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Spark Mail è l'app Android che non vi farà rimpiangere Inbox, e l'abbiamo provata
Se state cercando un nuovo gestore delle vostre email allora Spark potrebbe essere la risposta. Negli ultimi giorni abbiamo provato il servizio Spark Mail, disponibile anche su Android. Nell'era in cui Gmail è sempre più completo e supportato, è difficile trovare alternative altrettanto valide.
Spark Mail è una di queste. Si tratta di un servizio client email molto interessante, che prova a offrire quel qualcosa di concreto in più rispetto a quanto invece offre Gmail e altri servizi simili. Andiamo a vedere come funziona Spark Mail.
Per gli utenti più navigati come noi, Inbox è stato un servizio che ancora rimane nel cuore. L'esperimento di Google ha offerto degli spunti interessanti rispetto alle classiche funzionalità che troviamo in Gmail. La sua dipartita ha lasciato qualcuno scontento, anche se altri servizi simili hanno cercato di raccogliere, almeno in parte, la sua eredità.
Spark Mail è un'app che sicuramente si avvicina all'innovazione che offriva Inbox di Google. L'app è molto ben progettata, con un'interfaccia gradevole e aggiornata, la quale si riesce a distinguere da quanto vediamo in Gmail. Andiamo subito a vedere come funziona, e come si distingue da Gmail:
- Tra le funzionalità più interessanti troviamo Smart Inbox, ovvero la sezione che classifica automaticamente le email in categorie (personali, newsletter, notifiche). Questo sicuramente ci aiuta nel tenere in ordine la casella di posta, soprattutto se abbiamo diversi account collegati e se riceviamo posta di ogni tipo.
- Sempre in termini di funzionalità smart, troviamo la ricerca intelligente. Si tratta della possibilità di ricercare nella casella di posta tramite criteri personalizzati, in modo da rendere il tutto più rapido e più a portata di mano.
- Proprio come in Gmail, Spark ci offre la possibilità di rispondere rapidamente alle email tramite prompt testuali preconfezionati in base al contenuto del testo. Durante le nostre prove abbiamo constatato che, in alcune situazioni, i suggerimenti di Spark sembrano essere più attinenti e accurati rispetto a quanto proposto nelle stesse occasioni da Gmail.
- Una funzionalità molto interessante è la possibilità di condividere specifiche conversazioni con altri utenti, che possono essere colleghi ad esempio. Questo permette anche di inserire commenti e suggerimenti sul come proseguire la conversazione. Una funzione che rende sicuramente più efficiente il lavoro in team. Proprio in questi termini, Spark permette anche di creare un team di lavoro all'interno dell'app, con il quale collaborare in specifiche conversazioni.
- Sempre in termini di valori aggiunti, Spark prevede l'integrazione con popolari servizi Google, come Google Drive e Calendar. L'app infatti permette di accedere e allegare rapidamente link Drive, e anche di visualizzare e gestire il proprio calendario personale (sincronizzato con il proprio account Google), direttamente dall'app. Spark può essere collegata a servizi di terze parti per la produttività, come Trello, Asana, Notion e tanti altri.
- Altre funzione interessante che abbiamo apprezzato è Note Meeting, con la quale è possibile accedere dall'app a note e appunti creati tramite l'app desktop di Spark.
Spark chiaramente non è solo questo. L'app offre infatti funzioni più "tradizionali", come quella per posticipare le notifiche relative alla ricezione di una specifica email, oppure le scorciatoie tramite swipe per eliminare o segnare come non lette specifiche email.
Troviamo anche tanta personalizzazione: questa coinvolge le stesse scorciatoie, e anche l'interfaccia di sistema. L'app infatti supporta il Material You di Android, e quindi permette di personalizzare automaticamente l'interfaccia utente in base allo sfondo di sistema.
Spark Mail si offre di gestire la nostra email e pertanto dobbiamo preoccuparti di aspetti come privacy e sicurezza dei nostri dati. Questo vale sia nel caso intendiamo usarla privatamente e sia nel caso in cui intendiamo sincronizzare account di posta lavorativi.
Andando a leggere la privacy policy di Spark Mail, troviamo che il servizio usa la crittografia per proteggere i dati dei suoi utenti. D'altro canto, non viene mai menzionata la crittografia end-to-end. Il servizio indica che nessun umano è in grado di leggere le informazioni degli utenti e il contenuto delle email. Ma deduciamo che, sebbene lo faccia per un periodo di tempo limitato, Spark ha accesso al contenuto delle conversazioni per consentire ai suoi algoritmi di elaborare funzioni personalizzate.
In termini di condivisione dei dati, Spark assicura che non condivide in alcun modo i dati dei suoi utenti con entità di terze parti.
Spark Mail è disponibile in versione gratuita e in versione in abbonamento. Quella gratuita prevede una serie di funzioni base, oltre a quelle che abbiamo menzionato sopra. L'app in forma gratuita non prevede annunci pubblicitari.
Abbonandosi al servizio, che ha un costo di 8,99 euro al mese, si potrà accedere a funzioni aggiuntive. Tra queste troviamo quelle basate sull'intelligenza artificiale, che permettono ad esempio di scrivere email con l'AI, la possibilità di silenziare specifiche conversazioni, e inviare file di grandi dimensioni.
L'app è disponibile per dispositivi Android e iOS, e anche per desktop tramite il sito ufficiale. Qui sotto trovate i pulsanti per installarla direttamente dal Play Store e dall'App Store.
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Presto potremo avere più app su Android Auto: cosa è emerso con l'ultimo aggiornamento
In futuro potremo avere molte più app su Android Auto. Nelle ultime ore Google ha rilasciato un nuovo aggiornamento per Android Auto, il suo sistema di infotainment per sincronizzare lo smartphone con la propria auto (quali sono le auto compatibili con Android Auto), e ha lasciato intendere quali potrebbero essere le novità in futuro.
Il supporto di Google ad Android Auto è molto consistente, con aggiornamenti che vengono rilasciati frequentemente, sia per la versione stabile che per coloro che hanno la beta (ecco come entrare nella beta di Android).
Con l'ultimo aggiornamento rilasciato per Android Auto, che fa riferimento alla versione 13.7, non vengono introdotte particolari novità per l'esperienza utente. Ma grazie a 9to5Google abbiamo modo di vedere cosa nasconde il codice, con alcuni riferimenti che ci lasciano ipotizzare cosa potrebbe arrivare in futuro.
L'analisi dell'ultimo apk rilasciato da Google per Android Auto ha infatti rivelato la presenza di alcune stringhe che indicherebbero l'introduzione di una nuova e non ben definita app su Android Auto. Vi sono alcune stringhe che indicano messaggi di testo per avviare l'app in questione, e altre che invece indicano la possibilità di avviarla soltanto a veicolo parcheggiato.
Questo ci lascia ipotizzare che si stiano facendo passi importanti verso l'integrazione di sempre più app per Android Auto. Non sarebbe una totale novità, visto che già in precedenza è trapelato un programma di Google per rendere più semplice per gli sviluppatori rendere disponibili app di terze parti su Android Auto e Android Automotive.
Le stringhe appena indicate potrebbero quindi indicare che saranno disponibili sempre più app, alcune delle quali saranno però utilizzabili soltanto a veicolo parcheggiato, per evidenti ragioni di sicurezza. Attualmente invece, Android Auto prevede la disponibilità soltanto di app selezionate, anche in nome della sicurezza alla guida.
Quanto appena è emerso è ancora in fase di sviluppo. Non abbiamo informazioni ufficiali su quando effettivamente potremo vedere nuove app su Android Auto, e nemmeno abbiamo conferma che ciò effettivamente avverrà. Torneremo ad aggiornarvi non appena ne sapremo di più.
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TOPDON TS001: La Termocamera Economica e Compatta – Recensione
Oggi voglio parlarvi di un prodotto davvero interessante che ho avuto modo di provare in queste settimane: la termocamera TOPDON TS001. L’azienda TOPDON è ormai un nome piuttosto noto nel settore degli strumenti di diagnostica e di precisione per auto, casa e ufficio. Avevo già sentito parlare bene di alcuni loro dispositivi, così ho colto al volo l’occasione di testare questa piccola meraviglia.
Table of Contents
Toggle- Unboxing e prime impressioni
- Design e caratteristiche tecniche
- Installazione dell’app e utilizzo
- Test sul campo: cosa ho scoperto
- Pro e contro
- Considerazioni finali
Appena ho aperto la confezione, ho trovato:
- La termocamera TS001: compatta, leggera (circa 45 grammi) e con una costruzione mista in plastica e metallo. Al tatto dà subito una sensazione di robustezza e qualità.
- Una custodia protettiva in EVA: utile per trasportarla e proteggerla da urti o cadute accidentali.
- Un cavo prolunga (da circa 50 cm) con connettore USB Type-C / USB-A staccabile, che permette di collegare la termocamera non solo allo smartphone (Android) ma anche al PC.
- Un supporto per telefono: una piccola staffa regolabile che consente di fissare la termocamera al proprio smartphone in modo stabile, evitando spinotti pendenti.
- Un panno in microfibra: utile per pulire la lente e il corpo della camera.
- La guida rapida con QR code che rimanda all’app da scaricare per l’utilizzo.
Sin da subito mi è piaciuta la cura dei dettagli: nonostante le dimensioni contenute, la TOPDON TS001 trasmette l’idea di essere un prodotto professionale. Inoltre, è certificata per resistere a cadute fino a 2 metri di altezza, segno che è stata pensata per un uso quotidiano, anche un po’ “stressante”, in contesti di lavoro.
Design e caratteristiche tecnicheLa TS001 si presenta con un design minimal: un piccolo cilindro/metallo che ospita l’obiettivo da 9 mm e la parte posteriore con il connettore USB Type-C. Rispetto alle termocamere con fuoco fisso, qui abbiamo un anello di messa a fuoco manuale che permette di regolare perfettamente la nitidezza dell’immagine a diverse distanze (fino a 500 metri, secondo le specifiche).
Principali specifiche:- Risoluzione IR: 256×192 pixel (con possibilità di miglioramento dell’immagine TISR che estende virtualmente la risoluzione a 512×384).
- Intervallo di temperatura: da -20°C a +550°C (selezionabile anche la fascia -20°C~+150°C o +150°C~+550°C).
- Frequenza di aggiornamento: 25 Hz (molto buona per una termocamera di questa fascia).
- NETD (sensibilità termica): 40 mK, significa che riesce a cogliere differenze di temperatura anche di pochi decimi di grado.
- Alimentazione: non ha batteria interna, si autoalimenta dal dispositivo collegato (smartphone o PC), consumando circa 0,35 W.
- Compatibilità: Android (tramite porta USB Type-C), oppure PC Windows con software dedicato (si collega via USB-A grazie al cavo in dotazione).
N.B.: Non compatibile con dispositivi iOS in questa versione.
La possibilità di regolare il fuoco a mano è un vantaggio notevole: in molti modelli compatti il fuoco è fisso e questo rende le riprese ravvicinate o molto lontane meno precise. Con la TS001, invece, posso “ruotare” l’anello dell’obiettivo e definire nel dettaglio l’area su cui voglio avere la massima nitidezza termica.
Installazione dell’app e utilizzoUna volta scansionato il QR code sulla scatola, sono stato reindirizzato al Play Store di Google, da dove ho scaricato l’app “TopInfrared”. L’installazione è semplice e, appena avviata, l’app chiede i permessi di archiviazione, fotocamera e accesso a USB.
Collegare la TS001 è un gioco da ragazzi:
- Inserisco la termocamera nella porta USB-C del telefono (oppure utilizzo il cavo in dotazione, se voglio tenerla distanziata).
- L’app la riconosce automaticamente e si apre una schermata in cui vedo subito l’immagine termica in tempo reale.
- L’interfaccia è in italiano, ben strutturata e offre diverse modalità di acquisizione (foto, video, linee di temperatura, punti di rilevamento, allarmi termici, ecc.).
L’app TOPDON è ricchissima di funzionalità:
- Pseudocolor: si può scegliere tra vari schemi di colore per evidenziare le differenze termiche (arcobaleno, iron, black hot, white hot, ecc.).
- Trasparenza/doppia luce: permette di sovrapporre l’immagine termica a quella reale della fotocamera del telefono, in modo da identificare con precisione cosa stiamo inquadrando.
- Allarmi di temperatura: si può impostare una soglia massima e/o minima (ad es. 40°C e 0°C), così se un punto dell’inquadratura la supera, la termocamera emette un avviso sonoro o visivo.
- Registrazione dati: salva foto e video termici, con tutti i metadati (temperatura, orario, ecc.). In seguito è possibile rianalizzare ogni scatto, cambiare palette di colori e misurare punti di calore anche dopo aver scattato l’immagine.
- Monitoraggio in tempo reale: ideale per fare analisi prolungate su un’area specifica (ad esempio verificare se la temperatura sale o scende nel tempo, con un grafico dedicato).
- Calibrazione: se la termocamera è stata esposta a temperature estreme, possiamo ricalibrarla per mantenere l’accuratezza di lettura.
L’uso su PC Windows è altrettanto immediato: basta collegare la termocamera via USB-A (col cavo incluso), installare il software “Topinfrared” e avviare la visualizzazione termica sul monitor, con tutte le stesse funzioni dell’app mobile.
Test sul campo: cosa ho scopertoPer testare la termocamera in maniera realistica, ho fatto qualche prova sia in casa che su piccole applicazioni “professionali” o “curiose”.
- Ricerca di dispersioni di calore in casa
Ho puntato la TS001 verso le finestre (infissi e serramenti) e ho visto subito delle zone a temperatura leggermente inferiore dove probabilmente passa un filo d’aria. Il range di temperatura era intorno ai 19°C nella stanza, mentre gli spifferi vicino ai vetri erano sui 17°C. È bastato regolare il fuoco per avere un’immagine termica nitida e capire dove intervenire con guarnizioni più spesse. - Ispezione tubi riscaldamento e pavimento radiante
Ho “visto” i tubi sotto al pavimento del mio impianto di riscaldamento, notando linee rosse di circa 28-30°C che si diramano nei vari ambienti. Ero curioso di capire come fosse distribuita l’acqua calda sotto il parquet, e la TS001 mi ha mostrato un disegno termico piuttosto preciso. - Controllo di componenti elettronici
Ho inquadrato il case di un PC desktop e alcuni alimentatori mentre erano in funzione. Ho potuto immediatamente individuare i componenti più caldi (CPU e scheda video erano le parti rosso-arancio, intorno ai 45-50°C), mentre l’alimentatore registrava picchi di 30-35°C. È stato molto utile per capire quali zone disperdessero più calore. - Verifica di eventuali perdite idrauliche
Ho provato a puntare la termocamera su un tubo dell’acqua calda isolato (all’interno di un muretto). Non ho trovato chiazze di differenza termica anomale, segno che, fortunatamente, il tubo non presenta perdite. Invece, un test su un rubinetto esterno ha mostrato subito un’area più fredda con acqua in leggera fuoriuscita. - Applicazioni “divertenti”
Per pura curiosità, ho testato la TS001 anche all’aperto, di sera, per vedere se mi fosse possibile scorgere animali (o persone) grazie all’emissione di calore. In un giardino ho notato un paio di gatti vagare a circa 30 metri di distanza, chiaramente visibili come sagome arancioni su sfondo blu. Il fuoco manuale aiuta a rendere più nitida la silhouette.
Pro:
- Ottima risoluzione per la fascia di prezzo (256×192 pixel di base, con miglioramento TISR).
- Frame rate di 25 Hz, che garantisce fluidità e minor lag nelle riprese.
- Focalizzazione manuale: indispensabile per avere immagini nitide a varie distanze.
- App completa e in italiano, semplice da usare e ricca di funzionalità (foto, video, analisi post-scatto, allarmi, ecc.).
- Versatilità: utilizzo su smartphone Android e su PC Windows, senza batterie da ricaricare.
- Robustezza (resiste a cadute da 2 metri) e custodia da trasporto inclusa.
Contro:
- Compatibilità limitata: solo dispositivi Android (niente iOS), a meno di modelli dedicati.
- Consumo energetico sul telefono: basso (0,35 W), ma comunque da tenere in considerazione se si fanno sessioni lunghe senza collegare il telefono all’alimentazione.
- Necessità di un minimo di pratica con la messa a fuoco: all’inizio ci si impiega qualche minuto per regolare l’obiettivo, ma niente di insormontabile.
Dopo aver provato la TOPDON TS001 in varie situazioni, posso dire che si tratta di uno strumento davvero versatile e funzionale. Mi ha stupito la qualità costruttiva e la precisione nel rilevare le temperature anche per usi più “tecnici”, come verificare dispersioni di calore in casa, analizzare tubazioni, controllare hotspot nei circuiti elettronici o perfino per piccole indagini nel settore automotive.
La gestione tramite app è intuitiva: in pochi tap si avvia la ripresa, si sceglie la palette di colori preferita, si scattano foto o si registra un video. Inoltre, il fatto di poter analizzare le immagini successivamente, variando i punti di calore o la scala cromatica, rende questo prodotto professionale pur restando di facile utilizzo.
È una soluzione adatta sia agli appassionati (per progetti hobbistici, fai-da-te, curiosità) sia ai professionisti (tecnici, installatori, operatori che necessitano di diagnosi termiche rapide e precise). Il rapporto qualità-prezzo, a mio avviso, è competitivo: ci sono termocamere con specifiche simili che costano decisamente di più.
Se siete alla ricerca di uno strumento di termografia tascabile, pratico e di buona qualità, ritengo che la TOPDON TS001 sia un’opzione molto valida, che difficilmente deluderà le aspettative. Personalmente la utilizzerò senz’altro per continuare a fare test e scovare piccoli problemi domestici o semplicemente per curiosare e capire come il calore si distribuisce negli oggetti che mi circondano.
E’ possibile acquistarla su Amazon 369 € ma in pagina attualmente è presente uno sconto di 50 € che porta il prezzo definitivo a 319 €.
TOPDON TS001 Termocamera Professionale per Android, Messa a Fuoco Manuale, Campo di Osservazione 0,1 a 500m, 512x384 TISR Risoluzione, -20°C a 550°C,Telecamera Termica con Obiettivo Regolabile da 9mmL'articolo TOPDON TS001: La Termocamera Economica e Compatta – Recensione proviene da TecnoAndroid.
Il pieghevole di OPPO si mostra nel primo video ufficiale: sei tu, OnePlus Open 2?
Possiamo vedere il primo video ufficiale del nuovo pieghevole di OPPO, e molto probabilmente di OnePlus Open 2. Parliamo di OPPO Find N5, il nuovo smartphone pieghevole del gigante cinese che dovrebbe arrivare dalle nostre parti come la nuova generazione del pieghevole di OnePlus.
Abbiamo parlato molto di questi due modelli nelle scorse settimane, e ora apprendiamo nuovi dettagli grazie a un primo video ufficiale condiviso da OPPO.
Il video che trovate in basso si riferisce a OPPO Find N5. Questo sarà il prossimo pieghevole di casa OPPO, il successore di OPPO Find N3. Questo modello è accostato a OnePlus Open 2 perché dovrebbe arrivare dalle nostre parti proprio in veste del nuovo pieghevole OnePlus.
Le due aziende, OPPO e OnePlus, sono da sempre strettamente collegate (OnePlus sostanzialmente è nata da OPPO). Come accaduto per OnePlus Open, che corrispondeva proprio a OPPO Find N3, la storia dovrebbe ripetersi per OnePlus Open 2. E allora, le immagini che vediamo nel video dovrebbe darci un'anteprima anche sul nuovo pieghevole che OnePlus lancerà nel nostro mercato.
Dal video possiamo ammirare il design al completo di OPPO Find N5. Le colorazioni corrispondono a quelle che abbiamo visto nelle immagini trapelate poche ore fa. Dal video riusciamo anche ad apprezzare quello che sarà uno dei punti più forti del pieghevole di OPPO, e OnePlus. Parliamo dello spessore particolarmente ridotto, il che renderà il dispositivo paragonabile a una moneta in termini di spessore.
Secondo le ultime informazioni trapelate online, il dispositivo dovrebbe avere un display principale di diagonale pari a 8,12 pollici, un processore Snapdragon 8 Elite accoppiato a 16 GB di RAM e 512 GB di storage interno. La batteria dovrebbe avere una capacità pari a 5.600 mAh, con supporto alla ricarica cablata da 80W e alla ricarica wireless da 50W.
Il comparto fotografico prevedrebbe un sensore principale da 50 megapixel e uno da 8 megapixel nella parte posteriore, e altri due sensori da 8 megapixel per i due display.
Sul periodo di lancio ancora non abbiamo informazioni ufficiali. Si parla del 20 febbraio come data scelta da OPPO per lanciare Find N5 in Cina, mentre OnePlus Open 2 potrebbe essere lanciato intorno a marzo in Europa.
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Samsung vuole battere Apple con Galaxy S25 Edge, ma c'è un prezzo da pagare
Arrivano nuovi dettagli sull'unico modello della serie Galaxy S25 che ancora non conosciamo ufficialmente. Parliamo di Galaxy S25 Edge, quello che dovrebbe arrivare come il più sottile di Samsung negli ultimi tempi. Secondo gli ultimi rumor emersi in rete, potrebbe trattarsi addirittura del più sottile sulla piazza (ecco quali sono i migliori smartphone sotto i 400 euro).
Di Galaxy S25 Edge abbiamo parlato molto in precedenza e, in concomitanza del lancio della serie Galaxy S25, ne abbiamo avuto anche un assaggio grazie a Samsung. Ora emergono ulteriori dettagli sul suo spessore.
I dettagli più interessanti arrivano dal leaker OnLeaks, il quale ha fornito nuove informazioni sullo spessore del nuovo Galaxy S25 Edge. Lo spessore è stato l'aspetto più chiacchierato di questo modello di Samsung, visto che l'azienda punterebbe proprio a lanciare S25 Edge come il modello più sottile.
Secondo i rumor precedenti, S25 Edge avrebbe dovuto avere uno spessore pari a 6,4 mm. Uno spessore sicuramente ridotto, se guardiamo agli attuali smartphone sul mercato, ma che non lo renderebbe il più sottile in assoluto. In parallelo infatti, Apple sta sviluppando iPhone 17 Air che, con uno spessore compreso tra 5,5 e 6 mm, dovrebbe arrivare come l'iPhone più sottile di sempre.
Sembra però che Samsung abbia deciso di provare a sfidare e battere Apple proprio su questo aspetto. L'azienda sudcoreana infatti avrebbe optato per una seconda soluzione per S25 Edge, la quale prevedrebbe uno spessore di 5,84 mm. Una misura che potrebbe renderlo anche più sottile del suo rivale dichiarato iPhone 17 Air.
Il prezzo da pagare non è trascurabile: Samsung infatti sarebbe riuscita a raggiungere tale riduzione dello spessore rinunciando alla terza fotocamera. Mentre la capacità della batteria sarebbe confermata da 3.900 mAh. Inizialmente, Galaxy S25 Edge era previsto con una tripla fotocamera. Un componente che sicuramente avrebbe incrementato l'appeal fotografico del dispositivo (i migliori smartphone per la fotocamera), ma che d'altro canto avrebbe richiesto uno spessore maggiore. E allora la soluzione scelta da Samsung sarebbe stata quella che abbiamo visto nelle prime immagini ufficiali di S25 Edge: doppia fotocamera e spessore da record.
Secondo quanto riferito da Ice Universe, il sensore principale della fotocamera sarebbe lo stesso di Galaxy S25 Ultra, ovvero l'ISOCELL HP2 da 200 megapixel. Ad affiancarlo ci sarebbe soltanto un grandangolo da 12 megapixel. Un teleobiettivo avrebbe sicuramente richiesto più spazio, incrementando lo spessore.
Su quest'ultimo punto non abbiamo ancora informazioni ufficiali. Non sappiamo se effettivamente iPhone 17 Air avrà uno spessore maggiore di 5,84 mm. La partita si giocherà davvero al millimetro, con buona pace di chi sperava in performance fotografiche e di autonomia (ecco i migliori smartphone per la batteria) di alto livello.
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AI Act, normativa per i rischi inaccettabili con eccezioni
In questi giorni sono state create delle leggi chiamate AI Act per gestire le varie situazioni legate all’ utilizzo di dati sensibili senza il consenso degli utenti. Questa legge è entrata in vigore lo scorso 1° agosto e il divieto è stato applicato a partire dal 2 febbraio 2025 soprattutto per alcune categorie. Infatti quelle categorie denominate a rischio inaccettabile hanno il divieto assoluto di utilizzare sistemi AI che vanno contro i diritti fondamentali dei cittadini. Oltre a questa categoria troviamo anche quelli a rischio limitato e quelli ad alto rischio a cui è previsto un trattamento differente.
Il livello a rischio minimo sarebbero quei sistemi come filtro anti-spam per le email che non saranno soggetti a regolamentazioni. Quei sistemi classificati come a rischio limitato come i chatbot saranno sottoposti ad un monitoraggio leggero. Invece per quelli ad alto rischio sono previsti dei controlli più rigidi in modo da rispettare le normative in materia di privacy. Il sistema più pericoloso è quello denominato a rischio inaccettabile come le intelligenze artificiali che modificano il comportamento delle persone. Inoltro l’ AI Act prevede anche alcune particolari attenzioni riguardo a tecnologie che raccolgono dati biometrici senza il consenso degli utenti.
AI Act, nuove informazioni riguardanti questa legge
Ovviamente ci sono delle sanzioni per chi utilizza comunque questi sistemi pur essendo espressamente vietati. Però non tutti riceveranno le stesse modalità di controlli perché per esempio le forze dell’ ordine potranno ad utilizzare tali sistemi per questioni di sicurezza pubblica. Queste eccezioni però hanno suscitato delle forti critiche da parte di associazioni per i diritti umani poiché secondo questi ultimi l’ utilizzo dei sistemi biometrici potrebbe portare ad una sorveglianza indiscriminata. Inoltro il fatto che ci sia una mancanza di interpretazione da parte degli Stati membri questo potrebbe trasformarsi in una normalizzazione della sorveglianza biometrica. Secondo l’ AI Act, per chi non rispetta tali divieti sono previste delle sanzioni in base al fatturato annuo globale dell’ anno finanziario precedente. Quindi saranno a partire da un minimo di 7,5 milioni di euro o l’ 1,5% del fatturato annuo ad un massimo di 35 milioni di euro o il 7% del fatturato globale.
Per quanto riguarda le start-up, ci saranno degli accorgimenti che prevedono l’ utilizzo di queste tecnologie solamente per scopo di ricerca. Insieme a questa normativa ce ne sono altre che dovranno essere comunque rispettate.
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Gemini, ecco nuove lingue per generare immagini col Workspace
Il mondo che ruota attorno a Google continua ad aggiornarsi senza sosta, in particolare la parte che riguarda l’intelligenza artificiale. Il colosso di Mountain View ci fa sapere come Gemini sarà senza alcun dubbio una loro priorità anche durante il 2025. Dopo la recente introduzione dell’assistente AI nel pannello laterale delle app Workspace, ecco che anche la generazione delle immagini, la quale è estesa a più lingue oltre all’inglese.
Questa evoluzione di Gemini è molto più potente di quello che può sembrare all’inizio, si tratta anche dell’ampliamento delle funzionalità, della successiva integrazione su più app, fino alla possibilità di utilizzare l’intelligenza artificiale di Google anche nella propria lingua.
Tornando un attimo indietro, precisamente a novembre 2024, Google annuncia l’integrazione di Gemini nel pannello laterale di Documenti, Fogli, Drive e Gmail estendendo le funzionalità dell’AI ad altre sette lingue oltre all’inglese, tra le quali figurava anche l’italiano. Di tutte le funzioni disponibili, però, la generazione di immagini non era supportata nelle lingue diverse dall’inglese.
Le nuove lingue introdotte su Gemini per Google WorkspaceAd oggi invece, anzi già dal 29 gennaio Google ha iniziato a fornire un aggiornamento che consente di generare immagini in più lingue grazie al già citato pannello laterale di Workspace. Ora è possibile farlo comunicando con Gemini in italiano, francese, tedesco, giapponese, coreano, spagnolo e infine portoghese. Ovvero le lingue, che oltre l’inglese, hanno un’interazione maggiore con i servizi di Google, a livello mondiale.
Oltre alla generazione di immagini, Gemini nel pannello laterale di Google Workspace consente all’utente di usare altre funzionalità , come la redazione di risposte e-mail in Gmail, la sintesi dei contenuti in Documenti e Fogli e l’analisi delle cartelle in Drive, permettendo agli utenti di comprenderne il contenuto anche senza doverle aprire.
Coloro che possono utilizzare queste funzioni non sono solo gli utenti di Google Workspace, ma anche coloro che hanno un abbonamento personale Google One AI Premium. Parliamo di un abbonamento mensile di 21,99€, con vari privilegi, 2 TB di spazio di archiviazione, l’uso di Gemini Advanced con l’accesso ai modelli più potenti e l’integrazione avanzata di Gemini nelle app Google.
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Windows 11: Microsoft rimuove la guida per i PC obsoleti
Microsoft ha recentemente rimosso ogni riferimento ufficiale al metodo che permetteva di installare Windows 11 su computer non supportati, ovvero privi di modulo TPM 2.0 o di una CPU compatibile. La modifica sembra essere stata introdotta di recente, probabilmente dopo il rilascio della versione 24H2 del sistema operativo, segnalando un ulteriore passo nella strategia dell’azienda per rafforzare i requisiti di sicurezza del proprio ecosistema.
Windows 11 è il primo sistema operativo consumer di Microsoft a imporre restrizioni hardware non per motivi di prestazioni, ma di sicurezza. Sebbene processori più datati, come gli Intel Core di quinta e sesta generazione, siano ancora in grado di eseguire l’OS senza problemi evidenti, il colosso di Redmond ritiene che tali CPU presentino vulnerabilità hardware irrisolvibili, come quelle legate agli exploit Spectre e Meltdown. Questo approccio mira a garantire una maggiore protezione contro attacchi informatici sofisticati, ma ha sollevato critiche da parte di utenti e aziende che vorrebbero maggiore flessibilità nell’adozione del sistema operativo.
Microsoft conferma l’importanza del TPM per la sicurezzaIl TPM 2.0 è considerato essenziale per la sicurezza dell’ecosistema Windows, e la rimozione della documentazione per l’installazione sui PC non supportati sembra confermare la volontà dell’azienda di non fare concessioni in tal senso. Secondo Microsoft, il rispetto di questi standard aiuta a prevenire minacce come il malware basato su firmware e attacchi di esecuzione remota, riducendo i rischi per gli utenti.
Non è chiaro se il metodo alternativo basato sulla modifica del registro di sistema sia ancora funzionante, ma è evidente che Microsoft ha deciso di non supportarlo più ufficialmente. Inoltre, con il recente aggiornamento 24H2, alcuni strumenti di terze parti che permettevano di aggirare i controlli di compatibilità sembrano aver dovuto sviluppare nuove soluzioni, suggerendo che le vecchie tecniche non siano più efficaci. Questa decisione potrebbe spingere molti utenti a considerare l’aggiornamento dell’hardware o a cercare alternative per continuare a utilizzare i propri dispositivi senza dover cambiare sistema operativo.
Se siete interessati all’argomento, vi consigliamo articoli simili in modo da non rimanere indietro con gli aggiornamenti hardware e software riguardanti Windows 11.
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Google Maps, verrà cambiato il nome al Golfo del Messico
Arrivano aggiornamenti per quanto riguarda l’applicazione di mappe più famosa al mondo ovvero Google Maps. Parliamo di piccole modifiche che arrivano direttamente dalla Casa Bianca.
Parliamo di cambiamenti che stanno avvenendo ai nomi di diversi luoghi come ad esempio il Golfo del Messico.
Google Maps, cosa è successo?
Non è passato moltissimo da quanto Trump si è insidiato all’interno della Casa Bianca, e purtroppo si trova già all’interno di una disputa tra i paesi confinanti. Stiamo parlando del Messico, il quale sarà soggetto di una decisione presa da Trump e che il team di Google Maps seguirà. Parliamo del cambio di nome del Golfo del Messico in Golfo d’America, dove almeno in territorio Usa, sulle mappe sarà usato questo appellativo. Caso molto simile per il Monte Denali in Alaska, ora chiamato Monte McKinley.
Al momento i nomi ancora non sono cambiati, ma sicuramente non ci vorrà molto per questo nuovo cambio. Basterà solo la conferma di Google.
C’è anche una lettera pubblicata giovedì, direttamente la presidente messicana Claudia Sheinbaum ha invitato Google Maps di ritornare sui suoi stessi passi. Quest’ultima sostiene che Trump violi la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, e visto questo, Google prenderebbe una scelta sbagliata.
Il trattato dell’ONU stabilisce che gli Usa non possono rinominare nessun corpo idrico fuori dalla propria giurisdizione. La sovranità degli Usa si estende per ben 12 miglia nautiche dalla costa.
Tralasciando la vicenda politica, Google Maps attualmente aspetta che il Geographic Names System degli Stati Uniti aggiorni il relativo Golfo del Messico e il Denali, con i nuovi nomi di Trump.
La cosa particolare è che gli utenti di Google Maps con la sede in Messico potranno vedere ancora Golfo del Messico, mentre tutti gli utenti fuori delle due nazioni al momento coinvolte potranno vedere tutti e due i nomi.
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One UI 7 di Samsung consente di disattivare un’opzione fastidiosa
Esiste una peculiarità presente in tutti i telefoni Galaxy, una caratteristica che infastidisce molti degli utenti che hanno deciso di utilizzare uno dei telefoni della linea realizzata da Samsung. Quando la batteria scende sotto il 5% il display dello smartphone si scurisce drasticamente e in maniera automatica. Una soluzione che mira a preservare il dispositivo, che Samsung ha pensato di rendere automatica.
Funzione che permette minimizzare il dispendio energetico quando la batteria è agli sgoccioli, far capire all’utilizzatore che conviene caricarlo, rendere evidente che il telefono ne ha ancora per poco, salvare eventuali attività importanti, in modo anche da avvisare chi potrebbe cercarci e così via.
Come detto già in precedenza, questa è un’impostazione che molti utenti non apprezzano, può capire infatti di usare lo smartphone in pieno giorno e ritrovarsi improvvisamente lo schermo illeggibile a causa della luminosità minima.
Soluzioni a questo problema dei telefoni di SamsungLa soluzione più semplice che ci viene in mente di consigliarvi, è quella di alzare la luminosità subito dopo, ma in alcuni scenari anche questa operazione potrebbe rivelarsi complessa proprio per via di un display troppo scuro. Ed è questo il motivo per il quale vi parliamo della funzionalità introdotta da Samsung, grazie la One UI 7.0 introdotta a partire dai nuovi Galaxy S25, l’azienda coreana ha deciso di dare agli utenti la possibilità di scegliere.
Come possiamo notare grazie alla versione beta, nelle impostazioni di One UI 7.0, infatti, sotto la voce “Batteria” compare ora un nuovo interruttore che consente di abilitare o disattivare l’oscuramento automatico dello schermo quando il livello della batteria è inferiore al 5%. In questo modo l’utente si ritrova a poter approfittare di una funzionalità davvero molto interessante, utile e duratura nel tempo, che gli permette di preservare la carica della batteria, riuscendo in questo modo ad utilizzare più tempo lo smartphone.
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Sicurezza energetica: l’Italia anticipa le aste per il gas
Le turbolenze geopolitiche e le fluttuazioni dei prezzi stanno rendendo il mercato del gas sempre più instabile, spingendo i governi a mettere la sicurezza energetica al centro delle proprie strategie. La forte dipendenza dalle importazioni ha evidenziato la necessità di un approccio più strutturato nella gestione delle riserve, con l’obiettivo di contenere i costi e garantire una maggiore stabilità.
Il decreto Pichetto Fratin per contenere i rincari del gas
In risposta a questa situazione, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato un decreto che anticipa le aste per l’assegnazione della capacità di stoccaggio del gas. L’iniziativa mira a prevenire rincari legati alle tensioni geopolitiche e alla speculazione di mercato, con l’intento di mantenere i prezzi sotto controllo per cittadini e imprese. Il provvedimento prevede la distribuzione anticipata di una quota delle riserve, facilitando il riempimento degli stoccaggi in vista della prossima fase di iniezione. Per il periodo compreso tra il 1° aprile 2025 e il 31 marzo 2026, saranno resi disponibili fino a 5000 milioni di metri cubi di gas.
Un aspetto innovativo della misura è l’introduzione di un’opzione pluriennale, che consentirà di gestire le riserve su un periodo più ampio, con contratti di durata variabile tra due e cinque anni. Questa strategia punta a sfruttare eventuali condizioni di mercato favorevoli nei mesi di febbraio e marzo, approfittando delle differenze di prezzo tra la stagione estiva e quella invernale. Al contempo, garantire un livello adeguato di scorte potrebbe rivelarsi cruciale qualora il costo attuale del gas risultasse più vantaggioso rispetto alle previsioni per i mesi successivi.
L’anticipo delle aste potrebbe inoltre incidere sull’andamento dell’indice PSV. A dicembre, il valore medio del Punto di Scambio Virtuale ha registrato un incremento del 5,6% rispetto a novembre, raggiungendo 0,509 €/Smc. Le incertezze che caratterizzano il mercato del gas sembrano destinate a proseguire nel 2025, ma un rafforzamento della capacità di stoccaggio e una gestione più efficace delle riserve potrebbero contribuire a contenere la volatilità dei prezzi, offrendo maggiore sicurezza agli operatori del settore.
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Lefant M320: potenza, tecnologia e convenienza in un robot aspirapolvere – Recensione
Il Lefant M320 si sta facendo strada nel mondo dei robot aspirapolvere. Il motivo ? Un mix unico di potenza, tecnologia avanzata e prezzo competitivo. Con una forza di aspirazione di 6000 Pa, una capacità di pulizia intelligente e una batteria a lunga durata, questo modello si propone come un’opzione irrinunciabile. In particolare per chi cerca una soluzione efficiente e accessibile. A soli 389€, grazie a un’offerta Amazon, il Lefant sembra non avere rivali nella sua fascia di prezzo. Ma cosa lo rende davvero speciale? Scopriamolo insieme.
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Toggle LEFANT M320: CONTENUTO DELLA CONFEZIONEAll’interno della confezione del Lefant M320 troviamo tutto il necessario per iniziare subito a utilizzarlo. Oltre al robot aspirapolvere, è inclusa la base di ricarica con il relativo alimentatore, fondamentale per garantire un’autonomia sempre ottimale. Sono presenti anche due spazzole laterali di ricambio. Le quali contribuiscono a migliorare la pulizia negli angoli e lungo i bordi delle pareti.
Il pacco contiene anche un serbatoio della polvere con una capacità di 800ml, già preinstallato nel dispositivo. Per quanto riguarda la manutenzione, è fornito un filtro HEPA di ricambio. Assolutamente utile per mantenere l’efficienza del robot nel tempo. Oltre che garantire un’aspirazione perfetta che riduca la dispersione di polveri sottili nell’aria.
Infine, il manuale d’uso incluso è ottimo per apprendere le prime operazioni di configurazione e manutenzione. Mentre un piccolo strumento di pulizia facilita la rimozione di eventuali detriti o capelli accumulati nelle spazzole e nelle ruote.
DESIGN E COSTRUZIONEIl Lefant M320 presenta un design compatto e raffinato. Studiato per garantire la massima efficienza durante la pulizia della casa. La sua forma circolare gli consente di muoversi con agilità tra gli ostacoli e di infilarsi facilmente sotto mobili bassi e spazi ristretti. Il rivestimento in plastica resistente è progettato per offrire una buona protezione dagli urti. Mentre la finitura opaca in nero lo rende elegante e discreto in qualsiasi ambiente domestico.
L’architettura del dispositivo è pensata per un utilizzo pratico e intuitivo. Il vano per la raccolta della polvere ha una capacità di 800ml. Questo è posizionato strategicamente per essere rimosso con un semplice gesto. Così da facilitare le operazioni di svuotamento e manutenzione.
Le ruote motrici sono abbastanza robuste da superare piccoli ostacoli, come tappeti e soglie di porte, senza perdere aderenza. La spazzola centrale è assente. Ma si tratta di un dettaglio che riduce il rischio di accumuli di capelli e peli di animali. Un problema piuttosto comune in molti modelli di robot aspirapolvere.
TASTI E FUNZIONAMENTOQuesto piccolo aspirapolvere è dotato di un’interfaccia minimalista e intuitiva. Presenta infatti solo pochi tasti fisici posizionati sulla parte superiore. Il pulsante principale consente di accendere e spegnere il robot. Invece, un altro, avvia immediatamente la modalità di pulizia automatica. Insomma una semplicità ricercata, per garantire un uso immediato e accessibile anche a chi non è pratico di tecnologia.
L’esperienza di utilizzo diventa ancora più completa grazie all’app Lefant Smart. Attraverso cui è possibile gestire il robot direttamente dallo smartphone. Con l’applicazione, l’utente può avviare o interrompere la pulizia, programmare sessioni automatiche e monitorare in tempo reale lo stato del dispositivo.
Un ulteriore punto di forza riguarda la compatibilità con gli assistenti vocali Alexa e Google Assistant. Grazie a cui è possibile controllare il robot con semplici comandi vocali. Basta dire, ad esempio, “Alexa, avvia la pulizia” per farlo partire senza nemmeno toccarlo. Questa integrazione rende il Lefant M320 estremamente pratico, specialmente per chi desidera automatizzare e velocizzare le operazioni domestiche.
MODALITÀ DI PULIZIA E ACCESSORI
Il Lefant M320 offre diverse modalità di pulizia per adattarsi alle esigenze di ogni abitazione. La modalità automatica è la più utilizzata. Poiché permette al robot di muoversi liberamente, coprendo tutta la superficie in modo intelligente. La modalità a spirale è ideale per pulire zone specifiche con sporco più concentrato, aumentando gradualmente il raggio d’azione fino a completare l’area. La modalità bordo si concentra invece lungo i muri e negli angoli, garantendo che la polvere e i detriti non vengano tralasciati ai margini delle stanze.
Per migliorare le prestazioni del robot, il Lefant M320 è dotato di spazzole laterali che aiutano a raccogliere lo sporco e a convogliarlo verso la bocchetta di aspirazione. Il filtro HEPA ad alta efficienza cattura le particelle più sottili, garantendo un ambiente più pulito. Perfetto specialmente per chi soffre di allergie.
Per chi desidera una pulizia ancora più approfondita, il robot supporta anche un panno umido. Quest’ ultimo infatti, può essere applicato per una leggera funzione di lavaggio. Contribuisce quindi a rimuovere la polvere più sottile e a dare una maggiore freschezza ai pavimenti. Non sostituisce però un lavaggio manuale più intenso e mirato.
CONNETTIVITÀ, TECNOLOGIA E PERSONALIZZAZIONEUno degli aspetti più avanzati del Lefant M320 è sicuramente il suo sistema di navigazione intelligente. Grazie ai sensori di ultima generazione, il robot è in grado di rilevare ed evitare ostacoli con grande precisione. Può riconoscere oggetti di vario tipo. Inclusi quelli trasparenti o in acciaio, riducendo al minimo il rischio di urti e collisioni. In più la tecnologia di rilevamento dei tappeti a ultrasuoni gli consente di aumentare automaticamente la potenza di aspirazione quando necessario.
Il dispositivo è dotato di connettività Wi-Fi, che permette di controllarlo da remoto tramite l’app Lefant Smart. Come già ribadito, l’ applicazione offre un’interfaccia semplice e chiara. Oltre a selezionare diverse modalità di pulizia. Ma la sua utilità non si ferma qui. In quanto la possibilità di aggiornamenti firmware via OTA (Over-The-Air) assicura che il robot possa migliorare le sue prestazioni nel tempo. Aggiungendo sempre nuove funzionalità e ottimizzazioni software.
In più, sempre attraverso l’app, è possibile personalizzare ulteriormente l’esperienza d’uso. Ad esempio creando barriere virtuali per escludere determinate aree dalla pulizia o impostare modalità specifiche per stanze diverse.
AUTONOMIA, RICARICA E MANUTENZIONELa batteria da 4000 mAh del Lefant M320 garantisce un’autonomia impressionante fino a 210 minuti con una singola carica. Ciò significa che può coprire anche grandi appartamenti o case su più piani senza interruzioni.
Una volta esaurita la batteria, il robot torna automaticamente alla base di ricarica, evitando di rimanere bloccato in punti scomodi della casa. Il tempo di ricarica è di circa 4-5 ore. Più che accettabile considerando la lunga durata della batteria. Perfetto anche per famiglie numerose o abitazioni con molti ambienti da pulire o animali domestici.
Per garantire prestazioni migliori nel tempo, la manutenzione è semplice e veloce. Il contenitore della polvere da 800ml può essere rimosso facilmente e svuotato senza difficoltà. È consigliabile poi pulire il filtro HEPA almeno una volta alla settimana, per evitare l’accumulo di particelle sottili e garantire un’aspirazione efficiente. In più, il sensore di navigazione e le ruote devono essere controllati regolarmente per rimuovere eventuali detriti che potrebbero comprometterne il movimento.
Un ulteriore vantaggio è la semplicità con cui si puliscono le spazzole laterali. Esse infatti possono essere rimosse e lavate. Per una loro maggiore durata nel tempo.
PREZZO E CONCORRENZAIl Lefant M320 si distingue nel mercato per il suo prezzo altamente competitivo. Il costo di listino è di 389€. Ma grazie a frequenti sconti su piattaforme come Amazon, è possibile trovarlo ad un prezzo ancora più basso. Diventando una delle opzioni più convenienti nella sua categoria. Ciò contribuisce così a collocarlo in una fascia di prezzo accessibile. Ideale per chi desidera un robot aspirapolvere efficiente senza dover spendere cifre elevate.
Se confrontato con concorrenti diretti come il Roomba 692 di iRobot e l’Ecovacs Deebot N8, il Lefant offre una potenza di aspirazione superiore (6000Pa contro i circa 1800-2500 Pa dei modelli concorrenti). Ma anche un’autonomia più elevata, grazie alla batteria da 4000mAh che garantisce fino a 210 minuti di pulizia continua. In più, a differenza di molti modelli della stessa fascia, è dotato di un avanzato sistema di rilevamento ostacoli e tappeti. Grazie a cui può regolare automaticamente la potenza di aspirazione.
Un altro punto di forza rispetto alla concorrenza è la capienza del serbatoio della polvere, che con i suoi 800ml riduce la necessità di svuotamenti frequenti. Anche la connettività smart, con supporto per Alexa e Google Assistant, e la gestione tramite app rendono il Lefant M320 una scelta più versatile rispetto ad altri concorrenti più economici. I quali magari offrono solo controlli manuali o con telecomando.
Insomma, il Lefant M320 si presenta come un’opzione estremamente vantaggiosa. Proprio perché promette caratteristiche e prestazioni di solito presenti in dispositivi di fascia più alta a un prezzo molto più basso.
PRO E CONTROArrivati a questo punto, non ci resta che evidenziare, una volta per tutte, i punti di forza e gli aspetti negativi che vanno valutati prima di un eventuale acquisto.
Tra gli aspetti positivi impossibile non parlare della sua elevata potenza di aspirazione. L’autonomia è un altro punto di forza con una batteria da 4000mAh. Così come anche la tecnologia di navigazione intelligente che consente al dispositivo di muoversi con estrema precisione. Anche la gestione tramite app e la compatibilità con gli assistenti vocali Alexa e Google Assistant offrono un’esperienza d’uso pratica e moderna. Un ulteriore vantaggio è la capienza del serbatoio della polvere, pari a 800ml, che riduce la necessità di svuotamenti frequenti.
Tuttavia, il Lefant M320 presenta anche alcuni aspetti che andrebbero migliorati. Il tempo di ricarica, che varia tra le quattro e le cinque ore, ad esempio, potrebbe essere più rapido per ridurre i tempi di inattività tra una sessione e l’altra. Nonostante la navigazione avanzata, in ambienti molto complessi o con numerosi ostacoli può ancora incontrare qualche difficoltà. Richiedendo occasionalmente un intervento manuale per sbloccarlo. La funzione di lavaggio, pur essendo un’aggiunta utile, non sostituisce una pulizia manuale più approfondita. Infatti risulta efficace solo per mantenere i pavimenti un po’ più “freschi”. Infine, l’assenza di una spazzola centrale può limitare l’efficacia della pulizia su tappeti particolarmente spessi.
CONCLUSIONEInsomma, a 389€, il Lefant M320 è una delle migliori scelte per chi cerca un robot aspirapolvere potente e versatile senza spendere una fortuna. Offre prestazioni eccellenti, un’ottima autonomia e una tecnologia di navigazione avanzata. La sua capacità di aspirare e lavare contemporaneamente lo rende un alleato prezioso per la pulizia quotidiana della casa. Se si considera il prezzo promozionale, non ha praticamente rivali sul mercato. Un acquisto consigliato per chi desidera un aiuto concreto nelle faccende domestiche senza compromessi sulla qualità. Può essere acquistato sia su Amazon che sul sito ufficiale.
LEFANT Robot aspirapolvere M320, 6.000Pa, aspirapolvere robot con navigazione di precisione, contenitore per polvere da 800 ml, 210 minuti, Wi-Fi/app, ideale per peli di animali, tappetiL'articolo Lefant M320: potenza, tecnologia e convenienza in un robot aspirapolvere – Recensione proviene da TecnoAndroid.
Oppo Find N5, confermati design, colori e data del debutto
In queste ultime settimane si è parlato molto del prossimo smartphone pieghevole del produttore tech Oppo. Ci stiamo riferendo al prossimo Oppo Find N5 e finalmente sono arrivate delle indiscrezioni ufficiali. L’azienda tech ha infatti da poco pubblicato svariati teaser, confermando data di uscita e anche il design definitivo. Vediamo qui di seguito i dettagli.
Oppo Find N5, l’azienda conferma ufficialmente debutto e design
L’azienda tech Oppo ha da poco confermato ufficialmente la data di uscita e il design del suo prossimo smartphone di punta. Come già accennato in apertura, ci stiamo riferendo al prossimo pieghevole Oppo Find N5. Secondo quanto rivelato dall’azienda, il nuovo foldable a marchio Oppo sarà presentato in veste ufficiale sul mercato mobile durante la giornata del prossimo 20 febbraio 2025.
Oltre a questo, tramite gli svariati teaser l’azienda ha poi confermato il design definitivo e le colorazioni di questo smartphone. Sembra che al debutto il nuovo pieghevole sarà reso disponibile in almeno tre colorazioni, ovvero Dusk Purple, Jade White e Satin Black. Per quanto riguarda il design, possiamo notare sul retro la presenza di un nuovo modulo fotografico diverso da quello del precedente modello.
Quest’ultimo avrà infatti una forma circolare. Al suo interno saranno collocati tre sensori fotografici con un flash LED affianco e con il logo di Hasselblad, a ricordare la collaborazione con questo brand per la realizzazione del comparto fotografico. Si può inoltre notare come l’azienda abbia lavorato molto ad ottimizzare le dimensioni di questo device. Lo spessore complessivo è infatti molto contenuto. Lateralmente sembra poi confermato la presenza di uno slider e di un sensore biometrico per lo sblocco.
Dal punto di vista prestazionale, sappiamo poi che non ci saranno rinunce. A bordo ci sarà infatti il potente soc Snapdragon 8 Elite. L’autonomia dovrebbe poi essere affidata ad una batteria da 5700 mah e non dovrebbe mancare il supporto alla ricarica rapida da 80W e il supporto alla ricarica wireless da 50W.
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Microsoft: aggiornamento per il menu Start di Windows 11
Continuano le novità dal mondo tech che interessano tantissimi utenti che ogni giorno, in tutto il mondo, utilizzano un dispositivo. Attira particolarmente l’attenzione la notizia che rende noto che il colosso Microsoft abbia deciso di modificare la funzione di ricerca di Windows 11 al fine di per conformarsi al Digital Markets Act dell’Unione Europea.
Non a caso, si tratta di una modifica che consente agli utenti di avere un controllo nettamente maggiore su Windows rispetto al passato. Naturalmente non è la prima volta che l’azienda decide di mettere a disposizione degli utenti aggiornamenti che consentono di ottimizzare l’uso. Scopriamo insieme nel corso di questo nuovo articolo tutti i dettagli di cui siamo a conoscenza.
Microsoft: importanti aggiornamenti per il menu StartTutti noi siamo a conoscenza del lavoro che le aziende portano avanti al fine di offrire il meglio dell’esperienza d’uso dei dispositivi tech che gli utenti utilizzano giornalmente. Al fine di evitare problematiche con l’Unione Europea, Microsoft ha deciso di modificare la funzione di ricerca di Windows 11 per seguire il cosiddetto Digital Markets Act.
Nello specifico, la modifica effettuata risulta chiaramente visibile tramite la nuova build di anteprima di Windows 11. Non passa infatti inosservata la presenza di due apposite sezioni denominate “Windows” e “Ricerca web da Bing”. Per gli utenti, tale modifica rappresenta certamente un punto a favore in quanto viene migliorata la modalità di ricerca. Tuttavia, l’aggiornamento del menu Start consente di evitare problemi in UE.
E’ importante ricordare che la modifica effettuata dall’azienda separa i risultati di ricerca locali sul dispositivo da quelli web. Questi ultimi, non dimentichiamolo, continuano ad essere alimentati da Bing.
Non ci resta che attendere ulteriori aggiornamenti e novità da un mondo tech in continua evoluzione. E’ proprio tale evoluzione che ci consente di avere a portata di mano dispositivi sempre più intuitivi e ottimizzati.
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Apple: a rischio i dati sensibili degli utenti a causa di alcune app
La sicurezza informatica rappresenta al giorno d’oggi un tema del tutto importante che riguarda tutti gli utenti da vicino. Sono sempre di più i dispositivi che giornalmente vengono utilizzati per svolgere pratiche di tutti i giorni, tra smartphone e PC. Ad attirare particolarmente l’attenzione è un nuovo rapporto di Kaspersky.
Un rapporto che purtroppo sta preoccupando il settore della sicurezza informatica con riferimento alla reputazione del colosso Apple. Sembrerebbe dunque che sia stata messa in dubbio la sicurezza dei dispositivi dell’azienda di Cupertino. Scopriamo insieme nel corso di questo nuovo articolo tutti i dettagli in merito alla questione.
Apple: dubbi sulla sicurezza dei dispositiviSempre più preoccupati per la sicurezza informatica che ogni giorni riguarda gli utenti. A preoccupare particolarmente il rapporto diffuso da Kaspersky che mette in discussione la sicurezza dei dispositivi a marchio Apple.
Nello specifico, sembrerebbe che la campagna di malware SparkCat, abbia svelato che esistono applicazioni iOS capaci di effettuare una scansione “segreta” delle immagini presenti nella galleria degli smartphone. Ciò viene considerato del tutto grave e senza alcun dubbio rappresenta un caso di cui non si era mai parlato prima per un’azienda nota come Apple.
Lo stesso SparkCat non fa altro che dimostrare che nessun sistema operativo è in grado di evitare completamente le minacce. Ciò, dunque, sottolineerebbe che anche un’eccellenza come l’ecosistema iOS può essere vulnerabile. Purtroppo non si è a conoscenza sul numero esatto di vittime tra gli utenti iPhone.
Tutto ciò non fare altro che far riflettere. Nonostante la qualità e l’eccellenza di alcuni dispositivi portati sul mercato bisogna sempre prestare attenzione alla sicurezza informatica per evitare di andare incontro a spiacevoli conseguenze. Indipendentemente dal sistema operativo utilizzato, dunque, è sempre bene vigilare al massimo anche tramite l’utilizzo di antivirus.
Non ci resta che attendere ulteriori aggiornamenti in merito per capire come si evolverà la situazione.
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Ecovacs innova con Deebot X8 Pro Omni e altri prodotti di qualità
Ecovacs è azienda sempre pronta ad innovare nel proprio settore, lanciando sul mercato dispositivi di qualità e di fascia alta, come l’Ecovacs Deebot X8 Pro Omni, primo nel suo genere, con tecnologia di lavaggio OZMO ROLLER.
La tecnologia OZMO ROLLER garantisce un tasso di riduzione delle macchie del 99%, riuscendo a rimuovere a tutti gli effetti ciò che le vecchie generazioni di robot aspirapolvere, con funzione di lavaggio, non erano in grado di rimuovere. La pulizia è stata completamente reinventata con l’utilizzo di acqua fresca, che porta ad avere il mocio sempre pulito, evitando di lasciare aloni e strisce, o tralasciare angoli e bordi.
Con la pulizia automatica istantanea è possibile avere il mocio sempre pulito, sono presenti 16 ugelli che spruzzano acqua pulita sul rullo, questo viene lavato 200 volte al minuto (per averlo sempre pulito ad ogni passata), ed il sistema elimina l’acqua sporca con una “strizzata”, evitando di conseguenza la contaminazione incrociata. Durante la pulizia il robot aspirapolvere va ad aspirare rapidamente l’acqua sporca all’interno del serbatoio dell’acqua usata, per poi riprendere dal principio tutto il ciclo di pulizia.
La combinazione del lavaggio istantaneo del rullo, con la pressione verso il basso di 4000 Pa (18’000 Pa di aspirazione) in un’area di contatto relativamente ristretta, permette di raggiungere un livello di pulizia molto elevato. Ecovacs Deebot X8 Pro Omni integra tecnologia TruEdge 2.0 con pulizia adattiva dei bordi, sistema Omni-Approach AIVI 3D 3.0 e sensore 3D Edge, per una perfetta navigazione all’interno dell’ambiente, oltre ad una potente aspirazione con la Zero Tangle 2.0 (pronta ad impedire che capelli si possano incastrare attorno alla spazzola centrale). Se interessati a conoscere da vicino il prodotto, vi potete collegare qui, è previsto anche uno sconto del 10% fino al 22 febbraio 2025, che porterà il prezzo a scendere dal listino di 1299 euro.
Ecovacs: gli altri prodotti di ultima generazioneNello stesso periodo Ecovacs sta lanciando tanti altri prodotti interessanti, come Winbot W2 Pro Omni e Winbot Mini, due dispositivi appartenenti alla serie Winbot, e creati per la pulizia senza sforzo dei vetri delle vostre abitazioni. Winbot W2 Pro è il primo robot lavavetri dell’azienda dotato di stazione portatile che permette la ricarica durante l’utilizzo, sfrutta tecnologia WIN-SLAM 4.0 per una pulizia più efficace del 37%, rispetto ai modelli precedenti, con batteria integrata, avvolgitore automatico del cavo, protezione contro le cadute, e soprattutto una trasportabilità estrema, proprio grazie alla stazione portatile. Lo potete acquistare su Amazon al seguente link, ordinandolo al suo prezzo di listino di 599 euro.
Winbot Mini è compatto, perfetto per pulire spazi stretti alti, più piccolo e sottile della concorrenza (spessore di 55 millimetri), WIN-SLAM 3.0, integra spray a atomizzazione ultrasonica e protezione a 9 strati, oltre a 3 modalità di pulizia (rapida, profonda e mirata), adatto più che altro a finestre di piccole dimensioni e spazi ristretti (la versione Pro ha invece 6 modalità di pulizia). Può essere acquistato a questo link, con un prezzo di listino è di 299 euro.
Ecovacs Goat A1600, un robot tosaerba ultra-intelligente, perfetto per giardini estesi o ville con ampie aree esterne, è dotato di una una batteria da 32V che gli permette di coprire fino a 3000 metri quadrati in mezza giornata, con due dischi di precisione di 33 centimetri, ottimi per il taglio di erba fitta, con riduzione dei tempi di lavoro. L’altezza di taglio è regolabile, tramite l’app, con incrementi di 0,5 cm (minimo 3cm, massimo 9 cm), e possibilità di affrontare pendenze fino al 50% (circa 27 gradi). Il prodotto è acquistabile a questo link, al prezzo di 1499 euro.
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Dyson Airwrap i.d. connesso, la recensione: come funziona il multi styler con Bluetooth e per chi è consigliato
Per ovvie ragioni, che potete tranquillamente intuire dalla mia foto autore, non ho condotto personalmente i test relativi all'esperienza di utilizzo su ciò che rimane della mia capigliatura. Le prove sono state effettuate su capelli lunghi mossi, come testimoniano le varie foto presenti in questa recensione.
L'esperienza di unboxing dei prodotti Dyson è sempre gratificante, ma su prodotti del genere lo è ancora di più. Il Nural che abbiamo provato di recente per esempio aveva una gran bella scatola, ma in alcune edizioni (come quella da noi testata) non offriva soluzioni per riporlo o per portarlo con sé.
L'Airwrap i.d. connesso invece arriva già all'interno del suo cofanetto protettivo, una box davvero elegante che riesce a contenere sia l'Airwrap con il suo lungo (lunghissimo) cavo, sia tutti gli accessori. Ha un unico difetto: le dimensioni sono generose. D'altronde l'Airwrap stesso non può essere definito compatto, e se ci mettete anche tutte le testine incluse, era ovvio che sarebbe servito un bel po' di spazio per tenere il tutto. Se non altro così avete tutto dentro una scatola dedicata.
All'interno trovate:
- Il cono lungo Airwrap da 40 mm
- Il nuovo cono affusolato che, come vedremo, è uno dei punti di forza del prodotto
- Pre-styler lisciante Coanda
- Pre-styler che fa un po' da phon classico
- Spazzola volumizzante rotonda
- Spazzola lisciante dedicata
- Spazzolina per la pulizia del filtro
Iniziamo questa recensione con un consiglio. Se vi state apprestando a comprare un Airwrap fate attenzione al modello. Il dispositivo di base è lo stesso per tutte le edizioni, ma ci sono due diverse versioni che includono accessori diversi. Quella testata da noi è la variante limitata Red Velvet / Gold con accessori pensati per capelli lisci e ondulati/mossi. Alternativamente c'è anche l'edizione per capelli ricci e molto ricci con accessori diversi, fra cui il Diffusore Wave+Curl a doppia modalità che avevamo testato nella recensione del Dyson Nural. Una volta scelta la variante giusta per il vostro tipo di capello, non vi rimane che scegliere il colore: quelli classici sono l'Acquamarina/Tangerine e il Pervinca/Tangerine, e da gennaio 2025 c'è anche la colorazione limitata Red Velvet / Gold con gli accessori per capelli lisci o mossi.
A cosa potrebbe mai servire il Bluetooth su uno styler per capelli? Può sembrare una classica manovra di marketing o una scusa per rilanciare il prodotto con modifiche lievi, ma non è così.
Uno dei più grandi difetti dell'Airwrap di Dyson è probabilmente la curva di apprendimento da affrontare. Per imparare a usare e, soprattutto, ad apprezzare l'Airwrap ci vuole tempo. Non tutti però hanno pazienza, e c'è chi si scoraggia fin troppo velocemente quando non si ottengono immediatamente risultati di qualità.
L'introduzione del Bluetooth serve un po' a questo: spinge gli utenti a scaricare l'app ufficiale Dyson, che già di per sé è bella ricca di suggerimenti d'uso e guide per ottenere le acconciature più disparate. Inoltre, collegando l'Airwrap via Bluetooth all'applicazione Android e iOS, avrete un riscontro visivo che vi aiuterà nella realizzazione dei ricci. Come?
Qui dobbiamo per forza spiegare come funziona di base l'Airwrap. La creazione del boccolo avviene tramite 3 passaggi: avvolgimento della ciocca, styling tramite aria calda e infine getto di aria fredda. Ma per quanti secondi dovete eseguire questi tre passaggi? Sarà l'app a suggerirvelo, chiedendovi inizialmente che tipo di capelli avete e che acconciatura volete ottenere.
La procedura poi sarà automatizzata: sullo schermo dello smartphone, che potete tenere davanti a voi mentre lavorate all'acconciatura, ci sarà un timer per ognuno dei tre passaggi.
Per far partire la procedura di creazione del boccolo sarete voi a spingere manualmente l'interruttore "i.d. Curl" sull'Airwrap, poi sarà l'Airwrap a pensare al resto. Se poi i timer impostati dall'app non fossero sufficienti (o fossero fin troppo lunghi), l'utente può modificarli liberamente in modo da adattarli al proprio tipo di capello.
Quando si è presa dimestichezza con l'Airwrap, si può anche dismettere l'applicazione. Le tre fasi di creazione del boccolo sono infatti gestibili anche manualmente. Accendete il dispositivo e spostando in alto la levetta i.d. Curl avviate la procedura di avvolgimento della ciocca. La levetta torna in posizione di riposo, e appena avete avvolto del tutto la ciocca, basta spingere nuovamente la levetta in alto per iniziare lo styling con aria calda. Un'altra spinta servirà a far partire il getto di aria fredda fissante. Certo è che è più comodo lasciar fare tutto all'Airwrap, invece di tenere a mente i secondi e fare tutto manualmente.
Nella versione aggiornata dell'Airwrap c'è anche il cono affusolato, una variante più affusolata appunto del cono originale. Anche quello originale è cambiato, visto che passa da 30 a 40 mm. Ma come si usano, e quali sono le differenze?
Qui bisogna aprire una parentesi sul funzionamento dell'Airwrap. Il device Dyson sfrutta il così detto effetto Coandă. Si tratta di un principio aerodinamico che descrive la tendenza di un flusso d'aria a seguire la superficie di un oggetto vicino anziché muoversi in linea retta. Questo fenomeno è sfruttato nel Dyson Airwrap per avvolgere automaticamente i capelli attorno al cono senza necessità di forzarli manualmente con spazzole o arricciacapelli tradizionali.
Il motore digitale che si trova nell'Airwrap gira a 110.000 giri al minuto, generando una pressione tale da creare appunto l'effetto Coandă. Così facendo, l'aria attira i capelli (è il primo step della creazione del boccolo) avvolgendoli dolcemente attorno all'accessorio, permettendo di ottenere ricci, onde o una piega liscia senza dover esercitare pressione e senza temperature estreme.
Come già accennato, l'altro vantaggio è che invece di avere un contatto diretto con un "ferro", si ha un contatto con aria calda mantenuta sotto i 150°C, controllata in tempo reale da un sensore ad-hoc integrato nell'Airwrap stesso. Di conseguenza si lavora a temperature più basse rispetto ai tradizionali strumenti di styling, riducendo il rischio di capelli danneggiati o, peggio, bruciati. Lo strumento stesso è più maneggevole di quelli tradizionali: se lo toccate dopo averlo usato è fresco, e potete appoggiarlo sulla sua scatola, nel lavandino o su qualsiasi superficie.
A cosa servono quindi due coni? Quello nuovo e più affusolato serve a creare il boccolo a partire dall'attaccatura stessa dei capelli. È quasi più uno strumento di precisione, che riesce a creare i riccioli anche a partire da ciocche più piccole. Quello più spesso, che arriva adesso a 40 mm di diametro, serve invece per far partire il boccolo più sul finale del capello. I risultati, insomma, sono diversi, da qui l'idea di fornirne due invece di uno.
Dalle foto noterete la punta dorata di entrambi i coni. Serve a decidere la direzione del flusso d'aria. Ovviamente l'aria deve scorrere in direzioni diverse per poter catturare le ciocche del lato destro e del lato sinistro. Per direzionare il flusso basta ruotare il perno in alto.
L'altro grosso vantaggio è che potete fare tutto con un unico strumento. I due pre-styler inclusi vi permettono infatti di asciugare preventivamente i capelli, senza dover usare un phon dedicato.
L'app Dyson vi suggerisce di asciugare i capelli fino a circa l'80%, e solo dopo procedere con l'uso dei coni per la creazione dei riccioli. Si sfrutta quindi l'aria calda non solo per la formazione del boccolo, ma anche per finire di asciugarli. Ovviamente non è banalissimo capire quando si è raggiunta la fantomatica soglia dell'80% dell'asciugatura, ma via via che si prova ci si prende la mano.
Per questa fase pre-styling ci sono, come già detto, due testine: una classica che svolge il ruolo di phon, con l'altrettanto classica cavità centrale da cui esce come per magia l'aria, e la testina lisciante Coandă. Quest'ultima, con una soluzione simile a quella che avevamo visto sul Nural, prepara i capelli per lo styling andando di fatto a "nascondere" i baby hair.
Da sottolineare poi che all'interno dell'Airwrap c'è lo stesso ionizzatore degli asciugacapelli Supersonic e Nural. Serve a ridurre l'elettricità statica nei capelli immettendo particelle caricate negativamente nel flusso d'aria, una soluzione che troviamo a bordo di tantissimi phon di recente concezione.
Addio phon quindi? Teoricamente sì. Se tutte le volte che lavate i capelli volete anche acconciarli con l'Airwrap, potete di fatto mandarlo in pensione.
E se avete capelli mossi e volete alternare capelli lisci ad acconciature con boccoli più o meno accentuati? In teoria in confezione trovate sia il pre-styler lisciante che la spazzola lisciante dedicata, ma in questo caso è forse più suggeribile equipaggiarsi con una piastra dedicata. Per quanto la spazzola lisciante possa aiutare, le piastre moderne, con controllo del calore e materiali pensati per non danneggiare il capello, vi permettono di ottenere risultati migliori. Poi nulla vieta di valutare anche un Dyson Airstrait, ma l'investimento per portarsi a casa entrambi diventa cospicuo.
È Dyson stessa sul suo sito ufficiale a dire "uno styling più facile, su misura per te". Con questa frase si fa riferimento al Bluetooth e all'uso dell'app, che effettivamente snellisce la procedura per la creazione dell'acconciatura e permette anche di personalizzarla.
Rimane comunque un dispositivo che necessità di un po' di cicli di utilizzo prima di essere padroneggiato al massimo delle sue possibilità. Inoltre creare un acconciatura completa, soprattutto usando il cono ristretto, richiede del tempo. Ci vuole tempo, appunto, per dividere bene le ciocche e per poi trattarle una a una con l'Airwrap. Per ottenere risultati migliori bisogna avere pazienza, non lo sguardo fisso sull'orologio con la fretta addosso.
Diciamo che fra asciugatura e styling potrebbero volerci tra i 20 e i 40 minuti, ma dipende tantissimo dalla lunghezza dei capelli, dalla loro natura e anche dall'acconciatura che volete ottenere.
A tal proposito, sempre da app, o direttamente dall'Airwrap, potete anche regolare temperature e potenza generale del dispositivo. Se si vuole usare impostazioni più basse potete farlo tranquillamente, e in tal caso si modificheranno anche i tempi dei tre passaggi (avvolgimento, styling, getto freddo) per adattarsi ai nuovi parametri d'uso.
Sulla tenuta della piega è difficile esprimere un giudizio. Se dovessimo limitarci al nostro caso d'uso, l'esperienza è stata più che positiva. L'acconciatura tiene bene lungo il corso di tutta la giornata, e anche dopo una nottata di sonno i capelli mantengono la loro divisione in ciocche e le curve ottenute con l'Airwrap. Magari i boccoli sono meno definiti, ma comunque l'acconciatura regge. Nulla vieta poi di provare a riprendere qualche ciocca per provare a ridare definizione, ma in teoria (e in pratica) la procedura funziona meglio sul capello semi bagnato.
A tal proposito, torna molto comoda la possibilità di personalizzare i tempi dello styling e del getto d'aria fredda. Quest'ultimo è quello che dona resistenza all'acconciatura e non è da sottovalutare, e in ogni caso se l'Airwrap non vi sembra funzionare a dovere sui vostri capelli, si può appunto provare a modificare entrambi questi tempi allungandoli (o accorciandoli) per vedere se si riesce a modificare la tenuta o a migliorare il risultato finale.
Qualche altra considerazione prima di giungere a conclusione:
- Il cavo è lunghissimo. Si parla di oltre 2,5 metri. Ora, se avete la presa dalla corrente lontana dallo specchio principale, è una vera manna. Altrimenti avrete una gran bella matassa di filo da gestire. Un po' inutile lamentarsi della presenza del filo. Viene da pensare alla piastra Dyson Corrale che è senza filo, ma in questo caso serviva un motore bello potente e veloce per sfruttare l'effetto Coandă, e di conseguenza farlo wireless sarebbe stato molto difficile. Senza contare che sarebbe peggiorata l'ergonomia per via della batteria, che sarebbe dovuta essere bella capiente visti i tempi necessari alla creazione di un'acconciatura.
- Il dispositivo è ben bilanciato. Il peso si aggira intorno ai 500 grammi, comunque meno di un Dyson Nural o di tanti altri phon convenzionali in commercio.
- Estetica come al solito molto ricercata. Abbiamo avuto l'opportunità di provare la nuova colorazione uscita poco prima di San Valentino, che potrebbe piacere a chi non è fan delle ultime colorazioni super colorate dei prodotti Dyson per i capelli. A prescindere dalla colorazione, il dispositivo è elegante e dotato di finiture curate. Ma questo lo avrete forse capito sin dalla sezione dedicata all'unboxing.
- Per la manutenzione del dispositivo vi aiuta l'app. È l'app stessa a suggerirvi quando pulire il filtro: si tratta della sezione finale, quella dove si aggancia il cavo, che potete pulire tramite la spazzolina inclusa in confezione.
- La potenza di picco è di 1300W, un po' meno di alcuni asciugacapelli più o meno recenti.
Tanta tecnologia si paga. Il prezzo di listino del Dyson Airwrap i.d. connesso è di 549€. Se non altro dopo un investimento del genere vi trovate per le mani tanti accessori, una bella box dove riporre il tutto e il supporto di un'app che offre tanti suggerimenti, cosa che non certo tutti offrono.
Il sample per questa recensione è stato fornito da Dyson, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso monetario.
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Tesla: perdita di fiducia degli utenti, secondo uno studio
Da sempre la casa automobilistica Tesla è conosciuta per essere un’azienda con un alta capacità di produrre vetture dalle prestazioni eccellenti che consentono all’utente di avere sempre il massimo del comfort. Un comfort accompagnato da un’esperienza di guida che si contraddistingue certamente rispetto ai competitor. Ciò nonostante, molto spesso, può capitare che anche per i costruttori più importanti ci siano delle problematiche nel corso degli anni.
Secondo un’importante ricerca portata avanti dall’EV Politics Project, il costruttore statunitense Tesla starebbe perdendo popolarità tra i potenziali acquirenti di veicoli elettrici negli Stati Uniti. Che cosa sta succedendo? Scopriamo insieme nel corso di questo nuovo articolo tutti i dettagli più importanti che sono stati svelati nelle scorse ore.
Tesla: perdita di popolarità per il brand statunitense?Chi di noi non conosce Tesla? Un marchio sempre attento a soddisfare le esigenze degli automobilisti ed in grado di proporre modelli con un design del tutto ricercato. Ad attirare particolarmente l’attenzione, nelle scorse ore, una ricerca portata avanti dall’EV Politics Project. Come accennato in precedenza, secondo quest’ultima, il costruttore statunitense starebbe perdendo popolarità tra i potenziali acquirenti di veicoli elettrici negli Stati Uniti.
Quale sarà il motivo di una simile crisi che non ci si aspetterebbe mai da un marchio come Tesla? Come sappiamo, i costruttori che puntano a conquistare il mercato e, di conseguenza, più utenti sono aumentati nel corso degli anni. Di conseguenza, l’azienda di Elon Musk deve affrontare una crescente concorrenza sempre più alta e più forte.
Nello specifico, dunque, il sondaggio coinvolgendo 600 persone, mostra che il 37% degli intervistati interessati all’acquisto di un’auto elettrica è sfavorevole a Tesla.
La qualità dei veicoli Tesla rimane del tutto indiscussa ma, nonostante ciò, il problema sembrerebbe riguardare l’opinione pubblica. Un opinione pubblica che avrebbe deciso di spostarsi contro l’azienda probabilmente a causa della svolta politica effettuata dal numero uno di Tesla. Non ci resta che attendere ulteriori aggiornamenti in merito a tale questione. Riuscirà Tesla a riacquisire la fiducia?
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Ampace Andes 1500: power station portatile da 1462 Wh ad un ottimo prezzo
Ampace, azienda orientale esperta nella realizzazione di prodotti per l’accumulo di energia, ha recentemente lanciato in Europa un nuovo modello di power station: Ampace Andes 1500.
Il prodotto presenta al proprio interno un pacco di batterie LiFePO4 da 1462 Wh, con potenza di 2400W (picco di 3600W), senza andare ad intaccarne la relativa portabilità. Le sue dimensioni sono di 436 x 195 x 335 millimetri, con un peso netto di 16,5 kg, il design è curato e minimale, in linea con le aspettative per un prodotto dello stesso tipo.
I punti di forza del dispositivo sono molteplici, si parte appunto dalla presenza di batterie LFP, ottime per estenderne la longevità, in termini di resa, anche dopo 6000 cicli di ricarica, oltre che per quanto riguarda la protezione da un eventuale sovraccarico o surriscaldamento. Questi si appoggia ad un cutting-edge BMS, capace di proteggerla da problematiche di vario tipo, oltre che migliorarne le prestazioni. I metodi di ricarica supportati sono sostanzialmente tre: con pannelli solari (600W massimo) in 3-5 ore, con presa a muro (1800W max) in 55 minuti, o collegamento alla presa dell’auto da 96W in 16 ore.
Ampace Andes 1500: versatilità e prezzoAmpace Andes 1500 può essere facilmente controllata direttamente dall’applicazione dedicata, in modo da verificarne il funzionamento anche da remoto, ed allo stesso tempo regolare la modalità della luce LED anteriore (luce classica, SOS o codice morse).
Il dispositivo è estremamente versatile data la presenza di 13 porte di output, troviamo difatti 4 porte USB-A, 2 porte USB-C, 2 DC5521, un connettore per l’accendisigari dell’auto e ben 4 AC classiche (le spine schuko della corrente, per intenderci). Il tutto viene controllato, oltre che da mobile come indicato poco sopra, anche dal grande display anteriore, a colori e retroilluminato, sul quale vengono visualizzate tutte le informazioni di stato in tempo reale.
Dove acquistarloAmpace Andes 1500 può essere acquistato direttamente su Geekbuying ad un prezzo di soli 799,99 euro, applicando il codice Tecnoandroid, nella pagina di riepilogo dell’ordine (prima di effettuare il pagamento). Dall’11 al 28 Febbraio è attiva una promozione che abbassa il prezzo di listino di 899,99 euro a soli 849,99 euro, ma con l’applicazione del codice indicato poco sopra, potrete ottenere uno sconto aggiuntivo di 50 euro.
I metodi di pagamento accettati sono carte di credito (Mastercard e Visa), Paypal, Apple e Google Pay, con spedizione gratuita in 2/7 giorni lavorativi presso il vostro domicilio, garanzia di 6 anni, e soprattutto nessun dazio doganale da pagare, in quanto la spedizione viene effettuata dai magazzini siti all’interno dell’Unione Europea.
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La nuova folle personalizzazione Samsung grazie a Home Up
Nel panorama delle personalizzazioni Android, Samsung ha sempre saputo distinguersi grazie alla sua flessibilità e innovazione. Con l'ultimo aggiornamento di Home Up, disponibile tramite Good Lock, l'azienda coreana ha portato la personalizzazione della One UI 7 a livelli mai visti, offrendo agli utenti la possibilità di creare home screen uniche e completamente su misura. Vediamo insieme tutte le novità e come sfruttarle al meglio.
Se siete curiosi di conoscere tutte le novità sulla One UI 7 potete consultare il nostro articolo dedicato.
Cos'è Good Lock e Home Up?Good Lock è un software ufficiale di Samsung, scaricabile gratuitamente dal Galaxy Store, che offre una suite di strumenti modulari per personalizzare ogni aspetto della One UI. Tra questi moduli troviamo Home Up, un'applicazione dedicata esclusivamente alla personalizzazione della home screen.
Con l'ultimo aggiornamento, Home Up introduce una nuova modalità che amplia significativamente le possibilità creative degli utenti. Non solo si possono modificare icone e widget, ma è possibile ridimensionarli, ruotarli, sovrapporli e persino aggiungere elementi grafici come sticker, cornici, schizzi a mano libera e testi. Attenzione però che questa specifica versione di Home Up per One UI 7 non è ancora disponibile nel Galaxy Store. Sotto troverete i passaggi per poterla comunque installare senza rischi.
Le novità principali di Home Up-
Spostamento e ridimensionamento libero
Ogni elemento della home, dalle icone ai widget, può essere spostato e ridimensionato senza limitazioni. È possibile anche ruotarli e sovrapporli, scegliendo quale elemento debba essere visibile in primo piano. -
Personalizzazione grafica
L'aggiornamento permette di aggiungere sticker, forme geometriche, cornici e testi alle icone e ai widget. Ad esempio, puoi evidenziare un'app con un disegno o un'emoji oppure aggiungere un bordo colorato per enfatizzare un gruppo di icone. -
Backup e reset
Grazie al modulo di backup integrato, è possibile salvare le configurazioni personalizzate della home e ripristinarle in qualsiasi momento. Questo è utile sia per sperimentare liberamente sia per tornare alla configurazione originale con un semplice click.
Attenzione che queste sono le personalizzazioni che abbiamo trattato nel video perché riguardano in modo specifico la home della One UI, ma sempre nel video accenniamo ad altre novità, come alla possibilità di personalizzare le animazioni o di espandere la barra laterale con ben tre colonne di applicazioni preferite.
Come installare l'ultima versione di Home UpPer sfruttare tutte queste novità, è necessario scaricare la versione più recente di Home Up. Attualmente, l'aggiornamento non è disponibile per tutti i dispositivi tramite Good Lock, ma è possibile scaricarlo manualmente seguendo questi passaggi:
- Scarica l'ultima versione di Home Up
- Installala sul tuo smartphone
- Una volta installato, apri Good Lock, seleziona Home Up e inizia a personalizzare la tua home screen con le nuove funzionalità. In alternativa potete tenere premuto sulla home, andare in Impostazioni e scorrere in fondo fino a poter premere su Altre personalizzazioni
- Per accedere al menù di personalizzazione della home tenete premuto sulla home e poi selezionate DIY Home in alto a destra
L'approccio di Samsung alla personalizzazione è unico nel suo genere. A differenza di altre piattaforme, come iOS, che limitano le possibilità di personalizzazione, Home Up consente agli utenti di esprimere al massimo la propria creatività, senza restrizioni. La libertà di scegliere ogni dettaglio, dalle dimensioni delle icone ai disegni manuali, rende ogni smartphone unico e perfettamente adattato alle esigenze dell'utente. Certo, questo potrà sicuramente portare anche alla creazione di "mostri" estetici, ma non importa esagerare come abbiamo fatto noi nel video: potete anche solo ridimensionare (finalmente) la dimensione di quel widget che vi ha sempre fatto impazzire.
Facci sapere nei commenti su YouTube al video che cosa ne pensi di questo strumento.
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