state rilasciate per i Pixel di Google. Per vederlo in veste ufficiale, ovvero con la prima versione stabile, l'attesa è quasi finita.
Secondo quanto riferito dai recenti rumor emersi online, e come originariamente ipotizzato da Mishaal Rahman, la prima versione stabile di Android 15 verrà rilasciata a partire dal prossimo 15 ottobre.
Tale aggiornamento sarà l'atteso major update per moltissimi utenti, a partire da coloro che hanno un Pixel. La distribuzione infatti partirà ovviamente per coloro che hanno uno degli smartphone di Google ancora supportati dal punto di vista software.
Nel caso di Android 15, l'aggiornamento ufficiale ad Android 15 arriverà per i Pixel 6 e modelli successivi. Anche i nuovissimi Pixel 9 saranno coinvolti nell'aggiornamento, visto che il loro debutto sul mercato, abbastanza insolitamente se guardiamo a tutte le serie precedenti di Pixel, è avvenuto con Android 14, ovvero con la versione del robottino verde lanciata lo scorso anno.
L'aggiornamento verrà distribuito automaticamente via OTA a tutti i Pixel supportati, ma solo a coloro che non hanno aderito alla beta. Se avete la beta e volete aggiornare alla stabile di Android 15, allora dovrete prima effettuare il downgrade. Vi ricordiamo che il downgrade da una beta di Android comporta il reset ai dati di fabbrica del dispositivo.
E chi non ha un Pixel? Per chi non possiede uno degli smartphone di Google che per primi riceveranno la versione stabile di Android 15, l'attesa andrà sicuramente oltre il 15 ottobre. Per quanto riguarda i dispositivi Samsung, ad esempio, abbiamo recentemente appreso che la One UI 7 è stata probabilmente ritardata, al punto che l'azienda non ha nemmeno rilasciato la beta finora.
Vi terremo costantemente aggiornati sui prossimi sviluppi che riguardano il rilascio di Android 15 in versione stabile anche per i modelli degli altri produttori.
Se volete dare un tocco nuovo al look del vostro dispositivo Android e non volete attendere aggiornamenti di sistema, allora vi suggeriamo di leggere le guide interessanti che trovate in basso:
- I migliori launcher per Android
- Come cambiare font su Android
- Come personalizzare Android 14
- Le migliori custom ROM per Android
L'articolo Quando arriva Android 15: finalmente abbiamo una data sembra essere il primo su Smartworld.
DJI Osmo Action 5 Pro ufficiale: una qualità senza precedenti, con la solita solidità
DJI è un nome sicuramente altisonante quando si parla di action cam e droni, al punto che tra i migliori droni in circolazione troviamo molti modelli di DJI. L'azienda ha appena annunciato delle novità, con la nuova DJI Osmo Action 5 Pro che diventa ufficiale con caratteristiche molto interessanti.
La nuova DJI Osmo Action 5 Pro arriva sul mercato con un forte focus sulle esperienze sportive, e questo lo vediamo chiaramente dalla sua scheda tecnica. Andiamo a vederla insieme.
La nuova DJI Osmo Action 5 Pro arriva sul mercato con specifiche tecniche di fascia molto alta e, rispetto alle generazioni precedenti, presenta una qualità fotografica nettamente migliorata soprattutto grazie al nuovo sensore integrato.
Troviamo infatti un sensore da 1/1,3 pollici con dimensione pixel di 2,4 μm e gamma dinamica fino a 13,5 stop, il quale rende la action cam comparabile, in termini tecnici, alle fotocamere professionali, stando a quanto riferito dall'azienda. Le immagini supportano il formato D-Log M 10-bit e supportano la visualizzazione ad alta luminosità con formato ibrido HLG (Hybrid Log-Gamma). La registrazione video è supportata fino al 4K/60fps.
Tra le funzioni software per lo scatto troviamo la modalità SuperNight, la quale è supportata dall'intelligenza artificiale e dovrebbe garantire un'ottima qualità fotografica anche in condizioni di scarsa illuminazione ambientale. Troviamo anche le funzionalità integrate di centratura e tracciamento di un soggetto, supportate dal nuovo processore a 4 nm che troviamo integrato nella action cam.
La nuova Osmo Action 5 Pro è dotata di due schermi touch in vetro temperato, uno frontale e uno laterale, più grandi e ora OLED ad alta luminosità, rispetto a quelli integrati nei modelli precedenti. Il comparto batteria promette fino a 4 ore di uso continuato con una singola carica della batteria: più del 50% rispetto alla sua versione precedente. Questo è possibile grazie alla migliore efficienza del processore e alla capienza della batteria da 1.950 mAh, in crescita rispetto a quella del modello precedente. La ricarica rapida avviene tramite la porta USB-C con output fino a 30W.
La nuova action cam è impermeabile fino a 20 metri di profondità, come i modelli precedenti. Integra un sensore di temperatura del colore per la gestione automatica dello scatto e della registrazione video. Andiamo poi a vedere il resto delle specifiche tecniche:
- 47GB di memoria integrata con bitrate ottimizzato per file di piccole dimensioni
- Velocità di trasferimento fino a 80MB/s con Wi-Fi 6.0 o USB 3.0
- Dirette streaming con Wi-Fi disponibili in diverse risoluzioni
- Timecode per sincronizzare rapidamente i video con più fotocamere
- Foto live consente di convertire video di 3 secondi in foto dinamiche
- Pre-Rec avvia la registrazione qualche secondo prima di quella ufficiale
- Punti salienti contrassegna velocemente i momenti più importanti per velocizzare il processo di editing.
La nuova action cam di DJI è compatibile con una serie di accessori dedicati, da acquistare separatamente ovviamente:
- Impugnatura di ricarica multifunzione per Osmo Action
- Kit di espansione con piastra adattatrice per Osmo Action
- Supporto per mento del casco per Osmo Action
- Supporto flessibile Osmo
- Telecomando GPS a Bluetooth per Osmo Action
- DJI Mic 2
- Mini manico telescopico per Osmo Action
- Supporto da zaino per Osmo
- Supporto da collo per Osmo Action
- Minisupporto da manubrio per Osmo Action
- Supporto con cinghia toracica per Osmo Action
- Cinturino da polso 360° per Osmo Action
Il dispositivo è disponibile nel mercato italiano a partire da oggi, 19 settembre, sullo store ufficiale dell'azienda. Ecco le configurazioni disponibili con i prezzi di lancio:
- Osmo Action 5 Pro Combo Standard (379 €) include Osmo Action 5 Pro, batteria Extreme Plus (1950 mAh), cornice protettiva orizzontale-verticale, supporto adattatore a sgancio rapido, base adesiva curva, vite di bloccaggio, cavo PD da Type-C a Type-C, tappo di protezione dell'obiettivo in gomma per Osmo Action 5 Pro, copriobiettivo in vetro per Osmo Action Pro e cuscinetto antiscivolo per Osmo Action.
- Osmo Action 5 Pro Combo Adventure (479 €) prevede tutto ciò che è incluso nel combo Standard, più il supporto adattatore (mini) a sgancio rapido, la custodia multifunzione per batteria e il manico telescopico da 1,5 m per Osmo.
Se quello che vi interessa è anche accedere ai contenuti in streaming con una delle tante piattaforme disponibili in Italia, allora potrebbero farvi comodo le guide che trovate in basso:
- I migliori siti per lo streaming
- Come vedere chi altro sta usando i tuoi servizi di streaming
- Come scaricare film e serie TV in streaming
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Le prime recensioni su iPhone 16 e iPhone 16 Pro: tante luci e una curiosa somiglianza con Tesla
Ottime fotocamere, modelli non Pro che non fanno troppo rimpiangere i fratelli maggiori e tante piccole novità, ma ha senso passare ai nuovi iPhone 16?
Nell'attesa delle nostre recensioni, vediamo cosa pensano le altre testate di iPhone 16, iPhone 16 Plus, iPhone 16 Pro e iPhone 16 Pro Max, che hanno un comune denominatore: la promessa di aggiornamenti futuri (Apple Intelligence su tutti).
Quest'anno sembra che Apple abbia fatto le cose in grande con iPhone 16 e iPhone 16 Plus (che l'anno prossimo potrebbe essere sostituito da un modello "Air", ma per il momento sta vendendo bene).
Il design è migliorato, con colori decisamente più vivaci e un blocco fotocamere che strizza l'occhio al passato, oltre ad essere decisamente più elegante, almeno stando alle impressioni.
Non è solo una questione di aspetto: tornando alla disposizione delle fotocamere in verticale, gli iPhone ora possono scattare foto e registrare video spaziali da vedere con Vision Pro (per chi ne farà mai uso).
Per quanto riguarda proprio il comparto fotografico, gli iPhone 16 ricevono una fotocamera ultra grandangolare migliorata (più luminosa secondo diversi recensori), dotata per la prima volta su un modello non Pro di supporto per la fotografia macro.
Apple ha anche rinnovato i suoi stili fotografici, gli effetti che possono essere applicati alle foto, migliorando il modo in cui la fotocamera gestisce i toni della pelle, le ombre e le luci in tempo reale.
La grande novità è il pulsante Controllo fotocamera, di cui però parleremo in un capitolo dedicato, insieme ad altre piccole asperità dei nuovi telefoni.
Inoltre il chip A18, pensato per le prossime funzioni IA, non fa rimpiangere l'A18 Pro dei modelli Pro e anche grazie al Tasto azione e alla ricarica più veloce molti recensori descrivono gli iPhone 16 come "Pro travestiti", pur ribadendo che potrebbe avere senso comprarlo solo se si ha un vecchio iPhone. Purtroppo lo schermo è sempre a 60 Hz, ma per molti non è un problema.
Passiamo ai modelli Pro. La novità più evidente è la maggiore dimensioni degli schermi, che passano da 6,1 pollici e 6,7 pollici a 6,3 pollici e 6,9 pollici per i modelli iPhone 16 Pro e iPhone 16 Pro Max, rispettivamente.
Pur convenendo che le cornici ridotte sono un ulteriore passo avanti, per alcuni recensori il Pro Max sta rischiando di diventare troppo grande.
Inoltre i nuovi telefoni promettono di essere più resistenti, di dissipare meglio il calore e di essere più facili da riparare.
Ma sotto al cofano c'è molto di più. Oltre al nuovo tasto Controllo fotocamera e Apple Intelligence, di cui parleremo in seguito, abbiamo il chip A18 Pro, una ricarica più rapida con MagSafe, microfoni migliorati e soprattutto un comparto fotografico ancora più interessante.
Innanzitutto, quest'anno entrambi i modelli Pro sono dotati della stessa fotocamera teleobiettivo, e inoltre la fotocamera ultra grandangolare è ora da 48 MP, un notevole miglioramento per chi fotografa paesaggi e macro.
Non solo, ma c'è il supporto per la registrazione video 4K a 120 FPS, e i 48 MP zero shutter lag, che non obbligano più a scegliere tra velocità e risoluzione.
Come per iPhone 16, una delle novità più apprezzate sono i nuovi Stili fotografici, che non sono solo filtri ma veri e propri strati correttivi che vanno a modificare il peso del file HEIC.
Inoltre offrono la possibilità di controllare gli algoritmi di fotografia computazionale: recentemente gli iPhone stanno applicando algoritmi eccessivi che per alcuni rende le foto più brutte.
L'unico modo per ovviare è comprare un'app come Halide, che con la funzione Process Zero consente di avere foto non processate, o lavorare sui file RAW. Ora con gli iPhone 16 (e purtroppo solo con loro) grazie agli Stili fotografici si può mettere mano a questo inconveniente.
Per quanto riguarda l'autonomia, si è registrato un aumento evidente, che ora mettono i dispositivi in cima ai migliori telefoni per durata della batteria, mentre per alcuni, stranamente, la ricarica cablata fino a 45 W non ha portato miglioramenti nella velocità di ricarica.
In generale, per molti recensori gli iPhone 16 Pro sono un aggiornamento iterativo, ma portano anche molte novità in campo fotografico, soprattutto.
Veniamo a due funzioni che accomunano tutti e quattro i nuovi telefoni e che sono piuttosto controverse, se non altro per la promessa di aggiornamenti futuri.
In questo senso, Apple ricorda un po' Tesla con il suo Full Self-Driving (o Guida autonoma al massimo potenziale): si compra un prodotto oggi ma alcune delle funzioni più interessanti arriveranno più avanti o funzioneranno correttamente con un aggiornamento futuro.
Pulsante Controllo fotocameraPartiamo dal pulsante Controllo fotocamera. Sulla carta è un'opzione fantastica, ovvero scattare come su una macchina fotografica con un tasto a due livelli (sebbene non meccanico come sugli Xperia di Sony). Non solo, ma può essere anche usato per regolare lo zoom, l'esposizione o altre funzioni scorrendo il dito.
Sebbene richieda un po' di tempo per abituarsi, in generale è stato accolto positivamente, anche se per alcuni non è proprio immediato da usare. In un paio di casi, si evidenzia come sia un valore aggiunto per regolare le impostazioni della fotocamera più che per usarla effettivamente.
C'è però un problema: al momento è un cantiere aperto. Premere il pulsante a metà apre la fotocamera e i controlli per le regolazioni, che poi non possono chiusi premendolo ancora a metà, ma bisogna toccare lo schermo.
Inoltre la pressione a metà non fa quello che fanno le macchine fotografiche, ovvero mettere a fuoco. Apple afferma che entro la fine dell'anno arriverà un aggiornamento software per consentire effettivamente al pulsante di emulare un tradizionale pulsante di scatto a due stadi, in cui una mezza pressione mette a fuoco e una pressione completa scatta la foto.
Nel complesso, il pulsante è bello da avere, ma in questo momento non è un enorme miglioramento rispetto allo scatto di foto con qualsiasi altro iPhone.
Apple IntelligenceCome sappiamo, almeno negli Stati Uniti Apple Intelligence, la novità maggiore di iOS 18, arriverà con iOS 18.1, ma molte funzioni verranno implementate nel 2025. Da noi, i tempi si allungheranno ulteriormente (a meno che non si voglia seguire la procedura per provarla subito con la beta per sviluppatori).
Questa non è una caratteristica dei nuovi iPhone in senso stretto, ma visto che praticamente tutti gli iPhone attuali non potranno usare i nuovi strumenti IA e Apple punta molto su questa funzione per spingere le vendite degli iPhone 16, al momento potrebbe sortire l'effetto contrario, ovvero frenarne le vendite nell'attesa che arrivi.
Nell'attesa che i nuovi iPhone arrivino sul mercato e soprattutto delle nostre recensioni, date un'occhiata alle loro caratteristiche tecniche e alle loro novità.
- iPhone 16 ufficiali: gli iPhone più intelligenti di sempre scattano come una fotocamera
- iPhone 16 vs iPhone 15: cosa cambia
- L'hardware dietro Apple Intelligence: cosa c'è negli iPhone 16
L'articolo Le prime recensioni su iPhone 16 e iPhone 16 Pro: tante luci e una curiosa somiglianza con Tesla sembra essere il primo su Smartworld.
È questa la nuova Nintendo Switch 2? Trapelano alcune immagini, ma di dubbia origine
Da quasi ventiquattr'ore alcuni subreddit sono incandescenti: dalla Cina sono trapelate alcune immagini, render e specifiche dell'attesissima Nintendo Switch 2.
Diamogli un'occhiata, tenendo presente che si tratta di immagini di dubbia origine, soprattutto i render, per cui non è possibile confermarle. In ogni caso, vale la pena parlarne in quanto sui forum degli appassionati sono un argomento di forte interesse, ma non prima di ricordarvi i nostri approfondimenti su come funziona la Switch e come si caricano i Joy Con della Nintendo Switch.
Nintendo Switch 2 è uno dei dispositivi più attesi dell'ultimo, e la casa giapponese sta facendo di tutto per aumentare l'attesa sulla console, che verrà svelata a marzo 2025.
Ma come sarà? Finora abbiamo avuto notizie che dovrebbe avere uno schermo da 8 pollici e poche altre informazioni. Ora dalla Cina sono emerse alcune immagini che per quanto interessanti hanno sollevato alcuni dubbi.
Tutto nasce da un post su Reddit che ha ripreso alcune informazioni pubblicate su un sito cinese. L'autore dell'annuncio originale afferma di aver comprato "a caro prezzo" un modello del telaio da un produttore di accessori, e di aver ricreato i modelli CAD basandosi su queste informazioni.
Inoltre ci sono due immagini che raffigurano la scheda madre e la Switch 2 (qui sopra), che secondo diversi commentatori sarebbero legittime.
Nei forum cinesi, alcuni commentatori dichiarano che quanto mostrato corrisponde alle loro fonti, a eccezione dello stand, che potrebbe servire anche come maniglia per tenere la console.
Le immagini corrispondono anche a quello che Nintendo ha detto ai partner di aspettarsi secondo una fonte di VGC che non ha visto lo Switch 2 ma è stata informato sui piani.
Nondimeno, le immagini non sono confermate, quindi prendiamole con una certa dose di scetticismo, così come le caratteristiche tecniche.
Ma cosa ci dicono queste immagini? Confermando i precedenti rumor, avremo una console con schermo da 8 pollici (ancora non si sa se OLED o LCD), Joy-Con magnetici e porte USB-C in alto e in basso.
Inoltre sembra che i pulsanti SL e SR sui Joy-Con possano essere stati rivisti, così come il pulsante di rilascio sui controller.
Per quanto riguarda le caratteristiche, stando alla fonte del leak la nuova Switch 2 sarà dotata di 12 GB di RAM, supporto per HDMI 2.1 e 256 GB di memoria interna.
Passando più sul tecnico, ecco l'elenco dei componenti interni secondo il post (qui sopra vedete la scheda madre):
- SoC (CPU + GPU): GMLX30-R-A1.
- RAM: MT62F768M64D4EK-026 (6GX2 dual channel, LPDDR5X, 7500 MT/s)
- Archiviazione: THGJFGT1E45BAILHW0 (256 GB, UFS 3.1, prodotto da Kaixia, 2100 MB/s).
- Chip audio: Ruiwu ALC5658-CG.
- Lettore NFC: NXP IPN7160B1HN
- Microfono integrato: CMB-MIC-X7.
- Doppia ventola di raffreddamento, modello BSM0405HPJH9 e BSM0505HPJQC (sink in rame).
- Chip per la conversione del segnale video da DisplayPort a HDMI Ruixian RTD2175N (supporta HDMI 2.1).
- Chip di rete: Ruiming RTL8153B-VB-CG e chip Gigabit Ethernet (la base ha un'interfaccia via cavo di rete).
- Chip microcontrollore: STMicroelectronics JSTM32G0OB0OCET6.
- Altoparlanti: MUSE BOX-L e MUSE BOX-R (stereo a due canali).
- Dimensioni: 206 x 115 x 14 mm, in plastica
Qui sotto potete vedere i render, che ricordiamo essere di dubbia origine come le altre immagini dell'articolo.
Volete conoscere alcuni trucchi per usare al meglio la vostra Switch o sfruttare le opportunità della piattaforma? Ecco alcuni approfondimenti che potrebbero interessarvi.
- Nintendo Switch Online: come funziona l'abbonamento
- Come funziona il parental control di Nintendo Switch
- Quale Nintendo Switch scegliere da comprare
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Arriva il Wi-Fi gratis sugli aerei: perché è una pessima idea
Il Wi-Fi in volo è sicuramente una di quelle novità che per qualcuno può indubbiamente essere stata la soluzione ad un problema. Non si può però certo dire che ad oggi il servizio di Wi-Fi sugli aerei sia all'altezza delle aspettative: spesso è lento, a volte non funziona del tutto e il costo è spesso una barriera importante per molti, tanto che in proporzione sono poche le persone che sfruttano questo servizio.
United Airlines punta a rivoluzionare quanto appena descritto introducendo il servizio di connettività Starlink sui suoi aerei e rendendolo gratuito per tutti. Non è infatti la prima azienda ad abbracciare il servizio di connettività satellitare di Elon Musk, ma è la prima che ne darebbe l'accesso gratuito a tutti i suoi utenti a bordo. I test inizieranno nel 2025 ed entro la fine dello stesso anno la connettività sarà garantita sui primi voli.
Fantastico dirà qualcuno? No, dico io. Partiamo da più lontano. Sapete perché si utilizza la modalità aereo? Sebbene inizialmente il motivo fosse la paura delle interferenze con le apparecchiature del velivolo è ormai molti anni che è stato dimostrato che, anche per come è fatto l'aereo (ovvero una gabbia di Faraday) le connessioni degli smartphone non andrebbero a interferire con il normale funzionamento dell'aereo. Un'altra paura era che la continua riconnessione a diverse celle radio dei telefoni durante il volo sarebbe costato troppo agli operatori. Anche questa teoria è stata però confutata nel tempo. E quindi? Il motivo per cui ancora le aziende rendono obbligatorio l'utilizzo della modalità aereo (che di fatto vuol dire disattivare la rete telefonica, visto che Wi-Fi e Bluetooth si possono usare) è per evitare che questo crei dissapori in volo a causa dell'utilizzo senza limiti del telefono.
Per arrivare poi oggi a contraddirsi e in nome della corsa ad accaparrarsi l'ultimo cliente cercare di attirare più clienti possibili con la promessa del Wi-Fi gratis. Personalmente spero che questa "moda" non dilaghi. Il volo di per sé non è un'esperienza rilassante, almeno per la maggior parte degli utenti. Svariate ore chiusi in una scatola di metallo a oltre 10 chilometri di altezza con centinaia di altri sconosciuti può essere un'esperienza particolarmente traumatica se si dà accesso illimitato a internet e alla possibilità di comunicare anche a voce con il resto del mondo.
Posso già prevedere:
- Esaltati che fanno il tifo per la loro squadra del cuore
- Commenti ad alta voce sull'ultima storia della loro amica
- Urla di nervosismo nell'ennesima call inutile
- Videochiamate di 2 ore con i figli a casa
- Continue lamentele per eventuale rallentamenti della velocità di navigazione
In sostanza l'inferno. Certo qualcuno potrebbe dirmi che sto facendo un discorso da boomer alla stregua del "si è sempre fatto così ed è sempre andata bene, perché cambiare?" ma la verità è che per quanto l'età che avanza abbia sicuramente un peso in questo articolo (da ragazzo avrei sicuramente applaudito per una Wi-Fi gratis in volo) è indubbio che ci sia un fattore che differenzia un aereo da qualsiasi altro contesto: l'impossibilità di interrompere in breve tempo il volo per risolvere una situazione di nervosismo che potrebbe sfociare in violenza. E cosa potrebbe far innervosire più delle cose elencate sopra su un lungo volo di lavoro strizzato fra dei sedili scomodi dopo aver mangiato un pasto appena decente?
Leggi ancora:- La modalità aereo serve davvero?
- Migliori giochi offline da fare in aereo
- Come attivare la modalità aereo
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Xiaomi come Huawei: come potrebbe essere il suo primo smartphone tri-fold
Da qualche anno ormai siamo abituati agli smartphone pieghevoli, con i vari produttori che lanciano periodicamente i loro modelli (ecco la raccolta con i migliori smartphone pieghevoli del momento). Il settore è stabile al punto che già possiamo guardare all'evoluzione dei pieghevoli. Proprio in questo senso emergono i primi dettagli sullo smartphone tri-fold di Xiaomi.
Gli smartphone tri-fold non sono fantascienza, visto che recentemente Huawei ha presentato il suo primo tri-fold, dal nome Huawei Mate XT Ultimate Design. E allora anche Xiaomi ci starebbe pensando.
Le immagini che trovate in galleria fanno riferimento a un recente brevetto depositato da Xiaomi in Cina, e tenuto segreto fino a pochi giorni fa. Si tratta del design di uno smartphone tri-fold, ovvero in grado di piegarsi non solo su un unico asse.
Di brevetti che trattano di dispositivi tri-fold abbiamo sentito parlare a più riprese, anche da diversi anni. Quelli più datati però riguardavano dei dispositivi oggettivamente complicati da realizzare. Questo appena emerso invece appare più concreto.
Le immagini mostrano come il tri-fold di Xiaomi sia stato pensato per piegarsi su due assi principali verticali, proprio come il dispositivo presentato da Huawei per il mercato cinese.
Da aperto il dispositivo avrebbe un display di dimensioni considerevoli, e ci aspettiamo che possa avere una diagonale simili ai 12,4" che troviamo su Mate XT Ultimate Design. La piegatura avverrebbe in due sensi, con il dispositivo che si chiuderebbe a libretto. Da chiuso, almeno stando alle immagini, sembra avere le dimensioni simili a quelle di Fold 6, per fare un esempio.
Stando ai moduli fotografici, non vediamo particolari differenze rispetto ai pieghevoli "classici", con l'isola della fotocamera posteriore di forma rettangolare e in rilievo.
Si tratta pur sempre di un brevetto, e sappiamo che la sua presenza non assicura la sua realizzazione per il mercato. Nel corso degli anni abbiamo visto una serie consistente di brevetti per smartphone, che poi molto raramente sono stati portati sul mercato. Per questo modello tri-fold di Xiaomi invece c'è un dettaglio in più.
Stando infatti a quanto trapelato online nelle ultime ore, Xiaomi potrebbe mostrare un prototipo di questo smartphone tri-fold al prossimo Mobile World Congress di Barcellona, quello che si terrà a inizio 2025. Staremo a vedere se Xiaomi fa sul serio anche sugli smartphone tri-fold.
I pieghevoli sono presenti sul mercato ma ancora nettamente in minoranza rispetto ai classici smartphone. Se siete interessati a questa seconda categoria di device, allora potete dare uno sguardo alle guide e raccolte che trovate in basso, utili nel caso doveste scegliere un nuovo dispositivo:
- I migliori smartphone fotocamera
- I migliori smartphone compatti
- I migliori smartphone 5G
- I migliori smartphone sotto i 400 euro
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Primi screenshot dei temi di WhatsApp. Ecco come potremo modificare l'aspetto delle chat
Non solo lo sfondo e il tema chiaro o scuro del telefono: su WhatsApp stanno per arrivare nuovi strumenti per personalizzare le chat in modo più profondo.
Scopriamo come funzionano e i primi screenshot dei temi della piattaforma di messaggistica, una funzione in fase di sviluppo che sta per arrivare agli utenti, oltre a ricordarvi il nostro approfondimento su come vedere lo stato di un contatto su WhatsApp.
Circa un mese fa avevamo annunciato che WhatsApp era al lavoro su una nuova funzione per personalizzare l'aspetto delle chat, i temi. Con questo strumento, gli utenti potranno scegliere il colore delle bolle di chat e gli sfondi da un set predefinito di temi.
Ora la piattaforma di messaggistica ha ulteriormente sviluppato la funzionalità, e nell'ultima beta dell'app per Android, versione 2.24.20.12, i ragazzi di WABetaInfo sono riusciti ad attivare dei flag per vedere come sarà una volta rilasciata al pubblico.
Gli utenti potranno selezionare un tema andando nelle impostazioni dell'app. Qui potranno scegliere tra 11 predefiniti, il che consentirà di modificare sia lo sfondo che i colori delle bolle di chat, ma potranno anche cambiare lo sfondo in modo indipendentemente, mantenendo il nuovo colore della bolla dei messaggi.
Questo ulteriore livello di personalizzazione consente un maggiore controllo sull'estetica delle chat rispetto a quello attuale.
Come vedete dagli screenshot qui sotto, c'è un tema blu compatibile sia con il tema di sistema scuro che chiaro, e nel primo caso si potrà anche impostare il livello di luminosità, fornendo un'esperienza visiva più confortevole in condizioni di scarsa illuminazione.
Poiché si tratta di un tema di chat predefinito, sarà applicato a tutte le conversazioni, ma c'è anche un'opzione per applicarne uno per chat specifiche (anche se al momento non funziona).
È importante notare che ovviamente il tema sarà visibile solo a voi, e non agli altri partecipanti alla chat, il che garantisce la possibilità di personalizzare l'aspetto dell'app di messaggistica senza compromettere la privacy.
Al momento la funzione è nascosta nell'ultima beta per Android e non è visibile agli utenti. Gli screenshot che abbiamo mostrato sono stati possibili decompilando l'app e attivando alcune stringhe, ma i temi non sono ancora disponibili.
Quando saranno pronti, WhatsApp come al solito procederà al test su un numero dilimitato di utenti beta per poi espanderne l'adozione.
Volete scoprire alcuni trucchi nascosti di WhatsApp per fare invidia ai vostri amici? Date un'occhiata ai nostri approfondimenti qui sotto: troverete senz'altro qualcosa che potrà interessarvi!
- Come funziona "Attiva lucchetto" su WhatsApp
- Come fissare un messaggio su WhatsApp
- Come trasferire WhatsApp da iPhone ad Android
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