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Updated: 13 hours 33 min ago

TIM DOMINA a marzo 2024, le offerte Power arrivano a 150GB

Wed, 03/27/2024 - 07:10

Ancora una volta la sorpresa da parte di TIM è arrivata: sono di nuovo disponibili le Power. Entrambe le offerte, che hanno fatto la storia recente del gestore, offrono molti contenuti e prezzi incredibili.

Entrambe le offerte sono disponibili solo ed unicamente per alcuni utenti ben precisi. La volontà di Vodafone è di attaccare le fazioni più forti, ovvero quella che comprende tutti i gestori virtuali e quella di Iliad. In poche parole dunque, le due Power sono disponibili solo ed unicamente per chi proviene da questi gestori e per nessun altro.

TIM, queste due sono le migliori offerte: ecco le Power fino a 150 giga

Quando TIM si applica, c’è poco da fare per la concorrenza: è impossibile fare meglio. Il colosso anglosassone mette a disposizione questa Power Iron con un prezzo di 6,99 € mensili comprendendo tutto al suo interno. Ci sono infatti minuti e messaggi senza limiti verso tutti con 100 giga in 4G per la navigazione sul web.

L’altra soluzione che offre TIM per battere la concorrenza in questo caso è la migliore delle due. Con un prezzo mensile di 7,99 €, questa Power Supreme Web Easy include al suo interno il meglio. Ogni mese infatti è ecco messaggi e minuti illimitati verso ogni numero fisso e mobile in Italia e in Europa.

La vera sorpresa, un vero vantaggio targato TIM, viene offerto direttamente dal gestore: il primo mese infatti non va pagato, in quanto offerto dall’azienda. Un mese gratis e si comincia a pagare dal secondo: non c’è nulla di meglio.

Si nota dunque come TIM voglia prendere di nuovo il sopravvento su tutti gli altri gestori del panorama mobile. Stavolta sarà molto più complicato in quanto rispetto al passato i gestori virtuali hanno acquisito molte più conoscenze e soprattutto molto più pubblico. Il provider italiano però non si dà per vinto e infatti con le sue Power potrebbe rapidamente ristabilire le vecchie gerarchie.

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WhatsApp, aggiornamento: ora puoi FISSARE in alto in chat un messaggio

Wed, 03/27/2024 - 07:05

Chi non l’avesse capito ancora, non ci metterà troppo tempo per farlo: è chiaro che WhatsApp vuole migliorarsi ancora. Nuovi aggiornamenti lo stanno testimoniando alla grande, a partire

Tutto ciò contribuisce ovviamente a distaccare anche le applicazioni concorrenti come ad esempio Telegram. Qualcuno credeva in passato che il colosso colorato di azzurro potesse raggiungere WhatsApp ma alla fine così non è stato, né in termini di utenti, né in termini di effettiva funzionalità.

Ora si sta parlando insistentemente di una novità in particolare, quella che concede a tutti la possibilità di non perdere di vista i messaggi più importanti.

WhatsApp, il nuovo aggiornamento permette di fissare i messaggi nelle chat: è rivoluzione

I grandi miglioramenti di WhatsApp si vedono ormai con cadenza settimanale, in quanto è questa la frequenza con cui l’applicazione si aggiorna. Stando a quanto riportato dalle fonti più accreditate, il colosso della messaggistica vuole rendere molto più semplice il rapporto con i messaggi più importanti.

In tanti ricorderanno la possibilità di fissare in alto nella lista delle conversazioni le più importanti per non perderle di vista. Proprio questa possibilità è stata implementata recentemente con il passaggio da tre a cinque chat da poter fissare in alto ma ora si parla dei messaggi.

Finalmente gli utenti che hanno costantemente paura che all’interno di una chat un messaggio possa perdersi scalando in basso, hanno l’aggiornamento che desideravano. WhatsApp ha implementato la possibilità di fissare in alto un determinato messaggio in una chat singola o di gruppo.

In questo modo perdere di vista un contenuto scritto sarà impossibile, mettendolo inoltre a disposizione di tutti soprattutto quando si utilizzerà una chat di gruppo. Per fissare il messaggio, bisogna solamente tenerlo premuto e poi scegliere la voce “fissa“. In questo modo si può avere una grande comodità, ovviamente gratuita per tutti gli utenti di WhatsApp.

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Amazon è PAZZA: tutto in OFFERTA all’80% di sconto solo oggi

Wed, 03/27/2024 - 07:00

Amazon apre le porte della Primavera con una nuovissima selva di sconti, i cui prezzi si abbassano notevolmente rispetto ai listini a cui siamo solitamente abituati, permettendo così ai singoli consumatori di spendere molto meno rispetto al solito.

Se volete essere aggiornati ogni giorno sui codici sconto Amazon, ed anche le offerte più speciali del momento, dovete correre subito ad iscrivervi al nostro canale Telegram ufficiale, che trovate inserito direttamente al seguente indirizzo.

 

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Hotel: gli hacker potrebbero accedere alle vostre camere d’albergo

Wed, 03/27/2024 - 06:40

Quando ci concediamo una vacanza, il pensiero della privacy può anche balzarci alla mente dopo aver guardato per caso quei video su TikTok di telecamere spia posizionate di nascosto, ma gli hacker? Come fanno ad accedere alla nostra stanza? Una ricerca condotta da un gruppo di esperti in sicurezza informatica ha svelato la presenza di una vulnerabilità grave nelle serrature magnetiche, quelle apribili con la scheda per farci capire. Questo pericolo ha messo in allerta gli albergatori e gli informatici, che ora devono trovare assolutamente una soluzione per preservare la privacy dei propri Hotel e strutture.

I ricercatori, hanno scoperto che esiste una particolare tecnica utilizzabile dagli hacker per aprire le serrature di milioni di camere d’hotel, senza neanche sporcarsi le mani. Basta un attimo un paio di tap su un dispositivo probabilmente economico e saranno pronti per svaligiare tutto ciò che trovano.

Da quanto esiste la vulnerabilità nelle camere di Hotel? Due anni

La ricerca sulle serrature magnetiche è stata condotta da Ian Carroll, Lennert Wouters e la sua squadra. Essa ha rivelato una vulnerabilità nel sistema RFID di Saflok realizzato da Dormakaba, un’azienda specializzata. Quanto è grave il problema? Basti pensare che questo sistema è utilizzato su 3 milioni di porte in ben 13.000 strutture, per un totale di 131 Paesi coinvolti. Gli hacker hanno semplicemente sfruttato i punti deboli della crittografia per manipolare le chiavi magnetiche, ottenendo fin troppo facilmente l’accesso alle camere d’hotel.

I cybercriminali utilizzano un dispositivo di lettura di codici RFID, reperibile anche online, per acquisire il codice presente sulla chiave magnetica. Nello step successivo, utilizzando due tessere, riscrivono i dati e li copiano sulla chiave modificata per poi aprire la porta. La Dormakaba è a conoscenza di questa problematica importante dal 2022, eppure non ha trovato una soluzione che sia davvero efficace. Di tutti i sistemi Saflok in giro per il mondo, solo il 36% è stato aggiornato. Ciò significa che in qualunque hotel si vada esiste il rischio che qualche hacker, senza neanche troppa esperienza, ci rovini la vacanza.

Come si potrebbe risolvere più in fretta questa gravosa situazione? Sono gli hotel stessi che hanno in mano, letteralmente, le chiavi delle loro stanze e il loro possibile accesso. Dovrebbero aggiornare i sistemi o investire in nuove serrature, di fattura migliore e sicure. Considerando che la vulnerabilità esiste da ormai due anni è chiaro che molti preferiscano il rischio, piuttosto che spendere somme di denaro ingenti.

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Cani contro ratti: la crudeltà degli “spettacoli” del medioevo

Wed, 03/27/2024 - 06:35

Il Medioevo, un’epoca oscura della storia dell’umanità. Tra le strade brulicanti della Londra antica e le piazze, si svolgevano pratiche inumane, malvage, crudeli per puro scopo di lucro. Parliamo di una pratica in particolare conosciuta come “rat-baiting”, la lotta contro i ratti. Uno spettacolo cruento dove costringevano i cani (soprattutto terrier) a dare battaglia contro orde di ratti mentre gli scommettitori assistevano urlando e incitando il “combattente” da loro scelto per la vittoria o puntando su quanti roditori il cane avrebbe massacrato.

Immaginate angoli bui, odori nauseabondi, luoghi pubblici dove il confine tra divertimento e brutalità veniva infranto dalla sola voglia di guadagnare e di divertirsi. Non ci si stupisce che il medioevo sia stata un’era buia se queste erano le forme di intrattenimento. La pratica continuò, cani e roditori pagarono le conseguenze dell’idiozia umana, fino a che nel 1835 non adottarono l’Atto di Crudeltà sugli Animali nel Regno Unito.

Cani da lotta e il mercato nero dei ratti

Il rat-baiting era una pratica legalmente accettata. Oltre 70 fosse per combattimenti erano presenti soltanto nel cuore di Londra, un simbolo di un’epoca in cui il rispetto per gli animali era quasi assente e la violenza era considerata intrattenimento, che si trattasse di cani, ratti o persino umani.

I cani utilizzati nelle lotte variavano in dimensione e razza, ma i terrier erano i favoriti: erano agili e scattanti, perfetti per lo scopo dello spettacolo. Le regole del rat-baiting erano crude, spietate fino ai limiti dell’impossibile. Una pratica particolarmente sconvolgente, che potrebbe urtare la vostra sensibilità (vi abbiamo avvisato) era la verifica della sopravvivenza dei ratti: se riuscivano a strisciare fuori da un cerchio venivano considerati vivi e il cane doveva affrontarli nuovamente. Il loro destino era segnato dall’agonia. Sarebbero periti in fretta o avrebbero sofferto ancora le pene di questa pratica?

I ratti, forniti da cacciatori di professione, erano la moneta di scambio di un mercato nero che alimentava gli incontri, ecco come facevano a trovarne tanti. Quello che per molti era solo un gioco causava sofferenza in roditori e cani coinvolti senza scelta. Oggi il rat-baiting è vietato in molti Paesi, ma ci sono alcuni luoghi, nei meandri dei territori più poveri in cui ci si potrebbe imbattere ancora in questo spettacolo sanguinolento, anche se raramente.

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Smartwatch Samsung: a luglio arriva il nuovo Galaxy Watch 7

Wed, 03/27/2024 - 06:30

La nuova generazione di smartwatch di Samsung sarà presentata nel corso della prossima estate. In molti hanno supposto che questo possa avvenire a luglio, durante l’evento Unpacked che riserverà diverse sorprese per tutti gli utenti e gli appassionati. Tra le novità in arrivo troviamo il nuovo Galaxy Watch 7. Il dispositivo ha attirato già l’attenzione di molti e online sono diffuse innumerevoli indiscrezioni sui dettagli relativi al nuovo smartwatch Samsung.

Facendo il punto della situazione su quanto rilasciato fino ad ora è possibile delineare un profilo interessante per l’indossabile in arrivo.

I dettagli noti relativi al nuovo Samsung Galaxy Watch 7

Per i precedenti Galaxy Watch 6 erano due le varianti disponibili. Con il nuovo lancio, invece, sembra che Samsung abbia deciso di alzare la posta, introducendo anche un terzo modello. Suddetto dispositivo potrebbe corrispondere a quello squadrato di cui si sta parlando tanto nei diversi forum online. Se così dovesse essere, si potrebbe parlare di una sorta di ritorno al passato con chiari richiami alle linee Galaxy Gear e Gear Live.

Un’ulteriore novità per i nuovi dispositivi potrebbe riguardare la loro numerazione. Infatti, se consideriamo che solitamente i codici che terminano con 5 corrispondono alle versioni dotate di connettività cellulare è possibile ipotizzare che per ogni variante del Galaxy Watch 7 avremo a disposizioni due possibilità di acquisto.

Per quanto riguarda la memoria interna si parla di un raddoppio. Secondo quanto emerso sembra che i nuovi smartwatch potrebbero passare dall’attuale memoria da 16GB ad una da 32GB. Questo aumento garantirebbe la possibilità per gli utenti di installare app e musica da ascoltare online senza problemi di archiviazione.

Per il suo nuovo indossabile, Samsung ha scelto il processore Exynos W940 realizzato con processo produttivo a 3nm, che risulta essere il 50% più efficiente rispetto al suo predecessore. Infine, i nuovi Samsung Galaxy Watch 7 potrebbero essere dotati della rinnovata versione di Wear OS con One UI Watch, insieme ad una serie di funzionalità sviluppate per l’occasione.

Come detto, in molti ipotizzano che la presentazione ufficiale avverrà a luglio, infatti, anche lo scorso anno l’evento Unpacked si era verificato in quel mese. Non è però ancora arrivata alcuna conferma da parte di Samsung.

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Amazon sotto indagine insieme ad altri rivenditori

Wed, 03/27/2024 - 06:10

La FCC, autorità americana che si occupa di telecomunicazioni, ha introdotto un’indagine che coinvolge Amazon ed altre piattaforme di vendite online. L’accusa è quella di aver commercializzato dei jammer. Si tratta di disturbatori di frequenza che non possono essere venduti al pubblico. Questa proibizione vale negli USA così come anche in altri paesi del mondo e permette di tenere lontani i droni, mettere fuori gioco le telecamere di sicurezza o anche creare problemi alle reti WiFi.

Non sorprende che sul web vengano messi in vendita anche prodotti illegali, il problema è quando a renderli disponibili per il grande pubblico sono le piattaforme come Amazon, eBay e simili.

Amazon e venditori online sotto indagine

Un’azienda in Minnesota, la Maverick Drone Systems, aveva sulla sua piattaforma uno strumento in grado di disturbare la radiofrequenza dei droni per 3.000 dollari. Il dispositivo è stato prodotto da un’azienda cinese denominata Tatusky ed è in grado di agire per circa 2 km.

La lotta alla vendita dei dispositivi jammer è stata iniziata con lo scopo di bloccare le possibili conseguenze negative da questi provocate. Come messo in evidenza dalla FCC, il giusto jammer è in grado di interferire anche con le comunicazioni di emergenza. Oltre che ostacolare i sistemi di gestione dello spazio aereo e molto altro ancora. Proprio per questo, negli USA, l’utilizzo dei dispositivi è vietato, secondo le leggi federali, anche alla polizia locale.

L’inizio delle indagini ha segnato un punto di svolta. I venditori di jammer presenti su Amazon USA erano venditori terzi e si potrebbe supporre che il gigante dell’e-commerce in realtà non abbia alcuna responsabilità a riguardo. In realtà, Amazon, così come le altre piattaforme, è perseguibile per tutti i prodotti che vengono inviati tramite il proprio sistema. Considerando ciò, l’accusa è quella di non essere intervenuta con provvedimenti perentori contro i venditori terzi incriminati.

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In pandemia quanto è cambiato il comportamento degli animali?

Wed, 03/27/2024 - 06:05

L’immagine della nostra realtà messa in evidenza dalla pandemia è stata del tutto inedita. Ciò che prima veniva dato per scontato, improvvisamente è stato stravolto. Il lockdown ha mostrato alcuni scenari completamente inaspettati. La diminuzione dell’attività umana nelle città è uno di questi scenari. E non è tutto. Suddetta situazione, mai vissuta prima, ha fornito l’occasione perfetta per studiare il comportamento degli animali in relazione all’assenza umana.

Attraverso l’analisi dei dati raccolti in 300.000 giorni è stato possibile osservare le variazioni del comportamento animale durante il periodo del lockdown.

Come si sono comportati gli animali in pandemia?

I risultati ottenuti hanno mostrato uno scenario diverso da quello pensato da molti. Infatti, contrariamente alle aspettative lo studio ha rivelato che non tutte le aree sotto osservazioni hanno mostrato un aumento dell’attività animale durante il periodo di lockdown. Anzi, sorprendentemente questa in alcune zone è addirittura diminuita. Negli habitat manipolati dall’uomo, l’attività animale ha registrato un aumento del 25% solo all’aumentare dell’attività umana.

Vicino a Vancouver, in un parco urbano, è stato mostrato un caso emblematico. È stato riscontrato un aumento dei cervi dalla coda nera successivamente alla riapertura del parco. Questa tendenza è stata dettata, in questo caso, molto probabilmente dalla presenza dei puma. Quest’ultimi hanno mostrato una tendenza opposta, ovvero aumentando la loro presenza in risposta all’assenza umana nel parco e diminuendo ancora una volta dopo la riapertura ufficiale.

Non è tutto. Lo studio ha evidenziato un’altra interessante curiosità. I carnivori sembrano molto più sensibili alle variazioni della presenza umana. Infatti, questi animali hanno aumentato la loro attività nelle diverse aree urbane con la riduzione della nostra presenza durante al lockdown. Inoltre, al momento della ripresa dell’attività umana, è stata riscontrata la loro tendenza a diventare più notturni.

Anche se ci sono stati dei casi emblematici, una volta analizzati tutti i dati raccolti, gli scienziati hanno affermato che non è stato sostanzialmente riscontrato un vero cambiamento di tipo sistemico nel comportamento degli animali durante la pandemia.

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Offerta WindTre SUPER 5G con 100 GB a soli 9€ al mese

Wed, 03/27/2024 - 06:01

Le offerte WindTre sono scelte da tantissimi utenti per le ottime quantità di Giga incluse in ognuna e il costo di rinnovo mensile davvero economico. Inoltre, la vasta scelta di tariffe permette a ogni utente di scegliere la versione che ritiene migliore tenendo conto dei suoi bisogni e dalla spesa che desidera sostenere mensilmente.

WindTre, proprio per soddisfare le esigenze di quanti più clienti, propone alcune offerte a gruppi ben precisi di utenti suddivisi in base al gestore di provenienza o per età. I clienti under 30, ad esempio, hanno a disposizione una delle offerte più convenienti del momento, con minuti, SMS e 100 GB di traffico dati per la navigazione.

Ecco l’offerta WindTre che fa per te se hai meno di 30 anni!

 

L’offerta WindTre SUPER 5G con Easy Pay è rivolta esclusivamente ai clienti aventi età massima 30 anni e ai nuovi clienti under 70, che possono andare incontro a una spesa mensile di soli 9,99 euro per ricevere:

  • Minuti illimitati per le chiamate verso tutti i numeri
  • 200 SMS verso tutti i numeri
  • 100 GB di traffico dati per la navigazione alla massima velocità disponibile

La tariffa potrà essere attivata da tutti i nuovi clienti under 30 e under 70, con o senza portabilità del numero dal precedente operatore. Accedendo al sito ufficiale del gestore si ha la possibilità di effettuare l’acquisto della nuova SIM, che prevede una spesa di 10,00 euro, così da riceverla direttamente a casa tramite corriere. WindTre non richiede alcuna spesa di attivazione ma i clienti dovranno specificare al momento dell’acquisto la modalità di pagamento tramite la quale affronteranno le spese mensili. Tutte le offerte WindTre con servizio Easy Pay incluso, infatti, necessitano il pagamento attraverso carta di credito, conto corrente o carta conto.

WindTre SUPER 5G con addebito su credito residuo!

 

I clienti WindTre interessati all’offerta, che intendono saldare i costi mensili tramite credito residuo potranno comunque attivare l’offerta. In questo caso, il gestore continuerà a richiedere una spesa di 9,99 euro al mese ma ognuno potrà usufruire dei seguenti contenuti: minuti illimitati per le chiamate verso tutti i numeri, 200 SMS verso tutti i numeri, 50 GB di traffico dati per la navigazione alla massima velocità disponibile.

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DJI Dock 2 e DJI Matrice 3D/3TD: il lavoro su un altro livello

Tue, 03/26/2024 - 21:27

DJI, azienda leader nel settore della produzione di droni e prodotti per la ripresa video, ha lanciato oggi sul mercato DJI Dock 2, con DJI Matrice 3D/3TD, una soluzione leggera di drone in a box, oltre che relativamente economica, che risulta essere estremamente semplice da installare ed implementare. Il sistema è compatibile con DJI FlightHub 2, così da poter gestire le missioni automatizzate tramite il cloud, semplificando di molto le operazioni quotidiane di ispezione, rilevamento e gestione delle risorse.

Dock 2 è molto più leggero e di piccole dimensioni rispetto al passato, è possibile creare modelli 3D ad elevata precisione, programmando ad esempio l’angolazione della camera, anche in voli successivi, così da riuscire a catturare sempre la medesima scena. Il suo peso, ad ogni modo, è di 34 kg, con misure che raggiungono 570 x 583 x 465 millimetri, risultando il 75% più piccolo ed il 68% leggero rispetto alla modello precedente.

I sensori di visione permettono di valutare il sito prima del lancio del drone, con la valutazione anche del segnale GNSS per tutto il tragitto, in tempi comunque ridotti, pari a soli 12 minuti. La classificazione IP55 ne permette facilmente l’utilizzo in un qualsiasi ambiente, e la programmazione per l’utilizzo autonomo permette all’utente la regolazione dell’angolazione della ripresa. La batteria del drone viene ricaricata dall’interno dell’hangar, anche in modalità wireless, in circa 32 minuti. La manutenzione è ad ogni modo ridotta, si potrà completare ogni 6 mesi, mentre nel caso di interruzione di corrente, la batteria integrata funzionerà per circa 5 ore.

 

DJI Matrice 3D/3TD

DJI Matrice 3D/3TD è il nuovo drone progettato per soddisfare i requisiti di DJI Dock 2, dotato di antenne RTK integrate, rilevamento degli ostacoli, una autonomia di volo di circa 50 minuti, raggio operativo che può raggiungere i 10km, per finire con una certificazione IP54. Con Matrice 3D sarà possibile eseguire missioni di mappatura e di rilevamento autonome, grazie al doppio sensore da 12 24 megapixel (di cui un grandangolare); con Matrice 3TD, invece, ecco le operazioni di sicurezza e di ispezione, con lo stesso teleobiettivo di Matrice 3D ma con una fotocamera ampia diversa, a cui si aggiunge un sensore ad infrarossi. Entrambe le versioni possono essere acquistate presso i rivenditori autorizzati DJI Enterprise.

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Addio a questa funzione per gli utenti Android

Tue, 03/26/2024 - 21:00

Gli utenti Android dovranno dire addio a una funzione molto importante e pratica negli anni precedenti. Da quest’anno, infatti, tutti gli utenti con questo sistema operativo non potranno utilizzare una comoda funzione durante l’utilizzo di WhatsApp.

WhatsApp è presente in quasi tutti gli schermi dei nostri smartphone, associando il nostro numero di telefono, si potrà chattare con uno o più contatti della propria rubrica in maniera del tutto gratuito. L’unica cosa di cui bisogna tenere conto è la presenza di una connessione internet stabile ed efficace, sia da parte del mittente sia del destinatario. Su WhatsApp si ha la possibilità di inviare messaggi di testo di vario genere, foto, video, note vocali, emoticon e molto altro. 

Gli utenti Android si uniranno a quelli che possiedono gli iPhone. Ma per cosa?

La cosa che accomunerà gli utenti Android e iOS riguarda il backup di WhatsApp. Quest’ultimo non sarà più illuminato, ma per usufruire di questa funzione su Google Drive si dovrà pagare. Addio quindi ad uno spazio di archiviazione illimitato e gratuito su WhatsApp.

In pratica, il backup su Google Drive dell’app di messaggistica di Meta comincerà a consumare giga anche per chi usa il sistema operativo Android, così come accade già agli utenti di iOS che usano iCloud per salvare tutti i contenuti WhatsApp.

Salvare i dati di tutte le chat di WhatsApp è molto importante, specialmente in occasione di un evento specifico. Questa novità è diretta all’utente Android che ha la necessità di cambiare dispositivo, acquistandone uno nuovo, per svariate esigenze.

Al momento Google Drive ci offre uno spazio di archiviazione di 15 GB, ma pagando è possibile ottenere un estensione fino a 100 GB o, addirittura fino a 5 TB.

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Conosci i bug, sai perché si chiamano così?

Tue, 03/26/2024 - 20:30

Gli errori informatici che rovinano le esperienze degli utenti esistono da sempre, ma perché si chiamano bug e quanti ne esistono?

Quando parliamo di informatica spesso discutiamo dei modi per evitare i bug. Questi sono errori, come andremo a vedere di varia natura, che vanno ad interrompere il normale funzionamento delle macchine

Non importa se si tratta di un computer o di un elettrodomestico un po’ più avanzato, i bug colpiscono ovunque ci sia la tecnologia. Più diventa complicata poi l’architettura del device tecnologico, più i bug possono risultare fastidiosi e difficili da individuare prima che facciano dei danni. 

Bug: ma perché li chiamiamo così?

Per comprendere le tipologie di errori cui i nostri sistemi informatici presenti nelle abitazioni, vetture e nei luoghi di lavoro possono andare incontro bisogna fare un passo indietro. Cominciamo dal perché questi errori si chiamano bug. Il termine viene dall’inglese e identifica gli insetti di piccole dimensioni come mosche, falene, cimici, coccinelle e formiche.

Il motivo per cui attribuiamo questo nome agli errori è perché agli albori della tecnologia in due casi, all’interno degli apparecchi, si sono proprio individuati una cimice e una falena. A raccontare della cimice che si era stabilita nel suo prototipo di telefono è stato Edison in una lettera per William Horton. Ma la parola bug, con cui Edison aveva descritto la cimice che si era infilata nel groviglio di fili del suo telefono, non diventò immediatamente il termine per identificare gli errori informatici.

Nel 1947 Grace Hopper, il tenente responsabile di uno dei giganteschi computer che all’epoca si trovavano all’interno dell’Harvard University, si rese conto che una falena era entrata dentro Mark 2 e stava provocando dei corto circuiti. Dall’ esperienza di Hopper e della sua squadra ne è stato ricavato il termine informatico bug con cui identifichiamo gli errori. Adesso, difficilmente un insetto fisico ha la colpa di qualcosa che non funziona all’interno dei nostri computer. 

L’idea che un piccolo malfunzionamento provochi grandi danni rimane, perciò andiamo a vedere quali tipi di errori si possono incontrare.

La classificazione dei bug

In generale, qualsiasi cosa può tramutarsi in errore all’interno di un apparecchio elettronico, ma escludendo quelli dovuti a pezzi difettosi ci sono gli errori dovuti al software.

Tutti gli errori hanno origine o da una svista da parte del programmatore o da una situazione che non è stata prevista adeguatamente. A volte i risultati sono impercettibili, perché i sistemi operativi riescono a lavorare anche in loro presenza. Altre volte invece, diventano evidenti e si trasformano in glitch, programmi che vengono terminati senza la volontà dell’utente o situazione di crash generale del sistema operativo.

Gli errori e quindi i bug sono frutto di un errore nella scrittura del linguaggio o della creazione del comportamento che un software deve tenere. Quindi, vista la facilità con cui possono verificarsi vi consigliamo di tenere sempre i software aggiornati.

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LOFIC, la promessa per rivoluzionare la fotografia su smartphone

Tue, 03/26/2024 - 20:00

È iniziato tutto con dei semplici strumenti per catturare le immagini e ad oggi ci ritroviamo con delle alternative vere e proprie alle fotocamere professionali. Dunque abbiamo assistito ad una vera evoluzione

Il primo telefono dotato di una fotocamera fu il J-SH04 della Sharp Corporation uscito nel 2000. Dispositivi come questo avevano una fotocamera di qualità limitata e capacità di elaborazione ridotte, ma questo non bastava e progressivamente i telefoni hanno cominciato ad adottare tecnologie più all’avanguardia. Tutto questo ha permesso agli utenti di catturare momenti preziosi, resi ancora più speciali grazie ad una qualità e una precisione prima impensabili.

La tecnologia LOFIC è uno degli sviluppi più recenti in questo campo, il suo obiettivo è plasmare il futuro dei camera phone. 

Ma che cos’è LOFIC, e come influenzerà il settore?

LOFIC, acronimo di “Lateral Overflow Integration Capacitor”, è una tecnologia che punta a migliorare la qualità hardware delle fotocamere dei dispositivi.

Partiamo dal presupposto che i sensori delle fotocamere catturano la luce con pixel dalla limitata capacità di immagazzinare il segnale luminoso sotto forma di elettroni. Quando la luce è troppo forte, i pixel si saturano e perdono informazioni, questo porta alla creazione di foto sovraesposte.

La tecnologia LOFIC agisce proprio su questo aspetto andando a intervenire direttamente sull’hardware, inserendo un condensatore aggiuntivo in tutti pixel con una capacità maggiore rispetto a quella ordinaria. Questo permette agli elettroni in eccesso di essere immagazzinati invece che perduti con la saturazione dei pixel, migliorando la gamma dinamica dell’immagine finale.

L’agire direttamente sull’hardware è una delle differenze tra la tecnologia LOFIC e la modalità HDR (High Dynamic Range). Permetterà non solo di migliorare la qualità visiva delle immagini, ma anche di aumentare la velocità di scatto. Un’altra grande differenza è che la modalità HDR richiede la cattura e l’elaborazione di più frame, mentre un sensore LOFIC ottiene risultati simili con un singolo frame.

Il primo sensore LOFIC destinato al mercato degli smartphone sarà l’OmniVisiom OV50K, che debutterà sull’Honor Magic 6 Ultimate. Secondo Honor, il sensore lofic aumenterà del 600% la gamma dinamica delle foto e sarà capace di gestire scene con una luminosità fino a 15 EV (Exposure Value).

Non c’è da sorprendersi se altri produttori di smartphone come Xiaomi, OPPO, Vivo e Huawei stanno pensando di integrare questa tecnologia nei loro prossimi smartphone.

Questa tecnologia, sebbene attualmente sia più nota per l’utilizzo delle sue fotocamera su auto a guida autonoma, crea le fondamenta per un futuro promettente per la fotografia su smartphone.

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Autovelox, ecco cos’è stato introdotto con il nuovo decreto

Tue, 03/26/2024 - 19:30

All’interno del nuovo provvedimento ministeriale rilasciato dal Ministro Matteo Salvini, in collaborazione con Piantedosi, sono state introdotte importanti novità riguardanti gli Autovelox. Con l’avvento di questa nuova modifica non sarà più consentito l’invio a casa delle fotografie che ritraggono l’infrazione commessa. Il tutto al fine di garantire la privacy degli automobilisti.

 

Ecco tutto ciò che c’è da sapere sul provvedimento per gli Autovelox

Come affermato prima, le importanti novità riguardano l’invio delle immagini dell’infrazione a domicilio, le quali non saranno più inviate per tutelare maggiormente la privacy del contravventore. Da sottolineare anche che il volto sarà offuscato per aumentare l’irriconoscibilità del guidatore, lo stesso varrà anche per i passeggeri. Inoltre è stato sancito che le foto saranno conservate solo in presenza di una violazione certa. “Gli autovelox non sono trappole per fare cassa“ ha affermato il ministro Salvini.

Facendola breve, per le sanzioni per eccesso di velocità saràinviata la notifica ai conducenti, ma non saranno inviate a casa le foto del veicolo.

Il decreto è entrato in vigore soprattutto grazie alla collaborazione tra il Ministro dei Trasporti ed il Ministro dell’interno. Ricordiamo anche che il provvedimento ha ottenuto l’approvazione del Garante della Privacy ed è atteso da oltre un decennio.

 

Ma quindi come saranno utilizzate le fotografie?

Ricapitolando le immagini che ritraggono l’infrazione commessa non saranno più ricevute via posta ma, se per qualsiasi motivo si desideri consultarle, sarà possibile solo in caso di contestazione legale. Infine bisogna tener conto che l’identità di eventuali terzi e targhe dei veicoli saranno comunque oscurate.

Il Garante della Privacy ha autorizzato la registrazione frontale dei veicoli mediante autovelox, a patto che siano adottate misure per preservare l’anonimato dei passeggeri. Quindi i dispositivi di monitoraggio rileveranno continuamente il traffico registrandolo, a patto che verranno salvate solo le immagini ad infrazione rilevata. Inoltre le registrazioni verranno trattenute solo nel tempo necessario per il completamento di un eventuale provvedimento legale.

Infine il nuovo provvedimento sugli Autovelox impone che l’installazione di quest’ultimi saranno consentiti solo in zone a rischio: ospedali, scuole ecc… ma soprattutto sarà vietato al di fuori dei centri abitati o nelle aree con bassi limiti di velocità.

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Videogiochi: ecco perché alcuni siti pesano più dei giochi stessi

Tue, 03/26/2024 - 19:00

In un’epoca in cui la velocità è essenziale, avere uno smartphone che si muove a passo d’uomo può essere estremamente frustrante, specialmente se si tratta di navigare sul web. Un recente e interessante report ha rivelato che il problema potrebbe non risiedere solo nelle prestazioni dello smartphone, ma anche nel peso eccessivo dei siti web.

Secondo il report, molte pagine web, soprattutto quelle dei social network e di piattaforme come Quora, sono estremamente pesanti e diventano praticamente inaccessibili su smartphone più datati o di fascia bassa. In alcuni casi, una singola pagina può richiedere fino a 21MB di dati per essere caricata, mettendo a dura prova i dispositivi meno performanti.

Videogiochi: su quali dispositivi le pagine web sono lente?

È vero che l’analisi è stata condotta su dispositivi di fascia bassa, con specifiche hardware meno potenti. Tuttavia, è sorprendente notare che questi stessi dispositivi riescono comunque ad eseguire giochi come PUBG a 40 FPS. È difficile accettare il fatto che una pagina web possa pesare più di un videogioco, rendendo necessaria la sostituzione dello smartphone solo per navigare in internet.

Il rapporto completo ha rilevato tempi di caricamento più lunghi e latenza durante lo scorrimento delle pagine, influenzando sia gli smartphone che i PC di fascia alta. Anche dispositivi potenti come quelli con chip Apple M1 hanno riscontrato problemi di caricamento a causa di elementi superflui sulle pagine web. Questo solleva dubbi sull’ottimizzazione delle prestazioni da parte degli sviluppatori. In conclusione, il report evidenzia un problema nel design attuale dei siti web e delle app, che escludono alcuni utenti a causa dell’aumento delle prestazioni richieste. Se siete interessati all’argomento vi consigliamo articoli simili, così potrete conoscere da vicino tutte le novità e le curiosità legate direttamente al medesimo argomento trattato all’interno del testo di cui vi abbiamo appena parlato.

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Il primo Tesla Cybertruck in vendita autorizzata delude le aspettative: cosa è successo?

Tue, 03/26/2024 - 18:30

 

Tesla, come ben sappiamo, è una casa automobilistica statunitense, fondata dall’imprenditore Elon Musk e famosa principalmente per la produzione di veicoli elettrici super tecnologici.

Tra i gioiellini della casa madre figura il Tesla Cybertruck, un veicolo davvero incredibile, un pick-up elettrico imponente con un design davvero unico e futuristico. Oltre alle sue caratteristiche esterne, come la carrozzeria in acciaio inossidabile e il vetro blindato, questo veicolo ha suscitato enorme interesse anche per le sue capacità di traino, la sua autonomia e la sua tecnologia.

Il prezzo per un veicolo di questo tipo, unico nel suo genere, parte da una base di 56.000 euro fino a 92.000 euro. Inoltre il CyberTruck di Tesla ha suscitato diverse controversie.

Negli ultimi tempi pare che il famoso pick-up sia stato al centro di diverse speculazioni, con rivendite da parte di compratori a prezzi davvero esorbitanti, tanto da spingere Tesla a imporre una sanzione di 50.000 dollari per tutti coloro che intendano vendere il veicolo entro il primo anno di acquisto senza l’autorizzazione da parte dell’azienda.

Pare che per alcuni CyberTruck siano stati richiesti addirittura 275.000 dollari! Prezzi davvero assurdi, ma che non combaciano con quello che è accaduto con il primo veicolo in vendita autorizzato da Tesla.

Tesla Cybertruck, la prima rivendita ufficiale delude le aspettative

Secondo le indiscrezioni, un modello di Cybertruck sia stato ritenuto idoneo per la vendita da parte di Tesla e sia stato inserito in un’asta su Cars and Bids, ma che alla fine non sia stato venduto.

La questione risulta essere abbastanza curiosa poiché sono state fatte numerose offerte, di cui la più alta di 158.000 dollari, superiore anche alla base d’asta di 120.000.

Tuttavia il rifiuto del venditore, che ricordiamo afferma di avere l’autorizzazione alla vendita da parte di Tesla, ha suscitato molti dubbi e ha spinto i più a credere che in realtà non ci sia nessun permesso e che sia in cerca di offerte più alte per pagare l’eventuale sanzione imposta dalla casa automobilistica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Privacy online: come prendersi cura dei propri dati personali

Tue, 03/26/2024 - 18:00
Tecniche e consigli utili per proteggere la nostra privacy in un mondo sempre più connesso

La connessione internet fa sempre più parte della nostra vita, e i dispositivi ad essa collegati sono parte integrante delle nostre abitudini quotidiane. In virtù di questo, una delle preoccupazioni più diffuse del nostro tempo riguarda proprio la privacy online. La protezione dei dati personali che mettiamo a disposizione di siti governativi e non, è al centro delle attenzioni di tutti ogni volta che si accede ad internet. Le crescenti discussioni riguardano la diffusione e l’utilizzo improprio delle informazioni personali, nonché i rischi connessi agli attacchi informatici.

Siamo tutti ben coscienti di non dover condividere i nostri dati più sensibili, come l’indirizzo email o il numero di telefono. Ma ciò che potrebbe stupire in molti è il fatto che queste informazioni, da noi tenute così in considerazione, vengono in realtà spesso utilizzate per scopi pubblicitari e vendute a terze parti senza il consenso dell’utente.

Vendite poco legittime

Ma chi compra i nostri dati?
L’aumento di questo tipo di vendita va spesso a discapito dell’utente, i quali dati personali vengono affidati a terzi senza che ci sia un controllo sull’acquirente finale. Sono spesso hacker quelli pronti a comprare e sfruttare queste informazioni per scopi fraudolenti, così da assicurarsi una via preferenziale per le loro truffe online.

Di fronte a questo scenario catastrofico, è essenziale adottare misure di difesa adeguate. Un primo passo consiste nell’utilizzare password robuste per gli account online e evitare combinazioni facilmente individuabili. Niente nomi di animali o compleanni di figli, per esempio. Sarebbe meglio evitare il nome del proprio cantante preferito, anche se straniero. È preferibile utilizzare password diverse per ciascun account, riducendo così il rischio di compromissione multipla. Se proprio si teme di non ricordare tutto o di fare confusione, un pezzo di carta e una penna dove appuntare le nostre password ci verranno in aiuto. E’ sempre fortemente sconsigliato segnare questo tipo di informazioni sul nostro smartphone, così da evitare conseguenze gravi in caso di furto.

Altre tipologie a rischio privacy

Le reti Wi-Fi pubbliche rappresentano un’altra area di rischio, poiché spesso sono bersagli appetibili per gli hacker. Per proteggere la connessione, è consigliabile utilizzare una VPN che crittografi il traffico Internet e nasconda l’indirizzo IP dell’utente, garantendo così una navigazione più sicura.

Quando si installano nuove applicazioni, è importante prestare attenzione alle autorizzazioni richieste e limitare l’accesso solo alle informazioni strettamente necessarie. Allo stesso modo, è consigliabile verificare la sicurezza dei siti web visitati, assicurandosi che utilizzino il protocollo HTTPS per la crittografia dei dati durante la navigazione.

E’ fondamentale monitorare costantemente la propria presenza online e richiedere la rimozione dei dati personali da siti web e broker di dati. Servizi specializzati possono aiutare a semplificare questo processo, garantendo una maggiore tutela della privacy degli utenti.

La protezione della privacy online è una sfida che richiede un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti. E’ sempre importante rimanere aggiornati sui rischi connessi all’utilizzo delle tecnologie digitali e applicare le dovute misure di sicurezza informatica per preservare la privacy e garantire a se stessi e agli un ambiente digitale più sicuro.

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E-BIKE: usare la bici elettrica invece dell’auto fa risparmiare?

Tue, 03/26/2024 - 17:30

Nel quartiere CityLife di Milano, dove le Tre Torri dominano il panorama, ci si prepara alla nuova edizione degli Emoving Days. Per chi non fosse della zona, si tratta di un evento dedicato alla mobilità sostenibile che si terrà dal 22 al 24 marzo. Questa area di Milano è famosa per l’uso di questi veicoli particolari, ma proprio con l’incombenza degli Emoving Days, nella testa di molti è sorta una domanda? Conviene più utilizzare un auto elettrica o un’e-bike? Bosch ha tentato di rispondere alla domanda, spiegando il proprio punto di vista sul risparmio che si verrà a creare dalla transizione ecologica in generale e dall’uso di tali vetture.

Bosch, la società conosciuta da tutti per la produzione di motori elettrici per biciclette e scooter a zero emissioni, possiede un’alta conoscenza delle e-bike. Questo settore dei trasporti è spesso considerato in modo negativo a causa della presenza di pregiudizi sia riguardo ai prezzi elevati che alla sicurezza in strada. Le migliori e-bike sul mercato possono effettivamente avere un costo importante, variando dai 4.000 ai 12.000 euro, il che rende comprensibile il perché si preferisca non effettuare una tale spesa senza essere sicuri al 100% delle prestazioni, soprattutto quando si posseggono già tutte le certezze sulle auto.

L’e-bike conviene molto di più di un’auto

Al di là delle dicerie, c’è un risparmio derivante dall’uso di un’e-bike al posto di un’auto? Per le informazioni fornite da Bosch la risposta è sì. La multinazionale per giungere alla sua conclusione ha confrontato i costi dell’utilizzo di un’auto di 15.000 euro con quelli di un’e-bike da 5.000 euro.

Per l’auto, i costi fissi del bollo, dell’assicurazione e della revisione si aggirano tra i 350 e i 650 euro. A questi vanno aggiunti anche i 150-350 euro per la manutenzione e i 300-500 euro per l’utilizzo. Facendo un calcolo si ottiene una spesa totale annua che va dagli 800 ai 1.500 euro, con un consumo di circa 0,23 euro per singolo Km. Una buona e-bike da 5.000 euro, non quindi un modello di bassa gamma, ha costi fissi quasi del tutto inesistenti. Questi oscillano da 0 a 80 euro con l’aggiunta di eventuali assicurazioni. In caso di manutenzione si potrebbe poi avere una spesa di 100 e i 200 euro, mentre i costi per l’uso sono quasi inesistenti, variando da un minimo di 10 ad un massimo di 20 euro.

Dunque, tenendo conto di tutti questi valori ogni anno una e-bike costa solo 110-300 euro, pari a 0,04 euro al Km. C’è però “il difetto” che una e-bike non può sempre sostituire un’automobile. La Bosch ha perciò considerato la variabile immaginando il caso di una famiglia con due auto che ne cambia una con una e-bike. In questo caso, il risparmio sarebbe di circa 100 euro al mese, equivalente a 1.200 euro all’anno e soltanto tenendo conto della gestione e dell’utilizzo. Anche così, in un periodo totale di 60 anni, i soldi risparmiati sarebbero superiori a 100.000 euro, una somma che sgraverebbe di parecchio le spese del mutuo.

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L’invenzione del secolo: un nuovo materiale che assorbe la CO2

Tue, 03/26/2024 - 17:00
L’impatto dell’uomo e delle aziende sull’innalzamento preoccupante delle emissioni di CO2

Siamo abituati ad allarmarci subito, quando sentiamo le parole “effetto serra”. Ma che significato hanno davvero?

Il fenomeno dell’effetto serra è un processo naturale che, di suo, non è necessariamente negativo. I gas serra, tra cui la CO2, il metano e l’ozono, permettono alla Terra la riflessione verso il suolo di una parte dei raggi infrarossi del sole ad a trattenere il calore da essi prodotto. Così facendo riescono a mantenere un clima favorevole alla vita sulla superficie terrestre. Purtroppo, però, alla fine qualcosa è andato storto. E quel qualcosa è proprio l’uomo. Questo delicato equilibrio è minacciato dalle azioni umane, che hanno portato ad un drastico aumento delle emissioni di CO2, mettendo a rischio il nostro pianeta.

E’ proprio l’aumento dei gas serra a provocare il discusso riscaldamento globale, tanto da spingere alcuni ricercatori dello Stockholm Resilience Centre a coniare il termine “Hothouse Earth”, ovvero “Terra Serra”. Come si può facilmente intuire questa non è una prospettiva rassicurante, ma suggerisce scenari catastrofici per il futuro del nostro pianeta che in parte stiamo già iniziando a sperimentare.

 

L’impatto dell’industria sulle emissioni di CO2

Le fonti delle emissioni di CO2 sono diverse e tutte legate all’attività umana. Il 77% di esse proviene dall’uso di energia, con il settore dei trasporti che contribuisce per un terzo del totale, mentre il restante due terzi proviene da settori come l’agricoltura, i processi industriali e lo smaltimento dei rifiuti.

Ma anche l’industria ha un impatto significativo sulle emissioni di CO2, con il settore della lavorazione del calcestruzzo che spicca negativamente. Questo materiale, ampiamente utilizzato nell’edilizia, richiede temperature elevate per la sua produzione, generando quindi consistenti emissioni di CO2.

Sono state avanzate diverse idee e proposte alternative per ridurre le emissioni di CO2 legate al calcestruzzo. Aziende come Carbicrete, per esempio, si stanno muovendo proprio verso una direzione più eco-sostenibile e stanno sperimentando l’uso di materiali leganti alternativi al cemento, come le scorie d’acciaio. Si spera così di ridurre l’impatto ambientale della produzione di calcestruzzo il più possibile.

Anche la scienza viene in soccorso mettendosi alla ricerca di materiali diversi e innovativi come il calcestruzzo geopolimerico, sviluppato dal professor Ashraf Ashour dell’Università di Bradford e il suo team. Questo tipo di calcestruzzo offre una preparazione alternativa meno inquinante rispetto alle attuali tecniche tradizionali.

 

Zero emissioni entro il 2050

Questi cambiamenti, che possono sembrare piccoli o irrilevanti, potrebbero cambiare il corso della storia dell’uomo. E’ infatti essenziali che si giunga ad una soluzione nel più breve tempo possibile, poiché le emissioni di CO2 hanno ormai raggiunto la soglia dei livelli critici. E’ quindi imperativo uno sforzo globale affinché si lavori insieme per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050, come segnato nell’Accordo di Parigi, un trattato giuridicamente vincolante firmato da 196 Paesi, ma che, ahinoi, stenta ancora ad essere applicato.

L’adozione di pratiche sostenibili nella produzione di materiali da costruzione, come il calcestruzzo, è essenziale per affrontare la sfida del cambiamento climatico e proteggere il nostro pianeta per le generazioni future.

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Samsung Galaxy Tab S6 Lite 2024 svelato, ecco le specifiche

Tue, 03/26/2024 - 16:30

Il colosso sudcoreano Samsung aveva intenzione di annunciare una versione rinnovata di uno dei suoi tablet di punta degli utlimi anni. Ci stiamo riferendo al nuovo Samsung Galaxy Tab S6 Lite in versione 2024. Nel corso delle ultime ore, quest’ultimo è stato silenziosamente svelato . Dopo quattro anni dall’arrivo del suo predecessore, ora è arrivato il momento di vedere un nuovo modello. Ecco qui di seguito le caratteristiche.

 

 

Samsung svela ufficialmente il nuovo Samsung Galaxy Tab S6 Lite 2024

Il tablet di fascia media di casa Samsung ha subito una rinfrescata. Nel corso delle ultime ore, infatti, il colosso sudcoreano ha svelato ufficialmente il suo nuovo Samsung Galaxy Tab S6 Lite in versione 2024. Rispetto al suo predecessore, la differenza sostanziale risiede nelle prestazioni. L’azienda ha infatti deciso di adottare un nuovo processore.

Al momento non sappiamo di quale soc si tratta. Sappiamo però che è un processore octa core da 2.4GHz e 2.0GHz. Potrebbe trattarsi del soc Exynos 1280, ma per il momento non c’è la conferma da parte dell’azienda. Altra differenza è poi ovviamente il software. A bordo del nuovo modello è infatti presente l’ultima release Android 14 con l’interfaccia utente One UI in versione 6.1.

Per quanto riguarda il resto, non ci sono novità di rilievo. La parte frontale del tablet è occupata da un pannello con tecnologia IPS LCD con una diagonale da 10.4 pollici. Sul retro la backcover è realizzata in metallo ed è disponibile in diverse colorazioni, fra cui Pink, Green e Black. Tra le altre caratteristiche, troviamo poi una batteria da 7040 mah, il supporto alla S Pen e diversi tagli di memoria. Non mancano ovviamente svariate funzioni molto utili per utilizzare questo dispositivo anche e soprattutto in ambito scolastico.

Per il momento, comunque, l’azienda sudcoreana non ha comunicato i prezzi e la disponibilità sul mercato del nuovo tablet Samsung Galaxy Tab S6 Lite 2024.

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