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I JVC Gummy mini costano così poco che meritano un'occhiata
All'interno della confezione di vendita troviamo la solita dotazione: due gommini aggiuntivi (taglie S ed L) e un cavetto USB/USB-C per la ricarica.
Gli auricolari sono in-ear e si incastrano ben a fondo nel canale uditivo: sono piccoli, leggeri e con una forma affusolata, se siete abituati agli in-ear non avrete troppi problemi. Al contrario, se siete tra gli utenti che non amano avere auricolari incastrati nell'orecchio, vi suggerisco di guardare oltre.
Nel complesso, però, i JVC Gummy mini rimangono ben incastrati e isolano molto dal rumore esterno, con i gommini in silicone che fungono un po' da tappi.
Il case è relativamente grosso, soprattutto considerando che offre solo 9 ore di autonomia in più. Pur non essendo particolarmente lungo, è molto spesso, il che lo rende più scomodo di altri in tasca.
La qualità audio non è elevatissima (parliamo sempre di un auricolari molto economici), ma l'ascolto è divertente: JVC scommette sui bassi e lo fa bene, con un un suono caldo e avvolgente. L'isolamento acustico garantito dalla forma degli auricolari migliora ulteriormente la resa dei bassi.
Il Bluetooth è in versione 5.1 e la connessione è sempre stabile, i codec supportati sono AAC e SBC e non c'è nessun problema di ritardo nell'audio guardando un film.
I controlli sono basati su tasti fisici, nascosti dietro la plastica degli auricolari. I pulsanti danno un bel feedback chiaro, ma sono duri da premere e fastidiosi, perché ti costringono a spingere l'auricolare dentro l'orecchio, soprattutto per doppio clic e triplo clic. Un workaround è tenere fermo l'auricolare tra pollice e medio, cliccando con l'indice, ma ovviamente non è il massimo della comodità.
I comandi funzionano così:
- Auricolare SX:
- Clic: Play/Pausa
- Doppio clic: Volume -
- Triplo clic: Volume+
- Auricolare DX:
- Clic: Play/Pausa
- Doppio clic: Traccia successiva
- Triplo clic: Traccia precedente
L'autonomia è di 6 ore con una singola ricarica: sufficiente, ma non eccelsa, considerando che non troviamo ANC o altre funzioni smart. Il case offre solo 9 ore aggiuntive (per un totale di 15 ore complessive), un po' poco, considerando le alternative sul mercato.
I microfoni sono sufficienti per chiamate in casa, in silenzio, ma subiscono molto il rumore di fondo e diventano praticamente inutilizzabili se ci si trova in contesti rumorosi.
Il prezzo è il punto forte di questi auricolari: 35€, un costo assolutamente accessibile, che ne giustifica (almeno in parte) le carenze.
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Google aggiorna la fotocamera di Pixel 8 Pro: debutta il sensore Samsung ISOCELL GN2
Nell'ambito fotografico i Google Pixel hanno sempre rappresentato un punto di riferimento, soprattutto grazie all'ottimo equilibrio tra hardware e software. Ora, con i nuovi Pixel 8, il colosso di Mountain View ha deciso di fare un ulteriore step in avanti. Grazie alle indiscrezioni diffuse da Android Authority, infatti, siamo venuti a conoscenza che sui prossimi smartphone potrebbe debuttare l'inedito sensore fotografico Samsung ISOCELL GN2, che sostituirà l'ISOCELL GN1. Questo sensore, più grande del predecessore, garantirebbe ottime performance. In particolare, catturerebbe il 35% di luce in più, migliorando così soprattutto la resa delle fotografie scattate in condizioni di scarsa illuminazione.
Inoltre, il Pixel 8 Pro beneficerebbe di un importante upgrade riguardante il sensore ultra-wide. Google, infatti, dirà addio al sensore Sony IMX386 da 12 MP per accogliere quello Sony IMX787 da 64 MP, ovvero lo stesso utilizzato come fotocamera principale di Pixel 7a. Tra l'altro, la società avrebbe anche reso l'obiettivo leggermente più ampio. Il Pixel 8 standard, invece, per il sensore ultra-wide riceverà un aggiornamento più modesto: verrà adottato sempre il Sony IMX386, ma sarà un pò più ampio: se Pixel 7 aveva un rapporto di zoom di 0,67x, il nuovo smartphone avrà un rapporto di 0,55x. Il teleobiettivo di Pixel 8 Pro rimarrà lo stesso, ovvero il modulo 5x già visto sul Pixel 7 Pro. Tuttavia, il modello che verrà riceverà un nuovo sensore ×8 ToF VL53L8, che dovrebbe rendere l'autofocus molto più affidabile, mentre il Pixel 8 normale manterrà il vecchio VL53L1.
Un'altra caratteristica ipotizzata su Pixel 8 Pro riguarda la possibile presenza del sensore del termometro FIR. Nel dettaglio, si tratta di un sensore posizionato al di sotto del LED flash, ovvero un termometro a infrarossi, che potrà essere usato, ad esempio, per provarsi la febbre. Oltre agli aggiornamenti hardware, infine, Google si è concentrata molto anche sul software. Le novità saranno varie, come la torcia adattiva, che regolerà l'intensità del software, e la segmentazione AWB. Quest'ultima funzione è piuttosto interessante: in sintesi, segmenta l'immagine utilizzando l'intelligenza artificiale per poi applicare in modo selettivo un'elaborazione diversa alle varie parti dell'immagine.
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10 Commands to Collect System and Hardware Info in Linux
Explore some useful Linux commands that can help you to extract information about your Linux system and hardware components.
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Nothing OS 2.0 arriverà questa estate e promette grandi novità
Nothing lancerà il suo secondo smartphone, il Nothing Phone (2), a Luglio 2023, come confermato dal fondatore dell'azienda Carl Pei, e insieme a lui arriverà Nothing OS 2.0, annunciata sui social dell'azienda con un breve video. Nel post di presentazione la descrizione dice che il software si concentrerà sull'identità dell'azienda con il suo stile minimal e sull'utilizzo concreto dello smartphone.
Il Software Creative Director di Nothing, Mladen M. Hoyss, ha rilasciato un'intervista ai colleghi di XDA parlando di ciò che è stato e ciò che sarà Nothing OS. Il suo background parla chiaro: ha lavorato in Blloc, società che ha realizzato il launcher Ratio (già esaminato da Nicola in passato), concentrandosi sul minimalismo dell'app. Durante l'intervista ha ripercorso ciò che è stata Nothing all'inizio: il team vero e proprio era composto da poche persone e a lato c'era una squadra esterna, che lavorava sulla versione stock di Android. Con il tempo la compagnia è cresciuta e si sono visti i primi miglioramenti e le prime feature esclusive.
Hoyss ha raccontato che inizialmente era molto entusiasta del design del Nothing Phone (1), ma il software non era ciò che si aspettava, non era veramente in linea con il design dello smartphone. Così lui ha deciso di portare con sé in Nothing la sua squadra di designer da Blloc per lavorare alla nuova versione di Nothing OS, che sarà più particolare della precedente. Perciò, l'azienda ha deciso di ricominciare da zero per puntare a un look nuovo, che si sappia distinguere e che sia funzionale.
Il designer si è soffermato "sull'intentional smartphone consumption", ossia secondo lui la tecnologia deve supportare l'utente e non il contrario, quindi l'utente deve essere produttivo ma al tempo stesso divertirsi nell'usare il dispositivo, che dovrà essere subito riconoscibile come parte dell'ecosistema di Nothing. In ogni caso, Hoyss chiarisce che il punto di partenza rimane Android, ma il loro intento è quello di migliorarlo e renderlo più produttivo per gli utenti, così da avere come risultato un prodotto che sia innegabilmente di Nothing.
Purtroppo Hoyss non ha fornito molti dettagli, però ha assicurato che il team di sviluppatori di Nothing, un insieme di sviluppatori della OxygenOS e di sviluppatori di Blloc, sta lavorando sia sul software sia sull'hardware così da farli comunicare tra loro e che non mancherà il focus sulle performance.
In conclusione, il Nothing Phone (2) e la Nothing OS 2.0 arriveranno tra circa un mese e siamo super curiosi di sapere come saranno: manterranno le promesse? Ci sarà un cambiamento drastico come ha detto Hoyss? Non ci resta che aspettare luglio per scoprirlo!
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Sarà ancora più semplice associare uno smartwatch Wear OS ad un nuovo smartphone
Fino ad ora, Wear OS conteneva una "stranezza" che infastidiva gli utenti: ogni volta che si associava lo smartwatch ad un nuovo smartphone, il dispositivo indossabile si ripristinava. Tutto ciò, però, sembra destinato ad essere superato grazie a Wear OS 4, la nuova generazione del sistema operativo che dovrebbe arrivare a fine anno. In particolare, il team di 9to5Google è riuscito a scovare la nuova funzionalità sulla versione beta di One UI Watch 5 basato proprio su Wear OS 4 (in funzione su Samsung Galaxy Watch).
L'ultima versione, infatti, consente agli utenti di "trasferire" il proprio smartwatch su un nuovo smartphone senza perdere alcuna impostazione. Nel log delle modifiche dell'update, il produttore coreano spiega così l'opzione: "Trasferisci il tuo orologio senza reimpostarlo. Passa l'orologio a un nuovo telefono, ma mantieni le tue app, i quadranti e altro ancora. Puoi iniziare nelle impostazioni generali del tuo orologio nell'app Galaxy Wearable". Il team di 9to5Google ha effettuato un rapido test e tutto funziona perfettamente: difatti, passando ad un nuovo smartphone, all'utente viene chiesto se l'account Google sul telefono corrisponde a quello sullo smartwatch. Ancora non si sa, però, se la nuova opzione sarà disponibile su tutti i dispositivi Wear OS 4.
Per quanto riguarda le altre novità contenute da Wear OS 4, sembrerebbe che sarà la versione più colorata di sempre grazie all'introduzione del Material You. Le tempistiche di rilascio non sono state ancora ufficializzate, tuttavia Google dovrebbe diffondere l'update nell'autunno 2023.
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15 Useful Performance and Network Monitoring Tools for Linux
If you’re working as a Linux/Unix system administrator, you know you must have useful monitoring tools to monitor your system performance.
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16 Best Tools to Access Remote Linux Desktop
In this article, we will share a list of software for accessing a remote Linux desktop: the list starts off with VNC applications.
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Pixel Watch riceve una funzionalità che hanno quasi tutti i suoi rivali
Pixel Watch è passato alla storia come il primo smartwatch nella storia dei Pixel, la serie che fino allo scorso anno ha annoverato soltanto smartphone. E mentre si parla del suo successore, lo smartwatch di Google riceve una novità interessante.
Al giorno d'oggi infatti i dispositivi indossabili, come smartband e smartwatch, integrano diversi sensori con i quali propongono agli utenti diverse misurazioni. Tra queste troviamo quelle relative all'attività cardiaca e polmonare, fondamentali per la salute e lo sport, come la saturazione dell'ossigeno nel sangue. Tale misurazione non era disponibile al lancio di Pixel Watch, una pecca abbastanza grave considerando che indossabili più economici la offrono da tempo.
Per fortuna Google sembra voglia rimediare. Nelle ultime ore infatti almeno un utente di Reddit con Pixel Watch ha avvistato una misurazione del livello di saturazione di ossigeno nel sangue sul suo smartwatch, come vedete dalle immagini in galleria.
Questa è una novità assoluta. Finora infatti tutti i possessori di Pixel Watch non potevano accedere a questo tipo di misurazioni, nemmeno andando nella sezione dedicata all'interno dell'app Fitbit. Il messaggio che visualizzavano indica che non è possibile avere informazioni sulla saturazione d'ossigeno nel sangue con Pixel Watch. Era soltanto disponibile una stima della variazione dell'ossigenazione del sangue lungo un periodo di riposo.
Questo dovrebbe cambiare definitivamente con l'allargarsi della distribuzione della novità che abbiamo appena visto. Al momento non è chiaro come Google la stia distribuendo. Su alcuni Pixel Watch aggiornati con l'ultimo firmware di giugno ancora non è presente, quindi dovrebbe trattarsi di una distribuzione via server partita nelle ultime ore.
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Alla ricerca di nuovi giochi mobile? Guardate che offerte sul Play Store
Il Play Store torna nuovamente a farsi sentire con le sue offerte dedicate alle app e ai giochi per dispositivi Android. Nelle ultime ore sono stati rinnovati i titoli in promozione.
Nelle nuove offerte aggiornate troviamo un buon numero di giochi mobile in sconto. Andiamo a vederli insieme nel dettaglio.
- Defense Zone 3 Ultra HD GRATIS
- Heroes Legend – Epic Fantasy GRATIS
- Zenge – Beautiful Puzzle Game GRATIS
- Warhammer Quest 2: End Times a 1,39€
- Worms 3 a 1,09€
- Sheltered a 1,39€
- Riven: The Sequel to Myst a 1,09€
- Superbrothers Sword & Sworcery a 1,09€
- The Bug Butcher a 1,09€
- Lichtspeer a 1,09€
- "OXXO" – Puzzle Game To Relax GRATIS
- Space Grunts 2 a 1,79€
- Snake Core a 1,09€
- Gunslugs a 1,19€
- Gunslugs 3 a 3,69€
- Stardash – Remastered a 1,19€
- Groundskeeper2 a 1,19€
- Meganoid 2 a 0,99€
- Neoteria a 1,09€
- Space Grunts a 2,69€
- INC:The Beginning a 0,59€
- Gunslugs 2 a 1,19€
- Heroes of Loot 2 a 2,39€
- Million Onion Hotela 0,79€
- Death Road to Canada a 4,49€
- Lumino City a 1,09€
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8 Best IP Address Management Tools for Linux Network
In this article, we are going to review some of the best IPAM software you can use to manage IP addresses in your Linux network.
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Galaxy S23 FE mostra un nuovo segno di vita
Samsung è attualmente leader nel settore smartphone, con i suoi top di gamma che si rinnovano di anno in anno. Per qualche strana ragione però il produttore sudcoreano ha un rapporto molto particolare con i modelli Fan Edition.
I modelli Fan Edition sono arrivati solo per alcuni top di gamma Samsung. Per quello relativo al Galaxy S23 negli ultimi mesi abbiamo visto emergere voci contrastanti. Prima sembrava certo il lancio di Galaxy S23 FE, poi smentito. Nelle ultime ore sono emersi nuovi dettagli a supporto del suo debutto.
L'immagine che trovate qui sotto corrisponde a quella che dovrebbe la batteria di Galaxy S23 FE. Tale componente dello smartphone di Samsung ha passato le certificazioni di rito, segno che il telefono è effettivamente in fase di sviluppo da parte di Samsung. Oltre alla batteria, abbiamo anche modo di apprendere che il codice modello di Galaxy S23 FE corrisponde alla sigla SM-S711.
Dall'immagine non è possibile scorgere la capacità totale della batteria, rumor precedenti indicavano una capacità pari a 4.500 mAh. Altri rumor recenti hanno anche confermato che il firmware europeo per Galaxy S23 FE è in fase di sviluppo.
Insomma, mettendo insieme queste informazioni sembra che Galaxy S23 FE arriverà davvero sul mercato. Rimane da capire quando: secondo gli ultimi rumor infatti il periodo di lancio sul mercato potrebbe variare tra la prossima estate e addirittura il prossimo anno. Torneremo ad aggiornarvi non appena ne sapremo di più.
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19 Best Linux Bandwidth Monitoring Tools for Network Analysis
This article includes some of the best Linux bandwidth monitoring tools, from small tools to complete monitoring solutions.
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5 Best Practices to Prevent SSH Brute-Force Login Attacks in Linux
In this guide, we explore some of the tips that you can implement to safeguard your SSH servers from brute-force attacks.
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Intesa Sanpaolo: comunicazione preoccupante da leggere con attenzione
Uno dei maggiori pericoli a cui ogni utente è connesso al mondo del web deve prestare attenzione ogni giorno è costituito senza alcun dubbio dal phishing, la nota pratica fraudolente infatti colpisce con cadenza regolare tutti gli utenti nel tentativo di sottrarre loro dati sensibili come i codici di accesso bancari o le password per i loro account ufficiali.
Per chi non lo sapesse il phishing è una pratica fraudolenta che esordisce attraverso delle false comunicazioni spacciate come avvisi da parte di enti autorevoli il cui nome viene sfruttato indebitamente per conquistare la fiducia della vittima che tenderà così a cadere nella truffa con maggiore facilità.
Generalmente il corpo testo di questi messaggi induce la vittima a compiere azioni specifiche come effettuare accessi presso link esterni oppure scaricare allegati malevoli.
Phishing Intesa Sanpaolo
La nuova mail di fishing che sta colpendo gli utenti italiani ribadisce tutti questi concetti, quest’ultima sfruttando indebitamente il nome di Intesa San Paolo avvisa la vittima della necessità di aggiornare i propri dati per attivare il nuovo sistema di sicurezza ed evitare così il blocco della carta.
Ovviamente è tutto falso e quel link rimanda alla pagina di phishing vera e propria all’interno della quale i vostri dati verrebbero immediatamente copiati e inviati al creatore della truffa.
Onde evitare qualsiasi tipologia di rischio il consiglio migliore da seguire è quello di cestinare la mail non appena riconosciuta, in tal modo non correrà il rischio che i vostri dati sensibili vengano copiati dal truffatore che ha spedito la mail.
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How to Install Firefox 114 on Ubuntu and Linux mint
Learn how to install Firefox 114 on Ubuntu and Linux Mint, so you can take advantage of the latest features and improvements.
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How to Install and Set Up Elasticsearch on Debian 11
In this article, we will show you how to install and set up the search and analytics engine Elasticsearch on Debian 11.
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James Webb: trovate molecole organiche in galassie lontane dalla nostra
Il telescopio spaziale James Webb grazie ai propri occhi consente di scoprire dettagli in più in merito all’Universo osservabile, lo strumento infatti consente di guardare in profondità nel tempo e nello spazio grazie alla sua vista ampia nell’infrarosso, spettro della luce che permette di superare coltri di polveri stellari e che dunque offre la possibilità di andare oltre i vari ostacoli altrimenti invalicabili nel visibile.
Tra le varie possibilità c’è anche quella di guardare l’Universo primordiale per studiarlo e capire come esso si è formato ed evoluto, arrivando dunque a interpretare la formazione delle galassie e anche del nostro pianeta.
Nuove risposte sono arrivate grazie ad un recente studio che ha consentito di individuare, all’interno di una galassia lontana, la presenza di molecole organiche, nel dettaglio idrocarburi policiclici aromatici, che ovviamente non sono sinonimo di vita ma certamente sono uno step fondamentale.
JWST e le molecole organiche
Lo studio condotto si intitola Spatial variations in aromatic hydrocarbon emission in a dust-rich galaxy, esso analizza i dati raccolti lo scorso anno sulla galassia SPT0418-47 che si trova a circa 12,3 miliardi di anni luce dalla Terra, la sua emissione dunque è quella di circa 1,5 miliardi di anni dopo il Big Bang, un tempo che cosmologicamente è abbastanza ridotto.
A rendere possibile tutto ciò è stato l’effetto lente gravitazionale offerto da una galassia interposta tra quella in oggetto d’esame e la Terra, che ha reso l’emissione più grande e più luminosa, dunque più facile da vedere di circa un fattore 30.
Non è la prima volta che questa galassia viene osservata, questa volta però gli scienziati, utilizzando lo spettroscopio a media risoluzione di MIRI (MRS) con una lunghezza d’onda di 3,3 μm sono stati in grado di rilevare gli idrocarburi policiclici aromatici con questo redshift.
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Ora potete creare foto cinematografiche con Google Foto
Google Foto è lo strumento di Google per la gestione, backup e personalizzazione di tutte le immagini e video che avete sul vostro smartphone e PC. E nelle ultime ore ha ricevuto un'interessante novità.
Si tratta delle foto cinematografiche, quelle che internazionalmente sono note come Cinematic Photo, e che Google ha lanciato su Foto dal 2020. Per capirci, sono le foto che propongono l'effetto in leggero zoom dinamico. Finora Google ha proposto le foto cinematografiche automaticamente, in base agli scatti realizzati dagli utenti.
Questa procedura che passa per l'applicazione dell'effetto automatica non sempre è efficace, visto che a volte vengono considerate foto che non si prestano a diventare cinematografiche. Altre volte invece vorreste applicarlo a scatti che si prestano particolarmente. L'ultima novità di Foto risolve proprio questo problema.
Come vedete dalle immagini in galleria, ora potete creare tutte le foto cinematografiche che volete a partire dai vostri scatti. Ecco come:
- Aprite l'app Google Foto.
- Accedete a Raccolta e poi Utilità.
- Selezionate Foto cinematografica.
- Quindi selezionate l'immagine che volete rendere cinematografica.
- Dopo la creazione otterrete un'anteprima, potete scegliere di salvare l'immagine oppure se crearne un'altra.
La novità che abbiamo visto è attualmente in fase di distribuzione automatica via server. Questo significa che non sarà necessario aggiornare l'app per usarla. Fateci sapere se l'avete ricevuta anche voi.
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OnePlus Nord 3, ultimi dettagli grazie a Geekbench
Non manca ormai molto tempo al debutto ufficiale sul mercato mobile del nuovo smartphone di casa OnePlus, ovvero il prossimo OnePlus Nord 3. Di quest’ultimo conosciamo infatti diverse cose, ma ora sono arrivati nuovi dettagli grazie ai risultati benchmark del noto portale Geekbench. Vediamo qui di seguito i dettagli.
OnePlus Nord 3, emergono nuovi dettagli tecnici grazie ai risultati di Geekbench
Nel corso delle ultime ore sono stati pubblicati sul noto portale Geekbench i risultati benchmark del prossimo smartphone di casa OnePlus. Come già accennato in apertura, stiamo parlando del prossimo OnePlus Nord 3 ed è stato registrato sul portale con il numero di modello OnePlus CPH2491.
Nello specifico, lo smartphone ha ottenuto 1552 punti in single core e 4253 punti in multicore. I benchmark hanno poi confermato diverse specifiche tecniche. Le prestazioni saranno quindi affidate al soc MediaTek Dimensity 9000 e ad accompagnarlo saranno presenti fino a 16 GB di memoria RAM. Il software installato a bordo sarà invece Android 13 e a bordo ci sarà l’interfaccia utente di Oppo, la ColorOS.
Tutte caratteristiche che sembrano combaciare con quelle di un altro device dell’azienda OnePlus. Il nuovo OnePlus Nord 3 sembra infatti che sarà una versione re-branded di OnePlus Ace 2V, annunciato ufficialmente per il mercato cinese attorno al mese di marzo. Ricordiamo che tra le altre caratteristiche, ci sarà un display con tecnologia SuperAMOLED con una diagonale da 6.7 pollici e con una frequenza di aggiornamento pari a 120Hz. Lo smartphone potrà inoltre contare su una batteria da 5000 mah ed avrà anche il supporto alla ricarica rapida da 80W.
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