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How to Install Gitea DevOps Platform using Docker on Debian 12

Linux Today - 12 hours 18 min ago

Gitea is an open-source code-hosting solution based on the Git platform. This guide will cover installing and configuring Gitea on a Debian 12 server and setting up your first Git repository.

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Whatsapp, utilizzerà l’intelligenza artificiale

Tecnoandroid - Thu, 03/28/2024 - 21:30
La funzione dell’Ai sarà rivoluzionaria.

Ormai le persone non usano più lettere per comunicare. Il mondo ci offre sempre più app di messaggistica per raggiungere con dei messaggi i nostri cari. Seduti dal divano possiamo comunicare con un nostro amico che, per esempio, sta dall’altra parte del mondo. Quindi si sta puntando sempre più sullo sviluppo di app di messaggistica sempre più complete e aggiornate per aiutare l’utente a comunicare. E’ quello che sta facendo Whatsapp con una rivoluzione che scatterà l’11 aprile.

Whatsapp con un futuro incentrato sull’intelligenza artificiale

La grossa app di messaggistica di Meta, Whatsapp si adeguerà al Digital Markets Acts e al Digital Services Act dell’UE dall’11 aprile. Ci sarà inoltre una seconda novità e toccherà l’argomento dell’AI per l’app. Whatsapp ha svelato attraverso un post X che integrerà nella barra di ricerca un aiuto dato dall’AI di Meta. Secondo WABetaInfo, “sarà disponibile con un futuro aggiornamento”, ma già potrebbe essere testata da parte degli utenti iscritti al programma beta di Whatsapp su Android. Per riuscire a interagire e iniziare ad utilizzare l’IA di Meta, possiamo semplicemente scaricare l’app di Whatsapp beta 2.24.7.14 sul nostro dispositivo. Recentemente si parlava di un chatbot IA sull’app di messaggistica, ma ora sta diventando come non mai prima sempre più realtà.

Potremo affidarci in futuro a questa funzione dell’AI di Meta per rendere molto più completa la nostra esperienza d’uso dell’app. Potremo trovare per esempio delle conversazioni specifiche fatte con un amico, possiamo ritrovare dei messaggi importanti, potrà aiutarci a scrivere dei messaggi o anche a programmare messaggi da inviare in un momento successivo. Ci saranno quindi molte funzioni di cui potremo usufruire e trarre vantaggio. Mettiamo in chiaro che l’integrazione dell’AI di Meta è ancora in fase di sviluppo. Quindi la versione beta con già questa funzione potrà presentare solo una parte di questo progetto non essendo completa e potrebbe quindi volerci un pò di tempo prima che uscirà la versione definitiva.

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Auto a GPL economiche: l'elenco completo (con i prezzi)

Android World - Thu, 03/28/2024 - 19:04

Le auto a GPL non "tirano" più come un tempo ma rappresentano ancora una discreta fetta delle immatricolazioni in Italia visto che incidono per oltre il 10% sul totale delle vendite.

Chi acquista una vettura a gas lo fa per risparmiare al momento di fare il pieno ma c'è anche modo di economizzare dal concessionario: basta infatti dare un'occhiata al listino per trovare tante proposte economiche.

Di seguito troverete l'elenco completo (con i prezzi) di tutte le auto a GPL economiche in commercio: tante vetture "gasate" a meno di 30.000 euro.

  • 2 1.5 GPL da 23.200 euro
  • Sandero 1.0 TCe ECO-G da 14.750 euro
  • Jogger 1.0 TCe GPL da 18.100 euro
  • Duster 1.0 TCe GPL da 18.500 euro
  • 3.0 1.5 Bi-Fuel da 20.900 euro
  • 4.0 1.5 Bi-Fuel 21.900 euro
  • 5.0 1.5 Bi-Fuel 23.900 euro
  • 5.0 1.5 Turbo Bi-Fuel 27.900 euro
  • 6.0 1.5 Turbo Bi-Fuel manuale 29.900 euro
  • Wave 3 1.5 22.000 euro
  • Wave 3 1.5T 24.400 euro
  • 3 1.5 Bi-fuel 18.900 euro
  • 4 1.6 Bi-Fuel 20.900 euro
  • 5 1.5 Turbo Bi-fuel 21.900 euro
  • i10 1.0 GPL da 19.000 euro
  • i20 1.2 GPL 21.500 euro
  • Bayon 1.2 GPL da 21.100 euro
  • Tivoli 1.5 GDI Turbo GPL 23.900 euro
  • Korando 1.5 GDI-Turbo GPL (Road e Dream 2WD) da 26.940 euro
  • Picanto 1.0 GPL da 17.350 euro
  • XCeed 1.0 T-GDi GPL Business da 28.000 euro
  • Stonic 1.0 T-GDi GPL 27.050 euro
  • Stonic 1.2 GPL da 21.550 euro
  • Ypsilon 1.2 GPL 20.900 euro
  • KUV100 1.2 M-Bifuel da 17.395 euro
  • Space Star 1.2 bi-fuel 17.150 euro
  • Clio 1.0 TCe GPL da 18.750 euro
  • Captur 1.0 TCe GPL da 23.050 euro

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Humane AI Pin si integra con Google, Apple e Microsoft, ma non allo stesso modo

Android World - Thu, 03/28/2024 - 18:52

Dopo aver parlato di Rabbit r1, abbiamo novità anche in merito a Humane AI Pin, l'altro atteso di dispositivo basato su intelligenza artificiale, che abbiamo avuto il piacere di toccare con mano al MWC

Prima del lancio dell'Ai Pin nelle prossime settimane, Humane ha rivelato infatti maggiori dettagli sull'esperienza d'uso, includendo l'integrazione di base con Google Foto.

Brevemente, per chi non lo conoscesse, AI Pin è una sorta di "spilletta" dotata di una fotocamera ultra wide da 13 megapixel (FOV 120° e apertura f/2.4). Non solo, ma c'è anche un piccolo proiettore che mostra sul palmo della vostra mano l'interfaccia e le app (anche se sono termini riduttivi nel suo caso) di cui potete avere bisogno. 

Il video seguente vale da solo più di mille parole, quindi non ci dilungheremo ulteriormente su questo punto. Vi basti sapere che da molti AI Pin era stato inizialmente visto come il dispositivo che poteva rimpiazzare lo smartphone, un'affermazione abbastanza "pesante", che va presa con le pinze.

Humane Ai Pin vuole essere anche una fotocamera accurata, per quanto possibile. Il dispositivo cattura tre immagini in sequenza per garantire i migliori risultati e poi esegue la correzione del colore e la riduzione del rumore.

Le immagini a bassa risoluzione vengono immediatamente caricate su rete LTE, se abbonati al cloud dell'azienda. Quando il dispositivo è connesso al Wi-Fi e ha sufficiente autonomia della batteria, foto e video in alta risoluzione vengono caricati a loro volta.

Come potete immaginare, collegando il proprio account Google al servizio di Humane, foto e video vengono sincronizzati anche su Google Foto. Oltre a questo potete anche sincronizzare la rubrica con Google Contatti, mentre la sincronizzazione con Google Calendario non è ancora disponibile (ma è in lavorazione).

In questo modo potrete chiedere ad AI Pin di visualizzare foto, chiamare un amico, o sui prossimi appuntamenti, tutto tramite comandi vocali, con supporto anche a domande follow-up, per un'interazione più completa. 

Altri servizi di terze parti che si possono collegare per i contatti includono Apple con iCloud e Microsoft.

Proprio come Rabbit r1, i primi AI Pin dovrebbero arrivare ad aprile, e allora sapremo quale di questi nuovi dispositivi AI sarà davvero degno della nostra attenzione.

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Rabbit risponde a tutte le domande più scomode su R1: spedizioni, funzioni al lancio, aggiornamenti e tanto altro

Android World - Thu, 03/28/2024 - 18:20

Rabbit R1, il non-smartphone basato su intelligenza artificiale, è uno dei dispositivi più attesi dell'anno, ma allo stesso tempo uno dei più misteriosi. Quasi nessuno ha avuto il piacere di provarlo dal vivo, e anche sui tempi di spedizione c'era ancora un po' di incertezza.

L'azienda ne ha quindi approfittato per fare luce su molti dei dubbi della sua neonata community con un lungo post sul proprio sito. Le informazioni più importanti le trovate riassunte qui sotto, in attesa della nostra recensione.

La spedizione di Rabbit r1 non è così "lineare" come si potrebbe pensare. I dispositivi vengono prima trasferiti dalla fabbrica alla dogana e, successivamente, agli Stati Uniti per un'ulteriore verifica doganale. Infine, gli r1 raggiungeranno il magazzino di Rabbit, e da lì saranno spediti agli acquirenti. L'azienda si impegna a tenere i clienti aggiornati via email durante ciascuna fase del processo di spedizione.

Il primo lotto partirà, come previsto, il 31 marzo 2024. In base a quanto abbiamo appena detto, i dispositivi inizieranno ad arrivare ai clienti statunitensi a partire dal 24 aprile. Per chi lo abbia ordinato da altre parti del mondo, ovviamente, ci vorrà di più.

Il LAM rappresenta una pietra miliare per rabbit, mirando a rendere r1 capace di apprendere l'uso di qualsiasi software, e migliorando nel tempo.

Questo modello speciale è progettato per interpretare gli input in linguaggio naturale, offrendo un'interazione utente intuitiva senza precedenti. L'attenzione iniziale è rivolta alle applicazioni più popolari, che beneficeranno di una UI personalizzata per ogni categoria di servizio. 

E questo è solo l'inizio. Il LAM di adesso è, letteralmente, il peggiore che vedrete. Col tempo non potrà fare altro che migliorare.

Al momento del lancio, r1 offrirà una serie di funzionalità base tra cui:

  • La capacità di dialogare.
  • Funzioni di ricerca, visione AI, e traduzione bidirezionale.
  • La possibilità di prendere appunti con riassunti potenziati dall'IA.

Inoltre, il Large Action Model (LAM) sarà presente in funzioni quali la musica, l'IA generativa, il rideshare, e le funzioni legate all'alimentazione fin dal giorno uno, con ulteriori capacità che saranno introdotte attraverso aggiornamenti OTA.

Una delle caratteristiche più attese è la modalità di insegnamento, che consentirà agli utenti di personalizzare i compiti eseguiti dai loro "rabbits". Da come vengono descritti sembrano un po' come i GPTs di ChatGPT.

Questa funzione sperimentale è prevista per essere rilasciata entro la fine dell'anno, con l'obiettivo di offrire una personalizzazione e una flessibilità senza precedenti nell'uso di r1.

Gli aggiornamenti di r1 saranno gestiti prevalentemente attraverso il cloud, permettendo al dispositivo di rimanere sempre aggiornato con le ultime funzionalità e miglioramenti software senza richiedere interazioni manuali da parte dell'utente.

Questo vuol dire che in molti casi non ci sarà un'OTA da scaricare, come avviene di solito sugli smartphone, e qualora ci fosse sarà leggera, nell'ordine dei megabyte. In ogni caso l'utente sarà sempre avvisato.

Rabbit hole è un portale che servirà a gestire tutti i servizi connessi ad r1, o meglio a rabbit OS, e sarà disponibile fin da subito. È tramite lui che potrete, ad esempio, configurare l'account Spotify, o quello di altri applicativi.

Rabbit hole agirà come hub centrale per la gestione dei servizi connessi a rabbit OS, assicurando che la privacy e la sicurezza delle informazioni degli utenti siano sempre protette grazie all'uso della crittografia.

Rabbit si impegna a non memorizzare informazioni nel suo database. Tuttavia, uno stato autenticato delle applicazioni con cui vi siete loggati verrà salvato sul cloud dell'azienda (altrimenti non potrebbero funzionare), memorizzato in modo sicuro. È possibile rimuovere queste informazioni ogni volta che lo si desidera.

La collaborazione con Perplexity, Anthropic, e OpenAI permette di instradare le richieste degli utenti verso i modelli più adatti per rispondervi, che siano quelli di Rabbit stessa o meno.

I dati dell'utente vengono memorizzati sui server di Rabbit; solo le conversazioni che non contengono informazioni personali, private o sensibili, vengono inviate ai partner.

La chiosa di tutto è altrettanto importante. I LLM sbagliano, e possono essere lenti nel rispondere (è tutto sul cloud). Siamo solo all'inizio, ma Rabbit si sente già parte di una "grande famiglia" che vuole spingere l'esperienza utente in avanti.

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Recensione MacBook Air 15 M3: Apple aveva ragione

Android World - Thu, 03/28/2024 - 17:30

Niente di nuovo sotto il sole. MacBook Air, cavo in tinta con la scocca, alimentatore da 35 Watt (bianco) a doppia porta, adesivi e manuali. In fase di ordine, se volete, potete scegliere un caricabatterie da 70 Watt con una sola porta USB-C.

Personalmente vi consiglio questa seconda soluzione, perché la velocità di ricarica cambia non poco. Per di più, sfruttando entrambe le porte dell'alimentatore più piccolo, la potenza a disposizione del MacBook diminuisce ancora.

Dal punto di vista di design e materiali non ci sono differenze con gli Air M2. Apple ha da tempo unificato le linee dei MacBook, siano questi Air o Pro. Abbiamo quindi le solite due porte USB-C, il MagSafe e il jack audio.

Peso, secondo la nostra bilancia, di 1.500 grammi netti. 9 grammi in più, secondo la stessa bilancia, rispetto al modello precedente con M2. Un aumento trascurabile, e che può essere imputato ad uno qualsiasi dei componenti interni.

Come potete vedere dalle foto, il modello che abbiamo in prova ha la colorazione Mezzanotte. È bellissima, soggettivamente parlando. Apple ha cambiato qualcosa nel processo di lavorazione in modo da ridurre ulteriormente le tracce delle impronte digitali. In parte, andando a memoria, sembra che ci sia riuscita. In parte è praticamente impossibile che un pezzo di metallo scuro non mostri qualche segno di usura.

Diciamo che la colorazione che dovrebbe scegliere "il cervello" è sempre il classico e banale argento. È quello che col tempo si preserva meglio e che si pulisce più facilmente. Indubbiamente però non è il colore più bello che ci sia. E di fronte "al cuore" non si comanda.

Anche qui non c'è nulla da dire. Tastiera e trackpad non sono cambiati in alcun modo, così come la rigidità della scocca che li avvolge. È un'esperienza molto buona in generale (ma ciò non significa che non sia migliorabile), che senz'altro piacerà a chi non abbia mai usato un MacBook, e al contempo farà sentire a casa chi già la conosca.

Il MacBook Air 15 M3 che Apple ci ha inviato è il modello più potente tra quelli preconfigurati. Lo potete ulteriormente "pompare", ma già così è praticamente perfetto per il 99% dei suoi potenziali utenti. La versione base ha la metà della memoria, sia unificata che di archiviazione.

  • Schermo: 15,3'' IPS (2.880 × 1.864 pixel a 224 ppi), 500 nit
  • CPU: Apple Silicon M3 (CPU 8‑core, GPU 10-core)
  • Memoria unificata: 16 GB
  • Memoria interna: 512 GB
  • Webcam: 1080p@30fps
  • Connettività wireless: Wi-Fi 6E, Bluetooth 5.3
  • Porte: MagSafe 3, 2x USB-C 4 / Thunderbolt 3, jack audio
  • Batteria: 66,5 Wh
  • Peso: 1.500 grammi
  • OS: macOS 14.4 Sonoma

Al netto del processore, c'è da segnalare il passaggio al Wi-Fi 6E, non disponibile nel precedente modello. Altri cambiamenti degni di nota non ce ne sono.

Il display è lo stesso del precedente MacBook Air, e sinceramente è l'ultimo componente che ci aspettavamo cambiasse. È un buon IPS LED, con pieno supporto alla gamma cromatica P3, e ha una luminosità di 500 nit in SDR.

Il suo vincolo principale è rappresentato dalla presenza dei MacBook Pro. Apple può singere solo fino a un certo punto, perché comunque lo schermo migliore sarà sempre per loro. Ecco quindi che manca ProMotion (il refresh rate variabile fino a 120Hz), e che la luminosità massima è comunque inferiore alla serie Pro.

È un problema? No, affatto. MacBook Air è pensato per "l'utente qualunque", e questo schermo è già superiore a buona parte della concorrenza Windows. La luminosità è elevata, gamma colore e calibrazione sono di buon livello, la leggibilità è molto buona praticamente in ogni situazione. Non c'è nulla di cui lamentarsi insomma, considerando il target.

A proposito di schermi però, adesso potete usare due display esterni chiudendo il MacBook Air (da aperto, solo uno). Segno di quanto l'asticella si sposti sempre più anche in direzione degli utenti più esigenti, come vedremo a breve.

MacBook Air era e rimane fanless. Anche qui il motivo è chiaro: non sovrapporlo troppo ai MacBook Pro. Del resto gli Apple Silicon quelli sono: se aggiungi anche la ventola, praticamente hai fatto un MacBook Pro.

È una male? Niente affatto. Il tempo ha dato assolutamente ragione ad Apple nella sua scelta dell'architettura ARM. I suoi SoC sono potenti, scaldano poco, e gestiscono benissimo il multitasking. Questo vuol dire che, anche sotto carico intenso, il sistema non è comunque piantato, e rimane usabile.

Per di più, tra una generazione e l'altra, le prestazioni sono comunque sensibilmente aumentate, come mostrano i benchmark qui sopra. Ed è chiaro che, essendo un portatile senza ventola, ci sia da mettere in conto il throttling, ma è davvero un problema?

In senso generale no, non lo è per l'utente tipo di MacBook Air. Più nello specifico, sì, sotto carico intenso perdete un po' di performance, ma non è una perdita vertiginosa. MacBook Air M3 si stabilizza infatti su certi valori, più bassi di quelli iniziali di circa un 10%, ma poi riesce appunto a mantenerli costanti. L'unico modo per peggiorare le cose è abbassare lo schermo, perché in questo modo il flusso d'aria è ulteriormente compromesso, ma questo vale per qualsiasi portatile. E parliamo di prestazioni che, anche sotto stress, sono comunque superiori a tanta concorrenza.

Per dare un po' di altri numeri, su Cinebench R23, anche dopo mezz'ora di esecuzione, siamo sui 9.150 punti. Cinebench 2024 invece fa registrare 140 punti in single-core, 665 in multi-core e 3230 sulla GPU pressoché costantemente anche dopo multiple ripetizioni. Provate a eseguirli sul vostro portatile, del resto sono benchmark gratuiti, e vedrete da soli la differenza.

E Intel?

E la cosa come sempre notevole degli Apple Silicon è anche la costanza di rendimento. Che siate collegati all'alimentatore o meno, le prestazioni sono quelle. La stessa cosa non vale affatto per i processori basati su architettura x86.

Se avete guardato la video recensione avrete visto anche com'è andato il confronto con il Framework Laptop 13 con Intel Core i7-1360P. 665 contro 589 punti, a tutto vantaggio del MacBook Air. Una macchina fanless che supera del 13% una con le ventole in decollo. E parliamo appunto di una situazione di stress.

Le armi in più di M3

Guardate poi quanto sono alti i punteggi single-core del chip M3, e capirete da soli che in condizioni "normali" la reattività è veramente da top di gamma. Detta altrimenti, nelle operazioni più comuni (navigazione, small office, media player, chat) siamo di fronte al meglio che ci sia al momento sul mercato.

Per di più adesso abbiamo una vera GPU, con supporto ray tracing e mesh shading. Questo è importante non tanto in ottica gaming (il discorso su quel fronte è ancora aperto), ma perché significa che anche certi applicativi "pro" adesso gireranno meglio di prima, andando ad ampliare ulteriormente il bacino di utenza del MacBook Air.

Questa generazione in particolare è insomma davvero universale, e si configura per molti versi come il MacBook da raccomandare a chiunque. Ma di questo paleremo meglio a breve.

Nota importante, prima di chiudere: adesso il modello base, quello con 256 GB di archiviazione, non è più lento degli altri. Apple è tornata sui suoi passi e questa volta ha montato due chip NAND da 128 GB l'uno. Almeno adesso potrete comprarlo senza remore, senza ulteriori "spinte" verso i 512 GB di spazio, salvo le vostre esigenze personali.

L'esperienza d'uso del MacBook Air M3 è sostanzialmente la stessa di prima, ma con un tocco in più. Il portatile di fatto non è cambiato, ma come abbiamo appena sottolineato ha adesso ancora maggiore respiro.

È a suo agio in un maggior numero di situazioni, al punto che ormai, per molti utenti che potremmo chiamare "semi-Pro", potrebbe non aver senso spingersi fino al MacBook Pro.

Certo, quest'ultimo ha un display migliore (più luminoso, più alta risoluzione, più fluido) e un'audio migliore (non di chissà quando), oltre a garantire prestazioni ancora più costanti e superiori (grazie agli M3 Pro e Max), quindi per il "vero professionista" ha ancora senso eccome.

Ci stiamo rivolgendo però a quella fascia di utenti che stanno nel mezzo. Quelli che non usano il portatile solo per le cose più basilari, ma che non sono nemmeno professionisti ultra-esigenti, ma che forse proprio per questo si sentirebbero un po' sviliti nel sentirsi dire che "un Air gli può bastare". Non siatelo, non sottovalutate MacBook Air. Lui sta crescendo, e voi potreste pentirvi di averlo sottovalutato.

Per tutto il resto vi rimandiamo letteralmente alle precedenti recensioni. Schermo, tastiera, touchpad e in generale anche l'autonomia non sono cambiati. L'esperienza d'uso di MacBook Air era e rimane di alto livello, non c'è molto da aggiungere.

Ah, e alla lunga il piacere di avere tra le mani un notebook che non emette mai un sibilo (e che pure è così veloce), si fa sentire eccome. Scalda? No, mai in modo fastidioso, nemmeno sotto uso intenso. Certo la parte alta sopra la tastiera diventa calda, ma non al punto da non poterlo appoggiare sulle ginocchia per scrivere (cosa che in generale è scomoda a prescindere, ma questo è un altro discorso).

MacBook Air M3 da 15 pollici ha un'autonomia minima di circa 3 ore. Che vuol dire? Vuol dire che se tenete il processore fisso al 100% dopo questo lasso di tempo il portatile si spegnerà.

È un caso estremo giusto per evidenziare la peggiore delle situazioni. Nell'uso reale superare l'intera giornata lavorativa è facilissimo. Con un uso blando potete arrivare anche a due giorni.

Certo, tutto dipende dai software che usate (quelli di Apple sono ovviamente privilegiati da questo punto di vista), ma chi cerchi un notebook dalla grande autonomia con gli Apple Silicon è di fronte a un punto di svolta.

MacBook Air M3 parte da 1.349€ nella versione da 13 pollici (8 GB di memoria unificata e 256 GB di archiviazione) e da 1.649€ per la versione da 13 pollici (stessa configurazione ma con GPU più veloce, a parità di processore la differenza è di 185€).

Sono cifre che possono anche starci, considerando quanto detto finora. Ci sono però due problemi, anzi forse tre.

Il primo problema, come sempre, sono gli updgrade. 230€ ogni 8 GB di memoria unificata in più, stessa cifra ogni 512 GB di spazio di archiviazione. Sono prezzi che non hanno alcun raffronto con il costo reale dei relativi componenti. Apple gioca sul fatto (deciso da lei stessa) che i MacBook non sono aggiornabili.

La RAM e lo storage con cui li comprate sono quelli con cui li porterete nella tomba, e questo è in effetti un limite che spinge l'utente verso le configurazioni maggiori. La cosa che possiamo consigliarvi, a cuor leggero ormai, è di non essere "avidi".

8 GB di memoria unificata sono sufficienti per la maggior parte degli usi, e diventano limitanti solo in ambiti "semi pro", come dicevamo prima. E per ampliare lo spazio di archiviazione ci sono tanti metodi, dai dischi esterni al cloud.

Certo, questo non esime in alcun modo Apple dalle sue "colpe", ma aiuta il consumatore a fare una scelta più consapevole.

A questo proposito veniamo agli altri due "problemi", chiamati MacBook Air M2 ed M1. Questi ultimi rimangono validissimi portatili ancora oggi. Il primo condivide con la versione M3 quasi tutto; l'altro ha un design che ad alcuni potrebbe piacere anche di più e prestazioni che comunque non vi lasciano per strada.

Se li trovaste sotto i mille euro non li sottovalutate: potreste risparmiare parecchio, e portarvi a casa un portatile più che adatto per gli usi più comuni. Già il modello M2 a 200 euro in meno, come da box qui sotto, è una bella tentazione.

Il sample per questa recensione è stato fornito da Apple, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso economico.

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Come attivare un abbonamento Enel X per caricare l'auto

Android World - Thu, 03/28/2024 - 17:15

Il costo della ricarica di un veicolo elettrico è principalmente determinato dal costo dell'energia elettrica, ma è influenzato da diverse componenti. Pensiamo al costo dell'energia che è definito dai fornitori nel mercato libero dell'energia. Ma anche agli oneri di rete che includono i costi di trasporto e gestione dei contatori da parte dei gestori di rete, regolamentati dall'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Ecco poi gli oneri generali di sistema ovvero le tariffe destinate a coprire costi di interesse pubblico, come la promozione delle energie rinnovabili, stabilite dall'Arera.

Ci sono poi le imposte statali tra accise e Iva con aliquota del 10% per utenze domestiche e del 22% per quelle non domestiche. Il costo della ricarica varia in base al punto di ricarica. Le colonnine pubbliche tendono ad avere tariffe più elevate rispetto alle ricariche domestiche, poiché sono considerate utenze non domestiche. Ciò implica che gli oneri generali di sistema siano più alti per le colonnine pubbliche, mentre le tariffe domestiche possono risultare più convenienti.

Nel contesto della ricarica pubblica, il prezzo deve tenere conto non solo dei costi energetici, ma anche delle spese legate all'installazione e alla manutenzione delle colonnine, oltre ad altri costi operativi come la gestione dei pagamenti e la manutenzione generale del servizio rivolto all'utente finale.

Per gestire il proprio abbonamento Enel X occorre seguire una serie di passaggi:

  • accesso all'area account: accedi alla sezione Account dalla barra di navigazione del sito;
  • apertura del wallet: una volta nell'area dell'account, aprire la sezione Wallet;
  • monitoraggio delle tariffe di ricarica pubblica: naviga verso la sezione Tariffe di ricarica pubblica per tenere sotto controllo le tariffe attive sul proprio account. Qui è permesso anche modificare la tariffa selezionata per le ricariche pubbliche e visualizzare le altre opzioni disponibili per l'iscrizione.

Nella sezione Metodi di pagamento si gestiscono le procedure attivate con i seguenti passaggi:

  • per aggiungere un nuovo metodo di pagamento, fare clic su Aggiungi un metodo di pagamento + nell'angolo in alto a destra o selezionare la scheda nella parte inferiore dello schermo;
  • per selezionare un metodo di pagamento esistente, cliccare sulla scheda corrispondente e poi su Conferma;
  • per eliminare un metodo di pagamento, fai clic sull'icona del cestino e confermare la rimozione dalla lista dei metodi di pagamento registrati.

I pagamenti delle ricariche effettuate nelle stazioni di ricarica pubbliche dell'abbonamento Enel X avvengono tramite carta di credito, carta prepagata o PayPal. Ogni transazione genera in automatico l'emissione di una fattura. La frequenza di emissione delle fatture varia in base al piano tariffario scelto, come segue:

  • piano tariffario Pay Per Use Basic: la fattura viene emessa e inviata al cliente al termine di ogni sessione di ricarica. Eventuali addebiti per mancata liberazione della presa al termine della ricarica sono inclusi;
  • piano tariffario Pay Per Use Premium: Una prima fattura viene emessa al momento della sottoscrizione per il canone annuale per il servizio di prenotazione. Per le ricariche, la fattura viene emessa al termine di ciascuna sessione;
  • eventuali addebiti per mancata liberazione della presa al termine della ricarica sono fatturati al termine della sessione;
  • abbonamento mensile (solo in Italia): la fattura viene emessa e inviata al cliente il giorno della sottoscrizione del piano o del rinnovo. Comprende il canone mensile ed eventuali costi extra per il superamento della soglia mensile. La fattura ha una periodicità mensile, emessa lo stesso giorno di ogni mese. Eventuali addebiti per mancata liberazione della presa sono inclusi nella fattura al termine della sessione di ricarica.

Per le grandi aziende, il metodo di pagamento segue le modalità concordate negli accordi aziendali.

Nella sezione Wallet dell'abbonamento Enel X si ha la possibilità di disattivare il piano tariffario corrente. La procedura comporta un cambio di piano dall'abbonamento mensile al piano Pay per Use. La disattivazione ha effetto alla scadenza dell'abbonamento in corso. Fino a questa data è possibile utilizzare i kWh residui, che non possono essere accumulati per le mensilità successive.

Un coupon nel contesto dell'abbonamento Enel X è un codice che consente all'utente di beneficiare gratuitamente del servizio di ricarica, offrendo un borsellino di kWh con una specifica data di scadenza. Questo codice può essere ottenuto da Enel X Way o da altri partner autorizzati. L'utente deve inserire il codice prima dell'avvio della ricarica tramite l'app dedicata.

Una volta attivato, il borsellino è valido per tutte le tariffe, a eccezione di quelle corporate, e viene applicato alle ricariche successive all'attivazione. Per utilizzare i coupon occorre avere attivo almeno un piano tariffario, a eccezione del Corporate. Nel caso in cui siano attivi più coupon contemporaneamente, viene utilizzato prioritariamente quello con la data di scadenza più prossima.

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Se avete iPhone 12, è il momento di comprare un caricatore wireless: ecco perché

Android World - Thu, 03/28/2024 - 16:56

La ricarica wireless è una vera comodità, ma se avete un iPhone c'era sempre qualcosa in più da considerare: anche col miglior caricabatterie wireless, infatti, c'è il rischio che la ricarica sugli smartphone della mela venga bloccata a 7,5W (piuttosto lenta, quindi), se non usate un caricabatterie certificato MagSafe, ossia la tecnologia proprietaria di Apple per la ricarica rapida senza fili (fino a 15W).

Le cose sono un po' cambiante negli ultimi mesi: su tutti i più recenti iPhone, infatti, è arrivato il supporto a Qi2, ossia il più recente standard di ricarica wireless definito dal Wireless Power Consortium (WPC).

Il supporto a Qi2 porta la velocità di ricarica a 15W anche con caricabatterie non certificati MagSafe (che supportano però questo standard), ed è arrivato su tutti gli iPhone 13 e superiori con iOS 17.2.

Il grande assente era proprio la famiglia iPhone 12 ma, secondo quanto riportato da MacWorld, con iOS 17.4 anche su iPhone 12 è stato abilitato il supporto al Qi2.

Nonostante non venga specificato nel changelog di Apple, il team di MacWorld ha notato che dopo l'aggiornamento un caricabatterie certificato Qi2 (ma non MagSafe) come l'Anker MagGo, riesce a caricare alla stessa velocità del caricabatteria ufficiale MagSafe di Apple, ossia 15W. Inoltre, adesso appare anche l'animazione di ricarica, il che conferma che la ricarica avviene alla massima velocità possibile.

Insomma, se avete un iPhone 12, può essere giunto il momento di valutare l'acquisto di un caricabatterie wireless e/o di un power bank senza fili: ovviamente, accertatevi che sia Qi2 (come quelli che vi suggeriamo qui sotto) per avere la ricarica più veloce possibile.

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15 Best Free and Open-Source Linux File Managers

Linux Today - Thu, 03/28/2024 - 16:30

To provide an insight into the quality of software that is available, we have compiled a list of 15 high quality free Linux file managers. Hopefully, there will be something of interest for anyone who wishes to have more control over managing their files.

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AGCOM: tutto tace sul Piracy Shield piratato, e nel frattempo non mancano altre magagne

Android World - Thu, 03/28/2024 - 15:57

Il sistema antipirateria dell'AGCOM denominato Piracy Shield è stato protagonista di un episodio alquanto grave in questi ultimi giorni di marzo. Il suo codice sorgente e tutta la documentazione interna che lo caratterizza sono stati pubblicati online su GitHub. L'autore del leaker ci è andato giù pesante, allegando a tutto il materiale un messaggio in cui accusa Piracy Shield di essere uno strumento di censura mascherato da soluzione alla pirateria. Nel caso vi foste persi la notizia la potete recuperare qui.

Il codice ha messo in evidenza difetti e vulnerabilità del sistema, alcune facilmente sfruttabili da chi vuole davvero pubblicare e diffondere contenuti pirata sul web. Su GitHub l'autore del leak ha anche evidenziato il nome di una persona che potrebbe essere uno dei principali sviluppatori del sistema, ma non è dato sapere chi sia né tanto meno se sia davvero coinvolto nella realizzazione di Piracy Shield.

In tutto ciò sarebbe anche lecito dubitare della bontà del materiale pubblicato su GitHub. Il codice, in certi punti, è così semplice e "grossolano" che potrebbe quasi sembrare l'opera di qualcuno intenzionato a gettare fango sull'AGCOM e basta.

Il vero problema è che, a distanza di più di un giorno dalla pubblicazione di queste informazioni, manca una dichiarazione a riguarda da parte dell'AGCOM. Sul sito ufficiale, nella sezione dedicata ai comunicati stampa, tutto tace. Idem dicasi per i canali social del garante, privi di aggiornamenti di alcun tipo dal 22 marzo. Se si trattasse di un leak "falsificato", il garante probabilmente si sarebbe già mosso per segnalare l'inutilità di quanto pubblicato online. E invece al momento tutto tace, portandoci a pensare che il materiale ancora presente su GitHub sia a questo punto autentico. È probabile a questo punto che l'AGCOM abbia emesso un avviso di rimozione DMCA a GitHub (la piattaforma stessa spiega come fare), ma potrebbero volerci giorni prima che l'avviso venga letto e verificato. Nel frattempo chiunque può ancora visionare il codice diviso in repository, la documentazione e la lettera di accusa pubblicata dall'utente.

I colleghi di Wired ieri hanno provato a mettersi in contatto sia con Alessandro Miele, socio di SP Tech (lo studio legale che ha affiancato AGCOM nella creazione del Piracy Shield), sia con l'AGCOM stessa. Il primo non ha risposta a una richiesta di commento, mentre il garante ha fatto sapere che "Sono in corso le necessarie verifiche da parte degli uffici tecnici", che significa tutto o niente.

Il leak comunque è solo uno dei tanti problemi che sta affrontando il Piracy Shield. Dal lancio della piattaforma sono stati bloccati oltre 3.200 IP con accuse di pirateria e di diffusione di materiali protetti da diritto d'autore. Peccato che fra gli IP colpiti ce ne siano anche tanti che non hanno niente a che fare con "pezzotto" o simili. Giusto ieri citavamo gli IP di Akamai, ma è solo la punta dell'iceberg. Persino Cloudfare si è mossa scrivendo ai gestori di alcuni siti oscurati senza motivo da Piracy Shield spiegando come fare ricorso all'AGCOM. Ieri sera i colleghi di Dday hanno raccolto altri esempi eclatanti, come quello di un utente che acquistando un IP failover (detto anche IP di trasferimento) da OVHcloud, si è trovato per le mani un IP finito nella lista di quelli bloccati da Piracy Shield senza apparente motivo. Quindi OVHcloud sta vendendo IP bloccati? No, perché chi gestisce gli IP non ha idea di quello che sta succedendo in Italia e di come agisca Piracy Shield.

È palese che il sistema così come è congegnato non può funzionare. Ogni weekend si aggiungono all'elenco tanti altri IP bloccati, e il vero problema è che gli innocenti che si trovano coinvolti in questo blocco si troveranno a dover affrontare un inferno burocratico allucinante. Se non ci si rende conto alla svelta che Piracy Shield sta bloccando un IP, passati 5 giorni dall'inserimento nella "lista nera" si dovrà richiedere l'intervento di un tribunale per sperare di escluderlo dal sistema dell'AGCOM, con le eventuali spese e i tempi biblici che ne derivano. È probabile che nei prossimi giorni torneremo nuovamente a parlare del sistema antipirateria del garante. Aggiorneremo sicuramente l'articolo in caso di dichiarazioni da parte dell'AGCOM.

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TIM lancia un'offerta dedicata agli over 60 a meno di 8€ mensili

Android World - Thu, 03/28/2024 - 15:35

Da oggi TIM ha lanciato l'offerta mobile TIM 60+ Basic, dedicata agli utenti che hanno 60 anni compiuti. L'offerta, che costa mensilmente 7,99 euro, offre minuti illimitati verso numeri fissi e mobili nazionali, 200 SMS verso i numeri nazionali ed 1 Giga di traffico dati in 4G. Ricordiamo che Tim 60+ Basic, che si aggiunge alla gamma Tim 60+ per gli over 60, non è compatibile con la promozione "Giga illimitati" di TIM Unica e TIM Unica Power.

Per quanto riguarda i costi di attivazioni, sono pari a 5 euro, a cui vanno aggiunti i 10 euro relativi al costo della SIM. Inoltre, gli utenti dovranno saldare anche il costo del primo mese anticipato. Per chi dovesse optare per l'attivazione online, il costo di attivazione e del primo mese dell'offerta sono gratuiti, tuttavia per la SIM comunque occorrerà spendere 10 euro (con 5€ di traffico incluso). 

L'offerta, come accennato all'inizio, include 1 Giga di traffico internet. Nel caso in cui si superi questa soglia, la navigazione si bloccherà fino al rinnovo della promozione. Passando alle velocità della navigazione, l'utente potrà raggiungere i 150 Mbps in download ed i 75 Mbps in upload. 

Nel caso di credito insufficiente per il rinnovo dell'offerta, è prevista la sospensione della promozione fino ad un massimo di 180 giorni. A questo proposito, l'utente può decidere di attivare il servizio TIM Sempre Connesso, che permette in caso di esaurimento del credito, di chiamare, inviare SMS e navigazione al prezzo di 0,90 centesimi di euro al giorno (fino ad un massimo di due giorni consecutivi). 

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Nuovo matrimonio tra Sky e Premiere League: accordo fino al 2028

Android World - Thu, 03/28/2024 - 15:21

Arrivano delle belle notizie per coloro che sono abbonati Sky e che sono appassionati di calcio. Il colosso della pay TV ha appena annunciato il nuovo accordo per la trasmissione della Premiere League.

La Premiere League è ovviamente la massima serie del campionato di calcio inglese. Sky ha annunciato il nuovo accordo con il quale si è aggiudicata i diritti per la trasmissione delle partite di Premiere League.

Le partite del campionato inglese verranno trasmesse su Sky e in streaming su NOW. Ci saranno quelle della stagione 2024/2025, per poi proseguire per altre 3 stagioni, fino al 2027/2028. Verranno trasmesse fino a 10 partite in diretta per ogni turno di campionato.

Ci saranno le partite del Friday Night, ovvero il match che storicamente viene giocato nella serata del venerdì, e quelle del Monday Night. Correlati alle partite di Premiere League, ci saranno anche altri appuntamenti come Premier League Remix, per rivedere i momenti salienti di tutte le partite della giornata, e Premier League Stories, che invece è centrata su specifici personaggi del campionato inglese.

Trova streaming

Si tratta di un investimento importante per Sky, il quale punta sull'esclusività del massimo campionato inglese in Italia per ulteriori tre anni.

La Premiere League su Sky sarà disponibile per tutti gli abbonati al servizio che hanno il pacchetto Sky Calcio, così come potranno vederla coloro che sono abbonati al pacchetto Sport di NOW TV.

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3 novità in arrivo che consacreranno Apple Watch come il re degli smartwatch

Android World - Thu, 03/28/2024 - 15:16

Ci sono buone ragioni per credere che il prossimo Apple Watch possa essere una pietra miliare nel panorama dei wearable: se già gli orologi della mela sono certamente tra i migliori smartwatch disponibili sul mercato, per la decima edizione di Apple Watch ci sono grandi aspettative. Non per nulla, nei mesi scorsi è circolato il nome di Apple Watch X (o Apple Watch Series X), riprendendo quindi l'indicazione col numero romano come è già avvenuto con iPhone X, anche per segnare lo stacco rispetto al passato.

Proprio come successe su iPhone (con il modello X venne introdotto il design a tutto schermo), tra le novità del prossimo modello ci si aspetta un radicale cambio di design: Mark Gurman, famoso giornalista di Bloomberg esperto di Apple, sostiene che si tratterà del più importante cambio di aspetto nella storia di Apple Watch. I rumor suggeriscono uno smartwatch più sottile, con un nuovo sistema di cinturini magnetici: questo, purtroppo, renderà incompatibili i precedenti cinturini con la nuova versione.

Ma le novità non si fermeranno solo all'aspetto, anzi. Apple sembra intenzionata a scommettere sempre di più sulle funzionalità legate alla salute e la decima edizione di Watch potrebbe introdurre due funzioni attese da tempo.

La prima di queste è il monitoraggio della pressione arteriosa: secondo quanto riferito, la società della mela sta lavorando da anni a questo tipo di rilevazione, ma adesso sarebbe finalmente pronta a implementare il sensore che consentirà di tracciare la pressione. Tuttavia, sembra che in questa prima versione non ci sarà una lettura diretta della pressione sistolica e diastolica: come succede attualmente con la temperatura, l'orologio monitorerà i trend nel tempo e avviserà l'utente in caso di variazioni significative.

La seconda grande novità medica riguarda il monitoraggio delle apnee notturne: non ci sono ancora molte informazioni su come funzionerà ma, tracciando sonno e respiro, avviserà l'utente in caso di possibili apnee notturne da far controllare a un medico. Solitamente, serve uno studio su una notte per rilevare apnee notturne nei pazienti: avere un'indicazione del genere da parte di Apple Watch potrebbe essere un importante passo avanti in tal senso.

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Disponibile TIM Power Pro: 12,99€ mensili per minuti illimitati e 200 Giga in 5G

Android World - Thu, 03/28/2024 - 14:50

Da oggi 28 marzo nei negozi TIM aderenti (oppure contattando il 119) è possibile attivare le offerte mobile Tim Power Pro e Tim Power Pro Easy al costo mensile di 12,99 euro. Le due offerte sono riservate a chi attiva un nuovo numero oppure a chi effettua la portabilità del proprio numero da qualsiasi operatore (tra l'altro, includono anche l'abilitazione alla rete 5G).

Tim Power Pro include minuti illimitati verso tutti i numeri nazionali, 200 SMS e 100 Giga di traffico dati fino in 5G, il tutto al prezzo mensile di 12,99 euro. La versione Easy, invece, oltre ai minuti illimitati, offre 200 SMS e 200 Giga di traffico dati, sempre a 12,99 euro al mese. Il costo di attivazione è pari a 5 euro, mentre il costo della nuova SIM è di 10 euro. Inoltre, si evidenzia che attivando Tim Power Pro Easy, il servizio TIM Ricarica Automatica dovrà essere conservato per tutta la durata dell'offerta. In caso contrario, verrà attivata TIM Power Pro con 100 Giga al mese.

Inoltre, anche le offerte underground nei negozi TIM sono compatibili con TIM Unica Power, cioè il meccanismo a pagamento che consente di unire in convergenza la linea fissa con un massimo di 6 SIM mobili. In questo caso, l'addebito avviene nella fattura del fisso il costo mensile delle SIM e, poi, attribuendo ad ognuna di esse Giga illimitati 5G ogni mese.

Per quanto riguarda i prezzi, TIM Unica Power richiede un costo mensile in fattura per la prima SIM di 1,90 euro, mentre le altre cinque linee mobili hanno un costo pari a 0 euro. 

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Nothing Ear (3) e il suo primo teaser saltellante

Android World - Thu, 03/28/2024 - 14:44

Arriva un nuovo teaser da parte di Nothing, un nuovo messaggio con il quale l'azienda inizia ad alimentare le aspettative su un nuovo prodotto. I pochi indizi trapelati ci fanno pensare alle nuove Nothing Ear (3).

Le Nothing Ear (3) sarebbero la terza generazione del primissimo prodotto lanciato sul mercato dall'azienda, quello con il quale ha debuttato nel mercato tech a livello globale.

Il video che ha pubblicato nelle ultime ore sul suo canale ufficiale X non lascia particolari indicazioni. Vediamo una rana che si pone di fronte a uno scarafaggio per poi saltarlo e protendersi verso lo schermo.

Il fatto che ci sia una rana saltellante è il dettaglio da cogliere. Si tratta infatti della mascotte che ha accompagnato la campagna di teaser prima del lancio di Nothing Ear (2), e anche quella che ha accompagnato la campagna successiva al lancio delle cuffie di Nothing.

Tutto fa quindi pensare che il prossimo prodotto di Nothing saranno proprio le Ear (3), le nuove true wireless che sicuramente attireranno l'attenzione del grande pubblico, probabilmente anche in termini di design.

Al momento l'azienda non ha condiviso altri dettagli. Ci aspettiamo sicuramente che arriveranno altre anticipazioni prima del lancio ufficiale. Continuate a seguirci per rimanere aggiornati sulle prossime novità.

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Le novità della domotica nel tuo bagno

Tecnoandroid - Thu, 03/28/2024 - 14:30
Il bagno si fa tecnologico e si riempie di sistemi che aumentano il comfort e la comodità

L’evoluzione tecnologica contemporanea non ha risparmiato nemmeno l’interno delle nostre case. Sono sempre più diffusi, infatti, gli impianti domotici, ovvero quella serie di soluzioni intelligenti per il controllo e l’automazione degli ambienti domestici. Grazie agli smartphone e agli assistenti vocali, che si stanno sempre più evolvendo, il concetto di casa smart è diventato sempre più concreto, con dispositivi e sistemi avanzati.

 

Il bagno intelligente

Nonostante la domotica abbia trovato facile applicazione in molte aree della casa, basti pensare al salotto e al modo in cui ci interfacciamo con la televisione, il bagno era rimasto ancora un grande escluso. Di recente, anche questa stanza ha potuto beneficiare delle soluzioni intelligenti per migliorare l’igiene e il comfort.

Di asiatica memoria, sono arrivati anche da noi i famosi WC a la giapponese. Sanitari dotati di funzionalità avanzate, come bidet e WC autopulenti e autoriscaldanti, offrono un’esperienza più igienica e confortevole dei sanitari classici. Ma le novità smart non si fermano qui. Rubinetti senza contatto e dispenser automatici di sapone riducono lo spreco di acqua e prodotti. Mentre accessori come porta-asciugamani elettrici e sterilizzatori UV contribuiscono a mantenere l’ambiente pulito.

Tra le ultime innovazioni nel settore dei bagni intelligenti spiccano anche gli specchi smart, che integrano display digitali e connettività wireless per offrire funzionalità aggiuntive come informazioni meteo, news in tempo reale e tutorial di trucco e grooming.
A quanto pare nel prossimo futuro, o nel presente domotico, lavarsi i denti non sarà più  noioso come prima.

 

Una casa sempre più domotica

L’introduzione della tecnologia smart nel bagno rappresenta l’ennesimo passo avanti verso la creazione di ambienti domestici sempre più connessi e funzionali. E’ importante ricordare, soprattutto in luoghi così delicati, l’importanza della privacy individuale, e che il progresso tecnologico deve andare sempre di pari passo con l’etica e la sostenibilità, per garantire all’umanità un futuro migliore.

 

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Logitech presenta la Slim Signature Combo MK950

Tecnoandroid - Thu, 03/28/2024 - 14:15

In queste ore, Logitech ha annunciato il lancio della nuova tastiera wireless Signature Slim K950. L’accessorio è pensato per rendere sempre più semplice e confortevole l’uso dei PC in ambito privato e professionale.

Il design ricercato rende questa tastiera assolutamente integrata nello stile domestico o d’ufficio. Inoltre, risulta la soluzione perfetta per tutti gli utenti che cercano un prodotto di fascia alta dalla qualità elevata e dalle numerose feature.

Grazie alla possibilità di personalizzare il software, gli utenti possono creare un ecosistema in base alle proprie esigenze. Inoltre, scegliendo il kit Signature Slim Combo sarà possibile abbinare il mouse wireless Signature Plus M750 alla tastiera.

 

Logitech ha lanciato la Slim Signature Combo MK950 composta da mouse e tastiera wireless professionali da usare a lavoro o a casa

Come dichiarato da Art O’Gnimh, direttore generale della divisione Core Personal Workspace Solutions di Logitech: “Abbiamo ideato la tastiera Signature Slim per essere compagna perfetta del mouse Signature, che abbiamo introdotto due anni fa, per aiutare le persone che si destreggiano tra lavoro, vita privata e tutto il resto“.

I prodotti Signature Slim sono pensati da Logitech per permettere agli utenti di esprimersi al massimo sia nella sfera professionale che nello svago. La compatibilità dei prodotti è massima, così come il comfort di utilizzo.

Il Signature Slim Combo è disponibile in due colorazioni Graphite e Off-White. In questo modo, il brand vuole offrire una gamma di personalizzazione senza trascurare l’aspetto professionale. La tastiera può essere utilizzata su tre dispositivi diversi, grazie alla possibilità di associarla a diversi device contemporaneamente. La corsa dei tasti è ottimizzata per essere silenziosa, così come i click del mouse.

Attraverso il software Logi Options+ App gli utenti potranno attivare varie scorciatoie per ottimizzare il funzionamento di entrambi i device. Sarà possibile controllare velocemente il volume, mettere in pausa e avviare la produzione o silenziare l’audio. Inoltre, l’attenzione all’ambiente di Logitech

La nuova tastiera Logitech è disponibile sul sito ufficiale al prezzo di 94.99 euro. Gli utenti possono anche scegliere la Signature Slim Combo MK950 che include tastiera e mouse al prezzo di 129 euro. Per tutti coloro avessero bisogno di una soluzione professionale, è disponibile anche la variante Business nel solo colore Grafite. I prezzi sono di 89.99 euro per la tastiera e 119 euro per la combo.

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Sony sta per lanciare un nuovo portafoglio di canali gratuiti: i particolari e su quali piattaforme

Android World - Thu, 03/28/2024 - 14:12

Uno dei formati di visualizzazione in più rapida crescita nel panorama dello streaming è quello dei canali FAST, ovvero i canali gratuiti supportati dalla pubblicità, che ora si sta per arricchire di un nuovo attore: Sony (sapete come funziona Samsung TV Plus?). 

Il gigante giapponese ha infatti appena annunciato Sony One, un portafoglio di canali gratuiti in arrivo in Europa (e anche in Italia) su piattaforme popolari come Samsung TV Plus, LG Channels e TiVo+. Scopriamo i dettagli. 

Sony One è un portafoglio di canali FAST (free, ad-supported streaming television, ovvero canali gratuiti per la TV supportati dalla pubblicità) in arrivo in Europa. 

La programmazione sarà curata per i mercati locali in diversi territori, con contenuti trasmessi principalmente nella lingua madre di ogni regione. I territori al momento del lancio includono Regno Unito, Francia, Italia, Germania, Spagna, Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia. 

Sony ha annunciato che Sony One sarà composto da 54 canali in tutta Europa, per diventare uno dei più grandi portafogli di canali FAST quando debutterà ad aprile.

L'azienda ha annunciato otto canali per il lancio:

  • Sony One Comedy TV: sitcom come Seinfeld, The Nanny e The Goldbergs
  • Sony One Thriller TV: serie di suspence e azione come Breaking Bad, Better Call Saul e Justified
  • Sony One Faves: classici senza tempo come Bewitched, Community e Dawson's Creek
  • Sony One Comedy HITS: commedie classiche con personaggi e scene iconiche, come Step Brothers, Jerry Maguire e Easy A
  • Sony One Action HITS: film d'azione e avventura, sia da botteghino che acclamati dalla critica, come District 9 e i franchise di Men in Black e Zombieland
  • Sony One Shark Tank: uno dei reality più famosi del mondo, dove aspiranti imprenditori presentano le loro idee imprenditoriali ai magnati, noti come gli "squali"
  • Sony One Dragons' Den: il reality dietro Shark Tank 
  • Sony One Blacklist: canale dedicato alla serie TV omonima

Nel suo annuncio, Sony ha dichiarato che Sony One sarà disponibile da aprile su LG Channels, Samsung TV Plus e TiVo+, ma non si parla dei TV del marchio.

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AGCM: multa ai danni di Verisure di 4 milioni di euro

Tecnoandroid - Thu, 03/28/2024 - 14:00

Mega sanzione in inflitta dall’AGCM ai danni della filiale italiana di Verisure per motivazioni riguardanti la trasparenza e la correttezza nelle pratiche commerciali. Con una multa di 4 milioni e 250 mila euro, Verisure è ritenuta responsabile di quattro condotte che violano il Codice del consumo e di aver messo in discussione la fiducia dei consumatori, creando preoccupazioni nelle autorità per le partiche e le regolamentazioni della società.

Uno dei principali e gravi problemi evidenziati nell’accusa riguarda la comunicazione ingannevole utilizzata da Verisure attraverso gli spot televisivi, i cartelloni pubblicitari e persino sui suoi siti web. L’AGCM ha notato che la società non ha mostrato in modo chiaro e comprensibile che la sottoscrizione del contratto non implica l’acquisto dei sistemi di allarme, ma che il loro utilizzo è in comodato d’uso gratuito. Tale mancanza di trasparenza ha violato i diritti dei consumatori e non ha rispettato i contratti erogati, portando poi alla pena e al pagamento della sostanziosa multa.

Le motivazioni dietro la multa così importante

Un’altra preoccupazione riguarda l’ostilità durante il recesso del contratto. Verisure è stata accusata di complicare il processo di recesso, ritardando e persino ignorando le richieste dei propri clienti. In questo modo ha continuato a fatturare anche dopo la cessazione del servizio, del tutto inaccettabile. Questo comportamento gravoso ha causato disagio ai consumatori ed ha creato dubbi su quanto l’azienda si impegni per rispettare i diritti della clientela. Già soltanto con queste premesse una multa da parte dell’AGCM era già “preannunciata”.

Come se le prime due accuse non fossero già gravi, ad esse si aggiunge l’attivazione automatica del servizio alla firma del contratto, avvenuta senza il consenso esplicito dei consumatori, non rispettando la privacy e la loro volontà. I clienti, trovatisi in difficoltà, non hanno ricevuto alcun tipo di supporto e in molti non hanno potuto comprendere in che modo esercitare i propri diritti legali. La multa inflitta dall’AGCM è più che giusta, considerando queste motivazioni. Si spera che l’episodio crei un precedente che faccia comprendere alle società l’importanza della trasparenza e della correttezza nelle pratiche commerciali.

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Playstation: giocare mentre si è al volante potrebbe diventare legale

Tecnoandroid - Thu, 03/28/2024 - 13:45

 

La sicurezza stradale dovrebbe essere sempre una priorità, almeno in teoria. Ebbene, tra le regole stradali, giocare alla Playstation mentre si è al volante potrebbe diventare legale. Sembra che presto potremo viaggiare sulla strada, mentre giochiamo alla console senza neanche essere multati o fermati dalle autorità. Questa possibilità crea dubbi su chi è dietro tale proposta e spaventa chi tiene alla propria vita quando utilizza la propria auto.

Qualsiasi attività può compromettere l’attenzione alla guida, anche cose del tutto normali come ascoltare la radio a volume troppo alto. Utilizzare lo smartphone è vietato, anche se non tutti sono soliti nel rispettare questa regola, perché se ci concentriamo sullo schermo perdiamo di vista quello che accade attorno a noi e potremmo provocare un incidente. Le conseguenze potrebbero essere letali sia per noi che per pedoni o altri guidatori. Allora, come potrebbe essere l’uso della Playstation al volante più sicuro? Richiede ancora più concentrazione del cellulare!

Com’è possibile che si possa giocare alla Playstation in auto?

In molti si chiedono come sia possibile si parli anche soltanto di una legge del genere, ma è la verità. La Sony, in collaborazione con la Honda, sta valutando il progetto di integrare la Playstation nelle auto dell’azienda automobilistica. Ma, se la normativa venisse approvata, come si potrebbe giocare ai videogiochi in sicurezza? La soluzione potrebbe essere nello sviluppo delle auto dotate di guida autonoma.

Anche se resta una pessima idea, per poter giocare alla Playstation mentre si guida sarà necessario avere un’auto con pilota automatico integrato. Mentre noi facciamo le nostre partite, il veicolo si muoverebbe da solo. Questa possibilità appare lontana, non esistono ancora auto così tanto autonomi, seppur siano andati avanti con questa tecnologia, o con una Playstation sul cruscotto, eppure non esclude che possa diventare realtà. Se da un lato potrebbe offrire una nuova forma di intrattenimento, dall’altro è prima necessario trovare il giusto sistema per garantire che non comprometta la sicurezza degli automobilisti e degli altri utenti della strada.

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