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Updated: 1 hour 42 min ago

Oura Ring 4 esce allo scoperto: come sarà il nuovo sfidante di Galaxy Ring

Mon, 07/22/2024 - 11:02

Il settore degli smart ring è sempre più in crescita, così come l'attenzione nei suoi confronti da parte del grande pubblico. Dopo il lancio di Galaxy Ring all'orizzonte ci sono nuovi prodotti. Oura Ring 4 è appena trapelato con il suo design.

Si parla di Oura Ring 4 dallo scorso anno, ovvero del successore di Oura Ring 3 che abbiamo conosciuto da qualche anno ormai. Il dispositivo non è ancora arrivato ufficialmente sul mercato, ma nelle ultime ore sono trapelati interessanti dettagli sul suo design.

Visto il contesto, Oura Ring 4 dovrebbe essere il nuovo rivale di Galaxy Ring. Se ne parla dallo scorso anno ma ancora non abbiamo date ufficiali per il suo lancio. In compenso, nelle ultime ore sono trapelate online interessanti informazioni e immagini.

Le foto che vedete nella galleria in basso mostrano come apparirà il nuovo smart ring di casa Oura. Queste immagini arrivano ai test per la certificazione che sono in fase di svolgimento, certificazione che sarà necessaria per commercializzare il dispositivo nei vari mercati.

Dalle immagini vediamo uno smart ring dal design abbastanza piatto, a differenza anche di quanto ha mostrato il profilo di Galaxy Ring. Non vediamo particolari sporgenze o protuberanze sul profilo dell'anello, e questo probabilmente gioverà alla sua vestibilità prolungata al dito.

Dalle informazioni relative alla certificazione, apprendiamo che l'azienda sta testando Oura Ring 4 nelle sue taglie 7, 9, 13 e 15. Non è escluso che non vi siano anche taglie più piccole e più grandi. I dispositivi in fase di test sono identificati da due codici OA11e OA12. Il primo dovrebbe essere Oura Ring 4 nelle taglie che abbiamo menzionato sopra, mentre ancora non si sa molto sulla seconda sigla.

I due codici potrebbero invece riferirsi alle opzioni di colore disponibili per Oura Ring 4. Sembrerebbe infatti che il dispositivo arriverà in una colorazione oro, definita Horizon commercialmente, e probabilmente una seconda colorazione Heritage. Un po' come è avvenuto per il suo predecessore Oura Ring 3.

Ma quando arriva Oura Ring 4? Ancora non lo sappiamo. Dopo un anno di rumor ancora non è stata definita una finestra di lancio. Non ci aspettiamo che ci sarà da attendere ancora molto, visto Oura Ring 3 è stato lanciato ormai nel 2021. L'azienda deve muoversi, nel 2021 gli smart ring erano mosche bianche, ora stanno diventando un nuovo trend.

Se vi state interessando agli anelli smart, allora troverete utili i link che trovate qui in basso che trattano l'argomento:

L'articolo Oura Ring 4 esce allo scoperto: come sarà il nuovo sfidante di Galaxy Ring sembra essere il primo su Smartworld.

Galaxy Ring sui telefoni non Samsung potrebbe essere una mossa vincente

Mon, 07/22/2024 - 10:37

Sono passati pochi giorni dal lancio ufficiale del primo smart ring di casa Samsung, e già lo conosciamo abbastanza bene. Dopo la nostra anteprima apprendiamo di ulteriori novità che riguardano la compatibilità di Galaxy Ring con telefoni non Samsung.

Nelle ultime ore infatti sono emersi importanti dettagli che riguarda la compatibilità di Galaxy Ring con i dispositivi non Samsung, novità molto positive.

Al momento della sua presentazione ufficiale l'opinione comune che si era generata indicava che Galaxy Ring sarebbe stato compatibile solo con i telefoni di Samsung. Questo era quanto sembrava lasciassero intendere anche i termini per l'utilizzo sul sito ufficiale Samsung.

Invece viene smentito tutto. Lo youtube M. Brandon Lee ha infatti mostrato Galaxy Ring in azione sul suo Nothing Phone, a dimostrare di fatto che Galaxy Ring funzionerà anche con i dispositivi non Samsung. Per usarlo, come si vede nel video, è necessario scaricare semplicemente l'app Galaxy Wearable e accoppiare l'anello al telefono.

Successivamente, dovrebbe essere necessario anche scaricare Samsung Health e SmartThings per gestire la domotica. Insomma, tutto quello che è necessario fare per configurare uno smartwatch Samsung con un qualsiasi telefono Android.

Chiaramente, ci saranno delle funzionalità che rimarranno esclusiva di Galaxy Ring accoppiato a dispositivi Samsung, che probabilmente saranno tutte quelle con Galaxy AI. Lo stesso accade per gli smartwatch Samsung, per i quali funzonalità come il monitoraggio dell'ECG e della pressione arteriosa sono a disposizione solo quando si usa il dispositivo con un telefono Samsung.

E non finisce qui: perché secondo ulteriori dettagli condivisi da fonti interne, sembra che Galaxy Ring sarà compatibile anche con iPhone. Non nell'immediato, ma in futuro.

Insomma, Samsung sta facendo davvero un lavoro egregio nel segmento degli indossabili. Proponendo nuovi dispositivi al passo con i tempi e, allo stesso tempo, non recintandoli esclusivamente nell'ecosistema Galaxy.

Se vi state interessando a smart ring e smartwatch, allora vi interesserà consultare le nostre raccolte dei migliori dispositivi indossabili che trovate qui in basso:

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Android 15 ha un easter egg dell'altro mondo, e potete usarlo come salvaschermo

Mon, 07/22/2024 - 00:04

Android 15 lo conosciamo già abbastanza bene, almeno sui Pixel di Google dove sono arrivate le varie beta pubbliche nel corso degli ultimi mesi. Forse non sapete però che Android 15 ha un easter egg spaziale.

Finora infatti abbiamo conosciuto una sola tipologia di easter egg per Android 15, quello che mostra il classico simbolo della nuova generazione di Android. Con l'ultima beta pubblica è arrivato un secondo easter egg, sicuramente più interessante.

Gli easter egg hanno segnato l'intera storia di Google, compresa quella che ha caratterizzato Android sin dagli albori. Per ogni versione di Android abbiamo visto un easter egg, sempre accessibile da tutti i dispositivi Android. E a volte abbiamo visto qualche easter egg più interattivo della media.

Proprio questo è il caso del nuovo easter egg introdotto con l'ultima beta di Android 15. Landroid è il nome che gli è stato dato, e che dovrebbe rappresentare almeno a grandi linee in cosa consiste questo nuovo easter egg.

Come potete vedere dal video in basso, questo nuovo easter eeg offre la possibilità di comandare una navicella spaziale nel suo viaggio spaziale, con la possibilità di visitare nuovi pianeti e stelle. Nell'interfaccia troviamo anche qualche dato relativo al percorso della navicella che si aggiorna in tempo reale.

Questo easter egg è accessibile a partire dal primo, quello classico che è caratterizzato dal nuovo logo di Android 15 che abbiamo visto sin dalle primissime beta della nuova versione di Android. Tenendo premuto proprio sul logo si percepirà una vibrazione crescente, con un effetto di movimento, finché non apparirà la navicella in movimento.

La parte interessante di questo easter egg, oltre alla sua interattività, consiste nella possibilità di usarlo come salvaschermo. Vediamo come fare:

  1. Per prima cosa dovrete accedere almeno una volta all'easter egg. Accedete quindi alla sezione Informazioni sul dispositivo, all'interno delle Impostazioni di sistema.
  2. Selezionate a ripetizione sulla voce Versione di Android finché non si avvierà il classico easter egg di Android 15.
  3. Tenete premuto sul logo di Android 15 finché non sentirete una vibrazione crescente e non vedrete l'avvio della navicella in volo nello spazio.
  4. A questo punto potrete impostarlo come salvaschermo. Accedete quindi alla sezione Display e tocco all'interno delle Impostazioni di sistema.
  5. Poi selezionate Salvaschermo, abilitate il salvaschermo e, scorrendo verso il basso, dovrete vedere l'opzione per usare l'easter egg di Android 15 come salvaschermo.

Per finire, vi lasciamo una serie di guide che potrebbero tornarvi utili se siete possessori di uno dei Pixel di casa Google:

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Gemini sta cambiando sotto i vostri occhi e le vostre orecchie

Sun, 07/21/2024 - 17:01

Google sta lavorando duramente sui miglioramenti e sulle funzionalità di Gemini, che sembra plausibile che un giorno sostituirà anche Google Assistant. Si potrebbe pensare che sia presto per dirlo, ma, stando all'ultima novità, non pare un'ipotesi così remota. Infatti, il colosso di Mountain View sta testando una nuova voce per Gemini.

Quando Gemini è stato lanciato, aveva a disposizione un'unica voce maschile, che poteva leggere le risposte del chatbot, mentre Assistant può spaziare tra diversi tipi di voce: negli Stati Uniti sono disponibili dieci toni diversi divisi per colore, mentre in Italia solo due (uno maschile e uno femminile).

Adesso invece, come scoperto da 9to5Google, Gemini sta iniziando a rispondere con una voce femminile. Non è chiaro se Google stia rilasciando questa novità in tutto il mondo o se la stia provando solo in alcuni Stati. Sembra confermare la fase di test il fatto che la nuova voce non è stata resa disponibile in maniera uniforme sugli smartphone Android, sulla pagina web e sugli iPhone.

Al momento negli Stati Uniti la voce femminile sembra disponibile solo nell'app per Android, mentre per la pagina web e per gli iPhone è ancora accessibile la voce maschile. In Italia la voce femminile è già arrivata sia sulla pagina web sia sull'app per smartphone Android.

In questa prima fase iniziale di rilascio tra le opzioni non c'è la possibilità di scegliere tra le due voci o di tornare alla voce maschile, però è ipotizzabile che successivamente verrà integrata la facoltà di selezione tra le due, come succede adesso per Assistant.

Seppur adesso sia complicato per Gemini prendere il posto di Assistant, questo processo può rappresentare una delle fasi di passaggio tra i due. Ovviamente, non sarà una voce a cambiare le carte in tavola, ma può rendere la transizione più dolce e indolore.

L'intelligenza artificiale di Google prenderà sempre più spazio e nuove funzionalità: è bene sapere cosa è già in grado di fare, quindi vi consigliamo di non perdere quanto abbiamo già scritto a riguardo:

L'articolo Gemini sta cambiando sotto i vostri occhi e le vostre orecchie sembra essere il primo su Smartworld.

Migliori auto mild hybrid economiche: le top 10

Sun, 07/21/2024 - 14:08

Le auto mild hybrid hanno conquistato il pubblico: in Italia le vetture ibride "leggere" incidono per oltre il 28% sul totale delle immatricolazioni.

I segreti del loro successo? L'omologazione ibrida (che mette al riparo dai blocchi del traffico) e un prezzo relativamente accessibile, comunque inferiore a quello delle più evolute full hybrid.

Di seguito troverete la nostra top 10 delle migliori auto mild hybrid economiche: dieci vetture a doppia alimentazione a meno di 25.000 euro.

La Opel Corsa Hybrid 100 CV - variante ibrida "light" meno cara della sesta generazione della piccola tedesca - è, secondo noi, la migliore auto mild hybrid economica in commercio.

Sviluppata sullo stesso pianale della Lancia Ypsilon e della Peugeot 208, costa 19.900 euro e monta un motore 1.2 turbo tre cilindri mild hybrid benzina da 101 CV.

PREGI

  • Ha il cambio automatico
  • Comfort
  • Freni

DIFETTI

  • Spazio per la testa dei passeggeri posteriori
  • Prezzo
  • Cruscotto scarno

La Dacia Duster Tce Expression è la versione mild hybrid più economica della terza generazione della piccola SUV rumena.

Spinta da un motore 1.3 turbo mild hybrid benzina da 131 CV, costa 22.900 euro.

PREGI

  • Abitabilità
  • Bagagliaio
  • Motore potente (131 CV)

DIFETTI

  • Dimensioni esterne ingombranti
  • Comportamento stradale
  • Consumi (18,2 km/l)

La Hyundai i20 1.0 T-GDI 48V Connectline è la variante mild hybrid più accessibile della terza generazione della piccola coreana.

Sviluppata sullo stesso pianale della Bayon, ospita sotto il cofano un motore 1.0 turbo tre cilindri mild hybrid benzina da 100 CV e costa 22.150 euro.

PREGI

  • Posto guida comodo
  • Comandi ergonomici
  • Infotainment valido

DIFETTI

  • Bagagliaio
  • Ripresa
  • Climatizzatore manuale

La Mazda Mazda2 MHEV Centre-Line è la variante ibrida "leggera" più accessibile della terza generazione della piccola giapponese.

Spinta da un motore 1.5 mild hybrid benzina da 90 CV, costa 20.300 euro.

PREGI

  • Consumi
  • Infotainment valido
  • Dotazione di serie

DIFETTI

  • Cilindrata elevata rispetto alle concorrenti (1.5)
  • Bagagliaio
  • Ripresa

La Kia Stonic 1.0 T-GDi 100 CV Urban è la variante mild hybrid "entry level" della piccola SUV coreana.

Il prezzo è di 22.950 euro mentre il motore è un 1.0 turbo tre cilindri mild hybrid benzina da 100 CV.

PREGI

  • Design riuscito
  • Comportamento stradale
  • Sterzo

DIFETTI

  • Finiture
  • Soglia di carico alta
  • Niente prese USB-C

La Suzuki Swift è la versione "base" dell'ottava generazione della citycar ibrida giapponese.

Costa 22.500 euro e ospita sotto il cofano un motore 1.2 tre cilindri mild hybrid benzina da 83 CV.

PREGI

  • Consumi (22,7 km/l)
  • Dotazione di sicurezza
  • Motore valido

DIFETTI

  • Ripresa
  • Freni
  • Bagagliaio

La Fiat Panda è la variante più economica della terza generazione della citycar ibrida torinese.

Sviluppata sullo stesso pianale della 500, costa 15.500 euro e monta un motore 1.0 tre cilindri mild hybrid benzina da 70 CV.

PREGI

  • Prezzo
  • Comandi ergonomici
  • Abitabilità

DIFETTI

  • Comfort
  • Dotazione
  • Ripresa

La Fiat 500 è la versione "entry level" della terza generazione della citycar ibrida piemontese.

Sviluppata sullo stesso pianale della Panda, costa 17.700 euro e monta un motore 1.0 tre cilindri mild hybrid benzina da 70 CV.

PREGI

  • Consumi
  • Comandi ergonomici
  • Strumentazione chiara

DIFETTI

  • Ripresa
  • Dotazione di sicurezza
  • Bagagliaio

La Fiat 500 C è la variante più accessibile con tetto apribile in tela della terza generazione della citycar ibrida torinese.

Il prezzo è di 20.200 euro mentre il motore è un 1.0 tre cilindri mild hybrid benzina da 69 CV.

PREGI

  • Finiture
  • Consumi
  • Comandi ergonomici

DIFETTI

  • Motore poco potente
  • Non ha il portellone
  • Bagagliaio

La Suzuki Ignis è la versione più economica della terza generazione della citycar ibrida giapponese.

Costa 21.400 euro e ospita sotto il cofano un motore 1.2 mild hybrid benzina da 83 CV.

PREGI

  • Design riuscito
  • Abitabilità
  • Sedili posteriori scorrevoli

DIFETTI

  • Prestazioni
  • Rumorosità
  • Comfort

L'articolo Migliori auto mild hybrid economiche: le top 10 sembra essere il primo su Smartworld.

La condivisione file su WhatsApp sarà di un altro livello: in arrivo Nearby Share

Sun, 07/21/2024 - 00:13

WhatsApp è chiaramente tra le piattaforme di messaggistica istantanea più usate al mondo, e continuamente la vediamo di arricchirsi di funzionalità e personalizzazioni. Proprio in questo senso, sono arrivati dettagli su una nuova modalità di condivisione file su WhatsApp.

Stiamo parlando di Nearby Share, e non di quello che troviamo integrato a livello di sistema Android. Sembra infatti che WhatsApp stia per lanciare una nuova modalità di condivisione nelle vicinanze, in grado di funzionare anche senza internet.

Quelli di WABetaInfo, da anni molto attivi nel seguire lo sviluppo di nuove funzionalità WhatsApp, hanno scovato importanti riferimento sulla nuova funzionalità di condivisione file che sta per arrivare su WhatsApp. Tali riferimenti sono stati rilevati nella versione Android e in quella iOS di WhatsApp. Sebbene sembri che il funzionamento sia leggermente diverso tra le due piattaforme.

La condivisione dei file nelle vicinanze su WhatsApp per Android permetterà di condividere file come documenti, foto e video anche senza avere una connessione a internet. Stando a quanto appena scovato, non ci sarebbero particolari limiti alle dimensioni dei file che potranno essere condivisi tramite questa modalità.

E Nearby Share è in fase di sviluppo anche per l'app iOS di WhatsApp. Come potete vedere dall'immagine in galleria, corrispondente a uno screenshot dell'interfaccia sulla quale è stata abilitata manualmente Nearby Share, la procedura per avviare la condivisione con uno specifico contatto richiederà la scansione di un codice QR.

Si tratta molto probabilmente di una misura di sicurezza per assicurarsi dell'effettivo consenso alla condivisione dei file da parte di entrambi gli utenti che la stanno usando. Su Android invece sembra che la condivisione potrà essere avviata tramite la ricerca dei dispositivi nelle vicinanze, senza scansionare alcun codice QR.

Si tratta ovviamente di una funzionalità che acquisirà molto senso nei casi in cui si necessita di condividere file di grandi dimensioni in aree in cui la copertura della rete mobile, o di quella Wi-Fi, non è di alta qualità. Questa modalità di condivisione dovrebbe prevedere la crittografia end-to-end, come ormai tutte le funzionalità operative su WhatsApp.

Rimane da capire se per usare la funzionalità sarà necessario avere in rubrica il contatto WhatsApp con il quale si intende condividere i contenuti. E rimane anche da capire quando effettivamente arriverà. Ribadiamo infatti che la funzionalità è in fase di sviluppo sia per l'app Android che per quella iOS di WhatsApp.

Per chiudere vi lasciamo una serie di guide approfondite per usare al meglio WhatsApp nelle sue varie versioni:

L'articolo La condivisione file su WhatsApp sarà di un altro livello: in arrivo Nearby Share sembra essere il primo su Smartworld.

Perché cambiare smartphone ogni anno quando puoi abbonarti? Ecco Subbyx, la nuova startup italiana

Sat, 07/20/2024 - 19:37

Negli ultimi anni ci siamo abituati all'idea di poter sottoscrivere un abbonamento per una vasta tipologia di servizi, che comprendono sia l'intrattenimento che l'ambito lavorativo (sapete già come si annullano gli abbonamenti su iPhone e Android?). Subbyx nasce con la volontà di estendere questo concetto anche per i dispositivi elettronici, creando così un modello di consumo "product-as-a-service" che si basa su circolarità e sostenibilità finanziaria.

La startup italiana permette di sottoscrivere un abbonamento mensile per dispositivi (nuovi, usati o ricondizionati) come smartphone, smartwatch, cuffie, computer e tablet, con la possibilità di modificare o disdire l'abbonamento in qualsiasi momento.

Per trovare il prodotto adatto alle proprie esigenze e al proprio budget, basta visitare uno dei negozi fisici dei partner che hanno adottato il modello Subbyx o direttamente sulla pagina ufficiale. Il sito permette di sfruttare SubbyxMatch che, grazie a un algoritmo di intelligenza artificiale proprietaria, proporrà all'utente le varie soluzioni. Subbyx offre nello specifico due diversi modelli di abbonamento:

  • Johnnyx - pensato per chi desidera un prodotto sempre aggiornato mantenendo fissa la rata del proprio abbonamento.
  • Teddyx - pensato per chi vuole tenere lo stesso dispositivo, beneficiando della progressiva diminuzione della propria rata mensile (rispecchiando il normale deprezzamento del prodotto).

Subbyx permette inoltre di permutare il proprio dispositivo, abbassando così il costo della rata fino al 33%, e di abbonarsi a dispositivi Preloved: ovvero dei prodotti usati, perfettamente funzionanti, che vengono reimmessi sul mercato dopo essere stati testati, igienizzati e ripristinati. La startup ne garantisce il 100% delle funzionalità e una batteria minima pari alll'85% della capacità nominale.

Filippo Rocca, CEO e founder di Subbyx, ha dichiarato:

"Il nostro obiettivo è stimolare la transizione dall'economia del possesso all'economia dell'accesso. Il primo step sono i device tecnologici ma non vogliamo porci limiti: ovunque guardiamo, scorgiamo nuove opportunità di espansione dei nostri servizi e puntiamo a diventare un vero e proprio hub in cui l'utente possa gestire e monitorare tutti i suoi abbonamenti. Consapevoli della forte crescita della Subscription Economy, una modalità che sta conquistando sempre nuovi spazi e mettendo radici sempre più profonde nel terreno dell'economia globale, stiamo investendo in qualcosa che riteniamo possa trasformare il mercato consumer in un servizio libero da vincoli e dai debiti, basato sull'utilizzo, la circolarità e sulla sostenibilità finanziaria, con un concreto impegno verso il nostro pianeta".

 

In conclusione vi lasciamo alcune delle nostre raccolte che selezionano i migliori dispositivi elettronici in questo momento secondo diverse categorie:

L'articolo Perché cambiare smartphone ogni anno quando puoi abbonarti? Ecco Subbyx, la nuova startup italiana sembra essere il primo su Smartworld.

Microsoft cambia il sistema di aggiornamento di Windows

Sat, 07/20/2024 - 19:07

Gli aggiornamenti di Windows spesso arrivano nei momenti meno opportuni, cioè quando si ha più bisogno del proprio PC, e il processo di aggiornamento può essere lungo ed estenuante. Per questo motivo Microsoft ha annunciato una novità che non ha esitato a descrivere "eccitante": gli aggiornamenti cumulativi checkpoint.

A partire dalla versione di Windows 11 24H2, che sarà disponibile entro la fine dell'anno, sarà rivoluzionato il sistema di aggiornamento. Ad oggi gli aggiornamenti rilasciati dal colosso di Redmond sono cumulativi, ma il pacchetto che viene scaricato contiene tutte le correzioni fornite nel mese precedente e le novità del mese corrente.

Invece, nei prossimi mesi con la nuova versione di Windows 11 Microsoft vuole rilasciare gli aggiornamenti checkpoint cumulativi, che consistono in delle patch che vanno a integrare solo le novità e le differenze dall'ultimo checkpoint: questo permetterà di avere degli aggiornamenti più leggeri, più rapidi nell'installazione e che richiedono meno spazio nel proprio PC.

A comunicare la notizia è stata Maliha Qureshi, Principal Program Manager Lead in Microsoft, direttamente sulla Tech Community di Microsoft, dove ha spiegato tutti i vantaggi in un lungo post.

Tuttavia, gli aggiornamenti checkpoint saranno un'esclusiva di Windows 11: infatti, i PC che hanno ancora Windows 10 non avranno il nuovo sistema di aggiornamenti, ma rimarrano con quello attuale fino alla fine del supporto. Perciò, se volete passare alla nuova versione di Windows, le scelte sono due: leggere la nostra guida su come installare Windows 11 su PC non supportati oppure acquistare un nuovo PC e quindi consultare la nostra selezione di migliori PC.

Questo cambiamento non sarà subito visibile agli occhi di tutti, perché, sebbene sarà introdotto entro la fine dell'anno, presumibilmente il primo aggiornamento dopo il primo checkpoint arriverà nel 2025 inoltrato, dove si vedrà una riduzione sensibile del peso degli aggiornamenti.

A proposito di Windows 11, abbiamo realizzato diverse guide su come adattare il sistema operativo di Microsoft al proprio utilizzo:

L'articolo Microsoft cambia il sistema di aggiornamento di Windows sembra essere il primo su Smartworld.

Recensione OPPO Enco Air 4 Pro: saranno ottimi, tra qualche mese

Sat, 07/20/2024 - 17:30

La confezione di vendita è abbastanza standard: nella scatola troviamo un cavetto USB/USB-C per la ricarica piuttosto corto, due coppie di gommini aggiuntivi (S ed L) e un po' di manualistica.

Sia auricolari che case sono realizzati interamente in plastica, sono piuttosto leggeri ed essenziali nelle finiture, anche se le cuffiette hanno una particolarità nelle forme, ossia lo stelo che si allarga leggermente verso il fondo, un po' "a goccia".

Ma goccia o meno, gli OPPO Enco Air 4 Pro sono estremamente comodi, uno di quei modelli di auricolari che ti dimentichi di avere alle orecchie. Sono uno tra i modelli che consiglierei anche a chi generalmente non va troppo d'accordo con i gommini: li ho indossati per ore, praticamente tutto il giorno, senza grandi fastidi.

Stanno anche molto stabili alle orecchie, hanno resistito bene a una corsetta col cane e non temono il sudore di queste giornate estive, grazie alla certificazione IP55.

Su questi auricolari troviamo un driver in titanio da 12,4mm, con supporto al codec ad alta risoluzione LHDC 5.0, che supporta una velocità di trasmissione fino a 1 Mbps.

A prescindere dalle specifiche, comunque, il suono è interessante e convince per la fascia di prezzo. C'è un buon livello di dettagli su tutte le frequenze, bassi rotondi e ben definiti e alti abbastanza squillanti. Rispetto alla generazione precedente migliora anche il soundstage, che mi pare sensibilmente più ampio. Non li paragonerei ad auricolari top di gamma, ma hanno un suono molto buono per la fascia media, specialmente con codec LHDC.

È un peccato che le opzioni di personalizzazione del suono siano ridotte all'osso dall'app HeyMelody, con solo tre profili di equalizzazione tra cui scegliere (Original / Bass Boost / Clear Vocals). Non solo non c'è un equalizzatore a bande, ma è scomparsa anche la funzione Golden Sound che avevamo visto sugli Enco Air 3 Pro, ossia il test audio che permetteva di regolare automaticamente le frequenze in base al nostro udito. Scomparsa anche la funzione Alive Audio, ossia l'audio spaziale di OPPO: personalmente non ne sentirò affatto la mancanza, ma è comunque qualcosa in meno.

Parlando invece delle funzioni effettivamente disponibili dall'app HeyMelody, c'è l'immancabile test per l'aderenza dei gommini, la game mode per ridurre al minimo la latenza, la possibilità di far squillare gli auricolari per ritrovarli e le imposazioni per la cancellazione del rumore.

L'intensità dell'ANC può essere impostata su tre livelli (Mild / Moderate / Max), oppure può essere impostata su Smart, che regola automaticamente la cancellazione del rumore in base ai rumori di fondo. Interessante anche la possibilità di attivare la modalità Personalized noise cancellation, che modifica il funzionamento dell'ANC in base alla conformazione del nostro orecchio e dei gommini scelti. Devo dire che ho dovuto provare diverse volte prima che il test andasse a buon fine (è fallito per parecchie volte, senza ragioni apparenti), ma una volta completato c'è stato davvero un lieve miglioramento.

A tal proposito, l'ANC di questi Air 4Pro fa il suo lavoro, ma non brilla particolarmente. Per intenderci: riesce tranquillamente a ridurre e rendere sopportabili i rumori di una metropolitana, ma non a coprire le voci delle persone intorno a voi (che rimangono udibili specialmente se non c'è nulla in riproduzione). Siamo su livelli standard da fascia media: accettabile, ma ancora parecchie spanne sotto rispetto i modelli top di gamma (anche quelli di qualche anno fa, come gli stessi OPPO Enco X2, che rimangono sempre un ottimoa acquisto).

Buona la modalità trasparenza, che riproduce molto naturalmente i suoni esterni, soprattutto le voci.

I comandi touch hanno alti e bassi: sono personalizzabili e in generale funzionano piuttosto bene, ma capita che perdano qualche colpo e la personalizzazione non completamente libera.

Dall'app HeyMelody, infatti, ogni azione (tap / doppio tap / triplo tap / tap prolungato per 1 secondo / tap prolungato per 4 secondi) è associabile solo a un certo numero di azioni. Dopo un po' di prove, personalmente sono giusto a questa configurazione: 

Auricolare SX:

  • Tap: Play/Pausa
  • Doppio tap: Traccia precedente
  • Triplo tap: Assistente vocale
  • Tap prolungato (1 secondo): ANC/Trasparenza
  • Tap prolungato (4 secondo): Volume-

Auricolare DX:

  • Tap: Play/Pausa
  • Doppio tap: Traccia successiva
  • Triplo tap: Assistente vocale
  • Tap prolungato (1 secondo): ANC/Trasparenza
  • Tap prolungato (4 secondo): Volume+

Gli auricolari hanno anche sensori di prossimità, che mandano automaticamente in Play o Pausa la riproduzione quando rimuoviamo e indossiamo nuovamente gli auricolari.

Il Bluetooth è in versione 5.4 e la connessione con lo smartphone è stata sempre immediata e molto solida, anche a parecchi metri di distanza. Gli auricolari supportano anche il multipoint (connessione simultanea a due dispositivi).

I microfoni sono discreti, anche all'aperto. Comprimono molto la voce, che spesso risulta un po' ovattata e metallica (specialmente quando i rumori esterni sono più intensi), ma solitamente permettono di portare a termine una conversazione senza troppi problemi. Di seguito una registrazione all'aperto per farsi un'idea della qualità sonora in un contesto tranquillo ma non del tutto silenzioso.

L'autonomia è sorprendentemente alta: OPPO dichiara fino a 12 ore con ANC attivo, volume al 50% e codec AAC (il codec LHDC consuma di più). Francamente non saprei dire se la stima è accurata, ma posso dirvi che non mi è mai capitato di doverle toglierle per ricaricarle, neanche dopo una giornata di otto ore trascorsa in ufficio più o meno sempre con le cuffiette addosso. Veramente impressionante. C'è anche la ricarica rapida: 10 minuti in carica garantiscono fino a 4 ore di ascolto.

Il prezzo di listino è 89,99€ e, nonostante gli auricolari siano sicuramente un buon prodotto, il costo di lancio è un po' caro, specialmente le tantissime alternative in questa fascia di prezzo. Di recente, siamo stati conquistati dai Nothing Ear (a), che costano dieci euro in più ma sono una spanna sopra, ma in quella fascia di prezzo ci sono anche molti altri modelli interessanti, come ad esempio i Soundcore Liberty 4 NC.

Gli OPPO Enco Air 4 Pro sono disponibili sul sito ufficiale di OPPO e su Amazon: anche se si tratta complessivamente di buone cuffiette, non possiamo che augurarci un piccolo calo di prezzo nei prossimi mesi, che le renderà sicuramente più appetibili.

L'articolo Recensione OPPO Enco Air 4 Pro: saranno ottimi, tra qualche mese sembra essere il primo su Smartworld.

Google pensa ad EssilorLuxottica (Ray-Ban Meta) per occhiali smart con Gemini

Sat, 07/20/2024 - 16:33

Possibile svolta per Google. Stando alle ultime indiscrezioni diffuse da The Verge, sembrerebbe che la compagnia di Big G abbia abbandonato l'idea di sviluppare personalmente visori ed occhiali per la realtà estesa, cercando un contatto con l'azienda italiana EssilorLuxottica, proprietaria del marchio Ray-Ban.

Il colosso di Mountain View, dunque, avrebbe manifestato un certo interesse nei confronti di EssilorLuxottica, partner di Meta per la realizzazione dei noti Ray-Ban Meta. Nello specifico, Google avrebbe contattato EssilorLuxottica al fine di implementare Gemini nei prossimi smartglasses. 

Questa notizia giunge quasi in concomitanza con quella che ha riferito che Meta, l'azienda di Zuckerberg, avrebbe avanzato un interesse per l'acquisizione di una quota di minoranza dell'azienda italiana. Le stesse fonti, poi, hanno osservato che è abbastanza improbabile che Meta perda la sua partnership con EssilorLuxottica a favore di Google. Dunque, ancora non sono chiari i contorni della vicenda.

Contestualmente, continuano a circolare le indiscrezioni su una possibile collaborazione tra Google, Samsung e Qualcomm per lo sviluppo di un visore il cui lancio consumer sarebbe previsto per il 2025. Ancora, la compagnia di Big G sta sviluppando la sua piattaforma XR che dovrebbe alimentare sia le cuffie che gli stessi smartglasses.

Parlando di smartglasses, non si può non fare un riferimento più approfondito ai Ray-Ban Meta. Visto che si tratta di occhiali smart, questo dispositivo supporta gli aggiornamenti software che, oltre a rimediare ai vari bug, hanno il compito di implementare nuove funzionalità.

Ad esempio, l'ultimo update, rilasciato verso fine giugno e che ha implementato la versione 6.0 del software, ha aggiunto la possibilità di registrare filmati dalla durata massima di tre minuti (in precedenza i video potevano durare massimo 1 minuto). Infine, lo stesso pacchetto ha introdotto anche il supporto ad Amazon Music.

 

L'articolo Google pensa ad EssilorLuxottica (Ray-Ban Meta) per occhiali smart con Gemini sembra essere il primo su Smartworld.

Migliori SUV elettriche economiche: le top 10

Sat, 07/20/2024 - 16:16

Le SUV sono vetture molto richieste anche tra le elettriche: è sufficiente dare un'occhiata alla classifica delle immatricolazioni di auto a batteria per trovare tre crossover nelle prime cinque posizioni.

Le Sport Utility a emissioni zero non sono certo economiche ma è possibile trovare in commercio diverse proposte a meno di 40.000 euro.

Di seguito troverete la nostra top 10 delle migliori SUV elettriche economiche: dieci vetture ecologiche a seduta alta relativamente accessibili.

La Volvo EX30 RWD Core - versione "base" della piccola SUV elettrica svedese - è, secondo noi, la migliore crossover ecologica a emissioni zero in commercio.

Costa 35.900 euro ed è una "tutto dietro": motore da 272 CV e trazione posteriore.

PREGI

  • Divano largo
  • Ricarica veloce a 150 kW
  • Dotazione di sicurezza

DIFETTI

  • Comandi concentrati sul touchscreen
  • Niente cruscotto
  • Powertrain poco efficiente

La Smart #1 Pro è la variante più accessibile della piccola SUV elettrica tedesca.

In vendita a 37.548 euro, è una "tutto dietro": motore da 272 CV e trazione posteriore.

PREGI

  • Abitabilità
  • Dotazione di serie
  • Prestazioni

DIFETTI

  • Comportamento stradale
  • Powertrain poco efficiente
  • Comandi scomodi

La Fiat 600e Red è la versione meno costosa della variante elettrica della piccola SUV torinese.

Il prezzo è di 35.950 euro e il motore ha 156 CV.

PREGI

  • Batteria grande da 54 kWh
  • Dotazione di sicurezza
  • Posto guida comodo

DIFETTI

  • Bagagliaio
  • Climatizzatore solo monozona
  • Visibilità

La MG ZS EV Comfort è la variante "base" della versione elettrica della piccola SUV britannica.

Spinta da un motore da 177 CV, costa 34.490 euro.

PREGI

  • Spazio per la testa dei passeggeri posteriori
  • Bagagliaio
  • Buon rapporto prezzo/contenuti

DIFETTI

  • Finiture
  • Comportamento stradale
  • Autonomia non eccezionale

La Hyundai Kona EV 48.6 kWh è la versione elettrica più economica della seconda generazione della SUV compatta coreana.

Il motore ha 135 CV mentre il prezzo è di 38.300 euro.

PREGI

  • Funzione Plug&Charge
  • Comfort
  • Powertrain equilibrato

DIFETTI

  • Comportamento stradale
  • Sterzo
  • Freni migliorabili

La Peugeot e-2008 136 CV Active è la variante più accessibile della versione elettrica della seconda generazione della 2008.

La SUV compatta francese costa 38.450 euro e monta un motore da 136 CV.

PREGI

  • Comfort
  • Powertrain equilibrato
  • Prestazioni

DIFETTI

  • Sterzo
  • Comportamento stradale
  • Visibilità

La Opel Mokka-e e-136 CV Edition è la versione meno cara della variante elettrica della seconda generazione della piccola SUV tedesca.

Spinta da un motore da 136 CV, costa 37.900 euro.

PREGI

  • Dotazione di sicurezza
  • Powertrain equilibrato
  • Impianto frenante potente

DIFETTI

  • Climatizzatore automatico solo monozona
  • Visibilità
  • Abitabilità

La Citroën ë-C3 You è la versione "entry-level" della variante elettrica della quarta generazione della C3.

Una piccola SUV francese dotata di un motore da 113 CV e in vendita a 23.900 euro.

PREGI

  • Dimensioni esterne contenute (4,02 metri di lunghezza)
  • Prezzo
  • Sedili comodi

DIFETTI

  • Bagagliaio
  • Plastiche economiche
  • Non ha il sedile posteriore sdoppiato

La Mazda MX-30 e-Skyactiv Prime Line è la variante elettrica più economica della SUV compatta giapponese.

Spinta da un motore da 145 CV, costa 38.520 euro.

PREGI

  • Posto guida riuscito
  • Finiture
  • Dotazione di sicurezza

DIFETTI

  • Dimensioni esterne ingombranti
  • Prezzo
  • Autonomia limitata (200 km)

La EMC Yudo è una piccola SUV elettrica "cino-bresciana": in pratica è una crossover asiatica (la Yudo Yuntu) riveduta e corretta a Palazzolo sull'Oglio.

Spinta da un motore da 95 CV, costa 24.200 euro.

PREGI

  • Dotazione di serie
  • Finiture
  • Prezzo

DIFETTI

  • Connettività
  • Prestazioni
  • Autonomia

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